TITOLO:
Il sapore del paradiso
AUTRICE:
Connie Mason
TITOLO
ORIGINALE: A Taste of Paradise
USCITA
ITALIANA: GRS 633, maggio 2008
GIUDIZIO
PERSONALE: 1/5
Inghilterra
– Giamaica, 1831
Per
sfuggire a uno dei numerosi creditori del fratello che la molesta,
una sera Sophie Carlisle si nasconde su una nave ancorata nel porto
di Londra, pensando di scendere a terra inosservata la mattina
seguente. Al risveglio, però, scopre che la nave è ormai in mare
aperto e, come se non bastasse, al timone rivede Christian Radcliff,
l'uomo che sette anni prima, dopo essersi battuto in duello per lei e
aver ucciso il rivale, aveva preferito imbarcarsi piuttosto che
sposarla e affrontare lo scandalo suscitato da quel drammatico
epilogo. Ma durante la lunga traversata verso i Caraibi, nelle
tiepide notti rischiarate dalla luna, il doloroso passato sembra così
lontano che per Sophie è facile cedere all'antica passione.
Soprattutto quando il bacio del suo capitano ha il sapore del
paradiso.
Ancora
una volta questa autrice non mi è piaciuta affatto, neanche un poco.
Ma devo davvero risolvere a non comprare più nulla di suo.
La
trama è la solita storia, ambientata nelle Indie occidentali con il
proprietario di una piantagione, in questo caso di canna da zucchero.
Come al solito c'è un lui cattivissimo e spietato con una lei
sprovveduta che deve scontare una terribile colpa del suo passato.
Nel caso di Sophia Carlisle ha provocato un duello tra
Christian Radcliff e il suo migliore amico, Desmond, causando
la morte di quest'ultimo. Dopo ciò lei e Christian non si sono
sposati. Ora, a sette anni di distanza, lei deve sfuggire ai
tentativi del fratellastro indebitato di venderla al miglior
offerente. Si nasconde proprio nella nave di Christian che la porta
con sé in Giamaica.
Di
questo libro NON mi è piaciuto:
- Christian è il solito protagonista maschile della Mason che più che un uomo alfa è un uomo dispotico e assurdo che accusa Sophia di qualsiasi cosa, senza avere né una precisa prova, né una precisa motivazione. Per lo meno del passato si intuisce che Sophia avrebbe incoraggiato Christian per poi fidanzarsi con Desmond e la cosa sarebbe finita col duello. Nemmeno per un secondo gli viene il dubbio che le cose siano più complicate di quanto pensa. Passano gli anni e nonostante capisca che la ragazza non ha fatto altro che restare chiusa nella casa in campagna continua a considerarla una poco di buono e la tratta inspiegabilmente male.
- Sophia è altrettanto inutile e inspiegabile come protagonista. È una figura pallida che si colloca a metà tra la ribellione mai perfettamente riuscita, capricci assurdi e un atteggiamento supino. È una macedonia di tutto questo, senza che nulla le riesca: si intestardisce a fare qualcosa e poi non le riesce mai ed è sempre sballottata qua e là per volontà altrui.
- La storia d'amore in sé è totalmente incredibile perché non ha una premessa chiara: non si capisce la portata e la profondità del sentimento che avevano da ragazzi. Non ho neanche una chiara evoluzione nel corso del libro: i due non fanno altro che litigare per poi scoprirsi disperatamente innamorati.
- Non mi è piaciuto lo stile dell'autrice. In sostanza, prevalgono i dialoghi, manca la descrizione o la narrazione. Infatti le scene sono molto vivaci ma non fanno capire, o comunque, non consentono di approfondire il carattere dei personaggi. È tutto troppo esteriore, non c'è introspezione. Secondo me contribuisce a non presentare al meglio la storia in questione.
Di
questo libro mi è piaciuto:
- Posso dire di aver abbastanza apprezzato l'ambientazione esotica che trascinava con sé il tema dello schiavismo. Questo era un aspetto che, anche se non è originale e lo abbiamo già visto in altri libri, poteva essere interessante e andava analizzata un po' meglio e bisognava dargli più spazio.
Davvero
pessimo!
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