TITOLOLa
ragazza di Cracovia
AUTRICE:
Pam Jenoff
TITOLO
ORIGINALE: The Kommandant's Girl
USCITA
ITALIANA: GRS Special 81 novembre 2007
GIUDIZIO
PERSONALE: 3/5
In
una Cracovia sconvolta dall'occupazione nazista, Emma e Jacobs,
giovani ebrei, sono costretti a separarsi dopo poche settimane di
matrimonio. Lui si unisce alla resistenza mentre per lei inizia la
difficile vita del confinamento nel ghetto. Ma quando, nel cuore
della notte, viene fatta fuggire e portata da una parente cattolica
di Jacobs, Emma deve assumere una nuova identità – sotto il nome
di Anna Lipowski. La situazione già precaria si complica appena
conosce un alto ufficiale nazista, granitico e affascinante, che la
assume come sua assistente. Indotta dalla resistenza a sfruttare la
propria posizione per ottenere accesso a informazioni riservate, Emma
deve compromettere la propria sicurezza, e i propri voti nuziali, per
aiutare la causa di Jacob. E mentre le atrocità dell'Olocausto si
intensificano, si fa più intenso anche il rapporto di Emma con il
Kommandant. Del resto, questi sono tempi in cui le lealtà sono messe
alla prova. Tempi che esasperano fragilità ed eroismi umani, e in
cui le sfumature di grigio, tra il bianco e il nero, sono infinite...
Un
romanzo ambientato nella Polonia della seconda Guerra Mondiale, che è
anche una storia d'amore e coraggio. I dettagli storici sono precisi
ed evocativi, mentre la vicenda sentimentale struggente e
appassionata è di quelle che fanno rimanere ancorati alla lettura
fino all'ultima pagina.
Come
si può ben capire dalla trama, questo è un libro estremamente
drammatico ambientato nella Polonia devastata dall'occupazione
nazista.
La
protagonista è Emma, una giovane ebrea di Cracovia, appena
sposata con Jacob, quando la loro vita viene sconvolta dalla guerra.
Il marito, infatti, la lascia per unirsi alla resistenza. Emma, dopo
un periodo vissuto nel ghetto, viene fatta fuggire e portata da
Krysia, zia cattolica di Jacob. Da lei Emma acquisisce la nuova
identità di Anna e attira l'attenzione e l'interesse del
Kommandant nazista Georg Richwalder. Per aiutare la resistenza
Emma/Anna accetta di fargli da assistente personale e diventa la sua
amante in modo da poter accedere a informazioni riservate. Emma/Anna
accetta con difficoltà questo ruolo perchè comporta il tradimento
nei confronti del marito, ma soprattutto perchè la vicinanza con il
Kommandant scatena in lei sentimenti inattesi.
Questo
libro ha vari aspetti positivi ma non nego che ci sono stati anche
alcuni elementi che mi hanno disturbata.
Intanto
è innegabile la puntuale e ottima ricostruzione del contesto
storico: la guerra in Polonia, l'occupazione nazista, i
collaborazionisti, la resistenza ma soprattutto la difficilissima
condizione degli Ebrei che si andava sempre più aggravando. Si
capisce l'avvicinamento alla cosiddetta "Soluzione finale":
dal rinchiudere gli Ebrei nel ghetto, farli lavorare nei campi di
lavoro con delle esecuzioni sommarie, alla pianificazione dello
sterminio con l'apertura di Auschwitz.Questo tema è sempre molto
toccante e fa sviluppare nel lettore un moto di compassione e di
solidarietà per un popolo che ha subito uno dei più atroci crimini
contro l'umanità registrati dalla Storia.
A
questo aggiungerei l'ottimo stile dellì'autrice, capace di far
rivivere e di far partecipare il lettore a quel clima di paura, di
sospetto, di sotterfugio; con l'illuminanzione finale di una qualche
speranza per il futuro.
Non
nego, però, che la protagonista, a volte, può far saltare i nervi:
sicuramente l'ambiguità in cui è costretta a vivere non suscita
immediatamente la solidarietà del lettore. A onor del vero, trovo
che l'autrice abbia fatto una scelta coraggiosa nell'attribuirle
sentimenti anche per il comandante nazista. Allo stesso tempo non mi
pare convincente su quale misura di sentimenti provasse per il
marito e quale per l'amante. L'autrice ci vuole far capire che è una
donna scissa in due, così come sono due le sue identità, e ciascuna
di esse vive una vita dissociata dall'altra. Alla fine deve fare,
però, una scelta. Non bisogna, però, negare che al di là di questa
complessità psicologica, la protagonista risulta esasperante per la
sua incoscienza, la capacità di complicare le cose, aggravata dal
fatto che questo può comportare conseguenze sulle vite delle altre
persone.
Un
ultimo punto di disappunto è che non si trova un adeguato
coprotagonista: Jacob sparisce quasi subito e aleggia come un
fantasma, alla fine è quasi patetico nel ruolo di marito tradito la
cui condizione tutti conoscono tranne l'interessato. Dall'altra, il
Kommandant ha una personalità complessa e si intravede abbastanza,
ma è piuttosto stereotipato nel cliché del nazista immerso nel Male
che finge di non vedere ciò che ha sotto il naso. Il suo passato
tragico doveva, forse, essere meglio investigato.
Alla
fine di tutto ciò, però, mi sento di consigliare la lettura di
questo libro.
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