giovedì 27 febbraio 2014

CATHY MAXWELL: Cacciatori di dote

TITOLO: Cacciatori di dote
AUTRICE: Cathy Maxwell
TITOLO ORIGINALE: Married in Haste
USCITA ITALIANA: RM 813, maggio 2008
GIUDIZIO PERSONALE: 3/5
DOPPIO INGANNO, INTESA PERFETTA
Brenn Owen, nuovo conte di Merton, ha disperatamente bisogno di fondi per ricostituire la proprietà di famiglia. Così si reca a Londra in cerca di una ricca moglie. L'incantevole Tess Hamlin è proprio la donna che fa per lui, peccato però che non voglia saperne di sposarsi. Cambierà idea solo quando, a causa delle dissolutezze del fratello, si ritroverà senza dote. Il matrimonio con Brenn appare l'unica possibilità di risollevarsi, ma cosa ne sarà del loro talamo colmo di troppi segreti?
Questo libro è un po' strano perché, secondo me, si può tranquillamente dividere in due parti ciascuna delle quali ha, per me, un giudizio molto diverso dall'altro. La prima parte è dedicata all'incontro, fidanzamento e matrimonio dei due protagonisti. Tess Hamlin è una delle giovani donne del ton più ammirate, anche se il suo comportamento “spregiudicato” e avventato le ha alienato i favori dei giovanotti. In seguito a un'altra delle sue bricconate si pone nella necessità di doversi sposare e Brenn Owen Conte di Merton sembra lì pronto a venirle in soccorso e a proporle il matrimonio. Di lui non si sa nulla tranne che ha ereditato il titolo da poco e che è un ex ufficiale dell'esercito. Sembra che la sua proposta di matrimonio sia arrivata appena in tempo per liberare Tess da una situazione spiacevole e per sistemare le disastrate finanze della ragazza. In realtà, anche la proposta di Brenn è interessato, visto che anche lui ha bisogno di denaro...
Di questo libro NON mi è piaciuto:
  • Tutta la prima parte del romanzo, fino al matrimonio tra i due protagonisti è assolutamente insopportabile perché troppo lenta e per nulla appassionante, né intrigante. È dominata da una Tess ancora fanciulla con dei comportamenti infantili, che è circondata da personaggi insulsi, come Stella, se non odiosi come Neill Hamlin, fratello di Tess e artefice del disastro economico. Tutta questa prima parte, dal punto di vista della trama, è assolutamente soporifera, non succede nulla di particolare.
  • La scoperta da parte di Brenn di amare Tess è piuttosto improvvisa e poco motivata e toglie assolutamente il piacere dello sviluppo della storia perché giunge alla conclusione senza motivarla. Perde senso tutto quello che era stato precedentemente raccontato.
Di questo libro mi è piaciuto:
  • Tess, anche se all'inizio è piuttosto antipatica, capricciosa e insensata, matura molto nel corso della storia, pur mantenendo quel fondo di ironia e umorismo che la caratterizza. È una donna di tutto rispetto se riesce a resistere alle impreviste difficoltà del matrimonio. La stima nei suoi confronti aumenta quando da ragazza viziata, perfettamente plausibile per l'epoca, si adatta a una vita totalmente diversa senza battere ciglio, anzi rendendosi forte dell'affetto trovato in un ambiente completamente diverso.
  • Brenn è un uomo affascinante la cui psicologia non è particolarmente studiata, ma di lui si intravedono il dolore per un'infanzia lontana dai genitori, passata tra estranei e il mancato senso di appartenenza a un luogo e a delle persone. Per questo motivo Brenn si attacca al castello Erwynn e ha come suo scopo fondamentale quello di costruire un luogo da sentire totalmente suo. Allo stesso tempo risente della stanchezza e dei traumi subiti in anni di guerra. Un po' meno chiaro, se non per ottusità, è il motivo per cui non accetta l'amore che prova per Tess, anche se poi all'improvviso lo ammette, e non si capisce se lo faccia per opportunismo.
  • La seconda parte del libro, quando i due coniugi si trovano in Galles e devono fronteggiare le difficoltà di una situazione inaspettata. La situazione è imprevedibile come lo è la reazione di Tess che non si scoraggia tanto per la situazione economica quanto per la difficoltà di legame sentimentale che non riesce a instaurare, come vuole lei, con il marito. Tutta questa situazione la fa maturare moltissimo. È piacevole, inoltre, l'energia che usa Tess nel mettere il marito a suo posto, i continui battibecchi tra i due, con gli abitanti del paese che li guardano divertiti. Questa seconda parte, indubbiamente, si legge molto più velocemente e piacevolmente.
Senza infamia né lode!
TRILOGIA DEL MATRIMONIO

  • CACCIATORI DI DOTE
  • A SCANDALOUS MARRIAGE
  • THE MARRIAGE CONTRACT

martedì 25 febbraio 2014

SABRINA JEFFRIES: Una notte con il principe

TITOLO: Una notte con il principe
AUTRICE: Sabrina Jeffries
TITOLO ORIGINALE: One Night With a Prince
USCITA ITALIANA: RM 812, maggio 2008
GIUDIZIO PERSONALE: 4/5
CHI AMA I ROMANZI D'AMORE DEVE LEGGERE SABRINA JEFFRIES!” Lisa Kleypas
Vedova del marchese di Haversham, lady Christabel deve assolutamente tornare in possesso di alcune lettere compromettenti finite in mano al malvagio lord Stokely, a sua volta deciso a usarle per ricattare il Principe Reggente. L'annuale torneo di carte che si disputerà nella casa del nobiluomo è per Christabel l'occasione perfetta. A procurarle un invito sarà il conturbante Gavin Byrne, ma soltanto pretendendo da lei qualcosa in cambio...
Questa è la storia del terzo e ultimo figlio illegittimo del Principe Reggente che si è alleato con i fratellastri per potersi imporre all'attenzione della società. Gavin Byrne è il figlio che il Principe si è sempre rifiutato di riconoscere, forse perché è l'unico ad essere nato da madre non nobile. Gavin si è fatto avanti nella vita arricchendosi con un Club di sua proprietà e con la sua abilità nel gioco a carte. E ora l'ambiente da lui frequentato interessa al real genitore che gli manda la Marchesa Christabel Haversham per aiutarla a recuperare un oggetto misterioso che le è stato sottratto. Per poterla aiutare dovrà insegnarle a giocare a carte e portarla con sé come sua amante nel torneo organizzato da lord Stokely. E lì si aprirà un mondo per Christabel.
Di questo romanzo mi è piaciuto:
  • Innanzitutto e soprattutto direi proprio Gavin Byrne e questo mi ha stupito perché dai precedenti libri mi ero prefigurata un personaggio più calmo, più tranquillo degli altri fratelli, sicuramente più di Draker, tanto è vero che avevo pensato che fosse il fratello minore e non il maggiore, com'è. Invece in questo libro Gavin appare come un uomo davvero stimolante e conturbante che stuzzica le fantasie di qualsiasi donna le giri attorno. È un uomo scanzonato, ironico, un vero dongiovanni farabutto. Nello stesso tempo, come sempre in questi casi, è un uomo tormentato dai troppi dolori subiti nel passato. Non solo è sempre stato fieramente e risolutamente ignorato dal padre ma ha avuto un'infanzia difficilissima con la madre, oltre a considerarsi responsabile delle ferite che lei ha subito per proteggerlo. Lui è mosso sempre e soltanto dalla vendetta e deve superare ciò per amore di Christabel.
  • Christabel è una splendida compagna per quest'uomo così affascinante. Pur avendo, come sempre, un passato piuttosto complicato e come sempre mi dà un po' fastidio che le vedove dei romance abbiano avuto sempre dei primi matrimoni troppo infelici. Nonostante tutte le difficoltà del passato continua ad essere forte, decisa, dinamica, anche in questo momento di grande responsabilità per lei. Ho ammirato particolarmente il suo coraggio nell'affrontare ambienti e situazioni per lei del tutto nuove, senza lasciarsi troppo intimidire. Ho ammirato il fatto che riuscisse ad affrontare un coraggio e a tenere testa a quel diavolo d'uomo di Gavin che non fa altro che provocarla. Sa, nonostante la poca esperienza che ha a confronto, come tenergli testa e ridurlo in suo potere.
  • Mi sono letteralmente sbellicata dalle risate nelle scene in cui comparivano tutte le ex amanti di Gavin, sconsolate perché ormai la sua attenzione è rivolta tutta verso Christabel e sconvolte del livello di devozione che lei è riuscita a raggiungere. Mi facevano ridere con i loro commenti maliziosi. E mi divertiva il coraggio e l'impertubabilità che Christabel dimostra nel trovarsele di fronte.
  • Mi piace tutta la trama del gioco delle carte con tutti i temi relativi all'ambiguità al doppiogiochismo che esso comporta. A partire dalla scena del whist malizioso in cui Christabel e Gavin si denudano, per arrivare a tutto il torneo giovato da Stokely. Mi pare che sia la prima volta che il gioco delle carte abbia tutto questo spazio e peso in un romanzo.
Questo libro, come tutta la serie, è stato davvero delizioso da leggere.

SERIE FRATELLANZA REALE

  • TRA LE BRACCIA DI UN PRINCIPE
  • AL PIACERE DEL PRINCIPE
  • UNA NOTTE CON IL PRINCIPE

venerdì 14 febbraio 2014

ANNE GRACIE: Irresistibile libertino

TITOLOIrresistibile libertino
AUTRICE: Anne Gracie
TITOLO ORIGINALE: The Perfect Rake
USCITA ITALIANA: RM 811, maggio 2008
GIUDIZIO PERSONALE: 4/5
"LO STILE DI ANNE GRACIE E' CALDO E AMMALIANTE" All About Romance
In fuga dalle angherie del nonno, Prudence Merridew si rifugia a Londra presso uno zio. Per evitare che questi le combini un matrimonio indesiderato, si inventa di essere già promessa allo schivo duca di Dunstable. Ma una serie di equivoci la porterà a fidanzarsi con il cugino del duca, lord Gideon Carradice, impenitente libertino. Che però, davanti al fascino di Prudence, vedrà messa a dura prova la sua licenziosa baldanza.
Davvero una splendida sorpresa questo libro, prima puntata della serie sulle sorelle Merridew stampata in Italia diverso tempo fa. Avevo già letto in giro dei commenti positivi su questo libro, che mi ritrovo qui a confermare.
Loa storia inizia in maniera terribile con le cinque sorelle terrorizzate dalla violenza che il nonno infligge loro. Alla nuova situazione incresciosa, la maggiore Prudence Merridew decide di fuggire e di mettersi in salvo a Londra presso la casa del prozio Oswald. Il suo progetto è quello di far debuttare le sorelle, soprattutto Charity, in attesa che lei compia 21 anni per poter prendere possesso della propria eredità. Lo zio si intestardisce sulla necessità che sia lei a trovare per prima un corteggiatore, per cui lei dichiara di essere fidanzata al duca di Dustable. In realtà Prudence vuole essenzialmente evitare qualsiasi fidanzamento perché è già promessa a Philip, un vicino del nonno che ora però si trova in India e che lei aspetta da quattro anni. Quando viene a sapere che il duca di Dunstable è tornato in città, lei cerca di correre ai ripari e di avvertirlo del suo inganno. Purtroppo, uno spiacevole equivoco la fa precipitare nelle braccia del terribile libertino Lord Gideon Carradice. Da qui nasce tutta una serie di situazioni esilaranti in cui Gideon vuole conquistare la ragazza che cerca con tutte le sue forze di resistergli.
Di questo libro NON mi è piaciuto:
  • Diciamo che non mi convince del tutto il progetto delle storie relative a queste quattro sorelle, per lo meno quelle di Hope e Faith mi convincono poco perché in questa storia sono talmente pallidi come personaggi che non mi convincono. Più interessante è la piccola Grace ma la trama della sua storia non mi convince e i commenti che ho letto non sono generosi. Per questo motivo, io non avrei costruito una serie con questi personaggi, ma avrei fatto sposare, per lo meno le gemelle, all'interno di questo libro.
Di questo libro mi è piaciuto:
  • La storia d'amore è davvero tenera perché cresce molto lentamente, laddove all'inizio c'è solo una forte attrazione fisica e ci sono degli ostacoli evidenti nel precedente fidanzamento della protagonista. L'amore nasce dal divertimento, dalla condivisione delle difficoltà e Gideon, che sembrerebbe l'ultima persona in grado di confortare e sostenere, invece è colui che riesce a dare il giusto sostegno.
  • La cifra stilistica dominante è l'umorismo e questo è davvero superlativo. Ci sono scene davvero grandiose, di scambi di battute tra i protagonisti degni di una commedia sentimentale. E anche le situazioni sono davvero divertenti. Ad esempio, quando Gideon dovrebbe difendere Prudence dai banditi... e invece è la ragazza a sparargli e a ferirlo. Il crollo del nostro eroe!
  • Prudence è a tratti un bel personaggio, non mi ha convinta al 100% perché ci sono alcuni momenti in cui sembra davvero troppo stupida, ma poi mi dico che in fondo è una ragazza vissuta appartata e ignara del mondo per la maggior parte della sua vita, inoltre ha una forte necessità di scappare dall'orrore che gli fa vivere il nonno, per questo è debole all'orrido corteggiamento di Philip. Non mi piace però del tutto questo passato che ha alle spalle e quel suo essere tenacemente legato al ricordo del presunto fidanzato, quando dovrebbe esserle evidente il fatto di essere stata sedotta e abbandonata. Rispetto a Gideon il suo operato è corretto perché gli tiene testa molto bene e non è semplice,visto il soggetto che ho di fronte.
  • A dominare questo libro è Gideon, l'irresistibile libertino di questo romanzo. E lo è davvero! È dissacrante, ironico, esilarante come non mai! Riesce ad essere credibile, nonostante il suo carattere scanzonato, il suo difficile passato di ragazzino rimasto solo da adolescente in modo molto tragico. Il suo comportamento scandaloso non è altro che il modo di reagire a tanto dolore, ed è anche l'atteggiamento giusto per far sperare a Prudence i suoi dolori e per ridarle fiducia nel prossimo. Vi assicuro che Gideon è un personaggio davvero memorabile. Non sto qui a citare qualche sua battuta perché sono davvero tante e una più irresistibile dell'altra.
Un libro davvero imperdibile!

SERIE SORELLE MERRIDEW

  • IRRESISTIBILE LIBERTINO

mercoledì 5 febbraio 2014

KASEY MICHAELS: L'impavita Miss Becket

TITOLO: L'impavida Miss Becket
AUTRICE: Kasey Michaels
TITOLO ORIGINALE: A Reckless Beauty
USCITA ITALIANA: GRS 632, maggio 2008
GIUDIZIO PERSONALE: 3/5
Inghilterra, 1815
E' veramente amore quello che Fanny prova per il fratellastro? Dal giorno in cui Ainsley Becket li ha adottati, Fanny e Rian sono stati inseparabili. Così, quando il giovane parte per combattere contro Napoleone, l'intraprendente sorella lo segue. Rian, però, non è affatto contenta di vederla, perché teme che la sua presenza possa compromettere la missione affidatagli da Valentine Clement Conte di Brede e agente segreto al servizio di Wellington. Così accetta di buon grado che il gentiluomo, affascinato dalla fanciulla, lo ospiti a Bruxelles nella casa della sorella. Quando scoppia la battaglia di Waterloo, però, Fanny non tollera di starsene con le mani in mano e si precipita sul campo di battaglia travestita da soldato. Riuscirà l'aitante Valentine a salvarla anche questa volta? E lei, riuscirà a capire quale dei due è l'uomo con cui davvero desidera passare il resto della sua vita?
Quinto episodio della serie Becket dei Romney Marsh e ci stiamo avviando verso la fine, ormai, il nemico Edmund Beales si sta avvicinando, e si sta avvicinando lo scontro finale. Non posso dire di avere particolarmente amato questa serie, c'è qualcosa nelle sue storie, una certa superficialità, che non riesce a prendermi fino in fondo, questi romanzi all'inizio mi piacciono, ma poi finiscono per lasciarmi piuttosto fredda. La protagonista di questa storia è Fanny Becket che non abbiamo mai visto particolarmente attiva nei precedenti episodi. Di lei si sa che è di origine irlandese, è fra gli orfani raccattati da Ainsley Becket, è sempre stata molto legata a Rian tanto da proclamarsene innamorata. Quando il ragazzo si arruola nell'esercito ed è mandato in Belgio in vista dello scontro finale con Napoleone, la ragazza si traveste da soldato e lo insegue. A Bruxelles viene immediatamente scoperta e il fratello, esasperato, la affida al suo superiore Valentine Clement Conte di Brede. Per lui è dura tenerla a bada soprattutto quando inizia la battaglia di Waterloo.
Di questo libro NON mi è piaciuto:
  • Fanny: questa ragazza che dovrebbe essere indomita, coraggiosa, testarda, in realtà risulta piuttosto pallida e anonima. In realtà, ci siamo con il fatto che insegua il fratello sul campo di battaglia, ma poi viene scoperta immediatamente e alla fin fine non fa null'altro che agire sconsideratamente e inspiegabilmente in ogni circostanza. A mio parere, è un personaggio del tutto privo di spessore: di lei non si capisce nulla del suo passato e del suo presente. A parte una ingenua, morbosa passione per Rian di lei non sappiamo null'altro, neanche come e quando si sia innamorata del protagonista. Così come era stata in secondo piano negli altri romanzi, non è riuscita ad essere protagonista neanche del suo romanzo.
  • Non ho trovato che nel libro compaia una vera storia d'amore. C'è molta azione ed intrigo, c'è una buona cronaca della guerra, ma la storia d'amore è del tutto inesistente. L'unica cosa che si intravede è una certa attrazione fisica che non lascia mai particolare spazio a un esame di eventuali sentimenti nascenti.
Di questo libro mi è piaciuto:
  • Valentine: a parte il nome che trovavo ridicolo per un protagonista, lui è l'unico protagonista leggermente più studiato e sviluppato. È un uomo che è riuscito ad attraversare indenne un periodo storico tragico, facendo la spia e mettendo costantemente in pericolo la sua vita. Si diverte a fare il cinico e a prendere in giro il prossimo, soprattutto Fanny, ma poi lascia intravedere tutta la sua dolcezza e fragilità, quando viene attanagliato dal senso di colpa.
  • Come ho detto in precedenza, continua a piacermi la costruzione totale della trama della saga che si dipana attraverso tutti i libri e che quindi volge verso questa inevitabile resa dei conti finale e che vede gli otto Becket prendere via via la propria strada. Alla fin fine la lettrice si ritrova ad aspettare ansiosamente di arrivare alla conclusione.
  • Lo stile dell'autrice è sempre mirabile e, secondo me, tocca i suoi momenti migliori quando racconta le brutture, le devastazioni e le morti della guerra.
Ormai siamo a meno due dalla fine!
SERIE: Becket
  • Ritorno a Becket Hall
  • Una debuttante pericolosa
  • Il segreto di Eleanor
  • Un matrimonio di convenienza
  • L’impavida Miss Becket
  • Il ritorno di Rian
  • L’ultima sfida dei Becket



mercoledì 29 gennaio 2014

SUSAN WIGGS: Eliza dei miracoli

TITOLO: Eliza dei miracoli
AUTRICE: Susan Wiggs
TITOLO ORIGINALE: The Horsemaster's Daughter
USCITA ITALIANA: Harmony romance 30
GIUDIZIO PERSONALE: 4/5
Virginia – California, 1854 – 1858
Dotata di un potere quasi magico sugli animali, capace di domarli e di guardarli, Eliza trasforma in un campione pressoché imbattibile lo stallone impavido di Hunter Calhoun. L'uomo, colpito dalla sua bravura, trascina Eliza nella sua piantagione ormai in rovina, sulle coste della Virginia. La giovane con un tocco di colore e femminilità ridona al luogo la splendore di un tempo, nonostante l'apparente indifferenza di Hunter, che si macera nella propria solitudine. Fino a quando la passione esplode e si consuma sotto un cielo trapunto di stelle. Ma la cosiddetta buona società, perbenista e meschina, emargina Eliza per le sue umili origini, costringendola a partire. Divisi da due oceani gli ostaggi amanti rischiano di perdersi. Ma forse l'amore può gettare un ponte tra sponde tanto lontane.
Conoscevo l'autrice da tanto tempo apprezzata ma non mi aspettavo di trovarmi davanti un testo così delizioso come l'ho trovato. Una storia, che pur partendo da premesse abbastanza tradizionali, è stata costruita in maniera molto originale e appassionante. È la storia di Hunter Calhoun proprietario di Albion, un'antica tenuta di tabacco da lui trasformata in un'azienda di allevamento di cavalli irlandesi, dopo aver proceduto alla liberazione degli schiavi. Da quando ha preso nelle sue mani l'azienda, tutto sembra andare male: si è ritrovato sommerso dai debiti del padre, l'allevamento non decolla, il suo matrimonio è fallito e, infine la moglie è morta in modo tragico e i suoi due figli hanno subito un trauma che ha portato il maggiore Theodore, detto Blue, a smettere di parlare. A tutto ciò si aggiunge che il nuovo stallone che ha acquistato è pazzo e sta uccidendo le sue giumente... Quando stava per uccidere il cavallo, viene a sapere che su una vicina isola abita un abile addestratore di cavalli che rappresenta la sua ultima speranza. Arrivato sull'isola Flyte, non trova il famoso fantino Henry Flyte, ma la sua giovane figlia, Eliza Flyte, che vive lì in totale solitudine in una strana condizione di fusione con la natura. Anche lei è abile con i cavalli e inizia ad addestrare Sir Finnegan. I due sono, allora, costretti a vivere in stretto contatto.
Di questo libro mi è piaciuto:
  • La trama che ho trovato straordinaria. Pur non avendo nulla di particolare o di eccezionale ma essendo la classica storia di un amore contrastato dalle differenze sociali. Il tutto è trattato con una tale abilità nel rendere credibile, vivace e piacevole la storia che dipende esclusivamente dalla bravura dell'autrice. In questo libro c'è di tutto: la storia d'amore tra due individui, il rapporto padre-figlio, il tema dello schiavismo, la società americana segregazionista.
  • Mi è piaciuta Eliza perché è una figura originale: è ingenua, incorrotta da sovrastrutture, che purtroppo imparerà a conoscere nella sua vita a contatto con altri uomini e donne. È cresciuta in solitudine, assieme al padre, in un microcosmo dove si è creata delle sue regole, che non sono le stesse di quelle della vita associata; ha una straordinaria empatia rispetto alle altre creature della natura. Con la stessa dolcezza e capacità di leggere i sentimenti che usa per gli animali, usa anche nella interpretazione e nella cura della psiche dei piccoli figli di Hunter.
  • Hunter è il classico eroe tormentato all'ennesima potenza. Ne ha avuto di che essere arrabbiato con il mondo, visti tutti i guai che gli sono caduti addosso nell'ultimo periodo. È un uomo perfettamente credibile rispetto al tempo e alla società in cui vive. Non crede certo di poter affrontare tutti i pregiudizi della società che lo circonda e quindi legarsi ad Eliza. Allo stesso tempo deve anche superare il suo dramma personale che lo porta a rifugiarsi nell'alcol, e il suo difficile rapporto con i figli. Il momento in cui tutto ciò emerge e scoppia è davvero commovente.
  • Mi sono molto piaciuti i bambini, Blue e Belinda, innanzitutto perché sono perfettamente credibili come bambini. In secondo luogo perché hanno anche loro un ruolo importante nel libro e hanno una loro struttura psicologica interessantissima. Sicuramente Blue è più complesso perché è quello che ha subito maggiormente il trauma della morte della madre; ma anche Belinda, che sembra più spensierata, ha una sua complessità.
Il libro è in generale molto bello e meritano molto anche i personaggi secondari. Ho scoperto che fa parte di una serie e mi piacerebbe trovare gli altri libri.

SERIE CALHOUN CHRONICLES

  • LEZIONI DI FASCINO
  • ELIZA DEI MIRACOLI
  • L'ARTE DELLA SEDUZIONE
  • FIORI NEL FANGO
  • IL FASCINO DI ISABEL

giovedì 23 gennaio 2014

ROBERTO PERRONE: Averti trovato ora

Forse non si erano mai posti esplicitamente la domanda, ma se qualcuno glielo avesse chiesto Marco e Anna avrebbero risposto che sì, nella vita avevano tutto ciò che conta, avevano coronato i loro sogni più grandi.
E in effetti: Marco de Grandis, ventisette anni, giunto dai polverosi campetti di calcio del paese d'infanzia a giocare come ala in un prestigioso club milanese in Nazionale. Bella senza essere appariscente, più colta e riservata della media dei suoi colleghi ma come loro immerso in una vita facile, leggera e scintillante. Quanto ad Anna, Anna Mariani: quarantadue anni portati luminosamente, bionda, spiritosa, piena di vita. Un lavoro come docente universitaria di Storia dell'Arte, un marito sensibile e pieno d interessi e due amatissimi figli piccoli.
Sarà solo incontrandosi – per caso, durante un evento di beneficenza organizzato nella parrocchia di lei – che Anna e Marco scopriranno che qualcosa manca alla loro esistenza. O meglio, grazie a uno di quegli incroci del destino che appaiono insensati a tutti, salvo a chi ne è coinvolto, scopriranno una nuova dimensione, incommensurabile con tutte le altre. La dimensione in cui la loro indiscutibile diversità non è ragione di lontananza ma al contrario fonte di una passione che cambia il colore delle giornate, la geometria dei luoghi, le idee sul futuro e su se stessa. È tutto difficilissimo, in un amore come questo, eppure non c'è nulla di più semplice e puro. Rimanere fedeli a se stessi pur facendo spazio a un sentimento di travolgente pienezza, amare senza nulla togliere alle persone amate, scoprire che si è davvero, dove si desidera andare e con chi... Questa la sfida per Anna e Marco.
Affidando il racconto alla voce di un giovane uomo capace di dare a ogni cosa – anche ai sentimenti più brucianti – il suo nome, con una scrittura di grande limpidezza e forza, Roberta Perrone ci regala un delicatissimo romanzo sulla passione, quella di un uomo e di una donna e quella per il grande calcio: tutto narrato “da dietro le quinte”, con la sensibilità e la sapienza di uno scrittore che del calcio (e dell'amore) conosce molti segreti.
Considerando il fatto che l'autore sottolinea la fatica e l'impegno che ha messo nella scrittura di questo libro in ore extralavorative, dico che avrebbe potuto impiegarlo per dedicarsi un po' di più al suo lavoro di giornalista sportivo o per stare insieme alla famiglia. L'anno non è iniziato particolarmente bene con questo romanzo che ho trovato terribile
brevemente, per non fare troppi spoiler, vi dico che è semplicemente la cronaca di una relazione extraconiugale tra un calciatore (secondo me del Milan), nel pieno della sua maturità sportiva, di ventisette anni, e una docente universitaria di storia dell'arte di 42 anni. Lasciamo passare la banalità nella scelta dei nomi, lasciamo perdere i commenti salaci che verrebbero spontanei su un tale rapporto, ma questa storia, per come viene raccontata, risulta di una banalità imbarazzante: è una classica storia di tradimento dove i sentimenti non appaiono né particolarmente determinanti sul comportamento degli individui. Per lo meno, l'autore vorrebbe lasciarci intendere che questo rapporto avrebbe determinato una crescita culturale e morale del protagonista... tutto ciò risulta, come buona parte del resto, molto banale e superficiale. Apprezzabile il tentativo di superare il cliché del calciatore legato alla soubrette, non che questo sia sostituito da un modello migliore... soprattutto da parte di Anna mi chiedo dove risieda il sentimento.
Dal punto di vista stilistico ho trovato la storia scritta in maniera pessima: frasi brevi, prevalentemente coordinate, linguaggio povero. Probabilmente dipende dal fatto che la voce narrante sia quella del calciatore di media cultura, ho pensato che volesse riprodurlo in maniera realistica, ma capite che tutto ciò contribuisce alla banalità del tutto.

Non mi sorprende che lo stile risulti così ripetitivo, dato che l'autore è un giornalista sportivo, ambito dove si sa che predomina il linguaggio gergale e fisso. Francamente, suggerirei a Perrone di dedicarsi solo al giornalismo sportivo.

martedì 21 gennaio 2014

ANNE HERRIES: Il frutto proibito

TITOLO: Il frutto proibito
AUTRICE: Anne Herries
TITOLO ORIGINALE: Forbidden Lady
USCITA ITALIANA: GRS 631, aprile 2008
GIUDIZIO PERSONALE: 1/5
Inghilterra, 1485
Ripudiato dall'adorata Lady Melissa Whitbread e orribilmente sfigurato dai famigliari di quest'ultima, Robert di Melford lascia l'Inghilterra in cerca di fortuna. Ma il tempo della vendetta non è lontano: spodestato Riccardo III e salito al trono con il nome di Enrico VII, il nuovo re incarica Robert di conquistare il castello dei Whitbread, fedeli al precedente sovrano. E così Melissa si ritrova in balia del pretendente che ha duramente respinto. Più di ogni altra cosa lui vorrebbe punirla, eppure, quando la fanciulla gli giura di essere stata costretta dal padre a rifiutarlo e di averlo fatto per salvargli la vita, il risentimento di Robert vacilla. Ma com'è possibile perdonare quella pur vulnerabile bellezza, quando in volto si porta il segno indelebile della sua crudeltà?
Un romanzo assolutamente detestabile che ho fatto una fatica tremenda a finire. Ero già partita prevenuta, perché di solito non mi piacciono i libri ambientati nel '500, ma questo ha superato ogni altro detestabile intreccio precedentemente letto.
La storia parte con un amore contrastato da parte della famiglia di lei. Melissa di Whitbread è costretta e rinunciare a Robert di Melford ma non immagina che l'uomo che ama sarà aggredito dal suo fratellastro e gravemente ferito al volto. La sua vita al castello di Whitbread è penosa, tanto che lei vorrebbe rifugiarsi in un convento, invece il padre la costringe a fidanzarsi con il marchese di Leominster. Ma si sta preparando un profondo cambiamento: re Riccardo III sarà spodestato dal futuro Enrico VII e Robert si pone al suo servizio e per suo conto conquista il castello dei Whitbread. I due innamorati sono di nuovo l'uno di fronte all'altra...
Di questo libro NON mi è piaciuto:
  • La trama ha uno sviluppo a dir poco semplicistico, ci sono delle situazioni del racconto decisamente assurde, molto ingenue, dei dialoghi elementari che danno l'impressione che questo libro sia stato scritto da un'autrice inesperta, cosa che non è.
  • Ci sono delle situazioni che ho trovato del tutto incoerenti tra di loro o addirittura superflue: perché q uel riferimento alla madre di Melissa presunta morta, poi non più, Owain la trova ma lei non vuole farsi vedere dalla figlia, prima dice perchè la sua vita è nel convento, poi rivela che è malata di lebbra. Anche quest'ultimo particolare: per anni ha curato i lebbrosi ed era quasi venerata perchè avevaa proprio questa capacità di guarire, e poi si ammala. Perchè aggiungere questo personaggio se non doveva mai entrare in contatto coi protagonisti?
  • Il romanzo è piuttosto ripetitivo su certe cose ma è, secondo me, piuttosto approssimativo sulla storia d'amore di cui non si capisce nulla: come, perché i due protagonisti si sono innamorati, cosa amano l'uno dell'altra? In cosa consiste la loro storia d'amore se le loro scene insieme si limitano ad alcuni litigi e poi ad alcune scene di rimorso?
  • E che dire dei due protagonisti? Sono del tutto inconcludenti, poco delineati e per nulla motivati. Melissa è un personaggio, a mio modo di vedere, debole che si lascia trascinare dagli eventi, rispetto ai quali la sua unica reazione è quella di scappare, nella solitudine. Robert è arrabbiato perché non solo è stato rifiutato dalla donna che ama ma, per colpa sua, è stato anche orrendamente sfigurato. Per buona parte del libro la tratta male e poi, all'improvviso e senza nessuna spiegazione, muta il suo odio in tenerezza e la sua rabbia in rimorso. Cosa è successo esattamente per fargli cambiare idea?
Se proprio devo trovare qualcosa che mi è piaciuto:
  • l'immagine di copertina è, in effetti, bella, ma non mi spingo oltre.
Davvero un pessimo libro che mi pento di aver comprato.

giovedì 16 gennaio 2014

MARY BALOGH: Semplicemente perfetto

TITOLO: Semplicemente perfetto
AUTRICE: Mary Balogh
TITOLO ORIGINALE: Simply Perfect
USCITA ITALIANA: RM Emozioni 7, agosto 2009
GIUDIZIO PERSONALE: 3/5
Claudia Martin, colta e dai modi semplici, dirige con impegno e intelligenza una scuola per giovani signore poco abbienti. Genuino è il suo disprezzo per l'aristocrazia e per la superficialità dei rituali che la caratterizzano. Trovarsi quindi in viaggio da Bath a Londra in una splendida carrozza con Joseph Fawcitt, marchese di Attingsborough, è per lei un tormento. Che diventa autentico supplizio nel momento in cui scopre di essere attratta da lui. Per contro, Joseph si accorge al primo sguardo di quanto Claudia sia appassionata e gentile, insomma proprio una donna da sposare. Esisterà, tra questi due opposti, il fatidico punto d'incontro?
Si conclude con questo libro il quartetto dei libri della serie Simply dedicata a quattro giovani insegnanti. A concludere il tutto arriva la fondatrice della scuola che a Bath insegna l'educazione a ragazze abbienti e bisognose insieme, Claudia Martin. Inaspettatamente la donna si trova in contatto e a dover passare del tempo con Joseph Fawcitt marchese di Attingsborough e scopre che oltre la facciata della ricca nobiltà gaudente ci possa essere molto altro, tanto che dall'aperta ostilità si passa all'amore.
Di questo libro NON mi è piaciuto:
  • come si può intuire dalla trama, di trama in realtà c'è poco, nel senso che, come al solito, i libri della Balogh si basano su uno scambio di idee, su dialoghi. Manca del tutto l'azione e le vicende si svolgono sempre in case di campagna durante delle feste. Ancora una volta debbo dire che, se all'inizio mi piaceva questo modo di costruire le storie, ora mi sono un po' stancata di leggere sempre le stesse situazioni.
  • Il romanzo è, a dir poco, sovraffollato. Compaiono i personaggi di svariati libri precedenti, non solo della serie Simply ma anche di quella dei Bedwyn. È bello ricostruire un po' tutto un mondo Balogh e capire i rimandi, però tutto questo mette continuamente a dura prova la memoria della lettrice e poi ci sono davvero troppi, troppi personaggi. Inoltre, chi non ha letto i precedenti libri della Balogh rischia di non capire nulla dei riferimenti.
Di questo libro mi è piaciuto:
  • mi è piaciuta la dolcezza di Joseph, un uomo del suo tempo, un uomo che non è riuscito a superare alcune convenzioni ma che trova la forza di ribellarsi per l'amore che prova per la figlia illegittima. La tenerezza che è sempre capace di manifestare lo fa apparire un personaggio amabile, pur essendo totalmente diverso dal classico protagonista alfa.
  • Mi è piaciuta molto anche Claudia Martin perché è una donna sicuramente forte e coraggiosa che ha superato grandi avversità, quando si è trovata sola al mondo e senza mezzi. Sicuramente le difficoltà della vita l'hanno portata ad avere un forte pregiudizio nei confronti della nobiltà in toto. La sua forza è quella di avere il coraggio di cambiare idea e di capire di avere sbagliato nel suo giudizio. Ho trovato, come capita sempre in questi casi, che fosse poco coerente con l'immagine dura, integerrima e rigida degli altri libri della serie. Claudia troppo facilmente si ammorbidisce.
  • Come sempre, lo stile della Balogh è magistrale; come sempre è un valido connubio di risate, di tenerezza, di descrizioni molto efficaci. Solo la piccola Lizzie mi è sembrata troppo generica e poco infantile.
SERIE SIMPLY
  • Risveglio di passioni
  • Semplicemente amore
  • Semplicemente magico
  • Semplicemente perfetto



martedì 14 gennaio 2014

ANNA QUINDLEN: Svegliati e sorridi

E' un lunedì mattina come tanti altri, ma non per Meghan Fitzmaurice, la conduttrice televisiva più adulata, pagata e invidiata d'America. Perché quel giorno, poco prima dello stacco pubblicitario, durante un'intervista al vetriolo, convinta di non essere in onda, il volto più noto del piccolo schermo scivola su una buccia di banana, insultando pesantemente il proprio ospite in studio. Può un'offesa in diretta televisiva sconvolgere l'esistenza di un'intera famiglia? Ne sa qualcosa la sorella di Meghan, Bridget, l'io narrante di questa storia, vissuta sempre nella sua ombra. Assistente sociale nel Bronx, cresciuta lontano dai riflettori e con un fidanzato poliziotto, Bridget è testimone suo malgrado di quel dramma imprevisto. Perché Meghan, la regina dei salotti di Manhattan, perderà tutto in un battito di ciglia: il marito con il quale ha una relazione difficile, il figlio, gli onori e la gloria, la sua stessa identità. Ma è solo mettendo tutto in discussione che le due donne potranno dare una svolta consapevole alla loro vita. Ispirato a un fatto di cronaca, Svegliati e sorridi fa luce con intelligenza e humour sul rapporto tra due sorelle apparentemente inchiodate ai rispettivi ruoli di cigno e brutto anatroccolo, che, scoprono, attraverso le difficoltà e il dolore, di non essere (solo) quello che sembrano. Sullo sfondo, l'impeccabile preciso e ironico ritratto della New York di oggi, descritta con irriverente affetto di una delle più note scrittrici e giornaliste americane.
Racconto interessante sul rapporto apparentemente risolto, in realtà molto complicato tra due sorelle: Meghan e Bridget. Le due hanno avuto un passato difficile già dalla famiglia complicata, dalla madre assente e dalla morte prematura dei due genitori. Prese in affido dalla zia crescono e si orientano verso due stili di vita completamente diversi. Meghan diventa una celebre giornalista televisiva osannata, seguita e invidiata; mentre Bridget diventa assistente sociale e lavora in una casa famiglia in un quartiere malfamato. È come se Bridget avesse sempre vissuto all'ombra della sorella e avesse fatto dell'understatement la cifra per potersi distinguere dall'appariscenza della sorella. Ma, all'improvviso, la splendida vita di Meghan sembra andare in frantumi: fallisce il suo matrimonio e viene allontanata dal lavoro, si ritira in una vita isolata. I sentimenti di Bridget nei confronti della sorella sono ambivalenti perché, nonostante sia dispiaciuta e in apprensione per la sua assenza, sembra riprendere in mano la sua vita e diventarne protagonista. È il momento giusto per lei di chiarirsi sui suoi sentimenti nei confronti di se stessa e della sua famiglia.
È un libro abbastanza interessante, anche se fino alla fine non riuscivo a capire dove l'autrice volesse andare a parare: se questa Meghan era davvero un'egoista egocentrica o meno. Si tratta di una bella analisi delle vite di due donne che hanno affrontato la vita in modi diametralmente opposti ma non per questo meno intensi. Avrei preferito capire meglio Bridget piuttosto che vederla sempre e solo come uno specchio riflesso della sorella.
Dal punto di vista stilistico ho trovato il libro scritto bene, anche se mi ha dato un certo fastidio il raccontare attraverso un continuo accavallarsi di ricordi che faceva un po' perdere il punto di partenza.

Interessante!

giovedì 19 dicembre 2013

DIANA GROE: Passione irlandese

TITOLO: Passione irlandese
AUTRICE: Diana Groe
TITOLO ORIGINALE: Erinsong
USCITA ITALIANA: GRS 630, aprile 2008
GIUDIZIO PERSONALE: 3/5
Irlanda, IX secolo
Come è possibile amare un nemico del proprio popolo, un uomo che ha portato morte e distruzione sulla verde Erin? Eppure, la giovane Brenna non può negare i propri sentimenti per il Vichingo che il mare ha spinto sulla spiaggia del suo villaggio. Quel bellissimo guerriero non ricorda nulla di sé e della propria vita, e tuttavia è così diverso dai bruti assetati di sangue che di frequente compiono scorrerie sulle coste dell'isola, che quando il padre le propone di sposarlo, sperando di favorire con la loro unione una pacifica convivenza tra i due popoli, lei accetta con gioia. Ma il passato, con i suoi dolorosi segreti, minaccia di distruggere il paradiso che hanno trovato l'uno nelle braccia dell'altra.
Questo libro è decisamente una lettura senza né infamia né lode: ha degli aspetti positivi, ma non riesce mai a decollare.
La storia è alquanto insolita perché si svolge nell'Irlanda del IX secolo quando le popolazioni locali vengono assaliti dai vichinghi arrivati dal nord, che in effetti poi conquisteranno l'isola e fonderanno Dublino.
Il villaggio della protagonista, Brenna, ha già subito delle incursioni da parte dei vichinghi, per questo la ragazza teme molto l'arrivo dello sconosciuto che dice di aver perso la memoria. Il ragazzo si ambienta bene, tanto che gli viene chiesto di sposare Brenna. I due decidono per un matrimonio di un anno e un giorno con il patto che lui la accompagni presso il monastero dove è cresciuto per poter avere notizie del figlio che la defunta sorella ha avuto dopo una violenza. I due, nel corso del viaggio, si avvicinano molto e si innamorano, ma quando quello che lei chiama Keefe Murphy scopre di chiamarsi Jorand.
Di questo libro NON mi è piaciuto:
  • Brenna e Jorand, non mi sono piaciuti entrambi perché nessuno è particolarmente ben costruito dal punto di vista psicologico. In realtò, la storia in sé non è particolarmente giocato sul versante psicologico, sono troppo impegnati nell'azione e nell'avventura. Il fatto che Brenna possa aver subito delle conseguenze psicologiche dalle violenze a cui ha assistito è solo vagamente accennato. Jorand non è per nulla di quello che gli provoca la perdita della memoria, o i rimorsi che possono averlo attanagliato dopo averla recuperata.
Di questo romanzo mi è piaciuto:
  • l'ambientazione perché non avevo mai letto nulla sull'Irlanda antichissima. Mi è piaciuto immaginare una piccola Dublino, semplice roccaforte dei vichinghi appena arrivati.
  • Mi è piaciuto l'aspetto avventuroso della trama perché tutto è gestito in maniera veloce con un ritmo che può catturare. Peccato che oltre questo non c'era altro.
  • Tutto sommato la scrittura dell'autrice non è male, è efficace tanto nelle descrizioni, quanto nella narrazione e nel dialogo. È davvero segno di una buona autrice che deve perfezionare solo alcuni particolari.

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