martedì 28 febbraio 2012

SANTA MONTEFIORE: L’albero degli amanti perduti


Sofia cresce viziata e coccolata, in un grande ranch della pampa argentina, circondata dai privilegi e dalle rigide tradizioni della nobiltà cui appartiene. Lei però è uno spirito ribelle che non vuole essere imbrigliato, vuole essere libera di amare. E tre sono i suoi grandi amori: Santa Catalina, il ranch che considera sempre la vera casa; il cugino Santi, dapprima innocente compagno di giochi e poi focoso amante;  e l’ombù, l’albero secolare che cresce solo in Argentina e che si dice abbia poteri magici, sulla cui corteccia, lei e Santi incidono i loro desideri più intimi. Ma tutto quello che più ama le verrà strappato il giorno in cui i suoi genitori scoprono l’infuocata relazione che la lega al cugino, uno scandalo che una famiglia in vista come la loro non può tollerare. Per Sofia è l’esilio. Dovranno passare vent’anni prima che possa rivedere la sua terra e l’uomo che non ha mai dimenticato. Una grande saga sudamericana, romantica e sensuale, travolgente come il tango.
Non dico assolutamente che questo non sia un libro a tratti bello, ma da un titolo di cui avevo sentito lodi sperticate mi sarei aspettata qualcosa in più. È sicuramente un testo molto complesso ed elaborato, incentrato sulla figura della protagonista Sofia Solanas di cui si seguono le fasi più importanti della vita, con qualche capatina tra le storie della madre e della nonna a sottolineare la complessità di questo ceppo femminile dalle origini irlandesi. Sofia è, comunque, una giovane argentina, esponente di una delle famiglie più prestigiose del paese, abituata a trascorrere le vacanze nella proprietà di famiglia, Santa Catalina, con tutti i parenti. Con il tempo Sofia sviluppa una passione molto forte per il cugino Santiago, una passione incontrollabile che li porterà a diventare amanti, ma il loro amore è contrastato dalla famiglia che non approva una relazione tra consanguinei. I due vengono separati e Sofia sceglierà di abbandonare la propria famiglia e il proprio paese, cercando di crearsi una vita altrove.
Questo libro vorrebbe essere un grande e complesso romanzo alla Il cavaliere d’inverno, per intenderci, ma non ci riesce minimamente, perché le avventure e le disavventure della protagonista non sono, a mio parere, adeguatamente sviluppate e motivate, tutto sembra procedere in maniera apparentemente casuale, senza un disegno, da parte dell’autrice, ben preciso, senza che i suoi protagonisti raggiungano una reale dimensione tragica perché sembra che si facciano semplicemente trascinare dal caso. Santi, ad esempio, non ha nulla dell’eroe romantico, sembra che le cose gli piovano addosso e che lui non faccia assolutamente nulla per indirizzarle o cambiarle. È davvero snervante e, a un certo punto, non capivo perché mai a Sofia piacesse tanto, oltre a una certa prestanza fisica.
Dall’altra parte Sofia dovrebbe rappresentare il personaggio ribelle e anticonformista ma, a mio parere, dopo la cacciata di casa da parte dei genitori, quando doveva dimostrare tutta la sua forza, perde consistenza.
Rispetto alle aspettative, una totale delusione.

venerdì 24 febbraio 2012

MICHELLE STYLES: Il visconte libertino


TITOLO: Il visconte libertino
AUTRICE: Michelle Styles
TITOLO ORIGINALE: Compromising Miss Milton
USCITA ITALIANA: GRS 811 gennaio 2012
GIUDIZIO PERSONALE: 2/5
Scozia, 1837
L’integerrima istitutrice Daisy Milton rinuncia al sogno di un buon matrimonio e di una famiglia per mantenere la sorella e la nipote. Poi l’attraente Adam, Visconte Ravensworth, fa irruzione nella sua tranquilla e monotona esistenza trascinandola in un vortice di emozioni e avventure. Il fascino del chiacchieratissimo Lord Ra è a dir poco irresistibile, e tutto a un tratto le rigide convinzioni di Daisy iniziano a vacillare. Quanto ci vorrà per convincere una rigida e inflessibile signora a dimenticare il ferreo codice di condotta della buona società e a lasciarsi andare alle gioie dell’amore?
Partendo dal titolo ci si fa una serie di illusioni che non vengono assolutamente rispettate dalla trama di questo libro. Mi sarei aspettata un protagonista farabutto, malizioso, impunito, mi sono ritrovata solo una pallida immagine di un libertino.
La trama riguarda fondamentalmente la risoluzione di un mistero perché il Visconte Adam Ravensworth è stato aggredito sulla sua carrozza da una banda intenzionata a rubargli una preziosa collana. Per sfuggire loro, Adam si getta in un fiume. Il giorno dopo sarà ritrovato privo di sensi e in pericolo di vita da Miss Daisy Milton, una giovane istitutrice che lo salva tirandolo via dal fiume e lo riporta in paese dove verrà curato. Nonostante sia una donna apparentemente compassata ed austera, Daisy stuzzica la fantasia e la malizia di Adam che inizia a corteggiarla e poi, quando scopre che è la sorella di Tom Milton, suo compagno d’avventure in India, decide di sposarla.           Questa semplice trama di corteggiamento è accompagnata dal tema dei tentativi di omicidio rivolti non solo verso Adam ma anche verso Daisy e legati alle avventure che il visconte e Tom Milton hanno vissuto in India, soprattutto la lotta contro una banda di assassini.
Non c’è molto da dire su questo libro: l’ho trovato lento (i primi capitoli sono tutti relativi al ritrovamento di Adam vicino al fiume con i protagonisti che litigano a non finire), noioso, per nulla romantico, non particolarmente originale, con i protagonisti poco e mal caratterizzati.

mercoledì 15 febbraio 2012

JENNIFER CRUSIE: Una scommessa per amore


Minerva Dobbs ha un piano per ogni evenienza, perfino per le nozze della sorella. La sua missione è perdere i chili di troppo e trovare un accompagnatore che la faccia ben figurare nel ruolo di damigella d’onore. Come se la rinuncia ai carboidrati non fosse già abbastanza dolorosa, l’uomo che Min aveva accuratamente selezionato per il matrimonio decide di mollarla a tre settimane dall’evento, sguinzagliando poi sulle sue tracce il donnaiolo professionista Calvin Morrisey. Per vincere una scommessa, l’affascinante sconosciuto dovrà persuadere Min a concedersi a lui entro un mese. Ma quando lei viene a sapere del complotto ordito ai suoi danni, decide di prendere le dovute distanze… Ma la sua vita non finisce qui e dovrà presto vedersela con un ex infinitamente geloso, uno psicoterapeuta testardo, un gatto estremamente astuto e la proposta più pericolosa di quanto non avesse potuto immaginare: il vero amore.
Questo libro mi ha dato la sensazione di un’opportunità mancata: qualcosa che poteva essere divertente, romantico e avvincente e che non realizza pienamente nessuna di queste tre cose.
La storia è abbastanza carina, anche se non particolarmente originale: una giovane donna, Minerva Dobbs, afflitta da alcuni chili di troppo e dal tormento della madre che la vuole perennemente a dieta, è stata lasciata dal suo ragazzo David, probabilmente perché ancora non ha accettato di andare a letto con lui. Nel contempo, Min lo ascolta proporre una scommessa che la coinvolge a un tipo che non conosce dall’aspetto divino: 10.000 dollari se se la porta a letto entro un mese, 10 dollari se riescono a uscire quella stessa sera. Quando il meraviglioso Adone in questione appare e attacca discorso con lei, decide di accettare l’invito, di tenerlo sulla corda per un mese per fargli perdere la scommessa. Quello che non aveva programmato è che la compagni di Calvin Morrisey le risulta molto piacevole.
Per una certa parte del libro non succede praticamente nulla: i due protagonisti continuano ad incontrarsi, anche contro la loro stessa volontà e a mangiare. Cal continua a ripeterle che lei è bella e sexy, anche con qualche chilo di troppo e a rimpinzarla come un tacchino.
Ad un certo punto il libro sembra decollare, quando almeno si inizia a intuire una qualche forma di sentimento tra i protagonisti, ma tutto resta a un livello troppo superficiale.
I due protagonisti potevano essere due personaggi interessanti: lei insicura per i suoi problemi di peso e per una madre che l’ha afflitta e controllata per tutta la vita; lui dislessico, ritenuto un idiota per troppo tempo, ha diretto tutta la vita a smentire tale giudizio. I personaggi, però, sono troppo piatti, la loro psicologia non è stata adeguatamente sviluppata.
Almeno fosse risultato un libro divertente (alla Kinsella, per intenderci)! È che qui e là si fa qualche risatina per qualche battuta, ma nulla di sensazionale. A suo merito, a volte i dialoghi sono ben sviluppati, veloci, quasi cinematografici.
Una gran delusione!

martedì 14 febbraio 2012

JENNIFER WEINER: Brava a letto


Cannie Shapiro ha ventotto anni. È carina, è spiritosa, ha tanti amici. Ha persino un lavoro che le piace: scrive con humour e stile, per il quotidiano della sua città, il Filadelfia Examiner.
Beh, la cosa che si nota a prima vista è che è grassa. O, se preferite, “rotonda”, “appetitosa”, “sensuale”. La cosa non la turba più di tanto, o almeno è una delle cose della sua vita che riesce a gestire con una giusta dose di ironia. Questo fino alla mattina in cui la sua amica Samantha non le telefona sul posto di lavoro  per chiederle “Lo hai visto?” Visto cosa? Il cosa è l’articolo che il suo quasi ex-fidanzato, Bruce, giornalista per una popolare rivista di moda, dedica alle sue rotondità. Un pezzo dal titolo imbarazzante <<Brava a letto. Amare una donna abbondante>> Connie è sconvolta. Lo shock la proietta in una dimensione nuova, fatta di dolore e insicurezza, ma anche di ironia, di incontri improbabili, di colpi di scena, delle scommesse e delle vittorie che le regaleranno l’uomo più travolgente e incredibile della sua vita.
Che meraviglia quando da un libro ci si aspetta molto poco e invece si ottiene tantissimo, come in questo caso! Forse influenzata dal titolo piuttosto eloquente, di questo libro, mi aspettavo di trovarmi di fronte il classico chick-lit tutto risate, situazioni comiche e disavventure sentimentali. E invece in questa storia e nella sua protagonista c’è molto di più, c’è, soprattutto, una costruzione psicologica molto forte.
Candance Shapiro è una brillante giornalista per un giornale di Filadelfia; è una ragazza dalle forme abbondanti che, pur volendo migliorare il proprio aspetto, ha sempre superato con ironia eventuali critiche del prossimo. Tutto il suo mondo viene sconvolto quando scopre di essere diventata la protagonista di una rubrica tenuta dall’ex fidanzato su un giornale, nella quale questi rivela a tutti i lettori i segreti più intimi della loro vita di coppia, sottolineando, soprattutto, il suo essere grassa. Pur essendo stata Cannie a voler rompere con l’immaturo Bruce, il capire che la rottura sarà ormai definitiva le crea il desiderio di voler ritornare con il fidanzato, dimenticando quasi i motivi che l’avevano indotta a chiudere la relazione. E quando, dopo un incontro non programmato, Cannie si accorge di essere incinta, l’altro aumenta la sua delusione, sfuggendo ancora una volta alle sue responsabilità. Cannie dimostra, comunque, di saper andare avanti da sola, e anche brillantemente, ma la vita ha in serbo per lei ancora grandi prove.
La caratterizzazione di Cannie è davvero mirabile: è una donna con tantissime ferite alle spalle, tutte si riversano poi nel non accettare il proprio corpo. Cannie è ossessionata dal dolore dell’abbandono e del rifiuto da quando il padre, dopo il divorzio, è scomparso dalla sua vita e sembra aver totalmente dimenticato moglie e figli. Bruce è stato per lei un’ancora di salvataggio, un uomo che sembrava amarla per quello che era ed ora che sembra anche lui volerla abbandonare, il dolore si rinnova. È come se il padre, medico chirurgo, l’avesse lasciata con questo messaggio: sei imperfetta, quindi non sei degna del mio amore. E anche se Cannie, col tempo, ha imparato a valorizzare il suo corpo, sembra sempre voler attribuire alle sue dimensioni la causa della sua infelicità.
Solo un dolore ancora più grande (che, tra l’altro, le farà perdere tanti chili) la riporterà a quella che è la vera essenza delle cose e Cannie affermerà a voce piena di accettarsi e di piacersi così com’è.
Un libro bellissimo con pagine divertenti e commoventi insieme che dovrei rileggere come un mantra.

giovedì 9 febbraio 2012

CLAIRE DELACROIX: La magia della rosa rossa


TITOLO: La magia della rosa rossa
AUTRICE: Calire delacroix
TITOLO ORIGINALE: The Rose Red Bride
USCITA ITALIANA: Romanzi Mystere 33, dicembre 2007
GIUDIZIO PERSONALE: 2/5
Scozia, 1421. Vivienne rifiuta ogni pretendente in attesa di un eroico cavaliere che conquisti il suo cuore. E finalmente una notte il sogno si avvera. Celato nel buio, l’eroe a lungo immaginato appare e la passione li travolge. Alla luce del giorno, Vivienne scopre che il misterioso amante è Erik Sinclair. Ingiustamente diseredato dal padre, egli avrà bisogno di tutto l’amore di Vivienne, nonché della magia della fata Darg, per riconquistare il potere e le terre che gli sono state strappate.
Secondo volume della serie I gioielli di Kinfairlie, una serie paranormale-medievale. Dopo la sorella maggiore Madeline, è arrivato anche per Vivienne il turno di andare in sposa. Il fratello Alexander, che già aveva impietosamente tramato sul matrimonio della sorella, vorrebbe dimostrare maggiore sensibilità con Vivienne. Per questo, quando si presenta a lui quello che crede l’ex corteggiatore della sorella con la richiesta di sedurla e poi sposarla, accetta la proposta, fidando nel fatto che da quando Nicholas Sinclair ha smesso di corteggiare Vivienne, lei ha rifiutato tutti gli altri corteggiatori.
In realtà, il misterioso cavaliere è Erik Sinclair che è stato diseredato dal padre ed è caduto in un’imboscata in seguito alla quale ha riportato molte ferite. Il suo piano è quello di sedurre Vivienne, l’antico amore del fratello, e di avere da lei un figlio che possa ereditare il maniero dei Sinclair.
Vivienne Lammergeier viene attirata sulla torre da un racconto fantastico di una principessa che lì veniva visitata da un principe e lei, che è sempre stata romantica e sognatrice, prova a vedere se anche per lei potrà arrivare, come per la sorella, il grande amore. In effetti, Erik la seduce abbastanza facilmente ma, anziché sposarla il giorno dopo, la rapisce e la porta con sé nelle sue numerose avventure.
L’inizio  del racconto è un po’ sconcertante, dovrebbe essere soffuso da un alone di magia, ma quello che risulta a me è, invece, la scena di due personaggi che non si conoscono proprio e, dopo due minuti dal loro incontro, sono già a letto insieme: un po’ freddo e impersonale. E per una buona parte del racconto il rapporto tra i due protagonisti è privo di sentimento e basato su un accordo: il sacro giuramento che li tiene uniti per 1 anno e 1 giorno in cambio di un figlio… Dopo, diventa predominante l’elemento avventuroso con una serie di peripezie concatenate.
Erik è il classico protagonista tormentato: cacciato dalla propria terra, privato della sua eredità e delle sue figlie, cerca vendetta. Ciò che lega questa vendetta a Vivienne è il fatto che lei è l’unica donna a cui il fratello si sia sentito legato, ma nessun altro aiuto può arrivare a lui dai Lammergerier.
Vivienne è sì una ragazza romantica e ingenua ma, man mano che si va avanti nel racconto, diventa sempre più determinata e coraggiosa, disposta a tutto per difendere il sentimento che è nato in lei per Erik, ma nello stesso tempo disperato per il fatto di non vedere ricambiato questo sentimento.
L’elemento paranormale è dato ancora dallo sfrigga, una streghetta dispettosa che combina sempre più guai e diventa sempre meno simpatica con il procedere della trilogia.

SERIE GIOIELLI DI KINFAIRLIE
-         Contesa d’amore
-         La magia della rosa rossa
-         The Snow White Bride

venerdì 3 febbraio 2012

MARCO ARCHETTI: Maggio splendeva


MARCO ARCHETTI: Maggio splendeva
1936. Leo Piccioni ha appena superato l’esame di maturità. Ha il corpo sbilenco e fuori di squadra dell’ultima adolescenza, e un temperamento eccitabile e nervoso. La sua famiglia medio borghese è soddisfatta e protettiva. Il padre si perde nei suoi studi e nei suoi esperimenti di biologia (ai quali sacrifica regolarmente un numero spropositato di rane vive), la madre si compiace della merlettata rispettabilità delle convenzioni. Per fortuna c’è la zia Ester. Che invece è un po’ speciale. Matura signorina con molta pratica del numero, cova nella sua stanza i segreti incipriati di una femminilità a suo modo libera e ribelle. Antimussoliniana, lettrice delle opere di Freud in originale, cinefila di bocca buona, si lascia corteggiare da uomini sposati e non. E ha grandi idee in testa. Idee che arrivano quando scopre che il nipote ha, non si sa come, il potere di fare scomparire cose. E persone. Durante la trasferta del padre in campagna per il periodico approvvigionamento di rane, nel casolare dove ha provato i primi spasimi d’amore, Leo ha sorpreso l’amor suo, la bella Argentina con l’amico suo, Adriano. Ha guardato Adriano con intensità e collera e Adriano… è sparito. Leo ha poi riprovato con portacenere e soprammobili e si è confidato con zia Ester. E zia Ester l’ha trasformato in un mago: malgrado l’opposizione famigliare, gli ha costruito una carriera nei teatri d’avanspettacolo. Mentre sorpresa e sconcerto superano le pareti di casa Piccioni, restano pur tuttavia vivi inquietanti interrogativi: dove finiscono gli oggetti che spariscono? Dov’è finito Adriano? E che ne è stato di Argentina? E se tanta magia fosse messa al servizio di un progetto politico? Far sparire il duce! Per Leo e zia Ester la vera avventura comincia allora.
Posso catalogare questo romanzo nella categoria dei romanzi di formazione: una serie di prove porta il nostro protagonista a una maggiore comprensione e realizzazione di sé rispetto ai dubbi e alle incertezze adolescenziali.
Della trama posso dire ben poco di più rispetto a quanto già ben spiegato del quarto di copertina. La vicenda avviene nell’arco di tempo che va dal 1936 al 1938, a Roma, negli anni del grande consenso per il regime fascista, gli anni del’ascesa al potere di Hitler e delle guerra civile spagnola. L’ambiente è quello della media borghesia romana, molto provinciale, perbenista, miope e legata al potere. Rispetto a quest’ambiente è dirompente la figura di Ester, single, come diremmo oggi, poco attaccata alle convenzioni, tanto da accettare la corte di un uomo sposato, aperta alla cultura europea, tanto da ammirare Freud.
Leo è un po’ disorientato in questo ambientato che gli lancia, spesso, messaggi contraddittori in una fase della vita molto complicata, la fine del liceo, la scelta per il futuro. Per buona parte della storia sembra che Leo sia trascinato da quello che per lui vogliono gli altri: il padre o la zia, la scelta da iscriversi a Lettere senza alcuna apparente motivazione di fondo, il desiderio della zia di affermare la propria ambizione attraverso la sua straordinaria capacità di far sparire le cose. Ma tutte queste esperienze aiutano Leo a conoscere gli altri, la vita, ad uscire dall’ambiente chiuso della famiglia e, di conseguenza, a prendere maggiore consapevolezza di sé. In un’epoca complessa e difficile, come quella degli ultimi anni del fascismo, che distruggerà molte persone, lui riuscirà a sopravvivere e a trovare la propria dimensione.
Ho trovato questo libro particolarmente lento, poiché è tutto concentrato nello sviluppo psicologico del protagonista. Francamente ho trovato dei passaggi poco interessanti, come se la storia abbia iniziato a prendere vita soprattutto nella seconda metà del libro, da quando Leo inizia ad esibirsi nei teatri, mentre nella prima parte ho trovato alcuni momento accennati, come dei flash, e poi sospesi. Ho trovato anche un po’ antipatici i continui salti temporali presenti nel testo.
Non è un libro che si adatta molto ai miei gusti, ma mi sembra utile ogni tanto sperimentare qualcosa di nuovo.