TITOLO:
La sposa americana
AUTRICE:
Brenda Joyce
TITOLO
ORIGINALE: The Prize
USCITA
ITALIANA: GRS Special 90, marzo 2008
GIUDIZIO
PERSONALE: 3/5
Inghilterra,
1812
Da
quando, ancora bambino, è stato testimone del brutale assassinio del
padre, il valoroso capitano della Marina inglese Devlin O'Neill è
ossessionato da un solo pensiero: vendicarsi. Così, con feroce
determinazione, dedica ogni istante della propria vita a distruggere
il colpevole di quell'orribile delitto, il Conte di Eastleigh.
Diventa l'amante di sua moglie, lo riduce quasi sul lastrico, si
appropria delle sue eleganti residenze, e infine rapisce la giovane
nipote del gentiluomo, Virginia Hughes, con il proposito di rovinarle
la reputazione. Innamorata di Devlin e convinta di poter spegnere la
sete di vendetta che lo anima, Virginia accetta così di prestarsi a
un gioco che si rivelerà incredibilmente crudele. Ma O'Neill non ha
fatto i conti con la dolcezza di quella coraggiosa fanciulla
americana.
Primo
libro della lunga serie De Warenne pubblicata in Italia. Si
tratta di un romance dalla trama decisamente tradizionale, nulla di
nuovo, ma tutto di sicuro successo. La storia inizia con l'antefatto,
ossia con l'attacco delle truppe inglesi ad una fattoria irlandese
durante il quale viene ucciso il padre del protagonista, Devlin
O'Neill che giura di vendicare la morte del padre e di
distruggere il suo assassino, cioè il conte di Eastleigh. Parecchi
anni dopo, Devlin è diventato capitano di Marina, la madre ha
sposato ins econde nozze il Conte di Adare e lui e il fratello hanno
avuto una vita relativamente tranquilla. Ma i suoi propositi di
vendetta sono sempre stati ben saldi e progressivamente è riuscito a
rovinare finanziariamente il suo nemico. Ora gli vuole dare il colpo
finale, rapendo la nipote di Eastleigh e chiedendo un riscatto che lo
manderà definitivamente in rovina. Per questo Virginia Hughes,
che si sta recando dallo zio per chiedergli un aiuto finanziario, si
ritrova tra le sue mani spietate e non avrà nessuna possibilità di
resistergli.
Di
questo libro NON mi è piaciuto:
- Non mi è piaciuta la prima parte della storia che è un po' lenta. Virginia è ancora in America, parte per salvare la sua tenuta e viene presa prigioniera sulla nave di Devlin. I due iniziano a stuzzicarsi da subito perché è evidente che tra di loro c'è una forte attrazione, ma nessuno dei due vuole ammetterla, nè vuole cedere. Altrettanto statica è quella parte del racconto in cui Virginia è tenuta in Irlanda. A parte un paio di scene d'amore, i due continuano ancora a studiarsi a vicenda senza che accada nulla di sostanziale tra di loro. A mio parere, questa parte attendista è un po' troppo lunga.
- Non mi è piaciuta la figura di Virginia. È un'eroina romance piuttosto tradizionale, ma che oggi come oggi tende a risultare poco apprezzabile. Si barcamena malamente tra un atteggiamento ribelle e uno sottomesso e non riesce a fa bene nè l'una nè l'altra cosa. Ho trovato insopportabile che qualunque cosa facesse Devlin, lei finiva per subire e piangere senza avere la capacità di porre fine alle sue umiliazioni. In parte il suo atteggiamento si riscatta sul finale.
Di
questo libro mi è piaciuto:
- Per quanto la trama sia piuttosto tradizionale e già vista è sempre una sicurezza di apprezzamento perché presenta tutti quegli aspetti che catturano l'attenzione, per giunta l'autrice è capace di realizzarli con grande bravura. Nella trama ci sono gli aspetti avventuroso (i viaggi per mare), quelli passionali, la buona ricostruzione storica, sia sulla situazione dell'Irlanda che sulle guerre tra Gran Bretagna e USA. C'è l'aspetto del forte contrasto tra gli eroi che su di me ha sempre una forte presa.
- Mi è piaciuto, tutto sommato, per quanto diabolico, il protagonista maschile perché è quell'eroe tormentato, crudele, il classico eroe alfa fino in fondo. Riesce ad essere adeguatamente spietato nella sua sete di vendetta. È vero che è un po' eccessivo con l'eroina, ma la sua costruzione psicologica è davvero approfondita e c'è spazio per scavare anche nei suoi pensieri. Forse pecca solo nel fatto che la sua redenzione finale sia un po' improvvisa ed estrema, ma è lo stesso credibile.
- Mi è molto piaciuto lo stile dell'autrice che conosciamo bene come bravissima e lo dimostra ancora una volta. Belle descrizioni, belle sezioni riflessive con un giusto spazio dato ai pensieri dei personaggi, molto ben fatti i dialoghi che ci danno l'immagine di personaggi quasi vivi e reali.
Libro
abbastanza consigliato e continueremo a seguire la serie De
Warenne.
E' uno dei pochi libri che ho perso di Brenda Joyce. Mi piace molto quest'autrice.
RispondiEliminaNon ti sei persa un libro fondamentale! Baci
RispondiElimina