TITOLO:
Nell'antro della Sibilla
AUTRICE:
Michelle Styles
TITOLO
ORIGINALE: A Noble Captive
USCITA
ITALIANA: GRS 613, dicembre 2007
GIUDIZIO
PERSONALE: 3/5
Mar
Egeo, 75 a.C.
Catturato
da una nave pirata mentre veleggia sulla sua trireme lungo le coste
del Mediterraneo, il tribuno romano Marco Livio Tullio viene
condotto su un'isola a nord di Creta e tenuto prigioniero nel tempio
di Cibele, in attesa che giunga da Roma il riscatto. Il compito di
vigilare su di lui e sui pochi superstiti del naufragio è affidato
alla futura sacerdotessa della dea. La giovane, allevata fin da
bambina per assumere quel ruolo, sente però di non avere il
necessario dono della preveggenza e l'arrivo di Tullio, così diverso
dal conquistatore brutale e prepotente che immaginava, riaccende in
lui il desiderio di condurre la vita di una donna normale, con un
marito e dei figli. Ma innamorarsi di un romano, l'odiato nemico,
significherebbe tradire il suo popolo...
Questo
libro è una sorta di “Uccelli di Rovo” classico e invertito.
Ambientato nel I sec a.C. In un'isola greca, non ben specificata, del
mar Egeo dove si cura il culto della dea Cibele, racconta di una
futura sacerdotessa strappata al suo destino.
Nell'isola
dedicata a Cibele viene condotta dai pirati una trireme romana
catturata insieme al suo equipaggio. Presentatisi davanti alla
sacerdotessa il comandante romano Marco Livio Tullio pronuncia
la formula rituale di richiesta di protezione per cui il gruppo di
Romani viene accolto nel tempio, in attesa che arrivi il riscatto per
liberarli. La sacerdotessa mascherata è, invece, Elena, sua
nipote, destinata a succederle ma, al momento in difficoltà a causa
della malattia della zia e della sua paura nel gestire il tempio e il
culto della dea. Inoltre, ci sono numerose pressioni, da parte dei
pirati e della zia Zenobia, di mettere in difficoltà la sacerdotessa
e di spingere la ragazza a sostituirla. Con sua enorme sorpresa, di
fronte a tutti questi assilli, l'unica persona che sembra darle una
mano e un sostegno è proprio quel romano che vorrebbe tanto odiare.
L'attrazione che prova per lui, inoltre, mette in dubbio le sue
scelte per il futuro.
Di
questo libro mi sono piaciuti:
- La trama è piuttosto insolita: non è il solito romance, né, in particolare, il romance ambientato nel mondo antico. Non ci sono battaglie, combattimenti o personaggi storici prestati alla trama. Tutto, invece, è giocato attorno al dilemma che affligge la protagonista. Si toccano, inoltre, i temi dei culti iniziatici affidati a sacerdoti e indovini, molto spesso donne e quello dei pirati che infestavano ancora nel I secolo a.C. Il Mediterraneo e che creavano grandi difficoltà a Roma che aveva molte merci che arrivavano dall'Oriente.
- Da tutto ciò si evince che l'autrice ha studiato un po' di storia romana. Mi è piaciuto il fatto che abbia ricostruito il contesto storico in maniera abbastanza attendibile, non solo per quanto riguarda ambientazione e fatto storici, ma anche nei dettagli più minuti della vita quotidiana.
- È un libro che si legge con estrema velocità, è lineare e la scrittura è molto semplice e facilmente comprensibile, nonostante tratti temi probabilmente sconosciuti ai più.
Non
mi sono piaciuti:
- L'eroe è un po' carente, soprattutto rispetto all'eroina. Sicuramente a causa del suo stato di prigioniero / supplice non può permettersi grandi azioni, ma sembra una figura pallida, un “gladiatore” inconsistente che si sveglia un po' sul finale per salvare l'eroina.
- Non c'è nessun vero cattivo. C'è sullo sfondo la figura del perfido pirata Androcele che attacca le navi e quello di Zenobia che vuole mettere in forse l'autorità della Sibilla, ma non si vede bene qual è la loro minaccia. La loro sconfitta, poi, è straordinariamente semplice e veloce. Non fanno da contrappunto efficace agli eroi.
Non
è male come libro, lo consiglio soprattutto a chi ha passione per la
storia antica, per coloro a cui piacciono le eroine efficaci e i
romanzi basati sui disagi interiori che sui contrasti.
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