martedì 22 aprile 2014

KASEY MICHAELS: Il ritorno di Rian

TITOLO: Il ritorno di Rian
AUTRICE: Kasey Michaels
TITOLO ORIGINALE: The Return of the Prodigal
USCITA ITALIANA: GRS 636 giugno 2008
GIUDIZIO PERSONALE: 1/5
Francia – Inghilterra, 1815
Ferito gravemente durante la battaglia di Waterloo e creduto morto dai famigliari, Rian Becket viene portato nella dimora dell'enigmatico Conte Beltrane, dove la bella Lisette lo aiuta a guarire dalle ferite del corpo e dell'anima. Un giorno, tuttavia, la sua avvenente infermiera dichiara di dover lasciare la villa per evitare le attenzioni lascive del padrone di casa e invita Rian a fuggire insieme a lei. Senza esitare il giovane accetta e le offre ospitalità a Becket Hall. Ma durante il viaggio, malgrado la prepotente attrazione che prova per la fanciulla, Rian inizia a sospettare che Lisette non sia davvero chi sostiene di essere e che abbia intenzioni assai diverse da quelle dichiarate. Possibile che sia la complice del peggior nemico della sua famiglia? E se così fosse, cosa potrebbe fare lui per contrastare la donna che è ormai padrona del suo cuore?
Un unico grido si solleva: basta con questi Becket! Probabilmente l'ultima storia darà una delle migliori, ma questa era davvero qualcosa di totalmente inutile nel complesso della serie, se non fosse per il fatto che porta avanti la vicenda che unisce tutta la serie e ritroviamo Edward Beales questa storia non avrebbe ragion d'essere. Si riprende il filo da dove lo avevamo lasciato ossia con Rian Becket che, come sospettavamo, non è morto, è stato a lungo malato, ha perso una mano ed è stato a lungo intontito dall'oppio che gli veniva somministrata. Ma ora la sua infermiera, Lisette Beatty ha deciso di farlo riemergere da quel torpore e di aiutarlo anche con il suo amore. In realtà le è stato chiesto, da parte del padre, di riaccompagnarlo a casa per scoprire dove si trovano tutti gli altri Becket...
Di questo libro NON mi è piaciuto:
  • Come ho già detto l'ho trovato del tutto superfluo, così come parecchi di questi libri della serie Becket in realtà. Per carità, grazie a questo episodio finalmente i Becket si trovano faccia a faccia (o quasi) con Beales, ma la storia di Rian praticamente non esiste: è un convalescente che deve tornare a casa, che inizia una relazione con la sua infermiera, che nel viaggio di ritorno supera qualche disavventura. È come se questo romanzo fosse un intermezzo tra episodi più importanti, almeno nel precedente c'era la battaglia di Waterloo, qui non succede nulla di rilevante davvero.
  • Rian è un eroe pallido, inadeguato a questo ruolo. Non ho riscontrato in lui né tutto quel fascino che gli si attribuisce da più parti, né l'irruenza giovanile, né tantomeno quel minimo di tormento che l'invalidità gli avrebbe dovuto dare. È come un inetto gestito da altri, ora da Lisette, così come per tutta la vita ha subito le imposizioni del padre e dei fratelli, da cui diceva di volersi liberare. Evidentemente non c'è riuscito. In lui non ravviso nessuno sviluppo psicologico.
  • Lisette avrebbe potuto essere un personaggio interessante, in quanto figlia e vittima di un uomo perfido. Rischia di diventarne complice, anche per il desiderio di conquistarne l'affetto. Il suo evidente tormento non viene adeguatamente trattato, bisognava che l'autrice (o il traduttore) si soffermasse di più sul dolore di aver trovato il proprio padre solo per scoprire che è un essere ignobile che ha perfino ucciso sua madre. Non mi piace che si sia infilata nel letto del protagonista, non si sa per quale motivazione.
  • Purtroppo, gli altri Bcket, che avrebbero potuto dare sostanza alla storia, si vedono poco e solo nella parte finale, che è infatti decisamente più vivace. Di fronte alla scarsa personalità di Rian c'era bisogno di molto altro!
Di questo libro mi è piaciuto:
  • Trovo che l'unico personaggio che sia stato adeguatamente sviluppato, che risulti vivo e vivace e che dia sprint alla storia sia solo Jasper. È un servo semplice d'animo e di pensiero ma ha quella umanità e quell'immediatezza che mancano sicuramente agli altri personaggi.
L'ho trovato un libro penoso!

SERIE: Becket
  • Ritorno a Becket Hall
  • Una debuttante pericolosa
  • Il segreto di Eleanor
  • Un matrimonio di convenienza
  • L’impavida Miss Becket
  • Il ritorno di Rian
  • L’ultima sfida dei Becket

martedì 15 aprile 2014

MARY LAWSON: Oltre il ponte

Arthur è un uomo affidabile e tranquillo, profondamente legato alla terra dove è nato, nella cruda bellezza del nord del Canada. Jake è affascinante e inquieto, incapace di trovare un posto nel mondo senza sconvolgere le vite degli altri. Arthur e Jake sono fratelli ma tra loro è sempre esistita una rivalità senza tregua fin da quando, bambini, si sono contesi l'affetto della madre. Una rivalità che sfiora la tragedia quando Jake, spericolato e incosciente rischia di morire cadendo da un ponte e Arthur, responsabile e accorto, questa volta non interviene. Tra loro si instaura un fragile equilibrio che resiste fino all'arrivo di Laura, per l'amore della quale i fratelli si separeranno definitivamente. Arthur rimane allora a occuparsi della fattoria di famiglia, mentre il fratello cerca fortuna in città. Ma quando, vent'anni dopo, Jake fa ritorno, riaffiorerà tragicamente l'antico e mai sopito antagonismo. Intriso di profonda sensibilità, il romanzo – attraversato dal dramma della seconda guerra mondiale - , è una narrazione delicata in cui gelosia, desiderio e ossessione creano una continua tensione emotiva e i complessi legami tra i protagonisti si inquadrano in una cornice di ineluttabile e struggente pathos.
Questo romanzo è stato una piacevole, insperata scoperta. Dalla quarta di copertina ero rimasta un po' perplessa perché mi sarei aspettata una vicenda melodrammatica di una donna contesa da due uomini alla “Vento di passioni” (o qualcosa di simile). Invece non accade nulla di tutto ciò. Il romanzo segue in parallelo le due vicende di due ragazzi nati e cresciuti in questa piccolissima città del Canada del nord che si chiama Struan, cittadina di invenzione, come precisa l'autrice. L'uno è Arthur, uomo schivo e taciturno la cui esistenza è continuamente messa alla prova da un fratello vivace, brillante, egoista e capriccioso, tutto il contrario di lui insomma! Da sempre il preferito della madre, Jake gode quasi nel mettere in ridicolo il fratello. Dall'altra parte c'è Ian, il figlio del dottor Christopherson, la sua storia si svolge in parallelo, anche se a distanza di circa 15/20 anni da quella di Arthur. Ian vuole lasciare Struan e non vuole continuare la tradizione professionale di famiglia. Si avvicina ad Arthur e alla sua famiglia perché segretamente innamorato di sua moglie Laura. Ma le giornate trascorse al fianco del taciturno Arthur saranno per lui molto più preziose di quanto avrebbe immaginato.
Questo libro è dominato da un desiderio di evasione da quei limiti dati dalla realtà geografica, difficile, di Struan, ma anche dai limiti dettati dalla piccola comunità di provincia. Tutto sembra andare sempre allo stesso modo e tutto sembra impermeabile alle novità: ne è un esempio Arthur che continua ad arare i propri campi con l'aratro aggiogato ai cavalli e si rifiuta di usare il trattore. Ma, d'altra parte, chi vuole tentare la fuga, e ci riesce come Jake, è destinato alla sconfitta, quindi forse è meglio restare attaccati alle proprie origini e a quel vecchio mondo solo così si resterà fedeli a se stessi.
Dappertutto emergono figure femminili piuttosto complicate e tutti i personaggi maschili non sono altro che all'inseguimento di una donna, moglie o mamma, che accolga e gratifichi il bisogno di affetto di ciascuno di loro. Ian è sempre alla ricerca della figura materna che ha perso, forse in questo si spiega la sua malia nei confronti di Laura; Arthur sente di non riuscire a conquistare l'affitto della moglie così come non era riuscito con la madre.
Tra tutti emerge e stringe il cuore la figura di Arthur, un uomo buono, generoso, ingenuo quasi da sembrare sciocco in balia di questo fratello minore diabolico. Preda di rimorsi per quell'unico episodio in cui non si è speso anima e corpo per lui causandogli un ferimento. Pur sembrando, rispetto a lui, uno stupido risulta molto più fallimentare e inutile la vita del fratello che non è riuscito a costruire nulla.
Sullo sfondo si colloca il paesaggio suggestivo di questo Canada dalla natura difficile da gestire, a volte ostile, che mette alla prova l'energia e l'esistenza dei protagonisti, ma è quella terra da cui tutti loro traggono la forza.

giovedì 3 aprile 2014

TITOLO: Un confine tra due cuori
AUTRICE: Paola Picasso
USCITA ITALIANA: I Romanzi 1022, ottobre 2012
GIUDIZIO PERSONALE: 1/5
SOLO IL CUORE PUO' RICONOSCERE IL VERO AMORE
Fuggita dalla Francia rivoluzionaria grazie a lord Jason Warren, Isabelle viene ospitata nella dimora del nobiluomo a Londra. Qui, a un ricevimento incontra Italo, patriota italiano in esilio, e tra loro scocca la scintilla. Uniti da passione e ideali, i due giovani decidono di accompagnare Jason in Francia, con l'intenzione di aiutarlo a trarre in salvo altre persone. Ma il pericolo è sempre in agguato e un traditore ordisce la cattura di Italo. Caduta nella disperazione, Isabelle scopre nell'amico Jason il caposaldo della sua vita, che le confessa però di essere a sua volta innamorato di lei. Per quale dei due uomini batterà più forte il suo cuore?
Un libro, a mio modesto parere, per nulla riuscito, per quanto mi sia riusultato noioso, lento e insulso. Come ho scritto più volte e tengo a ribadire, non trovo vincolante il fatto che sia opera di un'autrice italiana, è una storia poco accattivante e questo va sottolineato.
La storia è ambientata a fine Settecento, in pieno regime di Terrore. La protagonista Isabelle Montpellier, una nobile francese fuggita insieme alla famiglia in Francia, ma il suo sogno è quello di tornare nel suo paese per aiutare altri nobili a fuggire. L'unico che può aiutarli a realizzarlo è Jason Warren, che si è occupato della sua fuga. Insieme al nobile inglese, Isabelle conosce anche il giovane esule italiano Italo bentivegna che collabora alle missioni in Francia. Una volta passati nel paese francese, i due vengono lasciati soli ad occuparsi della passione e tra loro divampa la passione...
Di questo libro NON mi è piaciuto:
  • La trama, in generale, è talmente ingenua e piena di sviluppi troppo semplicistici che è davvero imbarazzante da raccontare. I due protagonisti si conoscono e poco dopo si baciano, dopo circa 50 pagine sono già innamorati e consumano la loro passione. Una giovane donna di nobili origini decide di impegnarsi nell'azione e subito viene ingaggiata, senza particolari perplessità sulla sua sicurezza e sulla sua reputazione. E potremmo continuare così per molto. A lungo andare sembra quasi che non sia abbia considerazione per l'intelligenza della lettrice.
  • Che senso ha la parte centrale del libro in cui Italo cade in depressione? Sua moglie ha rischiato di tutto per salvarlo, e lui si arrabbia perchè era vestita in maniera discinta. Gli raccontano che l'hanno portata via disperata e quasi pazza, credendolo morto e lui la colpevolizza ritenendola una traditrice. Quando si incontrano di nuovo e lei gli rivela l'esistenza della figlia che hanno avuto, lui la respinge di nuovo senza motivo. Sembrano episodi messi lì senza nessun criterio.
  • Questi personaggi principali, Isabelle e Italo chi sono? Cosa li caratterizza? Di loro non capiamo nulla. La donna dovrebbe una testarda, temeraria, poi non è altro che una sciocca donna abbastanza sballottata qui e là dagli eventi. Nessun particolari elemento psicologico la caratterizza e mi pare ben definito in lei. Italo è altrettanto ambivalente: prima un giovane coraggioso e spavaldo e poi l'ombra di se stesso, in preda alla depressione. Io personalmente, ma può essere una mia ottusità, non ho capito da cosa possa essere stata generata. Forse dalla malattia e dalla debolezza fisica?
  • In generale, il ritmo della narrazione è noioso, poco fluida, poco agganciato troppo pieno di salti temporali, piuttosto artificioso sia nella narrazione che nei dialoghi che, a mio parere, sono banali e poco realistici. Per quanto riguarda la scrittura ho trovato che essa fosse prevalentemente piatta e banale e poi, ogni tanto, l'autrice si lasciasse andare a momenti circoscritti in cui ambiva a elevare il tono.
Di questo libro mi è piaciuto:
  • fondamentalmente solo la copertina e il fatto che non fosse eccessivamente lungo, dato la noia che generava.

martedì 25 marzo 2014

TITOLO: L'amante del capitano
AUTRICE: Stephanie Laurens
TITOLO ORIGINALE: Captain Jack's Woman
USCITA ITALIANA: RM Passione 12, marzo 2008
GIUDIZIO PERSONALE: 3/5
Agente del governo britannico, lord Jack Hendon si infiltra in una banda di contrabbandieri allo scopo di smascherare una rete di spie. Lady Kit Cranmer, dopo aver rifiutato un matrimonio di convenienza, riprende a cavalcare in abiti maschili e si mette a capo di una banda rivale. Quando i due gruppi di fuorilegge si alleano, fra Jack e Kit è uno scontro di passioni roventi...
Questo è il romanzo che pare faccia da prequel alla serie Bastion Club di Stephanie Laurens. Sono un po' rimasta indietro con i libri della Laurens, non ho capito più nulla tra Cynster e cose varie, perché mi sono arresa in quanto mi sono seriamente iniziata ad annoiare con i suoi libri abbastanza uguali l'uno all'altro.
Questo, in effetti, in qualche modo differisce soprattutto dai Cynster, proprio perché vi si riflette un'atmosfera decisamente diversa, ma poggia anch'esso sui soliti due meccanismi tipici di questa autrice: una storia d'amore basata sul sesso e un intrigo di mistero da risolvere.
In questo caso la giovane Kathryn Cranmer è fuggita esasperata da Londra perché annoiata dai soliti ricevimenti e corteggiatori ed è tornata dal nonno, dove, travestitosi da ragazzo, inizierà a guidare una banda di contrabbandieri. Purtroppo la sua squadra si viene a scontrare con un altro gruppo guidato dal capitano Jack, ma i due decidono di collaborare e formare un'unica banda.
In realtà il Caapitano Jack è Lord Jonathon Hendon. Entrambi si nascondono reciprocamente identità e tante altre cose...
Di questo libro NON mi è piaciuto:
  • al solito, i protagonisti della Laurens sono caratterizzati da una sessualità che oserei definire eccessiva, quasi animalesca. Trovo che le sue scene di sesso non siano del tutto indispensabili e, a volte, l'autrice indugi in particolari altrettanto poco necessari. Questa è una caratteristica di fabbrica dell'autrice che non riesce proprio a farne a meno. Dopo aver letto parecchi suoi libri mi ha proprio stancata.
  • Dall'altra parte, i suoi personaggi non hanno nessuno spessore psicologico, sono mossi semplicemente dai loro istinti, hanno dei conflitti esteriori. Dei loro pensieri, sentimenti non si sa nulla. Non si capisce neanche come nasca e si sviluppi il loro amore, semplicemente ad un certo punto si dichiarano amore eterno, senza che l'autrice ci spieghi come, dove e quando questo amore sia nato. Ancora una volta, devo dire che, dopo aver letto parecchi suoi libri mi sono stancata.
Di questo libro mi è piaciuto:
  • La trama relativa al contrabbando e al controspionaggio è stata ben sviluppata. Trovo che sia questo l'elemento sulla quale dovrebbe concentrarsi l'autrice, vale a dire fortissime trame spy-gialli. È in grado di costruire degli intrecci belli intricati e intriganti.
  • Mi sono molto piaciute le descrizioni degli ambienti e, ancora una volta, le scene di azione, molte delle quali ambientate nel buio e nel mistero delle notti in cui le bande rischiano tutto per poter guadagnare qualcosa al contrabbando.
  • Mi è piaciuto il ritmo incalzante che caratterizzava le scene, soprattutto quelle di azione. Sembrano quasi scene da film di 007. Ancora una volta devo dire che è questo a creare la bravura dell'autrice e non le trame ripetitive e troppo basate sul sesso.
Non sono sicura se seguirò questa serie dopo i Cynster sono un po' stanca della Laurens.







giovedì 20 marzo 2014

LORETTA CHASE: La figlia del Leone

TITOLO: La figlia del Leone
AUTRICE: Loretta Chase
TITOLO ORIGINALE: The Lion's Daughter
USCITA ITALIANA: RM ORO 63, maggio 2008
GIUDIZIO PERSONALE: 2/5
Decisa a vendicare la morte del padre, Esme Brentmor non esita a vestire i panni maschili. Dopo aver dilapidato al gioco la fortuna di famiglia, Varian St George vive alla giornata. Due strade destinate a incontrarsi. Mentre Esme cerca di resistere all'affascinante ribaldo per compiere la propria vendetta, Varian, colpito dal coraggio della ragazza, cerca di fermarla. Riusciranno a voltare le spalle al passato e a vivere appieno la passione che li divora?
Questo è un vecchio romanzo di Loretta Chase, un'autrice che ho imparato ad apprezzare abbastanza, ma che non mi ha mai fatto impazzire. Questo libro mi è piaciuto davvero poco, pur riconoscendovi alcuni pregi di originalità e complessità.
La trama è davvero articolata e cercherò di riassumerla senza rivelare troppo. Esme Brentmor è metà inglese e metà albanese ma è cresciuta in Albania. Quando perde il padre è costretta a seguire il giovane cugino Percival e il suo accompagnatore Varian St John Barone Edenmont. Lei vorrebbe vendicare la morte del padre, mentre i suoi accompagnatori vorrebbero riportarla immediatamente in Inghilterra, anche perché Percival ha scoperto un terribile intrigo. Dopo una serie di disavventure, Esme è costretta ad andare in Inghilterra dove si deve abituare a una vita molto diversa...
Di questo libro NON mi è piaciuto:
  • Varian non è affatto un buon protagonista. O meglio, avrebbe tutte le premesse per essere un affascinante e intrigante eroe, e invece non è altro che un pallido e ridicolo personaggio. È sicuramente bello, viziato e indolente; è uno scialacquatore che ha perso tutte le sue sostanze ed è destinato a cavarsela in qualche modo con continui espedienti. Ha ricevuto, in un certo senso, l'incarico di vegliare sul giovane Percival da sua madre prima di morire. L'impatto con Esme è per lui scioccante perché la ragazza è uno spirito libero che non si crea problemi a criticarlo e ad attaccarlo. E, nonostante le sue apparenze da elfo, sembra che lui ne sia particolarmente affascinato. Ma a questo punto subentra il senso dell'onore e il desiderio di offrire di meglio alla donna che fanno nettamente impallidire il personaggio. Quando si decide a fare il bravo ragazzo Varian perde quel fascino e quell'ironia che lo avevano reso affascinante nella prima parte del libro.
  • Ho trovato del tutto insopportabile Esme, la sua continua volontà a fare di testa propria anche contro ogni logica. Non è la prima protagonista vissuta come un maschiaccio e non esattamente simbolo di grazia e femminilità, ma questa è la più petulante e noiosa di cui abbia mai letto. Nonostante le manifestazioni di attrazione da parte di Varian continua a schernirsi e a considerarsi un brutto anatroccolo. A parte le continue proteste non ho trovato che il personaggio fosse dotato di un qualche spessore psicologico.
  • Ho trovato noiosissima la seconda parte del libro da quando i due protagonisti sono separati, che dovrebbe essere il tratto del racconto in cui si doveva sviluppare il loro amore dalla precedente attrazione. Invece i due sono quasi sempre separati, e già questa cosa non mi garba molto, ma soprattutto come e perchè si è sviluppato il loro amore?
Di questo libro mi è piaciuto:
  • L'ambientazione è insolita e molto affascinante: i Balcani ad inizio '800 quando si stava sgretolando l'impero turco e in questo territorio convivevano gruppi etnici e culturali molto diversi. A questi si aggiunge che l'autrice ha scelto di scrivere una storia molto complessa, con un sistema di personaggi e tipologie di personaggi molteplici. Tutto ciò funziona, secondo me, soprattutto nella prima parte del libro, un po' meno nella seconda, dove predomina soprattutto il personaggio della nonna di Esme.
  • Un altro aspetto positivo è sicuramente lo stile dell'autrice: molto complesso e attento, minuzioso. Sono ben sviluppate le scene, soprattutto quelle di azione, con una buona caratterizzazione dei personaggi secondari e una particolare attenzione, secondo me, nello sviluppo dei personaggi negativi. Francamente ho trovato, a tratti, Ismal più interessante di Varian e Gerald più interessante di Jason.
Davvero deludente!
  • LA FIGLIA DEL LEONE
  • CAPTIVES OF THE NIGHT
  • IL LORD DELLA SEDUZIONE
  • THE LAST HELLION

martedì 18 marzo 2014

VALERIO MASSIMO MANFREDI: Lo scudo di Talos

Talos, lo storpio, è cresciuto tra gli Iloti. Pastore tra i pastori. Brithos, l'intrepido, è stato allevato per essere guerriero. Nobile tra i nobili. Due fratelli separati in nome della legge più crudele di Sparta. Ma per vie tortuose il fato li riavvicina, li schiera fianco a fianco nella lotta contro gli invasori persiani. Atene e Sparta, la gloriosa vittoria di Maratona e l'eroico sacrificio delle Termopili: la grande storia dei greci fa da cornice a una splendida e tormentata storia familiare. Un romanzo di passioni politiche e di affetti, di coraggio e di avventura. Un libro per rivivere il tempo degli dei e degli eroi.
Questo è il romanzo che Valerio Massimo Manfredi, noto archeologo e divulgatore, ha dedicato alla città di Sparta e al periodo delle due Guerre Persiane. Al centro c'è la figura di Talos / Kleomenides, uno spartiata nato zoppo e per questo abbandonato dai suoi genitori, come era legge presso Sparta. Il bambino viene trovato da un pastore, salvato e cresciuto tra gli Iloti. Crescendo Talos viene investito da un compito di difesa e lotta per il proprio popolo e per questo si esercita e impara a lottare. Crescendo la sua vita si intreccia a quello dei due popoli a cui appartiene, gli Iloti e gli Spartiati, e alle vicende principali del periodo che sono le due guerre persiane.
Stranamente, non avevo ancora mai letto nulla di Manfredi, ma ho trovato che fosse giunto il momento di superare questo limite. Devo dire che il libro è molto bello e si presta a diverse interpretazioni. Tranquillizzo che il libro si possa leggere tranquillamente anche se non si hanno conoscenze approfondite di storia greca, anche se non nego che cogliere alcune sfumature in più.
Il periodo preso in questione è molto tormentato perché ricco di guerre, ma soprattutto con pericoli incombenti che avrebbero potuto annientare la civiltà greca. Talos rappresenta molte cose: colui in cui si sommano le aspettative e le speranze di due popoli, quindi anche un messaggio di convivenza, di tolleranza e accoglienza. Rappresenta colui che riesce a superare i limiti della sua disabilità e che riesce ad arrivare all'eccellenza, nonostante tutto.
Che dire dello stile dell'autore? Francamente, non mi aspettavo che risultasse così coinvolgente nella lettura, nonostante una scrittura sempre corretta, estremamente precisa e una lingua molto bella e varia. Mi ero aspettata uno stile un tantino più didascalico, forse perché lo conosco come docente universitario, invece è riuscito a trasmettere con estrema precisione una ricostruzione estremamente attenta del periodo in tutti i suoi aspetti, sia politico che sociale che economico che culturale senza risultare pesante e noioso.
Consigliatissimo per chi vuole conoscere la Grecia del V secolo.

giovedì 27 febbraio 2014

CATHY MAXWELL: Cacciatori di dote

TITOLO: Cacciatori di dote
AUTRICE: Cathy Maxwell
TITOLO ORIGINALE: Married in Haste
USCITA ITALIANA: RM 813, maggio 2008
GIUDIZIO PERSONALE: 3/5
DOPPIO INGANNO, INTESA PERFETTA
Brenn Owen, nuovo conte di Merton, ha disperatamente bisogno di fondi per ricostituire la proprietà di famiglia. Così si reca a Londra in cerca di una ricca moglie. L'incantevole Tess Hamlin è proprio la donna che fa per lui, peccato però che non voglia saperne di sposarsi. Cambierà idea solo quando, a causa delle dissolutezze del fratello, si ritroverà senza dote. Il matrimonio con Brenn appare l'unica possibilità di risollevarsi, ma cosa ne sarà del loro talamo colmo di troppi segreti?
Questo libro è un po' strano perché, secondo me, si può tranquillamente dividere in due parti ciascuna delle quali ha, per me, un giudizio molto diverso dall'altro. La prima parte è dedicata all'incontro, fidanzamento e matrimonio dei due protagonisti. Tess Hamlin è una delle giovani donne del ton più ammirate, anche se il suo comportamento “spregiudicato” e avventato le ha alienato i favori dei giovanotti. In seguito a un'altra delle sue bricconate si pone nella necessità di doversi sposare e Brenn Owen Conte di Merton sembra lì pronto a venirle in soccorso e a proporle il matrimonio. Di lui non si sa nulla tranne che ha ereditato il titolo da poco e che è un ex ufficiale dell'esercito. Sembra che la sua proposta di matrimonio sia arrivata appena in tempo per liberare Tess da una situazione spiacevole e per sistemare le disastrate finanze della ragazza. In realtà, anche la proposta di Brenn è interessato, visto che anche lui ha bisogno di denaro...
Di questo libro NON mi è piaciuto:
  • Tutta la prima parte del romanzo, fino al matrimonio tra i due protagonisti è assolutamente insopportabile perché troppo lenta e per nulla appassionante, né intrigante. È dominata da una Tess ancora fanciulla con dei comportamenti infantili, che è circondata da personaggi insulsi, come Stella, se non odiosi come Neill Hamlin, fratello di Tess e artefice del disastro economico. Tutta questa prima parte, dal punto di vista della trama, è assolutamente soporifera, non succede nulla di particolare.
  • La scoperta da parte di Brenn di amare Tess è piuttosto improvvisa e poco motivata e toglie assolutamente il piacere dello sviluppo della storia perché giunge alla conclusione senza motivarla. Perde senso tutto quello che era stato precedentemente raccontato.
Di questo libro mi è piaciuto:
  • Tess, anche se all'inizio è piuttosto antipatica, capricciosa e insensata, matura molto nel corso della storia, pur mantenendo quel fondo di ironia e umorismo che la caratterizza. È una donna di tutto rispetto se riesce a resistere alle impreviste difficoltà del matrimonio. La stima nei suoi confronti aumenta quando da ragazza viziata, perfettamente plausibile per l'epoca, si adatta a una vita totalmente diversa senza battere ciglio, anzi rendendosi forte dell'affetto trovato in un ambiente completamente diverso.
  • Brenn è un uomo affascinante la cui psicologia non è particolarmente studiata, ma di lui si intravedono il dolore per un'infanzia lontana dai genitori, passata tra estranei e il mancato senso di appartenenza a un luogo e a delle persone. Per questo motivo Brenn si attacca al castello Erwynn e ha come suo scopo fondamentale quello di costruire un luogo da sentire totalmente suo. Allo stesso tempo risente della stanchezza e dei traumi subiti in anni di guerra. Un po' meno chiaro, se non per ottusità, è il motivo per cui non accetta l'amore che prova per Tess, anche se poi all'improvviso lo ammette, e non si capisce se lo faccia per opportunismo.
  • La seconda parte del libro, quando i due coniugi si trovano in Galles e devono fronteggiare le difficoltà di una situazione inaspettata. La situazione è imprevedibile come lo è la reazione di Tess che non si scoraggia tanto per la situazione economica quanto per la difficoltà di legame sentimentale che non riesce a instaurare, come vuole lei, con il marito. Tutta questa situazione la fa maturare moltissimo. È piacevole, inoltre, l'energia che usa Tess nel mettere il marito a suo posto, i continui battibecchi tra i due, con gli abitanti del paese che li guardano divertiti. Questa seconda parte, indubbiamente, si legge molto più velocemente e piacevolmente.
Senza infamia né lode!
TRILOGIA DEL MATRIMONIO

  • CACCIATORI DI DOTE
  • A SCANDALOUS MARRIAGE
  • THE MARRIAGE CONTRACT

martedì 25 febbraio 2014

SABRINA JEFFRIES: Una notte con il principe

TITOLO: Una notte con il principe
AUTRICE: Sabrina Jeffries
TITOLO ORIGINALE: One Night With a Prince
USCITA ITALIANA: RM 812, maggio 2008
GIUDIZIO PERSONALE: 4/5
CHI AMA I ROMANZI D'AMORE DEVE LEGGERE SABRINA JEFFRIES!” Lisa Kleypas
Vedova del marchese di Haversham, lady Christabel deve assolutamente tornare in possesso di alcune lettere compromettenti finite in mano al malvagio lord Stokely, a sua volta deciso a usarle per ricattare il Principe Reggente. L'annuale torneo di carte che si disputerà nella casa del nobiluomo è per Christabel l'occasione perfetta. A procurarle un invito sarà il conturbante Gavin Byrne, ma soltanto pretendendo da lei qualcosa in cambio...
Questa è la storia del terzo e ultimo figlio illegittimo del Principe Reggente che si è alleato con i fratellastri per potersi imporre all'attenzione della società. Gavin Byrne è il figlio che il Principe si è sempre rifiutato di riconoscere, forse perché è l'unico ad essere nato da madre non nobile. Gavin si è fatto avanti nella vita arricchendosi con un Club di sua proprietà e con la sua abilità nel gioco a carte. E ora l'ambiente da lui frequentato interessa al real genitore che gli manda la Marchesa Christabel Haversham per aiutarla a recuperare un oggetto misterioso che le è stato sottratto. Per poterla aiutare dovrà insegnarle a giocare a carte e portarla con sé come sua amante nel torneo organizzato da lord Stokely. E lì si aprirà un mondo per Christabel.
Di questo romanzo mi è piaciuto:
  • Innanzitutto e soprattutto direi proprio Gavin Byrne e questo mi ha stupito perché dai precedenti libri mi ero prefigurata un personaggio più calmo, più tranquillo degli altri fratelli, sicuramente più di Draker, tanto è vero che avevo pensato che fosse il fratello minore e non il maggiore, com'è. Invece in questo libro Gavin appare come un uomo davvero stimolante e conturbante che stuzzica le fantasie di qualsiasi donna le giri attorno. È un uomo scanzonato, ironico, un vero dongiovanni farabutto. Nello stesso tempo, come sempre in questi casi, è un uomo tormentato dai troppi dolori subiti nel passato. Non solo è sempre stato fieramente e risolutamente ignorato dal padre ma ha avuto un'infanzia difficilissima con la madre, oltre a considerarsi responsabile delle ferite che lei ha subito per proteggerlo. Lui è mosso sempre e soltanto dalla vendetta e deve superare ciò per amore di Christabel.
  • Christabel è una splendida compagna per quest'uomo così affascinante. Pur avendo, come sempre, un passato piuttosto complicato e come sempre mi dà un po' fastidio che le vedove dei romance abbiano avuto sempre dei primi matrimoni troppo infelici. Nonostante tutte le difficoltà del passato continua ad essere forte, decisa, dinamica, anche in questo momento di grande responsabilità per lei. Ho ammirato particolarmente il suo coraggio nell'affrontare ambienti e situazioni per lei del tutto nuove, senza lasciarsi troppo intimidire. Ho ammirato il fatto che riuscisse ad affrontare un coraggio e a tenere testa a quel diavolo d'uomo di Gavin che non fa altro che provocarla. Sa, nonostante la poca esperienza che ha a confronto, come tenergli testa e ridurlo in suo potere.
  • Mi sono letteralmente sbellicata dalle risate nelle scene in cui comparivano tutte le ex amanti di Gavin, sconsolate perché ormai la sua attenzione è rivolta tutta verso Christabel e sconvolte del livello di devozione che lei è riuscita a raggiungere. Mi facevano ridere con i loro commenti maliziosi. E mi divertiva il coraggio e l'impertubabilità che Christabel dimostra nel trovarsele di fronte.
  • Mi piace tutta la trama del gioco delle carte con tutti i temi relativi all'ambiguità al doppiogiochismo che esso comporta. A partire dalla scena del whist malizioso in cui Christabel e Gavin si denudano, per arrivare a tutto il torneo giovato da Stokely. Mi pare che sia la prima volta che il gioco delle carte abbia tutto questo spazio e peso in un romanzo.
Questo libro, come tutta la serie, è stato davvero delizioso da leggere.

SERIE FRATELLANZA REALE

  • TRA LE BRACCIA DI UN PRINCIPE
  • AL PIACERE DEL PRINCIPE
  • UNA NOTTE CON IL PRINCIPE

venerdì 14 febbraio 2014

ANNE GRACIE: Irresistibile libertino

TITOLOIrresistibile libertino
AUTRICE: Anne Gracie
TITOLO ORIGINALE: The Perfect Rake
USCITA ITALIANA: RM 811, maggio 2008
GIUDIZIO PERSONALE: 4/5
"LO STILE DI ANNE GRACIE E' CALDO E AMMALIANTE" All About Romance
In fuga dalle angherie del nonno, Prudence Merridew si rifugia a Londra presso uno zio. Per evitare che questi le combini un matrimonio indesiderato, si inventa di essere già promessa allo schivo duca di Dunstable. Ma una serie di equivoci la porterà a fidanzarsi con il cugino del duca, lord Gideon Carradice, impenitente libertino. Che però, davanti al fascino di Prudence, vedrà messa a dura prova la sua licenziosa baldanza.
Davvero una splendida sorpresa questo libro, prima puntata della serie sulle sorelle Merridew stampata in Italia diverso tempo fa. Avevo già letto in giro dei commenti positivi su questo libro, che mi ritrovo qui a confermare.
Loa storia inizia in maniera terribile con le cinque sorelle terrorizzate dalla violenza che il nonno infligge loro. Alla nuova situazione incresciosa, la maggiore Prudence Merridew decide di fuggire e di mettersi in salvo a Londra presso la casa del prozio Oswald. Il suo progetto è quello di far debuttare le sorelle, soprattutto Charity, in attesa che lei compia 21 anni per poter prendere possesso della propria eredità. Lo zio si intestardisce sulla necessità che sia lei a trovare per prima un corteggiatore, per cui lei dichiara di essere fidanzata al duca di Dustable. In realtà Prudence vuole essenzialmente evitare qualsiasi fidanzamento perché è già promessa a Philip, un vicino del nonno che ora però si trova in India e che lei aspetta da quattro anni. Quando viene a sapere che il duca di Dunstable è tornato in città, lei cerca di correre ai ripari e di avvertirlo del suo inganno. Purtroppo, uno spiacevole equivoco la fa precipitare nelle braccia del terribile libertino Lord Gideon Carradice. Da qui nasce tutta una serie di situazioni esilaranti in cui Gideon vuole conquistare la ragazza che cerca con tutte le sue forze di resistergli.
Di questo libro NON mi è piaciuto:
  • Diciamo che non mi convince del tutto il progetto delle storie relative a queste quattro sorelle, per lo meno quelle di Hope e Faith mi convincono poco perché in questa storia sono talmente pallidi come personaggi che non mi convincono. Più interessante è la piccola Grace ma la trama della sua storia non mi convince e i commenti che ho letto non sono generosi. Per questo motivo, io non avrei costruito una serie con questi personaggi, ma avrei fatto sposare, per lo meno le gemelle, all'interno di questo libro.
Di questo libro mi è piaciuto:
  • La storia d'amore è davvero tenera perché cresce molto lentamente, laddove all'inizio c'è solo una forte attrazione fisica e ci sono degli ostacoli evidenti nel precedente fidanzamento della protagonista. L'amore nasce dal divertimento, dalla condivisione delle difficoltà e Gideon, che sembrerebbe l'ultima persona in grado di confortare e sostenere, invece è colui che riesce a dare il giusto sostegno.
  • La cifra stilistica dominante è l'umorismo e questo è davvero superlativo. Ci sono scene davvero grandiose, di scambi di battute tra i protagonisti degni di una commedia sentimentale. E anche le situazioni sono davvero divertenti. Ad esempio, quando Gideon dovrebbe difendere Prudence dai banditi... e invece è la ragazza a sparargli e a ferirlo. Il crollo del nostro eroe!
  • Prudence è a tratti un bel personaggio, non mi ha convinta al 100% perché ci sono alcuni momenti in cui sembra davvero troppo stupida, ma poi mi dico che in fondo è una ragazza vissuta appartata e ignara del mondo per la maggior parte della sua vita, inoltre ha una forte necessità di scappare dall'orrore che gli fa vivere il nonno, per questo è debole all'orrido corteggiamento di Philip. Non mi piace però del tutto questo passato che ha alle spalle e quel suo essere tenacemente legato al ricordo del presunto fidanzato, quando dovrebbe esserle evidente il fatto di essere stata sedotta e abbandonata. Rispetto a Gideon il suo operato è corretto perché gli tiene testa molto bene e non è semplice,visto il soggetto che ho di fronte.
  • A dominare questo libro è Gideon, l'irresistibile libertino di questo romanzo. E lo è davvero! È dissacrante, ironico, esilarante come non mai! Riesce ad essere credibile, nonostante il suo carattere scanzonato, il suo difficile passato di ragazzino rimasto solo da adolescente in modo molto tragico. Il suo comportamento scandaloso non è altro che il modo di reagire a tanto dolore, ed è anche l'atteggiamento giusto per far sperare a Prudence i suoi dolori e per ridarle fiducia nel prossimo. Vi assicuro che Gideon è un personaggio davvero memorabile. Non sto qui a citare qualche sua battuta perché sono davvero tante e una più irresistibile dell'altra.
Un libro davvero imperdibile!

SERIE SORELLE MERRIDEW

  • IRRESISTIBILE LIBERTINO

mercoledì 5 febbraio 2014

KASEY MICHAELS: L'impavita Miss Becket

TITOLO: L'impavida Miss Becket
AUTRICE: Kasey Michaels
TITOLO ORIGINALE: A Reckless Beauty
USCITA ITALIANA: GRS 632, maggio 2008
GIUDIZIO PERSONALE: 3/5
Inghilterra, 1815
E' veramente amore quello che Fanny prova per il fratellastro? Dal giorno in cui Ainsley Becket li ha adottati, Fanny e Rian sono stati inseparabili. Così, quando il giovane parte per combattere contro Napoleone, l'intraprendente sorella lo segue. Rian, però, non è affatto contenta di vederla, perché teme che la sua presenza possa compromettere la missione affidatagli da Valentine Clement Conte di Brede e agente segreto al servizio di Wellington. Così accetta di buon grado che il gentiluomo, affascinato dalla fanciulla, lo ospiti a Bruxelles nella casa della sorella. Quando scoppia la battaglia di Waterloo, però, Fanny non tollera di starsene con le mani in mano e si precipita sul campo di battaglia travestita da soldato. Riuscirà l'aitante Valentine a salvarla anche questa volta? E lei, riuscirà a capire quale dei due è l'uomo con cui davvero desidera passare il resto della sua vita?
Quinto episodio della serie Becket dei Romney Marsh e ci stiamo avviando verso la fine, ormai, il nemico Edmund Beales si sta avvicinando, e si sta avvicinando lo scontro finale. Non posso dire di avere particolarmente amato questa serie, c'è qualcosa nelle sue storie, una certa superficialità, che non riesce a prendermi fino in fondo, questi romanzi all'inizio mi piacciono, ma poi finiscono per lasciarmi piuttosto fredda. La protagonista di questa storia è Fanny Becket che non abbiamo mai visto particolarmente attiva nei precedenti episodi. Di lei si sa che è di origine irlandese, è fra gli orfani raccattati da Ainsley Becket, è sempre stata molto legata a Rian tanto da proclamarsene innamorata. Quando il ragazzo si arruola nell'esercito ed è mandato in Belgio in vista dello scontro finale con Napoleone, la ragazza si traveste da soldato e lo insegue. A Bruxelles viene immediatamente scoperta e il fratello, esasperato, la affida al suo superiore Valentine Clement Conte di Brede. Per lui è dura tenerla a bada soprattutto quando inizia la battaglia di Waterloo.
Di questo libro NON mi è piaciuto:
  • Fanny: questa ragazza che dovrebbe essere indomita, coraggiosa, testarda, in realtà risulta piuttosto pallida e anonima. In realtà, ci siamo con il fatto che insegua il fratello sul campo di battaglia, ma poi viene scoperta immediatamente e alla fin fine non fa null'altro che agire sconsideratamente e inspiegabilmente in ogni circostanza. A mio parere, è un personaggio del tutto privo di spessore: di lei non si capisce nulla del suo passato e del suo presente. A parte una ingenua, morbosa passione per Rian di lei non sappiamo null'altro, neanche come e quando si sia innamorata del protagonista. Così come era stata in secondo piano negli altri romanzi, non è riuscita ad essere protagonista neanche del suo romanzo.
  • Non ho trovato che nel libro compaia una vera storia d'amore. C'è molta azione ed intrigo, c'è una buona cronaca della guerra, ma la storia d'amore è del tutto inesistente. L'unica cosa che si intravede è una certa attrazione fisica che non lascia mai particolare spazio a un esame di eventuali sentimenti nascenti.
Di questo libro mi è piaciuto:
  • Valentine: a parte il nome che trovavo ridicolo per un protagonista, lui è l'unico protagonista leggermente più studiato e sviluppato. È un uomo che è riuscito ad attraversare indenne un periodo storico tragico, facendo la spia e mettendo costantemente in pericolo la sua vita. Si diverte a fare il cinico e a prendere in giro il prossimo, soprattutto Fanny, ma poi lascia intravedere tutta la sua dolcezza e fragilità, quando viene attanagliato dal senso di colpa.
  • Come ho detto in precedenza, continua a piacermi la costruzione totale della trama della saga che si dipana attraverso tutti i libri e che quindi volge verso questa inevitabile resa dei conti finale e che vede gli otto Becket prendere via via la propria strada. Alla fin fine la lettrice si ritrova ad aspettare ansiosamente di arrivare alla conclusione.
  • Lo stile dell'autrice è sempre mirabile e, secondo me, tocca i suoi momenti migliori quando racconta le brutture, le devastazioni e le morti della guerra.
Ormai siamo a meno due dalla fine!
SERIE: Becket
  • Ritorno a Becket Hall
  • Una debuttante pericolosa
  • Il segreto di Eleanor
  • Un matrimonio di convenienza
  • L’impavida Miss Becket
  • Il ritorno di Rian
  • L’ultima sfida dei Becket