TITOLO:
Prigioniera del conte
AUTRICE:
Helen
Dickson
TITOLO
ORIGINALE: Traitor
or Temptress
USCITA
ITALIANA: GRS 618 gennaio 2008
GIUDIZIO
PERSONALE: 3/5
Scozia,
1698
Da
tempo immemorabile il clan dei McBryde combatte contro quello dei
Monroe una sanguinosa faida a cui la giovane e sensibile Lorne cerca
invano il modo di sottrarsi. Iain Monroe, tuttavia, l'ha sempre
considerato responsabile della morte del fratello David e proprio per
questo lei è stata costretta a lasciare la sua casa e la sua
famiglia e cercare rifugio presso una parente che vive nei pressi di
York. Non appena ritorna in Scozia, sette anni dopo, la vendetta del
clan nemico si abbatte ineluttabile su di lei. Rapita nel cuore della
notte, viene tenuta prigioniera nel castello di Norwood da Iain. A
nulla valgono le accorate dichiarazioni di innocenza di Lorne:
l'orgoglioso conte non vuole ascoltarla... Perchè non può fidarsi
di lei e men che meno dei suoi magnifici occhi verdi, troppo
seducenti per essere sinceri!
Primo
libro della Dickson che leggo e, devo dire, che non lo considero
affatto male come esordio. È un classico romance scozzese tutto
incentrato sulle faide tra i clan. In questo caso, una famiglia delle
Highlands, i McBryde, contro una famiglia delle Lowlands, i Monroe, a
seguito dell'uccisione del giovane David Monroe. In realtà, il
ragazzo è stato trovato, ferito da una banda di razziatori, da Lorne
McBryde
che ha cercato, inutilmente, di curarlo. Quando il suo corpo viene
scoperto dalla famiglia della ragazza, il giovane viene ucciso e
quando arriva Iain
Monroe
trova solo il cadavere del fratello e si convince che la bambina sia
stata responsabile della sua sorte. Inorridita dalla faida, Lorne va
a vincere in Inghilterra dalla nonna, per tornare sei anni dopo
perchè i fratelli l'hanno findanzata al loro vicino. Iain
intercetta, però, il suo ritorno così che la rapisce in cambio
della resa della sua famiglia. La loro convivenza è difficile perchè
caratterizzata da un guazzabuglio di sentimenti: rancore, vendetta,
paura ma anche tanta attrazione. Sarà difficile per entrambi venire
a patti con questi, senza provare un profondo rimorso e un senso di
tradimento rispetto ai propri cari vivi e defunti.
Di questo libro mi è
piaciuto:
- Mi è piaciuta, in generale, la trama, ma quando c'è la Scozia di mezzo io sono proprio di parte perchè sono affascinata dalle storie di faide. In questo caso abbiamo anche la rivalità fra le più selvagge Highlands e le più accomodanti e vicine al potere inglese Lowlands. Chiaramente quando c'è di mezzo una faida, la storia d'amore è sempre impossibile ma, come sempre, la forza dell'amore ha la meglio. Non sarà una trama particolarmente originale, ma mi coinvolge sempre.
- Mi è piaciuto il ritmo veloce che l'autrice ha impresso alla storia, probabilmente ulteriormente accentuato dai tagli della traduzione. Il ritmo è incalzante, ma sospeso con equilibrio dalle riflessioni dei personaggi.
- Mi è piaciuto molto, come sempre avviene, il rapporto conflittuale tra i protagonisti. Mi piace quando inizialmente, come in questo caso, i protagonisti litigano e si punzecchiano, in questo caso sono separati da una guerra vera e propria. Forse non ci sono quelle scherzose ripicche che sono tra le mie preferite in assoluto, ma Iain ha quella giusta dose di dispotismo che lo rende molto interessante.
Non mi è piaciuto:
- Non mi sono piaciuti certi passaggi un po' troppo ingenui della trama. Sono dei punti della trama in cui una svolta, anche importante, avviene in maniera un po' troppo semplicistica, mentre andava sviluppata meglio. Ad esempio: l'immediatezza del rapimento senza colpo ferire, oppure la fuga di Lorne da Norwood, castello di Iain, anche se viene aiutata a fuggire questa scena occupa circa mezza pagina; ancora il matrimonio, che viene ordinato sì dal re Guglielmo ma non c'è nessun tentativo di opposizione, nessuna problematicità nell'accordarlo: la nonna di Lorne chiede al re e questi dispone... o ancora lo scioglimento finale con l'eliminazione del cattivo, poco influente, di questo libro e la pacificazione di tutti: di punto in bianco due clan rivali da anni si rappacificano. Un po' troppo facile.
- Non mi è piaciuto un certo pietismo di Lorne. Non è che sia una protagonista priva di orgoglio, tutt'altro e ogni tanto emerge, ma poi si lascia andare alla lacrima facile e alla sottomissione rispetto a Iain. No! Mi piacciono le eroine molto più risolute.
Nel complesso, una
lettura carina!
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