martedì 30 settembre 2014

HEATHER & ROSE MACDOWELL: Omelette

Erin è distrutta: ha appena perso un promettente posto di lavoro nell'ufficio marketing di un'azienda importante e la sua carriera è in caduta libera. Altrimenti perchè avrebbe accettato di diventare cameriera, per quanto al famoso Roulette, uno dei ristoranti più glamour di New York? Nel santuario di Carl, chef di inarrivabile bravura e con un particolare talento nel mettere a disagio i novellini, Erin scopre che la vita dietro al grembiule è anche peggio di quel che sembra: sprovvista di qualunque esperienza o talento nell'ineffabile arte del servire, in balia dello sconfinato egocentrismo di Carl e delle intemperanze di Gina, la nevrotica miglie del proprietario, impara a sue spese che la cameriera perfetta è un po' schiava e molto psicologa. Erin vuole disperatamente fare del suo meglio, ma riesce solo a collezionare una magnifica serie di piccoli grandi disastri. E come se non bastasse, un destino in vena di complicazioni spinge sulla sua strada l'affascinante e fidanzatissimo Daniel, produttore televisivo e habitué del Roulette, di cui si innamora perdutamente. Esilarante e irresistibile, Omelette è una commedia sofisticata e brillante, dove le ragioni del cuore e quelle del palato si sposano in un menu di alta classe, da assaporare dalla prima all'ultima pagina.
Lettura estiva perfetta: divertente ma non eccessivamente stupida o irreale e paradossale. La trama è più o meno quella spiegata in copertina.
Trama
La trama, appunto, non presenta tratti di particolare originalità: è la classica storia della protagonista, Erin, che ha perduto il posto di lavoro e si deve arrangiare lavorando come cameriera in uno dei ristoranti più rinomati della città e, non avendo esperienza, combina guai su guai. Ma, nonostante ciò, le circostanze lo portano sempre a salvarsi e ad avere la meglio, tanto da essere considerata da una critica enogastronomica di grido uno dei pochi aspetti positivi del ristorante. Alle disavventure lavorative si affiancano quelle sentimentali. Ho trovato la parte sentimentale superflua e comunque gestita male nel contesto e la storia d'amore tra Erin e Daniel è incomprensibile sia per i suoi inizi che per la sua evoluzione.
Personaggi
Erin è il personaggio principale nonché voce narrante ma non ha né una particolare verve né una storia forte che la facciano emergere. Probabilmente la sensazione che dà di una ragazza spersa è corretta ma a volte ha degli atteggiamenti chiaramente ispirati e Bridget Jones ma non riesce ad essere altrettanto ironica né sopra le righe come la Rebecca di I Love Shopping. Insomma un personaggio molto debole.
Daniel, il suo partner, è particolarmente scialbo. Non ha quegli aspetti di dolcezza, di fermezza che hanno di solito i compagni di queste eroine. L'ambientazione principale, è naturalmente, il ristorante e i personaggi migliori sono quelli collegati ad esso. Primo tra tutti lo chef, Carl, tutto preso da se stesso, dalla sua carriera, e dalla competizione con altri cuochi stellati. Impone all'interno del ristorante un clima da Masterchef e non a caso te lo immagini come il Carlo Cracco della situazione. Tra i colleghi di Erin emerge Cato, il suo mentore, e i proprietari del ristorante, i diabolici Steve e Gina che vorresti tanto strangolare.
Stile

Lo stile è molto agile e veloce, il libro si legge velocemente. Si capisce che le autrici avevano come punto di riferimento libri più famosi ma non ne hanno saputo riprodurre gli aspetti più scintillanti e divertenti.

venerdì 26 settembre 2014

MARY BALOGH: Cuori rubati

TITOLO: Cuori rubati
AUTRICE: Mary Balogh
TITOLO ORIGINALE: The Secret Mistress
USCITA ITALIANA: I Romanzi Emozione 21, dicembre 2013
GIUDIZIO PERSONALE: 3/5
Lady Angeline Dudley sta per fare il suo debutto in società, però si comporta più come un maschiaccio che come una debuttante. In quanto sorella di un duca, sa di essere destinata a un uomo ricco e titolato, ma l'amore non è affatto garantito. Eppure lei lo trova. Durante la fermata a una stazione di posta il nuovo conte di Heyward, l'irreprensibile Edward Ailsbury, la sottrae coraggiosamente alle avance di un libertino, rubandole il cuore. Edward deve sposarsi e assicurare un erede alla propria casata, e nonostante sia attratto da Angeline, lei non è l'esempio di perfezione che cerca. Destino e amici cospirano per spingerli l'uno nelle braccia dell'altra ma solo alla passione toccherà l'ultima parola...
Questo è il terzo e ultimo libro dedicato ai tre fratelli Dudley. Dal punto di vista dell'ordine cronologico è il primo, ma arriva per ultimo e dopo tanto tempo dalla pubblicazione dei primi due perché la sua protagonista Angelina Dudley, che era già apparsa negli altri due, gridava il bisogno di un romanzo tutto suo. In effetti era un personaggio così singolare che lo meritava. La serie ha esordito in maniera sfolgorante con Signora del suo cuore, da tutti universalmente ritenuto un romanzo straordinario, per poi affievolirsi nel corso della sua evoluzione. Io oso dire che in generale la creatività della Balogh si è affievolita nel corso del tempo.
Trama
La trama non si discosta molto da quella degli ultimi libri che ha scritto. I due protagonisti, Angeline Dudley ed Edward Ailsbury Conte di Heyward si incontrano per la prima volta in una locanda. Lei aspetta il fratello per recarsi a Londra per il debutto e si fa sorprendere da due gentiluomini nella sala comune senza chaperon. L'uno la insolentisce mentre Heyward la difende. Da quel momento Angeline capisce che quello è l'uomo che fa per lei. Naturalmente a Londra i due si incontrano ai vari ricevimenti e tutti sembrano tramare per metterli insieme. Quando arriva la prima, fredda proposta di matrimonio da parte di Edward, Angeline la rifiuta.
Personaggi
Angeline era già stata ben costruita nei precedenti libri ed è un personaggio singolare. Niente affatto la classica fanciulla timida e riservata, ma al contrario vivace e logorroica, originale nel modo di vestire. Tutto questo, che già sapevamo, trova qui una spiegazione: la ragazza ha vissuto da sola da quando la famiglia si è smembrata: i genitori si sono separati, i fratelli sono andati via. Ciò che le è sempre bruciato sono le critiche della madre, bellissima, sul suo aspetto fisico non adeguato. Per questo ha deciso di enfatizzare ulteriormente la sua bizarria. Ha proprio bisogno di un uomo come Edward che le die certezze ed equilibrio.
Edward non mi è piaciuto affatto come eroe. Nei precedenti romanzi erano intriganti il suo silenzio e il suo distacco, ma qui non era un personaggio in grado di reggere il carico di un romanzo suo, troppo convenzionale e noioso. Sicuramente un uomo più credibile di molti eroi da romance, ma non un eroe che fa sospirare e sognare le lettrici. Non era semplicemente un eroe beta perchè non aveva il tratto della dolcezza a contraddistinguerlo, era solo incolore. Per questo la sua svolta passionale sul finale risulta ancora meno credibile. Ancor di più Edward risente del confronto con Tresham che, seppur appare per poco, lascia intuire quel fascino che dispiegherà nel suo romanzo.
Stile
Purtroppo devo ribadire quanto già detto altrove: la Balogh ripropone sempre la stessa trama, con alcune varianti, e le stesse situazioni. La stagione londinese e i suoi ricevimenti e intrattenimenti fanno da sfondo agli incontri tra Angeline ed Edward. Come sempre c'è il ricevimento di campagna e il gioco delle coppie al suo interno. Come sempre, la trama ha ben poca azione e molto dialogo e introspezione. Una volta troppo ripetuta, questa situazione risulta noiosa perché troppo vista. Se non si hanno personaggi forti, tutta questa costruzione perde di stabilità e in questo caso di personaggi forti c'era solo Angeline.

Lo stile della Balogh è sempre molto accurato. Si vede che c'è dietro un'autrice che ha studiato la Austen e che ne sa riprendere alcune caratteristiche: il dialogo ironico tra tutte. Resta una maestra della scrittura.

martedì 23 settembre 2014

DAINA CHAVIANO: L'isola degli amori infiniti

Miami, 1994. Cecilia, giornalista di origine cubana, ascolta da Amalia, un'anziana dal fare enigmatico, una storia nata nel lontano passato; una vicenda fatta di sentimenti e passioni, in cui i destini in apparenza distanti di tre famiglie – appartenenti alle tre etnie del popolo cubano: cinese, africano e spagnolo – si incrociano per le strade di un'Avana misteriosa e magica. Cecilia rimane incantata, rivive dolori, battaglie e illusioni dei protagonisti del racconto, fino a scoprire che anche lei è destinata a farne parte... L'isola degli amori infiniti è una saga familiare che affascina per la sua originalità e i suoi toni quasi da favola. Un romanzo in cui culture, credenze e usanze diverse si mischiano sull'onda di un sentimento universale: l'amore.
Questo romanzo mi ha lasciato un po' perplessa e un po' interdetta. Domandandomi come iniziare questa recensione, non mi è venuto in mente nulla di davvero indicativo in poche parole su quello che era il mio pensiero a proposito. Mi dispiace dirlo, ma appartiene a quella categoria di libri che ti lascia ben poco.
Come spiegato nel quarto di copertina, viene ripercorsa una saga familiare che collega una famiglia cinese a una spagnola e nera e vi si sommano tutte le etnie che compongono il popolo cubano. Attraverso il racconto che l'anziana Amalia fa a Cecilia si ricostruisce la storia della sua famiglia. Ogni generazione è caratterizzata da un grande, drammatico e imperituro amore messo alla prova dai drammi dell'esistenza personale e dalla storia.
Nello stesso tempo Cecilia, che è una giovane e solitaria giornalista, investiga su delle apparizioni di una casa per poterne scrivere un articolo.
Trama
La trama prende spunto da una ispirazione che poteva risultare valida perché c'è un po' di tutto. Dal mistero alla storia d'amore, dalla saga familiare ai riferimenti alla storia di Cuba. Il tutto, però, appare sempre come sviluppato fino a un certo punto e poi lasciato lì, non ben sviluppato. Faccio qualche esempio: la storia della casa fantasma che appare a intermittenza e che è collegata a Cecilia, viene portata avanti, si scopre il legame con Cecilia ma non si capisce il motivo di questo strano fenomeno se non per un generico desiderio dei suoi famigliari di proteggerla. E, ancora, la storia tra Cecilia e Roberto che è solo leggermente accennata. Considerando che il focus della storia è su altro, si faceva meglio a evitare del tutto questo elemento.
Personaggi
Anche sui personaggi, sembra che molto sia solo accennato e che non ci sia spazio e tempo per approfondire meglio. In questo caso mi riferisco soprattutto ai personaggi del lungo racconto di Amalia che avrebbero potuto essere molto più affascinanti se solo si fosse dato maggior spazio alla loro vicenda. Questa è una di quelle saghe che avrebbe avuto bisogno di centinaia e centinaia di pagine per poter trattare con soddisfazione la loro storia. Molti passaggi possono risultare incomprensibili, altri promettono bene, soprattutto la storia d'amore tra Amalia e Pablo con l'incontro delle due etnie, cinese e cubano-spagnola potevano avere un maggiore sviluppo.
Stile
Ho come avuto la sensazione, per tutto il libro, che l'autrice volesse scimmiottare, diciamo ispirarsi, al realismo magico di Marquez o della stessa Allende, attraverso i misteri della cultura cubana e cinese. Ma anche in questo caso, non riesce ad essere altrettanto suggestiva, né riesce a inserire l'elemento “paranormale” in maniera adeguata alla storia.

Questo libro è stato un'esperienza poco esaltante e molto deludente per molti versi.

giovedì 18 settembre 2014

TITOLO: Il destino di una stella
AUTRICE: Miriam Formenti
USCITA ITALIANA: RM 1024, ottobre 2012
GIUDIZIO PERSONALE3/5
IL CUORE NON PUO' SBAGLIARE NEL RICONOSCERE L'AMORE
Di ritorno da una missione diplomatica nello Stato Pontificio, il maggiore Riccardo Rubino Leoni è oggetto di uno scambio di persona e gli vengono rocambolescamente affidati una ragazza sotto l'effetto del laudano e un incarico molto insolito. Nottetempo, la giovane crede di vivere in un sogno con l'uomo che ha sempre desiderato, e riesce a coinvolgere nella propria passione chi le sta accanto. Solo all'alba, nuda su un pagliericcio e di nuovo in sè, Stella si rende conto di essere stata rapita e posseduta, e riesce a darsi alla fuga. Ma nella Milano del XVIII secolo, pur fra mille intrighi e menzogne, il destino ha in serbo ben altri scenari per un amore che non poteva sapere di avere un futuro...
è il primo romanzo che leggo di questa autrice italiana e, nonostante lei abbia una certa esperienza, questo non mi ha molto convinta. La storia ha degli aspetti davvero interessanti e altri piuttosto deludenti. Siamo nell'Italia settentrionale del XVIII secolo e una giovanissima Stella Battaglia Dal Bianco è stata costretta a sosare il vecchio principe Alderico, che la tormenta con il suo desiderio di avere un erede. Dal momento che il principe è vecchio e non ha mai avuto nessun figlio da nessuna delle tre mogli decide di simulare un rapimento e di far violentare la moglie da un lontano parente. Qualcosa non va come prestabilito e a incontrare Stella nel cuore della notte sarà il marchese Riccardo Rubino Leoni. I due vivono insieme una straordinaria notte d'amore, ma si ricontreranno soltanto tre anni dopo...
Trama
La trama ha in sé degli elementi interessanti: il matrimonio forzato, la sposa bambina infelice; l'incontro d'amore vissuto come un sogno. Ma poi la lettrice non può evitare di sbruffare di fronte a degli elementi che risultano a mio avviso troppo ingenui e poco credibili. Stella che s'innamora di un ritratto; Riccardo che la incontra dopo tre anni e subito la associa alla donna conosciuta in quella casina di caccia; le deduzioni troppo immediate sulla paternità di Eleonora; il dubbio sulla fedeltà della moglie innescato da qualche parola e da una miniatura e, francamente, anche il matrimonio troppo veloce, senza alcuna apparente obiezione da parte di una Stella che non conosce Riccardo e ha alle spalle una terribile esperienza matrimoniale.
Personaggi
I personaggi, a mio avviso, sono poco sviluppati e stereotipati.
Stella avrebbe delle buone premesse perché è una ragazza che è stata amata dai suoi genitori ma che, una volta caduta nelle mani della sorellastra cattiva, deve subire gli orrendi soprusi di un matrimonio infelice e di un marito crudele. È interessante il fatto che si rifugi in un suo mondo di sogno, così come il suo ritrovato coraggio per il bene della figlia, ma di lei nulla intuiamo nello sviluppo della storia d'amore con Riccardo, a parte una certa attrazione iniziale e un improvviso amore.
Riccardo è ancora meno sviluppato. A parte lo scandalo familiare che ha coinvolto suo fratello e la cognata e, quindi, una certa diffidenza sulla fedeltà delle donne, di lui non sappiamo altro. Certo, si capisce che è buono e generoso data la sua voglia di aiutare Stella, anche senza avere la certezza che Eleonora sia sua figlia. Ma non possiamo dimenticare che tutto è partito dal fatto che lui si è approfittato di una ragazza sotto effetto di droghe...
Stile
Lo stile è scorrevole e questo è un punto a suo favore. Non si può dire che si legga velocemente, ma questo dipende dalla trama che, in qualche punto lasciava piuttosto perplessi. Ho apprezzato l'originalità dell'ambientazione e il tentativo di ricostruzione accurata.

Non saprei se consigliarlo!

martedì 16 settembre 2014

STEPHENIE MEYER: Eclipse

Mentre Seattle è funestata da una serie di strani omicidi e una vampira malvagia continua a darle la caccia, Bella Swan si trova ancora una volta in serio pericolo. È arrivato per lei il momento delle decisioni e dei sacrifici: basterà il fidanzato Edwarda farle dimenticare il magnifico amico Jacob? Troverà il coraggio necessario a diventare una Cullen? Obbligata a scegliere fra l'amore e l'amicizia, è consapevole che la sua decisione rischia di riaccendere la millenaria lotta fra vampiri e licantropi. Nel frattempo l'esame di maturità è alle porte e per Bella il momento della verità si avvicina... Travolgente e sensuale come i precedenti episodi della saga, ECLIPSE è un romanzo in cui il desiderio, soffuso eppure inesorabile, si mescola a una forte dose di suspense mentre avvenimenti inaspettati sconvolgeranno per sempre le regole degli umani e degli immortali.
Terzo e penultimo capitolo della saga della Meyer legata alle storie dei vampiri e dei licantropi. Pian piano ci stiamo avvicinando al momento della scelta finale, quando Bella diventerà vampiro a sua volta, rinunciando alla sua vita umana. Raccontare la trama di questo romanzo è pressochè impossibile, visto che di trama, a mio avviso, c'è ben poco. Come già nei precedenti libri c'è il tentativo da parte di Bella di farsi trasformare da Edward un vampiro, con lui che tentenna e che quando cede pretende prima di sposarla. Oltre a questo continua la lotta con il licantropo Jacob per la conquista della ragazza. E Bella si rende conto di amare anche Jacob, oltre ad Edward, ma nonostante ciò vuole sposare quest'ultimo. Tutta la trama è condita dai racconti di come e perché sia i vampiri che i licantropi si siano trasformati.
Trama
Ho trovato la trama del tutto inconsistente, e non mi riferisco alle caratteristiche nude e crude del fantasy, ma al fatto che realmente non succede nulla fino ai tre quarti del libro quando avviene finalmente lo scontro tra i vampiri, i Cullen contro i neonati, e l'uccisione di Victoria. Per il resto non succede nulla, ci sono racconti del passato dei personaggi e i protagonisti che continuano a discutere sull'opportunità o meno che Bella diventi vampiro.
Personaggi
I personaggi, tutti, sono molto semplici e stereotipati, ma il personaggio più inconsistente di tutti è Bella che è l'emblema della ragazza sciocca che fa sempre e comunque il contrario di quello che la ragione indurrebbe a fare. Per non parlare di un certo maschilismo di fondo: Jacob ed Edward decidono, tramano senza minimamente prendere in considerazione quelli che possono essere i desideri o le esigenze di Bella. Era davvero irritante sentirli parlare davanti a Bella senza neanche considerarla. Devo ancora capire quale sia il fascino da Principe Azzurro di Edward Cullen. Io lo trovo solo inquietante e... raggelante!
Stile
Ho già detto che trovo la trama inesistente. Ritengo, inoltre, lo stile troppo banale, la scrittura troppo monotona. Dalla sintassi, che è troppo puerile, al lessico che è davvero troppo ripetitivo, insomma l'autrice non conosce l'esistenza dei sinonimi.
Purtroppo mi manca ancora l'ultimo romanzo della serie da leggere, ma è stata tutta davvero oscena, un insulto all'intelligenza dei lettori!


giovedì 4 settembre 2014

LUCY BLUE: Il cavaliere del diavolo

TITOLO: Il cavaliere del diavolo
AUTRICE: Lucy Blue
TITOLO ORIGINALE: The Devil's Knight
USCITA ITALIANA: RM Mystere 40, giugno 2008
GIUDIZIO PERSONALE: 4/5
Tristan DuMaine, cavaliere normanno, fa ritorno al castello di famiglia. Sotto forma di vampiro. Tristan ha un'unica ossessione: vendicarsi di Siobhan, la bellissima guerriera sassone che è stato costretta a sposare. Eppure, in un mondo di barbarie e violenza, al di là dell'odio implacabile Tristan e Siobhan scopriranno di essere destinati ad amarsi per l'eternità.
Questo è il secondo volume della serie Bound in Darkness, una serie paranormale con la presenza di vampiri, ambientata nel medioevo inglese. In Scozia gli abitanti del luogo non accettano la presenza dei conquistatori normanni, ecco il motivo per cui dei ribelli guidati da Sean Lebuin prendono d'assalto il castello di Tristan DuMaine, costringendo quest'ultimo a sposare Siobhan, sorella di Lebuin.
Subito dopo il matrimonio Tristan viene ridotto in fin di vita, ma in suo soccorso arriva Simon duca di Lyan che, per salvargli la vita, lo trasforma in vampiro. Da vampiro, Tristan torna per vendicarsi dei suoi aguzzini, prima tra tutti proprio Siobhan che si era divertita a tormentarlo, ma in realtà tra i due era stata fortissima l'attrazione sin da subito e, nonostante l'odio che prova, neanche Siobhan riesce a resistervi.
Trama
La trama è davvero intrigante. Pur possedendo i soliti temi, conditi con l'elemento fantasy. I paranormali, tanto di moda, come quello del vampiro che è anche licantropo, il tutto viene messo insieme in maniera accattivante. Sempre affascinante il tema dei due mortali nemici che, nonostante tutto, si desiderano reciprocamente e si innamorano. Da tenere conto che la storia di Tristan e Siobhan si collega alla storia che tiene uniti i tre romanzi che è quella che coinvolge Simon nella ricerca del Calice che li dovrebbe aiutare a distruggere Lucan Kivar e a ritornare mortali. Quindi c'è anche quest'altro elemento molto accattivante.
Personaggi
I due protagonisti sono ben costruiti.
Siobhan è una ragazza che ha perso tutto da bambina e che ha visto i suoi cari morire per mano dei normanni. Per questo il suo odio per i conquistatori è fortissimo così come grandissimo è il suo senso di colpa rispetto alla passione che Tristan le induce. Ha un carattere un po' indeciso in alcuni momenti, non si capire se voglia tradire o meno il marito, ma è comprensibile il suo senso di fedeltà nei confronti del suo popolo.
Tristan è un personaggio meno sfaccettato, è un guerriero, un tenero padre con la figlia Clare, un valido e misericordioso castellano. Ci fa vedere benissimo il momento della sua trasformazione e sembra che viviamo insieme a lui lo shock, il dolore legati alla sua trasformazione e la sua sete di sangue, molto meglio di quanto non sia stato fatto in altri romanzi di vampiri. Il suo rapporto con Siobhan è un po' complicato: vorrebbe essere l'uomo alfa prepotente, ma alla fine non ci riesce e finisce sempre per essere tenero e dolce con lei.
Ci sono anche personaggi minori sviluppati bene: Orlando, il mago, già apparso nel libro precedente; Silas, amico di Tristan; Clare, la figlioletta del protagonista. Sempre molto inquietante la figura di Lucan Kivar che si impossessa dei corpi dei morti ed ha sempre quest'aria ingannevolmente gentile.
Stile
Lo stile dell'autrice è molto attento, maturo e appassionante. Riesce a mescolare sapientemente l'azione incalzante, con la riflessione, i momenti dolci con quelli di una crudeltà efferata per non parlare del macabro. Il tutto viene raccontato con una giusta misura di credibilità della storia, tranne quando l'elemento fantasy è molto forte. La scrittura è scorrevole ma nello stesso tempo attenta e non banale.
Da leggere!

SERIE BOUND IN DARKNESS

  • IL BACIO DELLA TENEBRA
  • IL CAVALIERE DEL DIAVOLO
  • DARK ANGEL

martedì 2 settembre 2014

CLAIRE DELACROIX: La candida sposa

TITOLO: La candida sposa
AUTRICE: Claire Delacroix
TITOLO ORIGINALE: The Snow White Bride
USCITA ITALIANA: RM Mystere 39, giugno 2008
GIUDIZIO PERSONALE: 1/5
Eleanor, vedova per la seconda volta e in fuga dai parenti del marito, trova rifugio tra le mura del castello di Kinfairlie. Ma le ombre del passato la costringono a continue menzogne, impedendole di aprirsi alla gentilezza del padrone di casa, l'affascinante Alexander. Solo quando la vita di Alex sarà in pericolo, Eleanor non esiterà a usare le proprie pozioni per salvare un amore nel quale anche lei sa di credere.
Io non so come abbiano fatto a scrivere la trama nel quarto di copertina, visto che essa è quasi totalmente incomprensibile. Un libro difficilissimo da leggere e da finire, totalmente incredibile. Pare che l'autrice volesse continuare la serie ma si sia fermata, ha fatto bene! Non me n'è piaciuto particolarmente neanche uno!
La storia inizia a Natale quando nel castello di Kinfairlie arriva una giovane donna dall'aria affranta e anche molto misteriosa. Le fanciulle del castello, Annelise, Isabella ed Elizabeth, ma anche Madeline e Vivienne, protagoniste dei precedenti libri la accolgono nel castello e subito fanno in modo di intrappolare il fratello e di costringerlo a sposare Eleanor e lei accetta l'inganno. Alexander Lammergeier, signore di Kinfairlie dovrà risolvere il grosso mistero della moglie, e le sorprese per lui sono molteplici e ogni volta porteranno qualche nuovo problema.
Di questo libro NON mi è piaciuto:
  • La trama in generale è davvero senza capo né coda, consiste in una serie di misteri e di bugie che Eleanor dice e nasconde che mettono costantemente nei guai Alexander e tutto il castello. E quando si pensa che ne sia stato risolto uno, ne arriva un altro che mette nuovamente in dubbio quanto si era capito fino a quel punto. La cosa risulta davvero esasperante per il lettore.
  • Andando nello specifico, ci sono altri aspetti della trama che ho trovato ridicoli, ad esempio il fatto che i due protagonisti si sposino il giorno dopo essersi conosciuti e attraverso una macchinazione ridicola. È davvero assurdo il motivo per cui Alexander accetta subito di sposarlo così come è assurdo il fatto che Eleanor, dopo due matrimoni terribili, accetti subito di sposare un altro uomo.
  • Ho trovato assurdo che nei 15 giorni in cui si sviluppa la trama succede veramente di tutto e di più con una fretta e un accavallarsi di fatti eccessivi.
  • Ho trovato davvero terribile il protagonista maschile, sulla protagonista femminile sorvolo, che viene messo costantemente in ridicolo da tutto quello che gli succede e che cerca di affrontare, a volte con esiti terribili. È vero che nei precedenti libri era stato lui a macchinare contro le sorelle e ora subisce lo stesso trattamento, ma questo toglie assolutamente fascino e autorevolezza al protagonista.
Se proprio devo trovare qualcosa che mi sia piaciuto:
  • dico che ho apprezzato leggermente un certo umorismo che pervade il romanzo. Purtroppo molto spesso vittima di questo umorismo è proprio Alexander con quell'effetto ridicolizzante di cui sopra.
Davvero un libro estremamente brutto!

SERIE GIOIELLI DI KINFAIRLIE
  • Contesa d’amore
  • La magia della rosa rossa
  • LA CANDIDA SPOSA