Sposati
da otto anni e intrappolati in un'esistenza banale, Michael a Gail
lottano disperatamente contro il naufragio del loro matrimonio. Un
giorno decidono di lasciare tutto e salpare verso le terre
inesplorate dell'emisfero australe, dove l'azzurro del cielo si
stempera nelle mille sfumature del blu dell'oceano. Nel lungo viaggio
verso la felicità i due portano solo la piccola scatola che un tempo
un vecchio libraio di Auckland donò loro, con la promessa di aprirla
in mare aperto. E presto si accorgono dello straordinario tesoro che
hanno tra le mani, l'insegnamento di tutti: il vero paradiso è
dentro di noi, se solo vogliamo vederlo.
Questo è il mio primo libro di
un autore a me totalmente sconosciuto. La storia è semplice e
complessa nello stesso tempo: parte da una coppia, Michael e Gail, in
piena crisi matrimoniale principalmente causata dai tanti impegni
lavorativi e dalla vita frenetica in generale che li assorbe. In
questa situazione, decidono di abbandonare tutto e di compiere un
viaggio che li possa portare a ritrovare loro stessi. Il viaggio è
legato anche ad eventi misteriosi, come una nave misteriosa che
sembra chiamarli, un libro costituito da pagine bianche che pian
piano di riempie di insegnamenti e frasi per loro importanti, e
incontri con uomini e donne che hanno fatto scelte di vita diverse da
quelle canoniche e che in qualche modo danno loro una via da seguire.
A tutto questo si aggiunge una natura che, a volte, sembra matrigna
ma che comunque li induce a confrontarsi con le proprie forze e che
alla fine li riconduce a casa.
L'idea di base è molto buona e
insolita per me. Purtroppo io ho trovato il tutto condotto in maniera
superficiale, forse anche un po' banale, e il libro infarcito di
frasi fatte e un po' banali. Non conosco abbastanza l'autore per dare
una valutazione complessiva, sembra avere pretese da dissertazione
filosofica sulla vita, non so se in altri contesti gli sia andata
meglio.
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