Un’e-mail
all’indirizzo sbagliato e tra due perfetti sconosciuti scatta la scintilla. Come
in una favola moderna, dopo aver superato l’impaccio iniziale, tra Emmi Rothner
– 34 anni, sposa e madre irreprensibili dei due figli del marito – e Leo Leike –
psicolinguista reduce dall’ennesimo fallimento sentimentale – si instaura un’amicizia
giocosa, segnata dalla complicità e da staccare di reciproca ironia, e
destinata ben presto a evolvere in un sentimento ben più potente, che rischia
di travolgere entrambi. Romanzo epistolare dell’era Internet, Le ho mai
raccontato del vento del Nord descrive la nascita del legame intenso tra
Emma e Leo: un amore nato solo con le parole può mai sopravvivere a un vero
incontro?
Questo
credo sia il romanzo di Daniel Glattauer, un autore viennese, che ha avuto
grande successo. Io lo avevo comprato tempo fa e tenuto da parte ed ora è
arrivato il suo turno. La trama è abbastanza banale: si tratta di una relazione
virtuale/extraconiugale a mezzo e-mail, strumento abbastanza probabile per l’ambientazione
di qualche anno fa.
Si
può dire che ci sono due protagonisti: Leo ed Emmi che si incontrano
fortuitamente per una e-mail mandata per errore e da quel momento scambiano e
condividono pensieri, frustrazioni, stuzzicandosi a vicenda. Ho trovato
soprattutto Emma di un’insopportabile… Probabilmente doveva essere esattamente
così, poiché è una donna frustrata e repressa che diventa sempre più petulante
man mano che le sue incertezze aumentano e le sue insicurezze la tormentano
sempre più. Leo mi è sembrato un po’ più riuscito, equilibrato e nello stesso
tempo realistico.
Il
tema è quello eterno: ossia il triangolo, il tradimento virtuale. L’eterna
domanda se il tradimento è tale anche se non consumato.
Lo
stile è molto particolare perché il testo è fatto dalle mail che i due si
scambiano. Quindi la narrazione risulta
prevalentemente “dialogata”, spezzata quindi; trovavo irritante la notazione
del tempo passato tra una mail e l’altra (ma, per carità, capisco anche il
realismo di questa scelta). Naturalmente mi sono mancate le narrazioni e le
riflessioni. Qui e là sono presenti alcune pagine più articolate in cui i due
personaggi esprimo più diffusamente il loro punto di vista, ma questa prosa
spezzettata non mi è molto piaciuta.
Arriviamo
al punto, ho trovato del tutto irritante questo libro. La storia, abbastanza
trita, poteva avere un suo aspetto di modernità, dato proprio dal fatto che era
sviluppato sulla base di un canale comunicativo diverso. Ma ho capito di essere
poco propensa a queste formule innovative, preferisco il mio classico romanzo dalla prosa fluida e
avvolgente. Ma ciò che mi ha irritata maggiormente è stata Emma con il suo tono
insistente e petulante di chi dovrebbe essere più accorta e invece insiste per
portare avanti la “relazione”. Credo che l’amore possa nascere anche in
contesti insoliti, tra persone che non si sono mai viste ma che hanno condiviso
i loro pensieri più intimi, però ritengo che tutto ciò in questo libro non sia
stato effettivamente descritto.
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