TITOLO:
Principe di spade
AUTRICE:
Anne Stuart
TITOLO
ORIGINALE: Prince of Swords
USCITA
ITALIANA: I Romanzi 807, aprile 2008
GIUDIZIO
PERSONALE: 3/5
PRESAGIO
DI SVENTURA O AUSPICIO DI PASSIONE?
Jessamine
Maitland legge i tarocchi e, notte dopo notte, predice il futuro nei
salotti di Londra. Finché un sera "scopre" l'identità del
Gatto, il temerario ladro che da mesi ruba gioielli e preziosi dalle
case più ricche della città: Alistair MacAlpin, conte di Glenshiel.
Intuendo di essere stato smascherato, Alistair vede una sola via
d'uscita: sedurre Jess...
Non
riesco a capire il motivo di tante recensioni entusiastiche attorno a
questo romanzo. Ho letto di persone che l'hanno adorato e hanno
iniziato a seguire l'autrice grazie a questo. Indubbiamente questo
libro indica il lavoro di un'autrice esperta, ma non credo di una che
avrebbe la capacità di fidelizzarmi. La storia riguarda l'ennesimo
ladro misterioso, stavolta denominato il Gatto per la sua capacità
di scomparire furtivamente, che ruba nelle case dei nobili. La novità
è che non si tratta di un altro Robin Hood che distribuisce ai
poveri quanto sottratto ai ricchi, ma che ruba per ricostruire il
proprio patrimonio. Si tratta dell'ennesimo famigerato libertino
Alistair MacAlpin conte di Glenshiel benvoluto e amato dal ton
per il suo fascino e la sua fama. I suoi interessi, però, si vengono
a scontrare con le capacità profetiche di Jessamine Maitland
che sono già state più volte utilizzate per assicurare alla
giustizia dei criminali più o meno pericolosi. Anche Jessamine ha
urgente necessità di soldi per mantenere la famiglia e assicurare il
debutto in Società alla bellissima sorella Fleur. Si è messa al
servizio di un losco poliziotto, Josiah Clegg, a cui rivela i nomi
dei criminali. Quando capisce chi è il Gatto, però, non riesce a
rivelarne il nome a quell'essere abietto. Da parte sua, Alistair
capisce di essere stato smascherato e cerca di assicurarsi la lealtà
di Jessamine con le armi della seduzione.
Di
questo libro NON mi è piaciuto:
- Alistair, il tanto menzionato e decantato protagonista, non mi ha assolutamente incantata. Non emergono, a mio avviso, a sufficienza quelle caratteristiche di libertinaggio, di mascalzoneria che dovrebbero distinguerlo. Non posso dire che sia un cattivo personaggio ma l'ho visto come qualcosa di solo abbozzato che non riesce ad essere né carne né pesce. Motivo per cui alla fine non si nota in lui una particolare evoluzione. Sì, in fondo alla fine del romanzo, decide di cambiare vita, ma in fondo questo proposito era presente in lui già dall'inizio, non voleva certo fare il ladro per tutta la vita. Non l'ho trovato abbastanza libertino: non c'è nel libro particolari riferimenti ad amanti o altro e con la stessa Jessamine è fin troppo rispettoso. Quale fascino perverso dovrebbe esercitare questo personaggio?
- Jessamine, può essere interessante come donna forte, che sostiene da sola sulle sue spalle il peso della famiglia; che ha questo potere intrigante di leggere il futuro nelle carte. Ma tutto ciò che di buono poteva esserci in lei si va a scontrare con una stupidità testarda nell'inseguire e nel proteggere Alistair anche laddove lui continua a trattarla freddamente o ad esporla a pericoli. Mi sembra che abbia un atteggiamento troppo remissivo e per nulla orgoglioso che non mi è affatto piaciuto.
Di
questo libro mi è piaciuto:
- La trama in generale è sempre molto accattivante perché contiene in sé sia il mistero che il pericolo che l'azione. Il motivo delle identità nascoste è sempre intrigante. Ho trovato che la trama sia decollata non dall'inizio, che ho trovato un po' lento, ma dalla partenza dei protagonisti per la festa in campagna, dove la forzata convivenza costringe a incontri e scontri continui e quando il Gatto mette sempre più spesso Jessamine in pericolo.
- Ho trovato piacevole costruire due storie in parallelo: mentre Jess si innamora del ladro, sua sorella Fleur si innamora del giovane poliziotto di umili origini: Robert Brennan. E anche se Jess vorrebbe proteggere sempre sua sorella, in realtà Fleur dimostra di saper prendere le proprie decisioni da sola. Entrambe le sorelle, però, sono più masochiste nella scelta degli uomini e si costringono a soffrire un bel po' per colpa dei loro compagni. La trama secondaria, però, rischia di offuscare un po' quella principale.
- Mi è piaciuto molto il tono ironico esercitato dall'autrice, soprattutto sul personaggio di Alistair e, anzi, avrei calcato un po' più la mano su questo punto di vista perché é proprio in quei momenti che il personaggio prende un po' più di vita.
Nella
media, nulla di eccezionale.
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