Claire Fraser, l’affascinante
viaggiatrice nel tempo protagonista della serie Outlander, si è ormai abituata
alla vita dell’America nel Settecento e assiste con animo consapevole ai rivolgimenti
che porteranno alla nascita degli Stati Uniti, anche se, nel 1778, agli occhi
dei contemporanei, la situazione è ormai incerta. Washington ha costretto gli
inglesi ad abbandonare Philadelphia e incomincia a profilarsi l’indipendenza
delle colonie, ma l’elemento veramente rivoluzionario nella vita di Claire è il
ritorno dell’adorato marito Jamie, dato per morto, il quale scopre che Claire
si è nel frattempo risposata con Lord John Grey, il suo più caro amico…
Intanto nella Scozia del
Ventesimo secolo, la figlia di Claire, Brianna, è disperata perché il
primogenito Jem è stato rapito da un individuo determinato a scoprire il
mistero del cerchio di pietre che fa viaggiare nel tempo. Il marito Roger si
avventura nel passato alla disperata ricerca di Jem, senza sospettare che il
bambino in realtà è più vicino nel tempo di quanto non creda…
Ancora una volta Diana
Gabaldon ci conduce mirabilmente nelle avventure di Claire e Jamie, la cui
passione supera i confini del tempo, in un nuovo, travolgente episodio della
saga bestseller internazionale.
Questo
è il volume che dà inizio all’ultimo libro, pubblicato in Italia, della serie
Outlander. Devo confessare che spero che non ci siano altre uscite perché siamo
arrivate, secondo me, al limite. Pur essendo ambientato in un periodo che può
dare molti spunti, stiamo assistendo ad alcuni episodi della Guerra d’Indipendenza
Americana, credo che a Jamie e Claire siano davvero accadute troppe cose. La
trama ha subito delle svolte eccessive, al di là dell’incredibile, pur essendo
io consapevole che lo spunto iniziale della trama era già incredibile. È come
se l’autrice, ad ogni nuovo volume, stia forzando sempre di più la situazione.
Il
ritmo è, come al solito, lento. I lunghi preparativi per le battaglie e l’attenzione
al minimo particolare sono diventati, a mio parere, esasperanti.
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