Miami,
1994. Cecilia, giornalista di origine cubana, ascolta da Amalia,
un'anziana dal fare enigmatico, una storia nata nel lontano passato;
una vicenda fatta di sentimenti e passioni, in cui i destini in
apparenza distanti di tre famiglie – appartenenti alle tre etnie
del popolo cubano: cinese, africano e spagnolo – si incrociano per
le strade di un'Avana misteriosa e magica. Cecilia rimane incantata,
rivive dolori, battaglie e illusioni dei protagonisti del racconto,
fino a scoprire che anche lei è destinata a farne parte... L'isola
degli amori infiniti è una saga familiare che affascina per la sua
originalità e i suoi toni quasi da favola. Un romanzo in cui
culture, credenze e usanze diverse si mischiano sull'onda di un
sentimento universale: l'amore.
Questo romanzo mi ha lasciato
un po' perplessa e un po' interdetta. Domandandomi come iniziare
questa recensione, non mi è venuto in mente nulla di davvero
indicativo in poche parole su quello che era il mio pensiero a
proposito. Mi dispiace dirlo, ma appartiene a quella categoria di
libri che ti lascia ben poco.
Come spiegato nel quarto di
copertina, viene ripercorsa una saga familiare che collega una
famiglia cinese a una spagnola e nera e vi si sommano tutte le etnie
che compongono il popolo cubano. Attraverso il racconto che l'anziana
Amalia fa a Cecilia si ricostruisce la storia della sua famiglia.
Ogni generazione è caratterizzata da un grande, drammatico e
imperituro amore messo alla prova dai drammi dell'esistenza personale
e dalla storia.
Nello stesso tempo Cecilia, che
è una giovane e solitaria giornalista, investiga su delle
apparizioni di una casa per poterne scrivere un articolo.
Trama
La trama prende spunto da una
ispirazione che poteva risultare valida perché c'è un po' di tutto.
Dal mistero alla storia d'amore, dalla saga familiare ai riferimenti
alla storia di Cuba. Il tutto, però, appare sempre come sviluppato
fino a un certo punto e poi lasciato lì, non ben sviluppato. Faccio
qualche esempio: la storia della casa fantasma che appare a
intermittenza e che è collegata a Cecilia, viene portata avanti, si
scopre il legame con Cecilia ma non si capisce il motivo di questo
strano fenomeno se non per un generico desiderio dei suoi famigliari
di proteggerla. E, ancora, la storia tra Cecilia e Roberto che è
solo leggermente accennata. Considerando che il focus della storia è
su altro, si faceva meglio a evitare del tutto questo elemento.
Personaggi
Anche sui personaggi, sembra
che molto sia solo accennato e che non ci sia spazio e tempo per
approfondire meglio. In questo caso mi riferisco soprattutto ai
personaggi del lungo racconto di Amalia che avrebbero potuto essere
molto più affascinanti se solo si fosse dato maggior spazio alla
loro vicenda. Questa è una di quelle saghe che avrebbe avuto bisogno
di centinaia e centinaia di pagine per poter trattare con
soddisfazione la loro storia. Molti passaggi possono risultare
incomprensibili, altri promettono bene, soprattutto la storia d'amore
tra Amalia e Pablo con l'incontro delle due etnie, cinese e
cubano-spagnola potevano avere un maggiore sviluppo.
Stile
Ho come avuto la sensazione,
per tutto il libro, che l'autrice volesse scimmiottare, diciamo
ispirarsi, al realismo magico di Marquez o della stessa Allende,
attraverso i misteri della cultura cubana e cinese. Ma anche in
questo caso, non riesce ad essere altrettanto suggestiva, né riesce
a inserire l'elemento “paranormale” in maniera adeguata alla
storia.
Questo libro è stato
un'esperienza poco esaltante e molto deludente per molti versi.
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