TITOLO:
Di tenebra e d'amore
AUTRICE:
Sylvia Z. Summers
USCITA
ITALIANA: GRS 644, agosto 2008
GIUDIZIO
PERSONALE: buono.
Londra,
1896
Se
non è facile adattarsi alle usanze di un paese straniero, lo è
ancor meno quando si è dovuto rinunciare a una promettente carriera
artistica. È ciò che succede a Odyle Chagny, costretta a lasciare
la Francia e ad accontentarsi di fare l'istitutrice delle due figlie
di Lord Moran. Dalla sua posizione ai margini del bel mondo, la
giovane si rende conto ben presto che in quell'ambiente dove tutto
sembra perfetto, in realtà molti nascondono oscuri segreti. Che
dire, per esempio, di Lord Tristan Brisbane, l'attraente e un po'
impacciato gentiluomo la cui timida insicurezza mal si accorda con le
voci inquietanti che circolano sul suo conto? O dell'avvenente Lady
Moran, che pur circondata dal lusso conduce un'esistenza triste e
solitaria? Generosa e perspicace, Odyle si ritrova così in una
scomoda posizione, scoprendo a proprie spese che nell'Inghilterra
puritana di fine Ottocento può bastare un sussurro per distruggere
una vita.
È il romanzo di un'autrice italiana
che, evidentemente, ha accuratamente costruito questo romanzo
facendone un'opera davvero complessa e articolata.
TRAMA
La trama riguarda una giovane
artista francese, Odyle Chagni / Latuvielle a cui viene
imposto un terribile fidanzato che per sottometterla arriva a
rinchiuderla in un ospedale psichiatrico. Per evitare questo
matrimonio, Odyle fugge in Inghilterra dove diventerà istitutrice
delle due figliolette di Lord e Lady Moran. A Londra Odyle incontra
Lord Tristan Brisbane e tra i due scatta una relazione fatta
di incontri, scontri, gaffes e fraintendimenti. La trama si evidenzia
per una mirabile ricostruzione della Londra di fine '800 e del clima
di ottimismo e fiducia nel progresso, così come della esigenza di
libertà delle donne che si respiravano in quegli anni. Un'unica
perplessità della trama si parla di due morti: il figlio dei coniugi
Moran e di Lord Brisbane, dei quali non viene specificato molto e dei
quali non si capisce a fondo, soprattutto a fondo, soprattutto per il
secondo, l'incidenza sulle vite dei personaggi.
PERSONAGGI
Odyle è una donna che è stata
abituata a vivere con una certa libertà, e infatti non accetta le
ingerenze di Victor, ma che porta questa tendenza
all'autodeterminazione anche nella sua vita londinese. Di lei ho poco
apprezzato questa tendenza alla sindrome da crocerossina per cui
sembrerebbe che debba risolvere tutti i problemi del mondo.
Tristan è molto accattivante quando
viene rappresentato come un uomo goffo, appassionato di invenzioni,
con la testa tra le nuvole. Risulta poco credibile quando gli si
vuole dare l'immagine del dannato, del tormentato o perseguitato dal
mistero della famiglia. Io avrei aiutato questo aspetto, anche perché
ad un certo punto il romanzo sembra contenere davvero troppi fili da
dipanare.
C'è poi un complesso di figure
minori, tutti ben descritti e ben caratterizzati.
STILE
L'autrice ha davvero un bello stile,
molto accurato, con una dovizia di particolari davvero notevole. Sono
accuratamente bilanciate le parti riflessive e i dialoghi, e
conteneva anche in modo equilibrato parti drammatiche ma anche parti
molto divertenti.
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