martedì 18 marzo 2014

VALERIO MASSIMO MANFREDI: Lo scudo di Talos

Talos, lo storpio, è cresciuto tra gli Iloti. Pastore tra i pastori. Brithos, l'intrepido, è stato allevato per essere guerriero. Nobile tra i nobili. Due fratelli separati in nome della legge più crudele di Sparta. Ma per vie tortuose il fato li riavvicina, li schiera fianco a fianco nella lotta contro gli invasori persiani. Atene e Sparta, la gloriosa vittoria di Maratona e l'eroico sacrificio delle Termopili: la grande storia dei greci fa da cornice a una splendida e tormentata storia familiare. Un romanzo di passioni politiche e di affetti, di coraggio e di avventura. Un libro per rivivere il tempo degli dei e degli eroi.
Questo è il romanzo che Valerio Massimo Manfredi, noto archeologo e divulgatore, ha dedicato alla città di Sparta e al periodo delle due Guerre Persiane. Al centro c'è la figura di Talos / Kleomenides, uno spartiata nato zoppo e per questo abbandonato dai suoi genitori, come era legge presso Sparta. Il bambino viene trovato da un pastore, salvato e cresciuto tra gli Iloti. Crescendo Talos viene investito da un compito di difesa e lotta per il proprio popolo e per questo si esercita e impara a lottare. Crescendo la sua vita si intreccia a quello dei due popoli a cui appartiene, gli Iloti e gli Spartiati, e alle vicende principali del periodo che sono le due guerre persiane.
Stranamente, non avevo ancora mai letto nulla di Manfredi, ma ho trovato che fosse giunto il momento di superare questo limite. Devo dire che il libro è molto bello e si presta a diverse interpretazioni. Tranquillizzo che il libro si possa leggere tranquillamente anche se non si hanno conoscenze approfondite di storia greca, anche se non nego che cogliere alcune sfumature in più.
Il periodo preso in questione è molto tormentato perché ricco di guerre, ma soprattutto con pericoli incombenti che avrebbero potuto annientare la civiltà greca. Talos rappresenta molte cose: colui in cui si sommano le aspettative e le speranze di due popoli, quindi anche un messaggio di convivenza, di tolleranza e accoglienza. Rappresenta colui che riesce a superare i limiti della sua disabilità e che riesce ad arrivare all'eccellenza, nonostante tutto.
Che dire dello stile dell'autore? Francamente, non mi aspettavo che risultasse così coinvolgente nella lettura, nonostante una scrittura sempre corretta, estremamente precisa e una lingua molto bella e varia. Mi ero aspettata uno stile un tantino più didascalico, forse perché lo conosco come docente universitario, invece è riuscito a trasmettere con estrema precisione una ricostruzione estremamente attenta del periodo in tutti i suoi aspetti, sia politico che sociale che economico che culturale senza risultare pesante e noioso.
Consigliatissimo per chi vuole conoscere la Grecia del V secolo.

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