Francia, 1536.
Quando il delfino, Francesco di Valois, viene ucciso, la posizione di Caterina
de’ Medici a corte si complica. È la prima ad essere sospettata
dell’assassinio. Ma Francesco I, sovrano di Francia, crede alla sua innocenza e
anzi, la spinge a rafforzare la sua posizione in vista del momento in cui, al
fianco di Enrico II, dovrà regnare. Caterina si sente però debole, e non solo
perché il marito le preferisce l’amante, la bellissima e temibile Diana di
Poitiers, ma anche perché non riesce ad avere figli. Convinta di essere vittima
di una maledizione, incarica Raymond de Polignac, valoroso comandante dei
picchieri del re, di trovare Nostradamus, personaggio oscuro e inviso a molti,
ma noto per le sue abilità di astrologo e preveggente. Lui è l’unico che potrà
aiutarla a diventare madre. Fra intrighi di corte, tradimenti, umiliazioni e
soprusi, Caterina attende con tenacia, finché non darà alla luce il primo dei
suoi figli. Alla morte di Francesco I, quando la guerra di religione incombe,
Caterina, ormai regina, non esita a stringere alleanze pericolose, complici le
profezie di Nostradamus. La violenza scatenata dai cattolici contro i riformati
in seguito alla congiura di Amboise è solo l’inizio di un conflitto destinato a
culminare nella tragica notte di San Bartolomeo, quando le strade della capitale
si imporporeranno del sangue degli infedeli e Caterina, reggente di Francia
dopo la morte di Enrico II, perderà tutto ciò che ha amato…
Terzo, e doveva
essere ultimo, libro della trilogia dedicata ai Medici dall’autore padovano. Questo
si concentra sulla figura di Caterina de’ Medici, regina di Francia. Personaggio
molto discusso, una regina passata alla storia per la sua spietatezza: era una
regina straniera, mai particolarmente amata dai Francesi, e famigerata per aver
voluto lo sterminio degli ugonotti della Notte di S. Bartolomeo. A mio modesto
parere, il personaggio di Caterina non è ben delineato perché passa dall’essere
una vittima di un matrimonio infelice all’essere una regina spietata, senza far
capire al lettore come e quando sia avvenuta l’evoluzione. Viene spontaneo il
confronto con il personaggio del romanzo “La regina Margot” di Alexandre Dumas,
e il paragone è impietoso nei confronti di questa Caterina.