domenica 7 marzo 2021

JOHN NIVEN: A volte ritorno, Einaudi

 

Dopo una settimana di vacanza che sarebbero cinque secoli di tempo terrestre, Dio torna in ufficio, ancora col cappello di paglia e la camicia a quadri. Era andato in vacanza, a pescare, in pieno Rinascimento, quando i terrestri scoprivano un continente alla settimana, e sembrava andasse tutto a gonfie vele. Al suo ritorno, però, il quadro che gli fanno i suoi ha del catastrofico: il pianeta ridotto a un immondezzaio, genocidi come se piovesse, preti che molestano i bambini… “Che caxxo sta succedendo sulla Terra?” Dio non è solo ultradepresso, è anche furibondo. L’unica soluzione, pensa, è rispedire sulla Terra quello strafatto di suo figlio. – Sei sicuro sia una buona idea? – gli chiede Gesù. – Non ti ricordi cosa è successo l’altra volta? – Ma Dio è irremovibile. Così Gesù Cristo piomba a New York, tra sballoni e drip out di ogni tipo. E cerca, come può, di dare una mano agli sfigati della Terra. Il ragazzo non sa fare niente, eccetto suonare la chitarra. E riesce a finire in un programma di talenti alla TV. Un gran bel modo per far arrivare il suo messaggio a un sacco di gente. Ma, come già in passato, anche oggi chi sta dalla parte dei marginali non è propriamente  ben visto dalle autorità. Dissacrante e provocatorio, A volte ritorno demolisce con incontenibile ironia l’intero spettro delle malefatte umane, senza risparmiare santi, profeti e abitanti del paradiso… perché, in fondo, tutto quello che Dio aveva intenzione di consigliarci era un semplicissimo “Fate i bravi”.

Questo è il mio primo libro di John Niven, scrittore scozzese, che ha un passato nel settore dell’industria discografica e che poi ha riversato questa sua esperienza anche nel suo lavoro letterario. Sono partita da questo libro perché ne avevo  sentito molto parlare e del quale era stato decantato lo stile esilarante.

Il libro è animato da una serie di personaggi, ognuno dalla spiccata personalità. È particolare parlare di Dio o di Gesù come personaggi letterari ma questo è e le loro personalità sono indubbiamente forti e spiazzanti. Poi ci sono diversi personaggi, più o meno noti, che animano sia l’altro che questo mondo. Così come il personaggio evangelico, anche questo è attorniato da una cerchia di discepoli, scelti tra disperati come ex drogati, alcolizzati, prostitute…

I temi che si possono affrontare sono moltissimi: tutto ruota attorno al decadimento morale degli uomini negli ultimi quattro secoli ma che, soprattutto nel XX secolo è arrivato all’apice. Quali sono i nuovi peccati dell’uomo? Tutto ruota attorno al mancato rispetto degli altri e dell’ambiente che ci è stato dato; a dove l’egoismo e la superbia dell’uomo ha portato il genere umano. Il tutto viene declinato attraverso la figura del produttore capace di calpestare chiunque per il proprio tornaconto; oppure quel pastore che ritiene di avere la verità nelle sue mani e che invece con ogni suo parola e gesto smentisce il suo ruolo.

Lo stile è molto particolare: è indubbiamente veloce, visivo. Sembra quasi di avere di fronte il copione di un film. Prevalgono quindi i dialoghi che sono molto realistici. Il lessico forse può risultare eccessivo, o urtante, per chi si sente spiazzato nel leggere Dio o Gesù esprimersi in una determinata maniera. Non è forse uno stile altamente letterario, ma io l’ho trovato piacevole. L’ironia e la satira è il tono dominante e, attraverso di loro, l’autore ci suggerisce delle riflessioni decisamente originali. Quello che ho notato  è che il divertimento è esplosivo all’inizio, forse proprio per quel senso di spiazzamento che crea, ma poi si attenua nel corso dell’opera, sia perché il divertimento cede il posto a un po’ di amarezza e forse anche perché il lettore si abitua a quel determinato tono.

Mi è piaciuto? Decisamente sì. È stata una lettura insolita, sto esplorando territori per me nuovi, ma totalmente piacevoli da indurmi a cercare le altre opere di questo autore.


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