domenica 21 febbraio 2021

AA. VV. Le nuove Eroidi

 

Poco più di duemila anni fa Ovidio scrisse una raccolta di lettere poetiche straordinariamente moderna e originale: le Eroidi, una serie di epistole in versi in cui le eroine del mito si rivolgevano ai loro (generalmente non irreprensibili)mariti e compagni, rovesciando il tradizionale  punto di vista maschile sulle storie raccontate.

Oggi otto tra le più importanti scrittrici nate negli anni Settanta reinterpretano il classico di Ovidio con assoluta libertà, giocando in modo innovativo e appassionante con i miti originali.

Così Antonella Lattanzi ci fa assistere al processo in cui è coinvolta Fedra, incontriamo una nuova Medea in Maremma raccontata da Teresa Ciabatti, partecipiamo al dramma di Ero e Leandro, in fuga dal loro paese su un barcone nel Mediterraneo, nelle parole di Ilaria Bernardini. E ancora Veronica Raimo ci mostra Laodamia impegnata in una chat erotica con il fantasma di Protesilao, Caterina Bonvicini ci fa conoscere una Penelope che si è imbarcata per mare e salva rifugiati mentre Ulisse lo attende a Itaca, Chiara Valerio torna all’epoca del mito e reinventa il dramma di Deianira, fornendo una spiegazione nuova agli eventi che provocarono la follia di Ercole. Valeria Parrella, invece, sposa il punto di vista di Didone, in una lunga e crudele invettiva contro il pavido Enea, colpevole verso le leggi dell’amore. Michela Murgia, infine, dà voce a Elena, perché “quando bellezza e guerra diventano sinonimi, non c’è più differenza tra ammirare e prendere di mira”.

Un libro che parte dall’attualità del mito e mette al centro la prospettiva femminile, con una breve collezione di storie intense e universali, sospese tra modernità ed eternità, realizzate da otto scrittrici eccezionali.

Sono presenti in questa piccola antologia alcune autrici del panorama italiano che io non conoscevo e di cui non avevo ancora letto nulla, con mio grande rammarico.

Si tratta di una raccolta di racconti che reinterpretano e attualizzano le storie delle Eroidi, eroine del mito classico, a cui aveva dato voce Ovidio. Alcuni di questi racconti hanno, secondo me, un po’ banalizzato il significato del racconto originale, o non lo hanno reinterpretato in maniera convincente.

Tutti questi racconti sono accomunati dal dare una nuova voce, moderna, alle donne del mito. Alcune di loro sono state accostate a tematiche quali la condizione dei profughi e questo, secondo me, ben si presta al mito in cui il tema dello straniero e dell’accoglienza era molto presente. Per il resto, i miti sono usati per parlare dell’interiorità delle donne, dei loro pensieri e delle loro aspirazioni.

Lo stile è naturalmente vario, a seconda delle caratteristiche delle autrici. Ne ho trovata qualcuna decisamente piatta. Ho trovato interessante il racconto di Ilaria Bernardini, autrice che vorrei continuare a leggere; Teresa Ciabatti (che purtroppo non conosco ancora) si è confermata la grande maestra che tutti descrivono; mi è piaciuta tantissimo la reinterpretazione di Laodamia fatta da Veronica Raimo, proprio per la sua crudezza e, naturalmente la grande maestra Michela Murgia e la sua Elena che guarda dall’alto verso il basso gli uomini della sua vita.

Mi è piaciuto? Il mio giudizio è altalenante. Alcuni racconti non mi hanno convinta per niente, mi sono sembrati dei compitini portati a casa; altri si capisce che sono frutto di un lavoro onesto, un gioco letterario; altri racconti ti danno davvero un pugno allo stomaco.

In genera trovo questa una buona operazione, che aiuta ulteriormente a diffondere o a incuriosire il pubblico sulla conoscenza della cultura classica.


2 commenti:

  1. Pensa che proprio quest'estate ho riletto il classico originale. Prima o poi leggerò anche questo, vediamo che cosa salta fuori...

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  2. Questo non è paragonabile al capolavoro classico, ma può essere a tratti piacevole

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