sabato 18 dicembre 2021

JONATHAN COE: L’amore non guasta


 

Si direbbe che per Jonathan Coe il momento in cui si decide il destino di un individuo non sono i primi anni di vita, come suggerisce la psicoanalisi, ma quella sconfinata adolescenza e quel perpetuo fuoricorso che cominciano subito dopo aver lasciato il liceo e la famiglia e che corrispondono al vegetare dentro il calore debole ma protettivo di un’università di provincia, seguendo la trafila delle sessioni, degli esami, della laurea, di una tesi di dottorato sempre da scrivere e mai scritta. Robin si è laureato a Cambridge ma da oltre quattro anni sta preparando il dottorato a Coventry, cittadina rasa al suolo due volte, prima dalle bombe tedesche poi dall’ultra liberismo della signora Tatcher. Un male oscuro sembra consumarlo, forse il ricordo di un amore lontano e mai dichiarato che lo tortura come il primo giorno. Intorno a questo “male” e alla misteriosa tesi di dottorato di cui nessuno ha visto una riga, monta un clima di catastrofe imminente. Basterebbe un “tocco d’amore”, forse. Forse l’amore non guasterebbe. Ma è proprio lì che Robin si scopre muta, impotente. Jonathan Coe tesse in questo suo secondo romanzo i primi fili di quell’immensa tela che sarà La famiglia Winshaw.

Jonathan Coe è un autore inglese molto prolifico, di cui mi avevano parlato molto bene, ma di cui non credo che leggerò altro.

Faccio fatica a spiegare questo libro perché ha una struttura molto particolare, con una trama centrale ma frammentata e gli inserti dei racconti di quello che è il protagonista (probabilmente) anche se non il personaggio principale. La trama si sviluppa con una serie di quadretti che servono a descrivere ed interpretare alcuni momenti fondamentali di Robin, un giovane depresso, inetto, che trascina avanti i suoi giorni, senza trovare uno scopo per portarla avanti, senza trovare persone con cui condividere realmente la propria esistenza. Robin ha un rapporto poco risolto soprattutto con l’altro sesso, non ha la capacità di costruire dei rapporti. Attorno a lui ruota una serie di personaggi che non lo conoscono realmente, forse perché lui non si è saputo rivelare. Questi personaggi, a loro volta, vivono dei rapporti frustrati e hanno delle vite poco “vere”.

In questo libro ho trovato soprattutto il tema dell’alienazione del mondo moderno. L’ambiente universitario, ad esempio, è abitato da uomini frustrati, poco realizzati, che nascondono i loro fallimenti anche a loro stessi, che non sono in grado di costruire rapporti realmente umani. L’unico a rendersi conto di tutto questo è Robin, ma questo avrà su di lui conseguenze inevitabili. E lui con il suo esempio e la sua scrittura lascerà un segno indelebile sugli altri.

Inutile negare che lo stile non mi è piaciuto affatto. La struttura dell’opera, frammentata e inframmezzata, mi ha abbastanza distratta. Così come il fatto che non esista una vera e propria trama, ma una serie di scene e di situazioni. L’azione è pressoché assente, prevalgono i dialoghi che sono piuttosto cerebrali, alla lunga mi stancavano tutte queste riflessioni sui rapporti umani.

Non mi è piaciuto. Nonostante sia un romanzo breve, ho fatto una enorme fatica a finirlo, proprio perché mi stancavo piuttosto facilmente nel seguire le elucubrazioni dell’autore e dei suoi personaggi.

sabato 11 dicembre 2021

KAREN MARIE MONING: Highlander. L’ultimo dei templari

 

Nel Quattordicesimo secolo l’Ordine dei Templari viene messo al bando; i suoi cavalieri, perseguitati in tutta Europa, vengono accolti in Scozia, in grande segretezza. Circenn Brodie è uno di loro, un guerriero immortale, custode delle reliquie sacre dell’Ordine e di una boccetta dal contenuto magico, appartenente al popolo delle fate. Il suo è un mondo retto da formule magiche e regole antichissime. Quando Lisa Stone viene catapultato dai giorni nostri in un castello medievale, tra le braccia dell’affascinante guerriero, la sua vita sembra crollare in un istante. Sarà un sogno o un terribile scherzo del destino? Nessuno dei due è pronto a questo incontro, ma nulla potranno contro la magia che sta per travolgerli.


domenica 5 dicembre 2021

YU HUA Il settimo giorno

Yang Fei esce di casa una mattina e trova una nebbia fitta mista a una strana neve luminosa: è in ritardo per la sua cremazione. Inizia così il viaggio nell’Aldilà di un uomo vissuto, troppo brevemente, nella Cina del capitalismo socialista e delle sue aberranti contraddizioni. In un’avventura di sette giorni, il protagonista incontrerà persone care smarrite da tempo, imparando nuove cose di loro e di se stesso. Conoscenti e sconosciuti gli racconteranno, poi, la propria storia nell’inferno vero, l’Aldiquà: demolizioni forzate, corruzioni, tangenti, feti buttati nel fiume come rifiuti, miriadi di poveracci che pullulano in bunker sotterranei come formiche, traffico di organi, consumismo sfrenato… La morte livella finalmente le diseguaglianze, svelando l’essenziale, e i cittadini di questa necropoli soave uscita dalla penna di Yu Hua ci insegnano tutta la semplicità dell’amore.

Yu Hua è un interprete della Cina moderna e della sua evoluzione negli ultimi decenni. Dopo aver letto Brithers: la saga, da molti ritenuto il suo lavoro più importante, ho avuto la curiosità di leggere altro di suo.

Questo libro ha una trama più esile, ma allo stesso modo dell’altro libro che ho letto, pullula di personaggi dei quali l’autore sa darci delle pennellate destinate ad imprimersi nella memoria del lettore. Yan Fei, che è il protagonista, muore all’improvviso e, anche a causa della sua povertà, è destinato a non avere sepoltura. Come tutti i morti nella sua stessa condizione si ritrova come in un grande giardino (che mi ha un po’ ricordato i Campi Elisi di classica memoria). Qui Yang Fei incrocia persone la cui vita si era intrecciata con la sua, dalla ex moglie ai vicini di casa e tutti gli spiegano le ragioni del loro trovarsi lì. Molti di questi personaggi hanno avuto una morte violenta, in alcuni casi accidentale, e comunque hanno affrontato una morte che ha dato fine a una vita molto dolorosa.

Naturalmente, il tema centrale è quello della morte. Yang Fei e i suoi compagni di avventura sono come smarriti di trovarsi nell’Aldilà, visto che la maggior parte di loro è morta in circostanze accidentali. Lo stesso stupore nasce anche dal guardarsi intorno e trovarsi in una realtà assolutamente piacevole. Se quindi rimpiangono i cari che hanno lasciato sulla Terra (straziante l’episodio di una coppia uccisa in seguito alla demolizione della loro casa, che non sa cosa ne è stato della loro bambina), ma non rimpiangono la loro vita. Proprio perché ci troviamo di fronte ad anime di persone che non si sono potuti permettere una cerimonia funebre, questo mondo è  abitato da derelitti che ci raccontano come le trasformazioni della Cina moderna abbiano creato un substrato di sconfitti, un mondo di violenza, di sopraffazione e di enormi disparità. Ritorna quindi la denuncia di Yu Hua rispetto allo sviluppo economico del suo paese.

Lo stile di Yu Hua è estremamente narrativo, veloce, fa un ampio uso di dialoghi ed è estremamente vivo. In questo caso abbiamo la voce narrante, che è quella del protagonista. Il tono, ancora una volta per questo autore, è un continuo saltare da un tono serio, quasi lirico, ad affermazioni paradossali, anche se le situazioni sono meno comiche rispetto a quanto visto in Brothers. Molto più che nell’altro libro, ho trovato in questo un tono malinconico di una persona che ha capito che il vero inferno si trova in realtà in questo mondo.

Anche questo libro mi è piaciuto molto, ho ritrovato gli stessi temi dell’altro libro, anche se con una voce leggermente diversa. Ho ritrovato un autore estremamente originale nel raccontare la sua realtà. Attraverso lui sto imparando anche a conoscere la sensibilità di un popolo, quello cinese, molto lontano dalla mia. Conto di leggere altri suoi libri.

 

domenica 28 novembre 2021

SYLVIA DAY: In gioco per te

 

Gideon mi dice che sono il suo angelo, ma è lui ad essere il vero miracolo nella mia vita. Il mio meraviglioso guerriero ferito, tanto determinato a sconfiggere i demoni del mio passato quanto deciso a non affrontare i suoi. Le promesse che ci siamo scambiati avrebbero dovuto legarci più di carne e sangue, invece hanno aperto vecchie ferite, ci hanno esposto al dolore e all’insicurezza e hanno permesso ai nostri acerrimi nemici di venire allo scoperto.

Sento che Gideon mi sta sfuggendo, la mia più grande paura sta diventando realtà, il mio amore è messo alla prova in un modo che non sono sicura di riuscire a sopportare. Nel momento più luminoso della nostra storia, l’oscurità del suo passato ha invaso e compromesso tutto ciò per cui avevamo combattuto.

Ci troviamo di fronte a una scelta terribile: la sicurezza delle vite che avevamo prima di conoscerci o la lotta per un futuro che improvvisamente sembra un sogno impossibile e senza speranza…


sabato 20 novembre 2021

MARCO MISSIROLI: Atti osceni in luogo privato


 

Questa è una storia che comincia una sera a cena, quando Libero Marsell, dodicenne, intuisce come si può imparare ad amare. La famiglia si è da poco trasferita a Parigi. La madre ha iniziato a tradire il padre. Questa è la storia, raccontata in prima persona, di quel dodicenne che da allora si affaccia nel mondo guidato dalla luce cristallina del suo nome. Si muove come una sonda dentro la separazione dei genitori, dentro il grande teatro dell’immaginazione onanistica, dentro il misterioso mondo degli adulti. Misura il fascino della madre, gli orizzonti sognatori del padre, il labirinto magico della città. Avverte prima con le antenne dell’infanzia, poi con le urgenze della maturità, il generoso e confidente mondo delle donne. Le Grand Liberò – così lo chiama Marie, bibliotecaria del IV arrondissement, dispensatrice di saggezza, innamorata dei libri e della sua solitudine – è pronto a conoscere la perdita di sé nel sesso e nell’amore. Lunette lo porta si dove arrivano, insieme alla dedizione, la gelosia e lo strazio. Quando quella passione si strappa, per Libero è tempo di cambiare. Da Parigi a Milano, dallo Straniero di Camus al Deserto dei Tartari di Buzzati, dai Deux Magots, caffè esistenzialista, all’osteria di Giorgio sui Navigli, da Lunette alle “trentun tacche” delle nuove avventure che lo conducono, come un destino di libertà, al sentimento per Anna. Libero Marsell, le Grand Liberò, Libero Spirito, è un personaggio “totale” che cresce con noi, pagina dopo pagina, leggero come giovinezza nei film di Truffaut, sensibile come sono sensibili i poeti, guidato dai suoi maestri di vita a scoprire l’oscenità che lo libera dalla dipendenza di ogni frase fatta, di ogni atto dovuto, in nome dello stupore di esistere.

Marco Missiroli è un autore romagnolo che, nonostante l’età relativamente giovane, ha già una buona esperienza alle spalle. Questo è il suo primo romanzo che leggo, un titolo di cui avevo sentito molto parlare, nella maggior parte delle volte molto bene.

La voce narrante è quello del protagonista Libero che seguiamo dalla preadolescenza alla maturità. Un evento abbastanza traumatico, Libero sorprende la madre a tradire il padre, innesca un percorso di educazione sentimentale del protagonista: non sarà un percorso lineare né semplice ma alla fine del quale Libero avrà una piena realizzazione di se stesso, nella piena realizzazione del significato del suo nome. Libero è prima un bambino che ti suscita tenerezza per la sua ingenuità, poi inizia a suscitare un po’ di avversione, ma poi lo ami nella sua maturità e piena realizzazione di sé. Attorno a lui ruotano tanti personaggi, tutti, a mio avviso, mirabilmente caratterizzati. Il personaggio che mi ha colpita di più è stata Marie, quasi una musa, una mentore per Libero. Mi è piaciuto il suo ruolo di sirena ammaliatrice, c’è una scintilla profondamente erotica tra lei e Libero, ma lei riesce ad essere superiore agli istinti fisici. Mi è piaciuto il fatto che la sua risposta seduttiva risieda nella letteratura e nei libri che lei consiglia a Libero.

Naturalmente, il tema più facile da individuare è quello del complesso edipico e di una piena realizzazione sentimentale e sessuale che implica una piena appropriazione di sé e del proprio ruolo nel mondo. I riferimenti alle pratiche erotiche e autoerotiche sono costanti, per Libero corrispondono, in un certo senso, al suo modo di leggere e reagire alla realtà che lo circonda.

Lo stile è, soprattutto all’inizio del romanzo, molto fresco perché dà vita alla voce ingenua del protagonista. Certo, per il lettore all’inizio risulta sconcertante leggere i pensieri, tutti incentrati sull’autoerotismo, del piccolo Libero, ma poi tutto inizia ad avere senso nella formazione erotica e sentimentale del personaggio. La voce del protagonista diventa più pacata, ma sempre anticonvenzionale. Il fraseggio è davvero molto bello, mai banale, con accostamento di lessico spesso molto originale.

Questo romanzo mi è proprio piaciuto. Nella mia esperienza risulta una lettura molto originale. Allo stesso tempo Libero, ma anche gli altri comprimari, ti entrano nel cuore per le loro gioie e i loro dolori e i loro errori che te li rendono tanto familiari.

sabato 13 novembre 2021

SOFIA RHEI: Aspettami fino all’ultima pagina

 

Dalla Spagna il romanzo best seller sul potere terapeutico dei libri. Silvia ha quasi quarant’anni, vive e lavora a Parigi e ha una relazione difficile con Alain, un uomo sposato che da mesi le racconta di essere sul punto di lasciare la moglie. Dopo tante promesse, sembra che lui si sia finalmente deciso, ma la fatidica sera in cui dovrebbe trasferirsi da lei, le cose non vanno come previsto. E Silvia, in una spirale di dolore e umiliazione, decide di farla finita con quell’uomo falso e ingannatore e di riprendere in mano la sua vita. Alcuni però non si dà per vinto, e Silvia non è abbastanza forte da rimanere indifferente alle avances dell’uomo che ama. Dopo giorni e notti di disperazione, viene convinta dalla sua migliore amica a fare visita a un bizzarro terapeuta, il signor O’ Flaherte, che sembra sia capace di curare le persone con la letteratura. Grazie ad autori come Oscar Wilde, Halo Calmo, Gustave Flaubert, Mary Shelley, e al potere delle loro storie, Silvia ricomincia a riflettere su chi sia realmente, su quali siano i suoi desideri più profondi e su cosa invece dovrebbe eliminare della sua vita…

Nata a Madrid nel 1978, Sofia Rhei è una scrittrice, poetessa e traduttrice. Ha scritto diversi libri per ragazzi e questo è il suo primo romanzo per adulti.

Questo libro è dominato da personaggi del tutto improbabili, dalla caratterizzazione inesistente. Non vale la pena neanche perdere particolarmente tempo con loro. Mi soffermerò quasi esclusivamente sulla protagonista, Silvia. È una donna colta, che ha una sua soddisfacente carriera ma che da anni ha la vita tormentata da una relazione extraconiugale che la fa soffrire. Di fronte alle vane promesse dell’amante e al dolore lancinante, su consiglio di una sua cara amica, inizia a frequentare una psicoterapeuta un po’ improbabile. Nel più banale dei modi lo psicoterapeuta mette in evidenza come le scelte sentimentali di Silvia derivino da uno scarso amore per se stessa e che quindi l’obiettivo del suo percorso dovrà essere quello di curare se stessa. Il dottor O’Flahertie è una vera e propria caricatura di personaggio; così come i due uomini che occupano il cuore di Silvia sono totalmente inutili e anonimi (e vi ho anticipato che Silvia si consola piuttosto velocemente).

In teoria la trama si prestava a trattare argomenti che potevano anche risultare coinvolgenti, se non interessanti. Mi aspettavo una storia che parlasse di una relazione tossica e di un percorso di riscoperta di sé. Scordatevelo! In realtà siamo di fronte a un romance della peggiore specie. Non ho pregiudizi nei confronti dei romance, anche quelli possono essere fonte di lettura piacevole, di riflessione. In questo caso non c’è stato nulla che mi abbia colpito.

Lo stile è piuttosto approssimativo. La scrittura in sé può essere considerata sufficiente, ma non esiste la costruzione dei personaggi, inoltre la trama subisce delle svolte completamente assurde o immotivate. In particolare, quando la trama vira verso il fantastico/paranormale mi sono sentita completamente presa in giro. Forse la familiarità dell’autrice con la letteratura per ragazzi le ha un po’ preso la mano.

Libro assolutamente da evitare perché mi è sembrato che prenda in giro l’intelligenza del lettore. Non fatevi influenzare dalla sinossi, come ho fatto io, perché è assolutamente fuorviante.


sabato 6 novembre 2021

SUSAN WIGGS: Al cospetto della regina

 

Inghilterra, 1583

Audace e intelligente, Philippa si guadagna da vivere facendo il saltimbanco davanti alla cattedrale di St Paul, a Londra. Di sé non conosce né il nome né il passato, eppure non ha mai abbandonato la speranza di poter trovare un giorno la propria famiglia. Quando però il destino le fa incontrare Aidan O’Donoghue, inizia a credere che quel sogno possa realizzarsi. Il cupo e potente capoclan irlandese, giunto nella capitale per negoziare la pace con la potente sovrana inglese, potrebbe infatti introdurla a corte, e aiutarla a risolvere l’enigma che circonda la sua nascita. A poco a poco tra i due nasce un profondo sentimento basato sulla complicità e sulla reciproca stima, ma proprio quando sta per trasformarsi in qualcosa di più, ecco che inspiegabilmente tutto si complica.


sabato 25 settembre 2021

SYLVIA DAY: Nel profondo di te

 

Dal primo momento in cui Eva Tramell ha incontrato Gideon Cross, si è resa conto che in lui c’era qualcosa di cui aveva un tremendo bisogno. Qualcosa a cui non poteva resistere e che la attraeva visceralmente.

Travolti da una passione che li ha infiammati fin da subito, Eva e Gideon hanno scambiato per lussuria la potentissima corrente elettrica che si è sviluppata tra loro, finché si sono resi conto di non poter più respirare l’uno senza l’altra.

Entrambi, però, hanno alle spalle vicende difficili e dolorose che continuano inesorabilmente a bussare alle porte del loro presente…

Nel terzo capitolo della “Crossfire Series”, Eva e Gideon dovranno affrontare i fantasmi del loro passato e lei, in particolare, dovrà fare i conti con l’imprevedibile comportamento di Gideon: solo Eva sa quanto lui abbia rischiato per tenere in vita il loro rapporto e quanto anche lui abbia bisogno di lei. Uniti dai loro segreti, cercheranno di superare gli ostacoli, accettando le conseguenze della loro relazione ossessiva e arrendendosi completamente alla sublime forza del piacere…

Dopo l’incredibile successo di A nudo per te e Riflessi di te, Sylvia Day torna ad accendere la nostra fantasia con il terzo attesissimo romanzo della serie che sta facendo impazzire le lettrici e i lettori di tutto il mondo.

Intensamente romantico, dannatamente sensuale, Nel profondo di te non ci spingerà soltanto fino al limite dell’ossessione, ma molto oltre.


sabato 18 settembre 2021

SILVIA AVALLONE: Acciaio


 Che genere di visione del mondo ti fai in un posto dove è normale non andare in vacanza, non andare al cinema, non sapere niente del mondo, non leggere libri, e va bene così? Loro due, in questo posto, si erano trovate e scelte.

Giovane autrice piemontese, laureata a Bologna. Silvia Avallone con questo testo ha vinto il Premio Campiello Opera Prima ed è stata finalista al Premio Strega. Non ha ancora molti romanzi al suo attivo. Questo è il suo primo romanzo che leggo e, al momento, non ho particolare voglia di approfondire la conoscenza.

Tutto ruota attorno ai quartieri popolari di Piombino, dove l’unica prospettiva è quella di lavorare nell’acciaieria Lucchini e dove la vita va avanti tra frustrazioni e scarse probabilità  di cambiare le proprie sorti. Al centro della trama c’è l’amicizia tra Francesca e Anna, due giovanissime e bellissime adolescenti che vivono la scoperta del mondo che li circonda, tra speranze perdute, delusioni. L’unica risorsa che sembrano avere in questo mondo di speranze negate sembra essere, a primo impatto, la loro bellezza, invece si rivelerà essere la forza della loro amicizia. Attorno a loro ruota un microcosmo di personaggi frustrati che trovano sfogo nel sesso e nella droga.

I temi proposti sono, a mio parere, fin troppi. Dal tema dell’amicizia, a quello dell’adolescenza con i cambiamenti che essa comporta e quindi la presa di consapevolezza di se stessi. Poi c’è il tema della violenza familiare, della criminalità, del lavoro usurante e pericoloso in acciaieria. Come si può intuire, troppi temi per un libro relativamente breve con il rischio che nessuno di questi venga sviluppato adeguatamente.

Lo stile va dal monologo interiore, allo stile narrativo a vari passaggi dialogati caratterizzati da un linguaggio piuttosto vivido. Ogni tanto, soprattutto a fine capitolo, avevo l’impressione che l’autrice si compiacesse con frasi ad effetto che, sempre a mio modesto parere, avevano poco senso nel contesto.

Questo libro non mi è piaciuto particolarmente per tutte quelle motivazioni che ho già precedentemente presentato. La vicenda di un quartiere popolare di una realtà industriale così dura come quella dell’acciaieria è una buona idea, ma ho avuto l’impressione che l’autrice abbia affastellato un po’ troppe vicende, un po’ troppi temi. Ho trovato le due protagoniste poco piacevoli, non trovavo adeguatamente giustificati certi loro comportamenti, certe reazioni. Non c’è spessore psicologico e adeguata caratterizzazione in loro. Poco avvincente la scrittura dell’autrice, salvo il penultimo capitolo del testo nel quale ha saputo creare una certa aspettativa.

sabato 11 settembre 2021

JOHN STEINBECK: Furore

 

Pietra miliare della letteratura americana, Furore è un romanzo mitico, pubblicato negli Stati Uniti nel 1939 e coraggiosamente proposto in Italia da Valentino Bompiani l’anno seguente. Il libro fu perseguitato dalla censura fascista e solo oggi, dopo più di 70 anni, vede la luce la prima edizione integrale, nella nuova traduzione di Sergio Claudio Perroni. Una versione basata sul testo inglese della Centennial Edition dell’opera di Steinbeck, che restituisce finalmente ai lettori la forza e la modernità della scrittura del Premio Nobel per la Letteratura 1962. Nell’odissea della famiglia Joad, sfrattata dalla sua casa e dalla sua terra, in penosa marcia verso la California, lungo la Route 66 come migliaia e migliaia di americani, rivive la trasformazione di un’intera nazione. L’impatto amaro con la terra promessa dove la manodopera è sfruttata e mal pagata, dove ciascuno porta con sé la propria miseria “come un marchio d’infamia”. Al tempo stesso romanzo di viaggio e ritratto epico della lotta dell’uomo contro l’ingiustizia, Furore è forse il più americano dei classici americani, da leggere oggi per la prima volta in tutta la sua bellezza.

Non penso ci sia molto da dire sull’autore di questo libro, è uno dei grandi nomi della letteratura americana; insignito di parecchi premi tra i quali anche il Nobel per la Letteratura del 1962. Io avevo la grande pecca di non aver ancora letto nulla di lui, prima di Furore, ma intendo assolutamente recuperare.

Questo libro è pieno di personaggi, ciascuno perfettamente caratterizzato, e soprattutto che rimangono nel cuore dei lettori. La famiglia Joad è costituita dal padre che, una volta persa la sua terra sente di aver perso la sua ragione d’essere, lui aveva nella sua terra e nel suo lavoro la sua identità; la madre è un personaggio, a mio parere, epico, è la vera forza della famiglia; poi c’è zio John con la sua disperazione esistenziale; Tom, il primogenito, il ragazzo un po’ fumantino con un passato difficile già alle spalle ma anche simbolo della voglia di resistere e lottare; Noah, il secondogenito, un po’ misterioso; Al, il giovane sbruffone, spensierato ma anche insofferente alle regole imposte; e i due piccoli anche loro già perfettamente delineati dalla penna di Steinbeck. Anche quei personaggi minori, che compaiono nello spazio di una pagina o di un capitolo, rivelano un mondo e lasciano nel lettore la loro traccia, e poi c’è anche una voce collettiva che sta a indicare il dramma comune di un intero popolo costretto ad affrontare una propria epopea, una sorta di seconda conquista del West, forse destinata ad un esito ancora più tragico della prima.

Cosa dire dello stile? La scrittura è meravigliosa. Come hanno già detto vari critici (che io indegnamente riprendo) è caratterizzato da più registri linguistici che si adattano ai vari personaggi. Tenta inoltre di riprodurre il parlato in maniera realistica. Io ho trovato il ritmo davvero incalzante, pur soffermandosi l’autore a descrivere e a sviluppare anche sequenze riflessive. Molte sono le parti dialogate ed estremamente efficaci, tanto è vero che i libri di Steinbeck si sono ben prestati a una riduzione cinematografica.

Penso che si sia perfettamente capito quanto questo libro mi sia piaciuto. L’ho trovato avvincente, emozionante, doloroso, illuminante, molto attuale. Mi ha fatto molto riflettere sia sulle dinamiche dell’emigrazione, ma anche sugli squilibri sociali degli Stati Uniti. Ciò che Steinbeck osserva degli anni Trenta tra contadini privati delle loro terre e i grandi latifondisti si può attualizzare ai vari gruppi etnico-sociali degli USA di oggi. Inoltre le riflessioni sul malcontento che porta gli uomini alla rivolta è, a mio avviso, una valutazione estremamente attuale.


sabato 4 settembre 2021

SALVATORE NIFFOI. Ritorno a Baraule

 

Ma perché mai, dopo tanti anni passati in continente, Carmine Pullana era tornato al paese? Per sapere, finalmente, la verità. Per cercare le tessere che mancavano al mosaico della sua vita, e morire in pace. Per scoprire, innanzitutto, che cosa era accaduto la notte in cui negli stagni davanti a Baraule era stato trovato il corpo straziato di Sidara Molas  e nella rete di Martine Rojas, noto Polifemo, era rimasta impigliata quella “cosa informe che sembrava un coniglio scuoiato, una spugna rossa inzuppata di sangue”, e invece era un neonato, “un innocente che non aveva neanche la forza di piangere”. Martine l’aveva messo ad asciugare pancia al sole dentro il berretto, e la creatura aveva ripreso a respirare. “Questo è uno che non vuole morire” aveva pensato il pescatore. “Qualcuno lo ha rispedito indietro dall’inferno”. Lo aveva portato a sua sorella Battistina, che lo aveva battezzato con l’acqua del pozzo. Carmine, Carminieddu, un angelo venuto dal mare: questo era per loro. Poi però Martine l’aveva venduto ad un proprietario barbaricino che aveva la moglie “vurvi arriunciuma”, e Battistina era morta dal dolore. Quelli lo avevano fatto crescere da signore, lo avevano fatto studiare, e Carmine era andato all’università ed era diventato chirurgo – anzi, era diventato “il salvatore dei bambini col cuore guasto”. Ma sempre, per tutti quegli anni, aveva rivolto a Dio la stessa tormentosa e dolente richiesta: di fargli scoprire un giorno il nome di suo padre e di sua madre. E adesso che dentro il petto aveva quel “cane che gli addentava i polmoni”, e quando tossiva sputava sangue – adesso era arrivato il momento di sapere.

Salvatore Niffoi è un autore sardo, originario della provincia di Nuoro, passato agli onori per aver scritto “La vedova scalza”, vincitore del Premio Campiello del 2006. Io personalmente ne ho perso poi le tracce. Questo libro stazionava sulla mia libreria da parecchio tempo e, finalmente, mi sono decisa a leggerlo.

Il protagonista è Carmine Pullana, un famoso cardiochirurgo che torna nella sua terra natale per scoprire qualcosa delle sue origini, dal momento che, fin da bambino, gli è stato detto di essere stato adottato e che le sue origini vanno ricondotte a un evento sanguinoso e misterioso che ha macchiato la storia di Baraule.

Tutti gli altri personaggi, che poi sono i vari testimoni della sua storia che Carmine va a interrogare sono figure di contorno che mettono insieme il puzzle della sua vicenda. Ognuno di loro ha una storia, dolorosa, alle spalle e una sua caratterizzazione che, seppure abbozzata è piuttosto ben delineata.

Il tema predominante è quello del ritorno alle proprie origini: una realtà primitiva, violenta, misteriosa e magica che il protagonista sembrava aver appositamente abbandonato per costruirsi una vita altrove, una carriera di rispetto, un’esistenza brillante. Invece, nel momento in cui si approssima per lui la morte, Carmine torna a Baraule perché vuole scoprire la verità, secondo tema del libro. Ma è possibile in una realtà atavica come quella descritta dall’autore in cui realtà, sogno e magia si intrecciano, scoprire la verità?

Lo stile è ciò che mi ha messo più in difficoltà. Non tanto il fatto che la trama si sviluppi dall’intreccio di più voci (che poi sembrano sempre la stessa), quanto per la crudezza e la violenza di queste voci, il riferimento costante a una realtà dura e violenta. L’intreccio linguistico creato dall’autore, una mescolanza di sardo (non so bene di quale zona) e di italiano non ha certo aiutato la lettura.

Era questo il primo libro che leggevo di Niffoi. Mi resta la curiosità di leggere “La vedova scalza” in quanto vincitore del Campiello, per il resto penso che andrò oltre questo autore.


domenica 29 agosto 2021

ANNE STUART: Il lord del mistero

 

Emma Langolet, nel tentativo di difendersi da avance indesiderate, ha ucciso un uomo. Mai avrebbe pensato di ritrovarsi in una situazione tanto drammatica. Se scoperta, infatti, Emma rischia la prigione. O la forca. Eppure, apparentemente senza ragione, viene in suo soccorso James Killoran, stravagante conte irlandese, pieno di segreti e di fascino. James confessa l’omicidio, attribuendolo a un duello fra gentiluomini, e addirittura le offre un lavoro. Così, senza quasi rendersene conto, l’incredula Emma si ritrova a Londra, governante presso una ricca famiglia. Ma quando è nuovamente in pericolo, James ricompare al suo fianco. E questa volta sarà solo violando ciò che si cela nel cuore di lui, che Emma potrà scoprire chi è davvero l’unico uomo della sua vita.


sabato 26 giugno 2021

SARAH HAYWOOD: La felicità del cactus


A Susan Green non piacciono le sorprese! Vuole avere tutto sotto controllo. Con buona pace di famiglia e colleghi, che la trovano fredda e spigolosa.

Ma la vita di Susan è perfetta… per Susan. Ha un appartamento a Londra tagliato su misura per una sola persona, un lavoro che soddisfa la sua passione per la logica e un accordo molto civile con un gentiluomo che le garantisce adeguati stimoli culturali, e non solo, senza inutili sdolcinatezze. Guai perciò a chiunque tenti di abbozzare un maggior coinvolgimento emotivo e di accorciare le distanze: Susan punge, come i cactus che colleziona. Eppure, si sa, la vita sfugge a ogni controllo. E l’aplomb di Susan inizia a vacillare quando deve fare i conti con un lutto improvviso e con la prospettiva, del tutto implausibile secondo lei, di una gravidanza. All’improvviso il mondo sembra impazzito, sia dentro che fuori di lei. Ma proprio quando Susan teme di non riuscire più a fare tutto da sola, riceverà aiuto dalle persone più impensabili. E l’inflessibile femminista di ferro, la donna combattiva e spinosa come i suoi cactus, si troverà a fiorire.

La vita dell’autrice ricalca abbastanza alcuni aspetti della vita della protagonista di questo romanzo: ha studiato legge e fa l’avvocato e il consulente legale. Questo è suo primo, piuttosto acclamato, romanzo.

Susan è la voce narrante di questa storia, è abbastanza ben caratterizzata, anche se non in maniera particolarmente originale. Proviene da una famiglia decisamente disfunzionale e questo le ha lasciato la mania di controllare ogni aspetto della sua vita: dalla relazione ad accorso con appuntamenti fissi in anonimi alberghi alla cura per le piante di cactus di cui calcola con precisione la quantità di acqua necessaria. Tra la morte della madre, che fa crollare una serie di certezze nella sua vita e una gravidanza inattesa, tutto questo ordine pian piano le crolla attorno. Accanto a lei si trovano diversi personaggi comprimari che iniziano ad affollare la sua vita: la vicina Kate che le appioppa i suoi due figli, a Rob, l’amico di suo fratello, che in teoria dovrebbe essere un suo nemico…

Non è un romanzo che affronta temi di grande rilevanza. Sostanzialmente si affronta la personalità piuttosto bizzarra e complessa della protagonista. Potremmo fare una qualche riflessione sui rapporti complessi che si possono sviluppare all’interno di una famiglia più o meno “normale”. Fondamentalmente lo scopo di questo libro è quello di raccontare una piacevole storia, come una classica commedia romantica.

La storia è raccontata in prima persona da Susan e la sua voce mi è parsa abbastanza ben delineata, credibile rispetto al personaggio controllato, poco dotato di senso di umorismo. Abbastanza ben delineato lo sviluppo del personaggio che si ammorbidisca nel corso della storia. Certo, tutto piuttosto prevedibile.

Appunto questa è una delle mie perplessità: a metà libro avevo già capito come si sarebbe sviluppata la trama, anche se speravo di essermi sbagliata. Non credo di essere particolarmente intuitiva ma abbastanza presto avevo capito quella che sarebbe stata la grande svolta della trama. Posso solo dire che è una lettura piacevole, poco impegnativa, molto scorrevole. Certamente non sarà la lettura della vita, ma è una buona pausa un po’ più spensierata.

sabato 19 giugno 2021

LAURA LEE GUHRKE: E infine la baciò

 

Dalla vita come un romanzo alla realtà del sentimento

Harrison Robert, visconte di Marlowe, editore di successo e non meno fortunato dongiovanni, sfidando tutte le convenzioni sociali ha fatto di Emma Dove il proprio braccio destro. Ma per quanto Emma sia precisa, competente, efficiente, il suo sogno è diventare un’affermata scrittrice. Nel tempo ha proposto a Marlowe diversi suoi lavori. Rimasti tutti ignorati. Forse, per Emma è arrivato il momento di scegliere la propria strada. Senza Harrison, se necessario. E, forse, per Harrison è arrivato il momento di accorgersi non solo del talento di Emma ma anche della breccia che lei ha fatto nel suo cuore.


sabato 12 giugno 2021

SYLVIA DAY: Riflessi di te

 

Nonostante le difficoltà del loro rapporto, Gideon Cross, bello e perfetto fuori ma tormentato dentro, ed Eva Tramell, come lui con un passato doloroso alle spalle, sono ancora insieme.

Lei è sempre più innamorata, non riesce a stargli lontano e anche lui pare contraccambiare, anche se l’ombra di una sua ex amante continua a suscitare la gelosia di Eva e numerose incomprensione tra i due.

Eva è convinta che tra loro non potrà mai funzionare, ma non riesce a sottrarsi al desiderio incontrollabile e all’amore disperato che li legano. Il comportamento di Gideon si fa però sempre più distaccato e misterioso. Che cosa nasconde davvero?

È possibile per due persone come loro, legate da un’incandescente alchimia erotica, superare i traumi del passato e costruire una relazione duratura e profonda?

Riflessi di te è il secondo attesissimo romanzo della sensuale e travolgente “Crossfire Trilogy”, che esplora il lato oscuro dell’amore e le possibilità di riuscita di una storia sempre in bilico tra passione e ossessione, consacrando Sylvia Day come una delle maggiori autrici di best seller internazionali.


sabato 29 maggio 2021

RYSZARD KAPUSCINSKI: In viaggio con Erodoto

 

Il giornalista polacco ripercorre le proprie vicende, raccontando retroscena finora ignorati della sua storia: dall’infanzia povera a quando, fresco laureato, venne mandato allo sbaraglio prima in India e poi in Cina,  senza conoscere niente di quei paesi.  Ci rivela le difficoltà incontrate e, di fronte a queste difficoltà, il suo punto di riferimento, il testo da leggere e rileggere è sempre stato Erodoto. Per Kapuscinski Erodoto è stato non tanto uno storico, quanto il primo vero reporter della storia: il suo bisogno di viaggiare, di toccare con mano, di raccogliere dati, paragonarli ed esporli, con tutte le necessarie riserve che è giusto nutrire riguardo alle storie riferite da altri, fa di Erodoto un giornalista a pieno titolo.

Questa è la mia prima incursione in quella che ora viene definita non-fiction, cioè un libro che parte dall’esperienza diretta dell’autore. Kapuscinski è un giornalista polacco cresciuto e formatosi nell’Unione Sovietica e che poi andrà in giro per il mondo per un’agenzia giornalistica polacca. Alcuni di questi viaggi vengono qui parzialmente raccontati sempre alla luce del compagno di viaggio che l’autore si è scelto: lo storico greco Erodoto. Attraverso i suoi viaggi Kapuscinski ripercorre le Storie di Erodoto facendoci riflettere sul metodo, sugli argomenti, sul tema della guerra, sul tema dell’incontro io/altro, io/straniero, io/diverso. Non posso dire che l’autore mi abbia rivelato cose che già non sapevo, ossia l’importanza di Erodoto non solo come storico ma anche come geografo , etnografo… Quello che mi è molto piaciuto è stato trovare un percorso veloce, ma esaustivo sui momenti centrali delle Storie di Erodoto e una continua attualizzazione dell’insegnamento che l’autore greco ci ha lasciato. Mi è piaciuto il tono divulgativo di alcuni temi a volte limitate solo all’elite degli specialisti di storia antica. Mi è piaciuto il continuo confronto tra la storia greca e quella del Novecento, e di una storia novecentesca particolarmente importante e drammatica. Sin dal primo viaggio di Kapuscinski in India, il tema centrale della sua riflessione è la decolonizzazione, pacifica o militare, drammatica e il rapporto con il tema della libertà. Non a caso viene spontaneo il confronto con le Guerre Persiane raccontate da Erodoto che rappresentano bene lo scontro di civiltà (Europa-Africa-Asia) e lo scontro tra democrazia e tirannide.

Ho percepito questo libro come un’esperienza estremamente stimolante per riflettere di nuovo, e anche in modo diverso, sulle Storie di Erodoto e anche uno spunto per attualizzarlo e approfondire certi temi della storia del Novecento, poco battuti.


domenica 16 maggio 2021

SYLVIA DAY: A nudo per te

 

Lei è Eva Tramell, giovane neolaureata che sta per iniziare il suo primo lavoro in un’importante agenzia pubblicitaria a Manhattan.

Lui è Gideon Cross, carismatico e affascinante uomo d’affari, proprietario dell’agenzia e del lussuoso palazzo in cui entrambi lavorano. Quando si incontrano, l’attrazione tra loro è istantanea e irresistibile, di quelle che non lasciano scampo. Gideon desidera Eva sopra ogni cosa, ma rifiuta qualunque coinvolgimento sentimentale, perché non vuole mescolare sesso e amore.

Eva, dal canto suo, è travolta da una passione che non pensava avrebbe mai provato, ma non accetta di farsi trattare come un semplice oggetto del desiderio o una trattativa d’affari da portare a termine rapidamente e con successo, cosa a cui lui è abituato da sempre.

Entrambi devono fare i conti con un passato difficile e tormentato, e quando inizia a farsi strada un sentimento più profondo, le barriere che hanno faticosamente costruito negli anni per proteggersi rischiano inevitabilmente di crollare.

Sullo sfondo della New York sfavillante dell’alta finanza, dove apparenza e ricchezza contano più di ogni altra cosa, Eva e Gideon sono costretti a mettersi totalmente in gioco e a lasciarsi andare alla loro ossessione.

A nudo per te è il primo romanzo della trilogia Crossfire Trilogy che ha raggiunto subito i vertici delle classifiche americane e inglesi, diventando in pochissime settimane un bestseller internazionale. Una storia unica e indimenticabile, un mix esplosivo di erotismo e seduzione:  A nudo per te è questo e molto di più.


domenica 9 maggio 2021

FRIEDRICH DURRENMATT: La morte della Pizia

 

Stizzita per la scemenza dei suoi stessi oracoli e per l’ingenua crudeltà dei Greci, la sacerdotessa di Delfi Pannychis XI, lunga e secca come quasi tutte le Pizie che l’avevano preceduta, ascoltò le domande del giovane Edipo, un altro che voleva sapere se i suoi genitori erano davvero i suoi genitori, come se fosse facile stabilire una cosa del genere nei circoli aristocratici, dove, senza scherzi, donne maritate davano a intendere ai loro consorti, i quali peraltro finiscono per crederci, come qualmente Zeus in persona si fosse giaciuto con loro”. Con queste parole spigolose e beffarde ha inizio La morte della Pizia, e subito il racconto investe alcuni dei più augusti miti greci, senza risparmiarsi irriverenze e furia grottesca. Ma Durrenmatt è troppo buono scrittore per appagarsi di una irrisione del mito. Procedendo nella narrazione, vedremo le storie di Delfi addensarsi in un “nodo immane di accadimenti inverosimili che danno luogo, nelle loro intricatissime connessioni, alle coincidenze più scellerate, mentre noi mortali che ci troviamo nel mezzo di un simile tremendo scompiglio brancoliamo disperatamente nel buio”. L’insolenza di Durrenmatt non mira a cancellare, ma a esaltare la presenza del vero sovrano di Delfi: l’enigma.

Durrenmatt è un autore svizzero di lingua tedesca, grande autore teatrale, ma anche romanziere di grande pregio che ha coniugato la sua poetica attraverso vari generi. La morte della Pizia è il primo libro che leggo di questo autore e mi ha sorpreso per la velocità con cui l’ho letto. So bene che è un testo molto breve, ma davvero non riuscivo quasi a metterlo giù, pur non essendo affatto un testo semplice.

Prendendo spunto dal fatto che la Pizia ormai è anziana e in punto di morte, si ritrova a esaminare un famoso vaticinio di cui è stata protagonista, quella pronunciata a Laio e poi a Edipo. Innanzitutto Durrenmatt dissacra la tradizione, inventandosi che la Pizia, e con lei l’oracolo di Delfi, sia stato pagato da Tiresia per dare quel responso, ma poi il caso multiforme e sorprendente ha fatto in modo che quella profezia si sia realizzata, anche se non nelle modalità a cui siamo stati abituati dalla tradizione.

Naturalmente la protagonista è la Pizia che tra gli acciacchi dell’età e i turbamenti dati dai fumi si ritrova di fronte i protagonisti del mito che le raccontano la loro versione del mito di Edipo che è ancora più ingarbugliata di quella che conosciamo dalla tradizione e in cui ognuno porta avanti una sua visione della vicenda che la ingarbuglia ancora di più ma che comunque porta all'esito che tutti conosciamo.

Lo stile è innanzitutto avvincente. È molto attento, il linguaggio è aulico, quasi epico. Forse perché influenzata da quello che conosco dell’autore, l’ho trovato proprio teatrale. Con facili e veloci tocchi, l’autore ha saputo tratteggiare dei bei personaggi che ci comunicano una sorta di rabbia, rabbia rispetto all’inspiegabile.

Il tema presente in questo libro è quello caro a Durrenmatt; il caos che domina la vita degli uomini. Nonostante la natura umana si divida tra coloro che credono all’ordine dell’universo a cui si può dare una propria forma, e coloro che invece ritengono inconoscibile l’ordine del mondo (mi viene in mente una analogia con apollineo e dionisiaco) il messaggio è che l’universo è dominato dal caos. A latere c’è anche la riflessione sulla tirannide, cosa che si ricollega anche all’esperienza della vita dell’autore, vissuto in un periodo dominato dalle grandi dittature.

Naturalmente mi è piaciuto tantissimo perché ho trovato una bella reinterpretazione del mito classico, attribuirgli un nuovo significato e riversargli addosso la propria esperienza. E questa è sempre una bella esperienza.


domenica 2 maggio 2021

ALAN BENNETT: La sovrana lettrice


 Per un puro accidente, la regina d’Inghilterra ha scoperto quegli oggetti strani che sono i libri, non può più farne a meno e cerca di trasmettere il virus della lettura a chiunque incontri sul suo cammino. Con quali ripercussioni sul suo entourage, sui sudditi, sui servizi di sicurezza e soprattutto sui lettori lo scoprirà solo chi arriverà all’ultima pagina, anzi all’ultima riga. Perché oltre alle irrefrenabili risate questa storia ci regala un sopraffino colpo di scena – uno di quei lampi di genio che ci fanno capire come mai Alan Bennett sia considerato un grande maestro del comico e del teatro contemporaneo.

Alan Bennett è stato sia attore che autore teatrale per poi dedicarsi alla scrittura brillante. Questo è il primo libro suo che leggo. In Italia è pubblicato da Adelphi e mi ha dato l’impressione di essere un autore meritevole di maggiore attenzione per il futuro.

Naturalmente giganteggia il personaggio di Elisabetta II, la sovrana lettrice del titolo, che sviluppa una tale passione per la lettura da essere indotta a trascurare tutti gli altri suoi impegni. Attorno a lei ruota tutto il suo entourage, quindi consiglieri, ministri, valletti. Tutti, tranne il giovane Norman, brillano per la loro ignoranza e indifferenza rispetto alla lezione che la letteratura può trasmetterci.

Il tema è molto semplice ma estremamente importante e significativo. La letteratura e la lettura possono arricchire la nostra vita? Certamente sì se anche la regina Elisabetta, una delle persone più influenti al mondo si rende conto di essersi persa un tesoro in quei lunghi anni in cui, forse perché impegnata in altro, non ha dato sufficiente peso al patrimonio culturale di cui era circondata. Nello stesso tempo il libro ci mostra l’ottusità di coloro che non aprono le loro menti e i loro cuori a ciò che un libro, quindi i pensieri espressi da altri uomini, può trasmetterci, tutti presi dai loro impegni e interessi immediati.

Lo stile prevalente è quello brillante, e questa credo sia la cifra di questo autore. Il testo è piuttosto breve, il ritmo veloce e la trama va avanti per scene brevi e prevalentemente dialogate nelle quali l’ironia e il sarcasmo la fanno da padroni.

Mi è piaciuto: è stata una lettura veloce, surreale, spensierata ma nello stesso tempo lasciava margini di riflessione. Consigliabile sia per quel pubblico di lettori appassionati che si possono ritrovare in alcune manie della regina sovrana, sia a coloro che non amano leggere perché possono affrontare questa lettura con facilità ma che così potrebbero mettersi nei panni di chi ama leggere.

domenica 25 aprile 2021

KAREN MARIE MONING: Highlander. Amori nel tempo

 

Per lei supererà la barriera dello spazio e del tempo, perché nulla potrà impedirgli di conquistarla, di stringerla a sé in un abbraccio eterno.

Hawk è un predatore leggendario, invincibile sul campo di battaglia quanto nelle camere delle dame di tutto il Regno. Nessuna donna è in grado di ignorarne il fascino, ma mai nessuna è riuscita a scalfire il suo cuore… Finché un mago assetato di vendetta non trasporta Adrienne de Simone dalla Seattle del Ventesimo secolo alla Scozia medievale. Prigioniera di un secolo troppo distante da lei, con la sua intraprendenza e i suoi modi diretti, Adrienne diverrà la sfida più ardua che Hawk abbia mai affrontato. E quando i due vengono costretti a sposarsi, Adrienne si ripromette di tenerlo a debita distanza… Ma lui le ha sussurrato che presto non potrà fare a meno di pronunciare il suo nome nel buio nella notte, e questa volta lei dovrà ricredersi, perché anche nel più duro dei predatori può celarsi la premessa di una felicità sconfinata. Per assaporarla insieme dovranno vincere le ultime resistenze che stringono i loro cuori.


domenica 18 aprile 2021

LAURA MANCINELLI: I dodici abati di Challant. Il miracolo di Santa Odilia. Gli occhi dell’imperatore

 

Sospesi tra storia e invenzione in un Medioevo che sembra vero, sono qui raccolti in un unico volume tre romanzi di Laura Mancinelli, in cui l’autrice approda a una visione fantastica e ironica della tradizione e della società medievale. I dodici abati di Challant, dove, in una cornice di ironia mondana e gaudente, dodici monaci ricevono l’incarico di sorvegliare un feudatario che eredita un castello con la clausola di mantenere fede a un maligno voto di castità. Il miracolo di Santa Odilia, immagine della vita che si afferma in chiave religiosa, ma non trascendente, attraverso la storia di due Odilie: la prima devota e pia, la seconda giovane e bella. E infine, conclusione ideale di questa metafora, Gli occhi dell’imperatore, dove una contessa piemontese, un cavaliere musico-poeta e l’imperatore Federico II, ormai prossimo alla morte partecipano a un affascinante percorso di avventure e sentimenti, che è anche un intreccio di entusiasmo, rassegnazione e senso del destino.

Laura Mancinelli è stata una docente di letteratura tedesca, ha scritto diversi testi di analisi letteraria, ma anche narrativa di ambientazione medievale. Questo libro, in particolare, raccoglie tre racconti lunghi pubblicati tra la metà degli anni ’80 e la metà degli anni ’90.

Ogni racconto presenta dei personaggi tipici del mondo e della letteratura medievale. Ogni racconto dà l’opportunità di analizzare questi tipi umani. Si va dal signore del castello, alla dama, al menestrello/trovatore, al chierico, al filosofo aristotelico… Nel secondo racconto, in particolare, si analizza il mondo monastico, il tema del miracolo e della sacra reliquia. Sono tutti temi che chi ha studiato storia/letteratura medievale conosce molto bene.

Innanzitutto bisogna dire qualcosa sulla forma letteraria prescelta: si tratta di un racconto lungo che dà l’opportunità di sviluppare delle trame, un po’ meno i personaggi. Forse non era proprio nelle intenzioni dell’autrice sviluppare delle psicologie quanto dei tipi umani che caratterizzano il mondo medievale. Passando nello specifico allo stile letterario, esso si differenzia da racconto a racconto: mentre nel primo si nota la volontà di riprodurre la parlata, lo stile, il periodare di un testo antico, anche se questo non viene fatto in maniera costante, negli altri racconti il richiamo al passato avviene attraverso l’inserimento di versi di ballate, canzoni, cioè forme poetiche del periodo storico di riferimento.

Mi è piaciuto? Non molto. Innanzitutto perché difficilmente un racconto, anche se lungo, mi dà soddisfazione, non riesco quasi mai ad apprezzare in pieno storia e personaggi. A questo si aggiunge che in questo caso le storie mi sono sembrate solo uno spunto per far conoscere aspetti della vita medievale, senza dare particolare attenzione alla costruzione della trama. Forse possono essere degli spunti per parlare con gli studenti di storia  e letteratura medievale in maniera poco impegnativa, ma per il resto mi è piaciuto poco.


domenica 11 aprile 2021

DANIEL GLATTAUER: Le ho mai raccontato del vento del Nord

 

Un’e-mail all’indirizzo sbagliato e tra due perfetti sconosciuti scatta la scintilla. Come in una favola moderna, dopo aver superato l’impaccio iniziale, tra Emmi Rothner – 34 anni, sposa e madre irreprensibili dei due figli del marito – e Leo Leike – psicolinguista reduce dall’ennesimo fallimento sentimentale – si instaura un’amicizia giocosa, segnata dalla complicità e da staccare di reciproca ironia, e destinata ben presto a evolvere in un sentimento ben più potente, che rischia di travolgere entrambi. Romanzo epistolare dell’era Internet, Le ho mai raccontato del vento del Nord descrive la nascita del legame intenso tra Emma e Leo: un amore nato solo con le parole può mai sopravvivere a un vero incontro?

Questo credo sia il romanzo di Daniel Glattauer, un autore viennese, che ha avuto grande successo. Io lo avevo comprato tempo fa e tenuto da parte ed ora è arrivato il suo turno. La trama è abbastanza banale: si tratta di una relazione virtuale/extraconiugale a mezzo e-mail, strumento abbastanza probabile per l’ambientazione di qualche anno fa.

Si può dire che ci sono due protagonisti: Leo ed Emmi che si incontrano fortuitamente per una e-mail mandata per errore e da quel momento scambiano e condividono pensieri, frustrazioni, stuzzicandosi a vicenda. Ho trovato soprattutto Emma di un’insopportabile… Probabilmente doveva essere esattamente così, poiché è una donna frustrata e repressa che diventa sempre più petulante man mano che le sue incertezze aumentano e le sue insicurezze la tormentano sempre più. Leo mi è sembrato un po’ più riuscito, equilibrato e nello stesso tempo realistico.

Il tema è quello eterno: ossia il triangolo, il tradimento virtuale. L’eterna domanda se il tradimento è tale anche se non consumato.

Lo stile è molto particolare perché il testo è fatto dalle mail che i due si scambiano. Quindi la narrazione  risulta prevalentemente “dialogata”, spezzata quindi; trovavo irritante la notazione del tempo passato tra una mail e l’altra (ma, per carità, capisco anche il realismo di questa scelta). Naturalmente mi sono mancate le narrazioni e le riflessioni. Qui e là sono presenti alcune pagine più articolate in cui i due personaggi esprimo più diffusamente il loro punto di vista, ma questa prosa spezzettata non mi è molto piaciuta.

Arriviamo al punto, ho trovato del tutto irritante questo libro. La storia, abbastanza trita, poteva avere un suo aspetto di modernità, dato proprio dal fatto che era sviluppato sulla base di un canale comunicativo diverso. Ma ho capito di essere poco propensa a queste formule innovative, preferisco il mio  classico romanzo dalla prosa fluida e avvolgente. Ma ciò che mi ha irritata maggiormente è stata Emma con il suo tono insistente e petulante di chi dovrebbe essere più accorta e invece insiste per portare avanti la “relazione”. Credo che l’amore possa nascere anche in contesti insoliti, tra persone che non si sono mai viste ma che hanno condiviso i loro pensieri più intimi, però ritengo che tutto ciò in questo libro non sia stato effettivamente descritto.


domenica 28 marzo 2021

ANNA CAMPBELL. Cuori segreti

 

Mentre attende alla stazione di posta, l’affascinante vedova Grace Paget viene scambiata per una prostituta e rapita. Il compito che le viene imposto è sedurre il giovane Matthew Sheene, un nobiluomo da anni tenuto segregato dal suo tutore. Ma per conquistare la fiducia di Matt, Grace deve prima convincerlo della propria onestà. E in una situazione che appare senza uscita, per salvare la donna che ora ama, Matt sa che dovrà cedere alla passione.


domenica 21 marzo 2021

GIORGIO FALETTI: Tre atti e due tempi

 

“Io mi chiamo Silvano ma la provincia è sempre pronta a trovarmi un soprannome. E da Silvano a Silver la strada è breve”. Con la sua voce dimessa e magnetica, sottolineata da una nota sulfurea e intrida si umorismo amaro, il protagonista ci porta dentro una storia che, lette le prime righe, non riusciamo più ad abbandonare. Con Tre atti e due tempi Giorgio Faletti ci consegna un romanzo perfetto come una partitura musicale e teso come un thriller, che toglie il fiato con il susseguirsi dei colpi di scena mentre ad ogni pagina i personaggi acquistano umanità e verità. Un romanzo che stringe in unità fili: la corruzione del calcio e della società, la mancanza di futuro per chi è giovane, la responsabilità individuale, la qualità dell’amore e dei sentimenti in ogni momento della vita, il conflitto tra genitori e figli. E intanto, davanti ai nostri occhi, si disegnano i tratti affaticati e sorridenti di un personaggio indimenticabile. Silver, l’antieroe in cui tutti ci riconosciamo e di cui tutti abbiamo bisogno.

Penso che tutti conoscano il simpatico, indimenticato e rimpianto Giorgio Faletti, uomo dalle molteplici anime artistiche. Di lui, amato fin dai tempi del Drive In, non avevo mai letto nulla, soprattutto perché non ritengo il genere a cui appartengono le sue opere di mio gusto. Comunque, mi hanno regalato questo libro e quindi l’ho letto.

Si tratta di un romanzo breve /racconto lungo su una partita di calcio truccata per il mercato delle scommesse e la storia di un padre che vuole evitare che il figlio ripeta i suoi stessi errori.

Naturalmente il personaggio principale è Silvano, la voce narrante, che ci guida attraverso il tempo, in un continuo passaggio tra passato e presente nella sua vita, in quella del figlio Roberto e, di striscio, anche nel mondo dello sport, in generale, e del calcio in particolare. Roberto, il figlio di Silvano, pur avendo un ruolo importante nella trama, resta comunque sullo sfondo e viene solo tratteggiato dall’autore.

Il tema centrale è quello della storia di un uomo che, pur essendosi ricostruito una vita, porta su di sé un fardello del suo passato, qualcosa che comunque ha determinato  il suo col figlio e, nonostante la vita gli abbia dato delle nuove opportunità, le ombre del passato continuano a tormentarlo. C’è l’idea di come le colpe del passato, oltre a incombere sempre sull’individuo, si ripresentano come una sorta di macchia che ritorna tramite il figlio. Poi, naturalmente, c’è il tema della complessità dei rapporti tra padre e figlio e come questi siano compromessi dai silenzi e dai malintesi, come la fiducia possa venire meno nonostante i sentimenti. Poi, c’è anche il tema dell’ambiente del calcio, di tutte le sue brutture (significativo che l’autore stesso dichiari in appendice di aver avuto suggerimenti e consulenze da esponenti della società della Juventus…).

Il narratore è interno e racconta in prima persona. A volte sembra di assistere a un monologo a teatro. Soprattutto nella prima parte sono presenti continui flashback che creano un intreccio di vari piani temporali. Prima di prenderci familiarità , la cosa mi ha spiazzata perché non capivo a quale momento della sua vita l’autore si riferisse. Ricorrente la frase finale di capitolo ad effetto.

Mi è piaciuto? Non molto. Non mi è piaciuta l’ambientazione, non mi è piaciuto il protagonista che non mi ha colpita per nulla né mi ha fatto empatizzare con lui. Dalla seconda metà, ho trovato la trama totalmente assurda e il finale, direi, semplicistico.


domenica 14 marzo 2021

JOHANNA LINDSEY: Per non sposarti

 

Julia Miller è bella, intelligente e ricchissima. Sarebbe una delle prede più ambite dei salotti londinesi, se non fosse già fidanzata con un giovane che detesta e che da tempo ha fatto perdere le proprie tracce. Tanto che Julia intende farlo dichiarare morto per potersi fidanzare di nuovo. Richard Allen era soltanto un adolescente quando è scappato da un padre che odia e da un fidanzamento con una giovane insopportabile. Ma il destino ha in mente altri piani per loro…