domenica 18 aprile 2021

LAURA MANCINELLI: I dodici abati di Challant. Il miracolo di Santa Odilia. Gli occhi dell’imperatore

 

Sospesi tra storia e invenzione in un Medioevo che sembra vero, sono qui raccolti in un unico volume tre romanzi di Laura Mancinelli, in cui l’autrice approda a una visione fantastica e ironica della tradizione e della società medievale. I dodici abati di Challant, dove, in una cornice di ironia mondana e gaudente, dodici monaci ricevono l’incarico di sorvegliare un feudatario che eredita un castello con la clausola di mantenere fede a un maligno voto di castità. Il miracolo di Santa Odilia, immagine della vita che si afferma in chiave religiosa, ma non trascendente, attraverso la storia di due Odilie: la prima devota e pia, la seconda giovane e bella. E infine, conclusione ideale di questa metafora, Gli occhi dell’imperatore, dove una contessa piemontese, un cavaliere musico-poeta e l’imperatore Federico II, ormai prossimo alla morte partecipano a un affascinante percorso di avventure e sentimenti, che è anche un intreccio di entusiasmo, rassegnazione e senso del destino.

Laura Mancinelli è stata una docente di letteratura tedesca, ha scritto diversi testi di analisi letteraria, ma anche narrativa di ambientazione medievale. Questo libro, in particolare, raccoglie tre racconti lunghi pubblicati tra la metà degli anni ’80 e la metà degli anni ’90.

Ogni racconto presenta dei personaggi tipici del mondo e della letteratura medievale. Ogni racconto dà l’opportunità di analizzare questi tipi umani. Si va dal signore del castello, alla dama, al menestrello/trovatore, al chierico, al filosofo aristotelico… Nel secondo racconto, in particolare, si analizza il mondo monastico, il tema del miracolo e della sacra reliquia. Sono tutti temi che chi ha studiato storia/letteratura medievale conosce molto bene.

Innanzitutto bisogna dire qualcosa sulla forma letteraria prescelta: si tratta di un racconto lungo che dà l’opportunità di sviluppare delle trame, un po’ meno i personaggi. Forse non era proprio nelle intenzioni dell’autrice sviluppare delle psicologie quanto dei tipi umani che caratterizzano il mondo medievale. Passando nello specifico allo stile letterario, esso si differenzia da racconto a racconto: mentre nel primo si nota la volontà di riprodurre la parlata, lo stile, il periodare di un testo antico, anche se questo non viene fatto in maniera costante, negli altri racconti il richiamo al passato avviene attraverso l’inserimento di versi di ballate, canzoni, cioè forme poetiche del periodo storico di riferimento.

Mi è piaciuto? Non molto. Innanzitutto perché difficilmente un racconto, anche se lungo, mi dà soddisfazione, non riesco quasi mai ad apprezzare in pieno storia e personaggi. A questo si aggiunge che in questo caso le storie mi sono sembrate solo uno spunto per far conoscere aspetti della vita medievale, senza dare particolare attenzione alla costruzione della trama. Forse possono essere degli spunti per parlare con gli studenti di storia  e letteratura medievale in maniera poco impegnativa, ma per il resto mi è piaciuto poco.


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