TITOLO: Avventura ad Acapulco
AUTRICE: Elizabeth Graham
TITOLO ORIGINALE: Jacintha Point
USCITA ITALIANA: Harmony Jolly; Il meglio di Harmony, giugno 1992
GIUDIZIO PERSONALE:
Anviata ad Acapulco per aprire un’elegante boutique, Priscilla considera questo lavoro una questione di ordinaria amministrazione e ritiene di poter tornare presto a Los Angeles dal fidanzato Brent. Ma il destino decide diversamente: suo padre viene coinvolto in una brutta storia di droga e finisce in una prigione messicana. Lei si dispera e non sa che fare… L’unica soluzione che le si prospetta, alla fine, è quella di sposare l’affascinante e potente Diego Ramirez…
Questo libro è, in alcuni momenti un po’ snervante perché ha un protagonista maschile decisamente maschilista che crede di poter fare il bello e il cattivo tempo quando e dove vuole, di poter disporre della protagonista a suo piacimento, per giunta pretendendo. Diego Ramirez ha molte pretese: che Priscilla lasci il suo lavoro, il suo paese e il suo fidanzato; pretende la sua totale purezza sul talamo nuziale, pretende che lo ami… E il guaio è che alla fine Priscilla Trent gli accorda veramente tutto questo e perde quel poco di interesse che aveva all’inizio del romanzo, cioè la sua indipendenza e condizione di donna emancipata.
Un po’ troppo per me, anche da un Harmony vintage.
AUTRICE: Elizabeth Graham
TITOLO ORIGINALE: Jacintha Point
USCITA ITALIANA: Harmony Jolly; Il meglio di Harmony, giugno 1992
GIUDIZIO PERSONALE:
Anviata ad Acapulco per aprire un’elegante boutique, Priscilla considera questo lavoro una questione di ordinaria amministrazione e ritiene di poter tornare presto a Los Angeles dal fidanzato Brent. Ma il destino decide diversamente: suo padre viene coinvolto in una brutta storia di droga e finisce in una prigione messicana. Lei si dispera e non sa che fare… L’unica soluzione che le si prospetta, alla fine, è quella di sposare l’affascinante e potente Diego Ramirez…
Questo libro è, in alcuni momenti un po’ snervante perché ha un protagonista maschile decisamente maschilista che crede di poter fare il bello e il cattivo tempo quando e dove vuole, di poter disporre della protagonista a suo piacimento, per giunta pretendendo. Diego Ramirez ha molte pretese: che Priscilla lasci il suo lavoro, il suo paese e il suo fidanzato; pretende la sua totale purezza sul talamo nuziale, pretende che lo ami… E il guaio è che alla fine Priscilla Trent gli accorda veramente tutto questo e perde quel poco di interesse che aveva all’inizio del romanzo, cioè la sua indipendenza e condizione di donna emancipata.
Un po’ troppo per me, anche da un Harmony vintage.
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