Poco
più di duemila anni fa Ovidio scrisse una raccolta di lettere poetiche
straordinariamente moderna e originale: le Eroidi, una serie di epistole
in versi in cui le eroine del mito si rivolgevano ai loro (generalmente non
irreprensibili)mariti e compagni, rovesciando il tradizionale punto di vista maschile sulle storie
raccontate.
Oggi
otto tra le più importanti scrittrici nate negli anni Settanta reinterpretano
il classico di Ovidio con assoluta libertà, giocando in modo innovativo e
appassionante con i miti originali.
Così
Antonella Lattanzi ci fa assistere al processo in cui è coinvolta Fedra,
incontriamo una nuova Medea in Maremma raccontata da Teresa Ciabatti,
partecipiamo al dramma di Ero e Leandro, in fuga dal loro paese su un barcone
nel Mediterraneo, nelle parole di Ilaria Bernardini. E ancora Veronica Raimo ci
mostra Laodamia impegnata in una chat erotica con il fantasma di Protesilao,
Caterina Bonvicini ci fa conoscere una Penelope che si è imbarcata per mare e
salva rifugiati mentre Ulisse lo attende a Itaca, Chiara Valerio torna all’epoca
del mito e reinventa il dramma di Deianira, fornendo una spiegazione nuova agli
eventi che provocarono la follia di Ercole. Valeria Parrella, invece, sposa il
punto di vista di Didone, in una lunga e crudele invettiva contro il pavido
Enea, colpevole verso le leggi dell’amore. Michela Murgia, infine, dà voce a
Elena, perché “quando bellezza e guerra diventano sinonimi, non c’è più
differenza tra ammirare e prendere di mira”.
Un
libro che parte dall’attualità del mito e mette al centro la prospettiva
femminile, con una breve collezione di storie intense e universali, sospese tra
modernità ed eternità, realizzate da otto scrittrici eccezionali.
Sono
presenti in questa piccola antologia alcune autrici del panorama italiano che
io non conoscevo e di cui non avevo ancora letto nulla, con mio grande
rammarico.
Si
tratta di una raccolta di racconti che reinterpretano e attualizzano le storie
delle Eroidi, eroine del mito classico, a cui aveva dato voce Ovidio. Alcuni di
questi racconti hanno, secondo me, un po’ banalizzato il significato del
racconto originale, o non lo hanno reinterpretato in maniera convincente.
Tutti
questi racconti sono accomunati dal dare una nuova voce, moderna, alle donne
del mito. Alcune di loro sono state accostate a tematiche quali la condizione
dei profughi e questo, secondo me, ben si presta al mito in cui il tema dello
straniero e dell’accoglienza era molto presente. Per il resto, i miti sono
usati per parlare dell’interiorità delle donne, dei loro pensieri e delle loro
aspirazioni.
Lo
stile è naturalmente vario, a seconda delle caratteristiche delle autrici. Ne ho
trovata qualcuna decisamente piatta. Ho trovato interessante il racconto di
Ilaria Bernardini, autrice che vorrei continuare a leggere; Teresa Ciabatti
(che purtroppo non conosco ancora) si è confermata la grande maestra che tutti
descrivono; mi è piaciuta tantissimo la reinterpretazione di Laodamia fatta da
Veronica Raimo, proprio per la sua crudezza e, naturalmente la grande maestra
Michela Murgia e la sua Elena che guarda dall’alto verso il basso gli uomini
della sua vita.
Mi
è piaciuto? Il mio giudizio è altalenante. Alcuni racconti non mi hanno
convinta per niente, mi sono sembrati dei compitini portati a casa; altri si
capisce che sono frutto di un lavoro onesto, un gioco letterario; altri racconti
ti danno davvero un pugno allo stomaco.
In
genera trovo questa una buona operazione, che aiuta ulteriormente a diffondere
o a incuriosire il pubblico sulla conoscenza della cultura classica.
Pensa che proprio quest'estate ho riletto il classico originale. Prima o poi leggerò anche questo, vediamo che cosa salta fuori...
RispondiEliminaQuesto non è paragonabile al capolavoro classico, ma può essere a tratti piacevole
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