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nel 1850, La lettera scarlatta è uno dei più importanti romanzi
nordamericani dell’Ottocento. Nelle intenzioni dell’autore esso doveva
rappresentare al meglio lo spirito puritano dell’epoca coloniale americana. Nella
società puritana la libertà dell’individuo coincideva con il bene della
comunità, che doveva essere purificata da ogni elemento estraneo, considerato
al soldo di Satana. Per questa ragione le autorità imponevano stili di vita
improntati a un inflessibile rigore morale. E chi infrangeva gravemente le
regole poteva incorrere persino nella pena di morte. Nel libro, una giovane
sposa, amante del pastore Arthur Dummesdale, manifesta fisicamente i segni
della sua relazione extraconiugale con il predicatore. Nulla riesce a farla
confessare, nemmeno le minacce, e per questo viene schivata da tutti, e infine
condannata a portare sul petto una fiammante lettera A, che la additi allo
sguardo pubblico come un’adultera. Intorno a questa vicenda si dipana il
progressivo insinuarsi nei personaggi di un tormentato lavorio psichico, che li
spingerà, in taluni casi, sull’orlo della pazzia. Il libro è stato fonte di
ispirazione per numerose trasposizioni cinematografiche.
Hawthorne
è uno dei grandi maestri della letteratura americana. Ha una produzione
letteraria molto ampia ma io di lui conosco solo questo libro che avevo letto
tantissimi anni fa e che ho avuto modo di riprendere.
La
vicenda ruota attorno alle vicende di una piccola comunità di puritani nel New
England, intorno alla metà del XVII secolo. La vicenda ha una precisa
ricostruzione storica di un mondo che era regolato in modo talmente rigido e
con una precisa severità nei confronti di coloro che contravvenivano a queste
norme. Hester Prynne ha commesso il gravissimo errore di avere una relazione
extraconiugale, che ha dato come frutto una bambina. Per questo motivo è
condannata a tenere una lettera scarlatta A sul petto che lei ha prontamente
realizzato con un civettuolo regalo. Secondo me, Hester è un personaggio che
giganteggia su tutti gli altri. Nonostante venga additata come peccatrice lei
passa davanti a tutti a testa alta, anche se è vero che lei accetta il comune
sentire addossandosi il peso del peccato, ma sa sopravvivere al biasimo
generale. Dall’altra parte, il pastore Arthur Dimmesdale, a mio parere, non
riesce a starle alla pari. Innanzitutto si capisce da subito che lui è il
responsabile della caduta di Hester. Al di là della tenerezza che passono
suscitare i suoi sentimenti sinceri, la sua codardia non può far altro che
suscitare il biasimo del lettore. Il terzo lato del triangolo è dato dal dr
Chillingworth che nasconde l’identità del vero marito di Hester. Lui rappresenta
questa forza oscura e demoniaca, avrebbero detto i puritani del ‘600, che scava
un baratro nel cuore del pastore. Infine c’è la piccola Pearl, la bambina elfo,
che, a mio parere, rappresenta la libertà, quella forza vitale che sopravvive a
tutte le catene che la società impone.
Naturalmente
il tema fondamentale è una critica lucida e consapevole della società americana
delle origini che, inevitabilmente, ha conseguenze nella società del tempo di
Hawthorne. Questi integerrimi puritani bravi a puntare continuamente il dito e
che non vede l’assurdità delle proprie superstizioni. Hawthorne, evidentemente
figlio dell’illuminismo e del positivismo, non può far altro che ridere
amaramente dei suoi antenati e non solo. Ma soprattutto questi integerrimi
cittadini mostrano l’incapacità di accettare l’altro, il diverso.
La
scrittura di Hawthorne è indubbiamente ricca e complessa. In essa predomina il
tono ironico e l’uso della metafora continuata e prolungata. È un testo in cui
predominano le sequenze riflessive e necessita di una grande concentrazione.
Non
è un caso che questo testo sia un classico della letteratura americana. Si inscrive
nella tradizione dei romanzi storici in cui l’autore afferma di aver trovato un
manoscritto con questa storia. Una storia che appartiene al XVII secolo, ma che
Hawthorne riusciva a riferire al suo tempo e che, forse, noi dovremmo
immaginare come applicabile alla società americana, e non solo, dei nostri
giorni.
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