STIEG LARSSON: Uomini che
odiano le donne
Sono passati molti anni da
quando Harriet, nipote prediletta del potente industriale Henrik
Vanger, è scomparsa senza lasciare traccia. Da allora, ogni anno
l'invio di un dono anonimo riapre la vicenda, un rito che si ripete
puntuale e risveglia l'inquietudine di un enigma mai risolto.
Ormai molto vecchio, Henrik
Vanger decide di tentare per l'ultima volta di fare luce sul mistero
che ha segnato tutta la sua vita. L'incarico di cercare la verità è
affidato a Mikael Blomkvist: quarantenne di gran fascino, Blomkvist è
il giornalista di successo che guida la rivista Millennium,
specializzata in reportage di denuncia sulla corruzione e gli affari
loschi del mondo imprenditoriale. Sulle coste del Mar Baltico, con
l'aiuto di Lisbeth Salander, giovane e abilissima hacker,
indimenticabile protagonista femminile al suo fianco ribelle e
inquieta, Blomkvist indaga a fondo la storia della famiglia Vanger. E
più scava, più le scoperte sono spaventose.
Accolto al suo esordio come
una rivelazione, Stieg Larsson ha scritto un thriller che emoziona e
insieme un romanzo che, al di là dell'indagine serrata e dai colpi
di scena, contiene un messaggio sul nostro tempo. Un giallo che
all'azione e al dramma combina una storia molto umana e tragicamente
moderna.
Mi accingo a scrivere questa
recensione consapevole di non essere esperta del genere e,
probabilmente, di non riuscire a cogliere tutti gli elementi
necessari. Mi sono voluta cimentare in questa lettura perché tempo
fa avevo comprato questo libro, spinta dal successo che aveva avuto e
da tutti i commenti entusiasti che lo accompagnavano. Per essere un
romanzo che non appartiene esattamente al mio genere preferito, devo
dire che, tutto sommato, sono riuscita a leggerlo e a seguire la
vicenda, anche se de dire che non tutti i particolari mi erano
chiari, in maniera specifica quelli inerenti allo spionaggio
informatico e alle manovre finanziarie. Il libro è decisamente
complesso e già la sua lunghezza ci fa capire quanto l'autore abbia
voluto soffermarsi su molteplici particolari, alcuni utili per
ricostruire gli elementi fondamentali dei protagonisti.
La trama thriller è ben
condotta e io, che tra l'altro non sono un'esperta del genere, non
ero arrivata neanche minimamente vicina a capire la soluzione
dell'enigma, anche se man mano che procedevano le indagini si
familiarizzava con i vari personaggi ed esponenti dell'immensa
famiglia Vanger. L'autore ha ripreso il motivo classico delle grandi
famiglie economicamente potenti che racchiudono al loro interno un
terribile tarlo.
I due protagonisti sono
delineati molto bene. Devo ancora capire in cosa consista esattamente
il fascino di Mikael Blomkvist perché io me lo sono immaginato,
invece, come un intellettuale un po' nerd, ma invece è circondato da
donne che inesorabilmente conquista. Molto più interessante è la
figura di Lisbeth Salander: essa è molto ben caratterizzata sia
fisicamente che socialmente, economicamente, intellettualmente ma,
soprattutto psicologicamente ed è un personaggio che riserva sempre
sorprese. Io credo che tra i due, lei rubi decisamente la scena
all'altro.
Lo stile è abbastanza semplice
e lineare, credo che sia tipico un po' delle lingue scandinave che
sono piuttosto prive di orpelli, qui funziona ancora meglio perché
si costruisce una cronaca, a volte anche secca, dei fatti narrati.
L'ambientazione svedese era per me del tutto nuova e mi ha creato un
po' difficoltà immaginare questi contesti ambientali.
Tutto sommato mi ha lasciato la
curiosità di leggere il secondo libro della trilogia, e non credevo.