AUTRICE: Lois Greiman
TITOLO ORIGINALE: Taming the Barbarian
USCITA ITALIANA: RM Mystere 31, ottobre 2007
GIUDIZIO PERSONALE: 2
Sono passati sette anni dalla morte di Thomas, ma lady Fleurette Eddings non intende sostituirne la memoria nel proprio cuore. Fino a un contatto tanto arcano quanto travolgente: quello con la pietra ancestrale della statua di Killian Hiltsglen, il Celta Nero, implacabile mercenario dei secoli passati. E secondo la leggenda, l’incontro con una donna in grado di conquistare il suo cuore può riportarlo in vita…
Questo libro è una gran confusione e una gran quantità di buoni propositi poco mantenuti. In sé e per sé la storia poteva anche risultare ben congegnata se non fosse stata poi sviluppata in maniera poco convincente.
Protagonista è Fleurette, lady Landowne, giovane vedova, presumo inglese visto che le indicazioni spazio – temporali in questo libro sono molto scarse, si imbatte, durante un viaggio in Francia nella statua del Celta Nero, un cavaliere scozzese la cui leggenda vuole che la sua anima sia stata catturata nella roccia a causa di un tradimento. Tornata a casa, in Inghilterra, Fleurette si ritrova la statua del Celta Nero davanti casa e, dopo qualche domanda, accetta come cosa normale che una statua si possa spostare così facilmente…
Dopo la statua compare anche un misterioso e, a suo avviso, rozzo cavaliere Killian Hiltsglen che si comporta in maniera strana e non sembra molto abituato agli usi e costumi del tempo. Ma Fleur interpreta questo comportamento bizzarro come conseguenza del fatto che l’uomo arriva da una regione sperduta, come la Scozia. I due, a questo punto, iniziano a battibeccare su tutto, anche perché le loro strade si incrociano molto spesso.
Fleurette vorrebbe conservare l’indipendenza che si è guadagnata dopo la fine di un matrimonio infelice, e il trovarsi tanto spesso in balia, volutamente incapace di reagire, del cavaliere le crea confusione e rabbia. Killian, invece, prende come una sorta di missione la protezione della fanciulla, da buon cavaliere. Nella trama c’è poco altro, tutto va avanti tramite litigate.
L’aspetto più piacevole è dato proprio da questi battibecchi: spassosa la scena in cui parallelamente all’attrazione di Killian e Fleur si sviluppa la brama del cavallo di lui, Treun, per la giumenta di lei, Fille. Ma, a differenza del padrone, il castrone rimarrà per il momento a bocca asciutta.
L’elemento paranormale, time-travel che doveva caratterizzare il romanzo è quasi irrilevante, relegato a una qualche intuizione nel corso del romanzo e a una frettolosa spiegazione nella parte finale. Non so se dipende dai tagli della traduzione o dalla poca attenzione dell’autrice.
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