TITOLO:
Una seconda occasione
AUTRICE:
Mariangela Camocardi
USCITA
ITALIANA: RM 822 luglio 2008
GIUDIZIO
PERSONALE: 1/5
L'OMBRA
DEL PASSATO, L'AMORE DEL FUTURO
Il
giorno prima delle nozze, Perla, figlia del visconte Baldari, annulla
senza spiegazioni il matrimonio con il ricco banchiere Riario
Ardizzoni. Lo scandalo è tale da indurre la famiglia di Perla ad
allontanarla, e lo scalpore aumenta alla notizia che la nave su cui
si è imbarcato Riario è colata a picco. Dopo oltre un anno, la
giovane è ancora tormentata dal senso di colpa. Così, quando crede
di riconoscere il vecchio fidanzato tra le maschere del Carnevale di
Venezia, Perla è decisa a non sprecare questa nuova occasione...
Mi
dispiace continuare a scrivere recensioni negative su questa autrice,
ma trovo davvero arduo individuare qualcosa di davvero salvabile in
questo romanzo. Ancora una volta mi sono dovuta adattare a passare
velocemente in rassegna le pagine di questo libro perché non ce la
facevo davvero ad andare avanti nella lettura.
La
trama è abbastanza semplice: di fronte alla notizia che il fidanzato
ha un'amante, cosa abbastanza normale all'epoca, Perla
Baldari
decide di lasciare il fidanzato pochi giorni prima del matrimonio.
Riario Ardizzoni
prima scompare e poi viene dato per morto in un naufragio. Ma Perla
lo riconosce in un uomo mascherato al Carnevale di Venezia. Quando i
due si rivedono, fanno l'amore, Perla resta incinta e i due sono
costretti al matrimonio.
TRAMA
Sostanzialmente
vi ho anticipato tutto quello che la trama contiene. Non ho enunciato
alcuni elementi che, tra l'altro, sono, a mio avviso, così
maldestramente e inspiegabilmente introdotti che non aggiungono
proprio nulla alla trama. La trama ha un ritmo lentissimo e non
presenta nessun elemento accattivante e coinvolgente. A parte che
possiamo dire che l'autrice ruota sempre attorno alle medesime
situazioni.
PERSONAGGI
Anche
i personaggi sono tendenzialmente classici per questa autrice. Come
sempre abbiamo la protagonista vittima delle prepotenze del compagno,
che tenta vagamente di far emergere i propri diritti e le proprie
esigenze, ma non ci riesce. Alla fin fine non sembra altro che una
terribile petulante, capace solo di lamentarsi e anche troppo
succube.
Riario
è, come sempre, un protagonista crudele che ne fa di cotte e di
crude a Perla per poi, alla fine e improvvisamente, ricredersi e
professarle amore eterno. Entrambi i personaggi risultano poco
sviluppati dal punto di vista psicologico e sfaccettati, a tratti
persino irritanti.
STILE
Lo
stile, come ho già avuto modo di dire a proposito di questa autrice,
non mi piace per nulla. Trovo il ritmo lentissimo e questa è la
caratteristica primaria che incide su tutti gli aspetti. Esso è
ulteriormente rallentato da alcuni passaggi in cui la descrizione
diventa forzatamente didascalica, quindi le scene a Venezia ad
esempio devono spiegare alcuni usi del Carnevale, ma non lo fa con
veloci annotazioni, ma quasi riportando intere voci d enciclopedia.
I
dialoghi sono terribili: si avvitano su loro stessi, sono lunghissimi
e non arrivano a nulla, oltre ad essere allungati dal fraseggio
arzigogolato dell'autrice. A volte i dialoghi in sé sono assurdi: ad
esempio Perla che, subito dopo aver partorito, chiacchiera con la
donna che l'ha aiutata a partorire sulla possibilità che questa si
trasferisca lì.
E
arriviamo appunto al fraseggio troppo contorto ed eccessivamente
ricercato. Non che la ricercatezza e l'uso dei sinonimi sia un
difetto, ma quando è portato all'eccesso, questo diventa
stucchevole. Partendo dal fatto che l'autrice non è in grado di
riprodurre la parlata ottocentesca, che almeno scriva in modo da
rendere la lettura meno straniante per le lettrici di oggi.
Assolutamente
illegibile!
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