Sospesi
tra storia e invenzione in un Medioevo che sembra vero, sono qui raccolti in un
unico volume tre romanzi di Laura Mancinelli, in cui l’autrice approda a una
visione fantastica e ironica della tradizione e della società medievale. I
dodici abati di Challant, dove, in una cornice di ironia mondana e
gaudente, dodici monaci ricevono l’incarico di sorvegliare un feudatario che
eredita un castello con la clausola di mantenere fede a un maligno voto di
castità. Il miracolo di Santa Odilia, immagine della vita che si afferma
in chiave religiosa, ma non trascendente, attraverso la storia di due Odilie:
la prima devota e pia, la seconda giovane e bella. E infine, conclusione ideale
di questa metafora, Gli occhi dell’imperatore, dove una contessa
piemontese, un cavaliere musico-poeta e l’imperatore Federico II, ormai
prossimo alla morte partecipano a un affascinante percorso di avventure e
sentimenti, che è anche un intreccio di entusiasmo, rassegnazione e senso del
destino.
Laura
Mancinelli è stata una docente di letteratura tedesca, ha scritto diversi testi
di analisi letteraria, ma anche narrativa di ambientazione medievale. Questo libro,
in particolare, raccoglie tre racconti lunghi pubblicati tra la metà degli anni
’80 e la metà degli anni ’90.
Ogni
racconto presenta dei personaggi tipici del mondo e della letteratura
medievale. Ogni racconto dà l’opportunità di analizzare questi tipi umani. Si va
dal signore del castello, alla dama, al menestrello/trovatore, al chierico, al
filosofo aristotelico… Nel secondo racconto, in particolare, si analizza il
mondo monastico, il tema del miracolo e della sacra reliquia. Sono tutti temi
che chi ha studiato storia/letteratura medievale conosce molto bene.
Innanzitutto
bisogna dire qualcosa sulla forma letteraria prescelta: si tratta di un
racconto lungo che dà l’opportunità di sviluppare delle trame, un po’ meno i
personaggi. Forse non era proprio nelle intenzioni dell’autrice sviluppare
delle psicologie quanto dei tipi umani che caratterizzano il mondo medievale. Passando
nello specifico allo stile letterario, esso si differenzia da racconto a
racconto: mentre nel primo si nota la volontà di riprodurre la parlata, lo
stile, il periodare di un testo antico, anche se questo non viene fatto in
maniera costante, negli altri racconti il richiamo al passato avviene
attraverso l’inserimento di versi di ballate, canzoni, cioè forme poetiche del
periodo storico di riferimento.
Mi
è piaciuto? Non molto. Innanzitutto perché difficilmente un racconto, anche se
lungo, mi dà soddisfazione, non riesco quasi mai ad apprezzare in pieno storia
e personaggi. A questo si aggiunge che in questo caso le storie mi sono
sembrate solo uno spunto per far conoscere aspetti della vita medievale, senza
dare particolare attenzione alla costruzione della trama. Forse possono essere
degli spunti per parlare con gli studenti di storia e letteratura medievale in maniera poco
impegnativa, ma per il resto mi è piaciuto poco.
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