Firenze,
1469 Lorenzo de Medici sta vincendo il torneo in onore della sua sposa, Clarice
Orsini, appena giunta a Firenze per le nozze con l’uomo che diventerà il
Magnifico. Questo matrimonio non è un passo facile per Lorenzo: il suo cuore –
ne è convinto – appartiene e sempre apparterrà a Lucrezia Donati, donne di
straordinaria bellezza e fascino. Eppure asseconderà il volere della madre e
rafforzerà l’alleanza con una potente famiglia romana. Chiamato a governare la
città e ad accettare i costi e i compromessi della politica, divisa fra amore e
potere, Lorenzo sottovaluta i formidabili avversari che stanno tramando contro
di lui per strappargli la guida di Firenze. Girolamo Riario, nipote di papa
Sisto IV, dopo aver sobillato Jacopo e Francesco dei Pazzi, storici nemici
della famiglia de’ Medici, e stretto alleanza con Francesco Salviati,
arcivescovo di Pisa, concepisce una congiura il cui esito per Lorenzo sarà
terribile: il fratello Giuliano verrà brutalmente ucciso davanti ai suoi occhi.
E da quel momento si aprirà un periodo di violenza e vendetta da cui in pochi
si salveranno.
Secondo
volume della saga che Matteo Strukul ha dedicato alla storia dei medici e che
tanto successo ha avuto in tutto il mondo. Io non posso dire di aver
particolarmente apprezzato i primi due volume.
Come
si può facilmente intuire dal sottotitolo, protagonista di questo romanzo è un
giovane Lorenzo il Magnifico che dovrà rinsaldare il suo potere sulla città di
Firenze, a fronte di una forte opposizione. La sua vita privata è segnata da un
amore impossibile per Lucrezia Donati e un matrimonio obbligato con Clarice
Donati. Lorenzo manifesta già i suoi interessi artistici e filosofici che, in
parte, lasciano perplessi i suoi concittadini e danno il destro ai suoi nemici per attaccarlo. In particolare
la sua amicizia con il chiacchierato Leonardo Da Vinci gli può causare non
pochi problemi. Sullo sfondo si organizza la congiura dei Pazzi, quindi tra le
pagine di questo romanzo troviamo anche Francesco de’ Pazzi e Girolamo Riario,
nipote di papa Sisto IV. Nessuno di questi personaggi è abbastanza
caratterizzato, nessuno di loro rivive davvero tra queste pagine. Io non ho
assolutamente percepito la solitudine, i dubbi di Lorenzo; non ho percepito l’amicizia
che lo legava a Leonardo; non ho trovato la disperazione dell’amore proibito.
Non
apprezzo lo stile di questo autore (purtroppo ho comprato tutti i libri di
questa saga e, a questo punto, mi sento obbligata a leggerli). Trovo che, per
quanto affermi di avere come modello Dumas o, tra gli autori più recenti,
Vassalli ed Eco, le sue opere non abbiano quella profondità, quella precisa
ricostruzione del passato in tutti i suoi aspetti, quella caratterizzazione
precisa e vivida dei personaggi. Lo trovo, invece, estremamente banale nella
costruzione della trama, eccessivamente dedito alle scene di sesso, prive di
giustificazione, per dare al lettore medio quel pizzico di brivido che si
aspetta. Trovo, infine, del tutto inutili quelle sequenze didascaliche in cui
vuole spiegare al suo lettore cosa sia stato il Rinascimento italiano. Non metto
in dubbio che Strukul abbia condotto degli studi approfonditi per scrivere i
suoi libri, ma il risultato non è adeguato allo sforzo.
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