mercoledì 30 ottobre 2013

LOIS GREIMAN: La tentazione del lupo

TITOLO: La tentazione del lupo
AUTRICE: Lois Greiman
TITOLO ORIGINALE: Tempting the Wolf
USCITA ITALIANA: RM Mystere 38, aprile 2008
GIUDIZIO PERSONALE: 1/5
O'Banyon ama le donne e le donne amano lui. Da molto tempo. Troppo tempo. Portatore di un'ancestrale maledizione, è più lupo che uomo. E la sola a intuirlo sembra Antoinette Desbonnet, l'affascinante Contessa di Colline, l'unica donna che cerca di sfuggirgli e anche l'unica che lui desidera davvero. Quello che O'Banyon non immagina è che il loro amore può significare la salvezza per entrambi. O la dannazione eterna.
Questo è il terzo libro che è stato pubblicato in Italia di questa autrice e sono stati uno peggiore dell'altro, per fortuna pare che abbiano desistito e ora è da un po' che non viene più proposta in Italia, e speriamo continui così. Anche questo libro è del tutto insopportabile, una trama totalmente sconclusionata, per me assolutamente impossibile da capire e da spiegare. È stato un miracolo che sia riuscito a finirlo.
Nairn O'Banyon è un soldato irlandese medievale che ha subito una trasformazione in licantropo, in seguito a una maledizione. Per secoli si è trasformato in una statua finché nel precedente libro, Passione barbara, lui e il suo amico Hiltsglen sono stati liberati. Ora si trova a Londra e dispiega il suo fascino tra le signore del bel mondo fino a quando la sua attenzione viene attratta da una dama vestita di bianco. Lei è Antoinette Desbonnet Contessa di Colline, una donna misteriosa, sempre vestita di bianco, che non tocca mai nessuno, che si copre sempre e che sembra circondata dalla morte.
Di questo libro NON mi è piaciuto:
  • La trama è terribile e del tutto incomprensibile. Dopo un centinaio di pagine non era successo praticamente nulla di rilevante e mi ritrovavo a pensare che non ci stavo capendo nulla. C'è O'Banyon che insegna Antoinette e lei che sfugge, non si sa per quale motivo; poi entrambi si punzecchiano.
  • Non ho trovato da nessuna parte una storia d'amore tra i due: ogni tanto c'è un certo sfogo di passione, ma nulla più. Troppi i segreti, troppe le bugie tra di loro. Non c'è nessuna comunicazione, né condivisione e non si capisce per quale motivo i due dovrebbero essere innamorati.
  • Antoinette
  • O'Banyon, entrambi i personaggi principali non mi sono piaciuti per nulla perché non li ho trovati né veritieri, né verosimili, né affascinanti, né coinvolgenti. Sono delle sagome del tutto artificiose senza alcuno spessore psicologico. O'Banyon è vagamente tormentato, ma neanche tanto, della sua maledizione, secondo me più che altro perché non riesce ad avere un rapporto sessuale con una donna senza trasformarsi. Antoinette è decisamente più tormentata perché, si scopre alla fine ma lo rivelo, tanto è un libro pubblicato parecchio tempo fa, è una strega e le persone che lei tocca finiscono per morire. Alla fine la maledizione che la perseguita da anni si risolve con una banalità. Ad esempio, la sua amica che si è indebolita e sembra sul punto di morire dopo che lei l'aveva toccata, in realtà è incinta, cosa che era assai facilmente intuibile.
Di questo libro mi è piaciuto:
  • Molto alla lontana, mi è piaciuta una certa atmosfera di mistero che l'autrice è riuscita a costruire. Certo, spesso il mistero confina con l'incomprensibile.
Orrendo!

SERIE UOMINI DELLE NEBBIE

  • PASSIONE BARBARA
  • LA TENTAZIONE DEL LUPO
  • BEWITCHING THE HIGHLANDER

mercoledì 23 ottobre 2013

JILL BARNETT: Magia di un desiderio

TITOLO: Magia di un desiderio
AUTRICE: Jill Barnett
TITOLO ORIGINALE: Imagine
USCITA ITALIANA: I Romanzi Mystere 37, aprile 2008
GIUDIZIO PERSONALE: 5/5
Dopo anni di prigione per un omicidio mai commesso, Hank Wyatt ha imparato a sopravvivere. Questa però non sa se riuscirà a reggere. Hank infatti si ritrova naufrago su un'isola deserta, con tre orfanelli, un genio in una lampada e una splendida bionda. Per Maggie Smith, intraprendente avvocato di San Francisco, la vacanza nei mari del Sud si è trasformata in una convivenza forzata con l'uomo più arrogante che abbia mai incontrato. Ma al tempo stesso anche il più affascinante...
Jill Barnett è un'autrice che ho già avuto modo di leggere e di apprezzare in passato, ma questa volta avevo approcciato questo romanzo con un certo pregiudizio, in quanto alcuni elementi della trama mi sembravano troppo assurdi. Invece, devo dire che, nonostante la stranezza di alcuni elementi, questo libro mi è piaciuto molto.
Si ritrovano vittime di una violenta tempesta e di un naufragio Henry James Wyatt, appena evaso dal carcere dove era rinchiuso con un'accusa di omicidio, e Margaret Huntington Smith, giovane e brillante avvocatessa, bisognosa di una lunga vacanza. Invece, i due si ritrovano su un'isola deserta insieme a tre bambini, Lydia, Theodore e Annabelle, rimasti orfani, una capra e un genio in una bottiglia disposto a concedere 3 desideri al piccolo Theo.
All'inizio la convivenza tra i due sembra davvero impossibile: Hank è totalmente insofferente alla presenza dei bambini e dell'avvocato (categoria a cui è allergico), non trova affatto male essere isolato ed essersi lasciato alle spalle i suoi problemi. Maggie è totalmente impreparata a prendersi cura dei bambini e a comportarsi come una perfetta madre di famiglia, provocando l'irritata reazione di Hank.
Di questo libro mi è piaciuto:
  • La trama, che ho trovato originale. Per quanto abbia dei contenuti incredibili e piuttosto stereotipati, vedi il genio nella lampada arredata, vestito da genio, sembrava appena uscito da “Strega per amore”, il risultato è totalmente piacevole. La trama è originale perché per me è la prima volta che leggo di una coppia perdutasi in un'isola deserta. Inoltre possiede l'elemento, sempre piacevole, della coppia di opposti che si scontrano e che nella lotta scopre la passione.
  • Margaret è un bel personaggio: è una donna istruita, indipendente, il cui padre ha saputo alimentare in lei il desiderio di indipendenza. Crede assolutamente nella giustizia e ha fatto di lei il valore centrale della propria esistenza. Per questo, per lei è difficile accettare il terribile errore di cui è stato vittima Hank. Ma non dimentichiamo che è proprio lei a spingere Hank ad affrontare la giustizia e a proclamare i suoi diritti. È anche un personaggio comico nei suoi disperati tentativi di cucinare qualcosa, destinati a terribile e pericolosi fallimenti.
  • Il personaggio più complesso è sicuramente Hank perché è un uomo che ha effettivamente molto sofferto e sopportato. Già da bambino ha perso i genitori, è stato in orfanotrofio, ha passato l'adolescenza da ladruncolo. Quando sembra aver trovato nello sport la sua possibilità di riscatto, ecco che tutto crolla e viene ingiustamente accusato. Avrebbe di che essere un eroe tormentato, e in effetti lo è. Ma quello che mi è piaciuto in lui è che i suoi tormenti non lo rendono un personaggio troppo cupo, ma capace comunque di essere brillante, spiritoso, provocatorio con Maggie.
  • I tre bambini sono deliziosi. Ma soprattutto mi piace in loro la loro caratterizzazione perché sono dei bambini assolutamente realistici e che, con i loro comportamenti, non possono non destare tenerezza. Sono tre creature che hanno sofferto molto, avendo perso i genitori ed essendo desiderosi di adulti cui appoggiarsi.
  • Lo stile è caratterizzato da un piacevolissimo umorismo che non può non catturare la lettrice. Certe scene sono così ben costruite da sembrare quasi scene di un film comico. Tutti contribuiscono dai protagonisti, ai bambini, allo stesso genio. Certe situazioni assurde che, però, non impediscono alla storia di avere uno sviluppo credibile e piacevole.
Assolutamente, una sorpresa!



giovedì 17 ottobre 2013

BARBARA PIERCE: Un amore pericoloso

TITOLO: Un amore pericoloso
AUTRICE: Barbara Pierce
TITOLO ORIGINALE: A Desperate Game
USCITA ITALIANA: I Romanzi 809, aprile 2008
GIUDIZIO PERSONALE: 3/5
UN'IDENTITA' NASCOSTA, UN AMORE INFUOCATO
Londra, 1814. Ingiustamente accusato della morte del marito e della suocera, la contessa di Lathom, sotto le mentite spoglie di Miss Tessa Belanger, trova ospitalità presso il conte di Wycke. Nella tranquilla tenuta di campagna del nobiluomo si sente al sicuro. Ma quando tra loro divampa la passione, Tessa è combattuta fra il desiderio di coronare il sogno d'amore e la necessità di fuggire, continuando a celare la propria identità.
Questo è il primo romanzo di Barbara Pierce, acclamata autrice della serie Bedegrayne, che ho apprezzato, anche se non è stata una di quelle serie che mi ha fatto impazzire. Ho letto qui e là dei commenti circa il fatto che questo libro non è minimamente paragonabile agli altri libri. Trovo il confronto ingiusto e penso, inoltre, che per essere un libro d'esordio non sia affatto male. La trama è piuttosto tradizionale: è un romance con l'elemento del mistero. La protagonista, che conosciamo con il nome di Tessa Belanger sta scappando da Londra, dove ha avuto un violento scontro con il terribile marito. Quando legge che questi e la madre sono stati trovati cadaveri, capisce di essere la prima indiziata del delitto e decide di scappare. Durante la fuga viene aggredita e Kim Farrell Visconte Turnberry la soccorre e la porta a casa dell'amico Reave Alden Conte di Wycke. Qui la donna viene rifocillata, accudita, fa amicizia con Jason, il figlioletto del conte. Per questo motivo, nonostante l'apparente reciproca antipatia, il conte le chiede di restare al suo servizio come istitutrice del figlio. Ben presto si capisce che è solo una scusa, perché il conte la possa avere a portata di mano e possa dare sfogo alla sua passione. Ben presto la passione tra i due scoppia.
Di questo libro NON mi è piaciuto:
  • Parte della trama risulta, a mio avviso un po' lenta, mi riferisco soprattutto alla seconda parte quando i protagonisti hanno superato la fase dell'attrazione sessuale frustrata e Tessa ancora si nasconde dietro tentativi di fuga mal riusciti e tentativi di mantenere nascosta la sua vera identità. A volte queste situazioni si ripetono, avvitandosi un po' su se stessa.
  • Al contrario, invece, la parte finale, quella che doveva essere più drammatica e vale a dire dal momento in cui Tesa viene catturata dal cattivo nascosto. Non è che volesse che la sua prigionia durasse di più, ma lo svelamento e l'eliminazione dello stesso è un po' troppo repentina. Avrei voluto che i due protagonisti, oltre che l'uno contro l'altro, combattessero contro un nemico comune.
Di questo libro mi è piaciuto:
  • L'intenzione generale non è affatto male, considerando che si tratta di un libro d'esordio. L'ho trovato già ben sviluppato sia per quanto riguarda l'intreccio in generale, ma soprattutto la costruzione dei personaggi, sia quelli principali, che quelli secondari che risultano altrettanto ben fatti.
  • Tessa mi è piaciuta come protagonista. È abbastanza consueto per la Pierce presentare delle protagoniste molto tormentate e fulcro problematico della storia. È una ragazza, tutto sommato molto giovane, che però ha già affrontato molti problemi e molti dolori nella vita. Per l'ambizione del padre è stata costretta a sposare un crudele depravato che, addirittura, l'ha tradita con sua madre. È scappata da quell'inferno e teme di poter essere accusata della morte del marito e della madre. Le esperienze della vita l'hanno costretta a non fidarsi mai del tutto degli altri, incluso Reave, e, nonostante la loro relazione decolli, lei non riesce ad affidarsi mai completamente a lui. Anzi, continua ad avere, nascosto nella mente, il pensiero di sfuggirgli, cosa che urta non poco.
  • Dall'altra parte, Reave si presenta nella maniera peggiore perché è un uomo segnato dal grande dolore di aver perso prematuramente la moglie e, apparentemente, sembra il classico padre che ignora volutamente il figlio. Invece il suo personaggio si evolve velocemente da cupo, riservato, tutto dedito al lavoro, si trasforma in sorridente, scanzonato, provocatorio. Il meglio di sé lo dà quando si intestardisce di voler sedurre la protagonista e la provoca in ogni modo. In questo frangente è assolutamente irresistibile. Nonostante i sentimenti che si sviluppano tra di loro non interrompono i dubbi e la cautela che permane sempre tra di loro. Alla fine, naturalmente, riscatta la sua mancanza di fiducia lottando per liberarla.
Posso dire che, come esordio, lascia intuire l'abilità che l'autrice dimostra nei suoi libri successivi.


lunedì 14 ottobre 2013

HANNAH HOWELL: Il bacio del conquistatore

TITOLO: Il bacio del conquistatore
AUTRICE: Hannah Howell
TITOLO ORIGINALE: Conqueror's Kiss
USCITA ITALIANA: I Romanzi 808, aprile 2008
GIUDIZIO PERSONALE: 2/5
UNA CONQUISTA OLTRAGGIOSA, UNA PASSIONE INEVITABILE
Scozia, 1318. Fuori del convento in cui Jennet Graeme ha trovato rifugio, la guerra infuria. Ma anche quell'appartata serenità viene violata da un gruppo di uomini armati e sir Hacon Gillard rapisce la fanciulla. Affascinato e deciso a farla sua, non intende però comportarsi da conquistatore: prova per lei un sentimento così puro da volerla accanto per tutta la vita. Potrà Jennet ricambiare l'amore di un uomo che istintivamente odia e del quale è prigioniera?
Questo libro ha una trama prevedibile e anche molto ingenua, certamente danneggiata ulteriormente da tagli nella traduzione consistenti, mi sono resa conto che l'originale era di più di 300 pagine, ridotto a poco più di 200 nella traduzione. Tutto appare molto semplicistico, troppo accelerato, soprattutto in alcuni punti. La trama è quella tipica di un romanzo medievale, nello specifico ambientato in Scozia ai tempi del re Robert Bruce. I territori di confine sono meta di continue scorrerie da parte degli eserciti inglese e scozzese. Jennet Graeme ha subito sulla sua pelle le coseguenze di questa guerra: la madre è stata violentata e uccisa e lei odia tutti i soldati che fanno della violenza il loro mestiere. Per questo il suo primo incontro con Hacon Gillard non è per lei piacevole, perché teme di dover subire la violenza del cavaliere. Questi in effetti lo porta con sé, contro la sua volontà, ma la tratta con rispetto e tenerezza e questo darà il via alla loro relazione, contrastata solo dal clima di odio e di violenza imposto dalla guerra.
Di questo libro NON mi è piaciuto:
  • Hacon non mi è piaciuto come protagonista perché non ha nulla dell'eroe: non è carismatico, né affascinante, né indimenticabile. È sicuramente un personaggio dolce. Non ha nessuno spessore psicologico, è solo guidato dall'azione degli eventi. Di lui non sappiamo nulla se non che è un buon cavaliere che combatte da dieci anni per difendere le sue terre.
  • Jennet non mi è piaciuta come protagonista: anche lei è priva di qualunque costruzione psicologica. Di lei sappiamo che è traumatizzata da ciò che ha visto durante la guerra, ma tutto ciò si risolve semplicemente in recriminazioni contro i soldati e nulla più. Anche le eventuali incomprensioni con Hacon che questo determina sono del tutto superficiali e opinabili.
  • Non mi è piaciuta la trama perché da un certo punto in poi, cioè da quando i due protagonisti arrivano per la prima volta nel castello, diventa noiosissimo, prevedibile, oltre che inspiegabile per alcuni sviluppi. Probabilmente per quest'ultimo aspetto hanno influito i tagli.
Di questo libro mi è piaciuto (moderatamente):
  • La parte iniziale della trama sembrava promettente con i due protagonisti che simpaticamente si scontravano, pur provando una bella attrazione reciproca, già si capiva che c'erano in corso dei brutti tagli, ma erano ancora sopportabili. Non sembrava nulla di originale, ma almeno era dignitoso.
  • L'unico personaggio degno di nota è Artair, il padre di Jennet che pur essendo una figura assolutamente secondaria ha una sua personalità. È un uomo che, nonostante l'età, continua ad essere un farabutto, un marpione, un discolo senza regole, senza vincoli. Certo questo suo spirito libero ha dato difficoltà a Jennet e a sua madre ma non può evitare di suscitare simpatia.
Sconsigliato!


giovedì 10 ottobre 2013

ANNE STUART: Il Principe di Spade

TITOLO: Principe di spade
AUTRICE: Anne Stuart
TITOLO ORIGINALE: Prince of Swords
USCITA ITALIANA: I Romanzi 807, aprile 2008
GIUDIZIO PERSONALE: 3/5
PRESAGIO DI SVENTURA O AUSPICIO DI PASSIONE?
Jessamine Maitland legge i tarocchi e, notte dopo notte, predice il futuro nei salotti di Londra. Finché un sera "scopre" l'identità del Gatto, il temerario ladro che da mesi ruba gioielli e preziosi dalle case più ricche della città: Alistair MacAlpin, conte di Glenshiel. Intuendo di essere stato smascherato, Alistair vede una sola via d'uscita: sedurre Jess...
Non riesco a capire il motivo di tante recensioni entusiastiche attorno a questo romanzo. Ho letto di persone che l'hanno adorato e hanno iniziato a seguire l'autrice grazie a questo. Indubbiamente questo libro indica il lavoro di un'autrice esperta, ma non credo di una che avrebbe la capacità di fidelizzarmi. La storia riguarda l'ennesimo ladro misterioso, stavolta denominato il Gatto per la sua capacità di scomparire furtivamente, che ruba nelle case dei nobili. La novità è che non si tratta di un altro Robin Hood che distribuisce ai poveri quanto sottratto ai ricchi, ma che ruba per ricostruire il proprio patrimonio. Si tratta dell'ennesimo famigerato libertino Alistair MacAlpin conte di Glenshiel benvoluto e amato dal ton per il suo fascino e la sua fama. I suoi interessi, però, si vengono a scontrare con le capacità profetiche di Jessamine Maitland che sono già state più volte utilizzate per assicurare alla giustizia dei criminali più o meno pericolosi. Anche Jessamine ha urgente necessità di soldi per mantenere la famiglia e assicurare il debutto in Società alla bellissima sorella Fleur. Si è messa al servizio di un losco poliziotto, Josiah Clegg, a cui rivela i nomi dei criminali. Quando capisce chi è il Gatto, però, non riesce a rivelarne il nome a quell'essere abietto. Da parte sua, Alistair capisce di essere stato smascherato e cerca di assicurarsi la lealtà di Jessamine con le armi della seduzione.
Di questo libro NON mi è piaciuto:
  • Alistair, il tanto menzionato e decantato protagonista, non mi ha assolutamente incantata. Non emergono, a mio avviso, a sufficienza quelle caratteristiche di libertinaggio, di mascalzoneria che dovrebbero distinguerlo. Non posso dire che sia un cattivo personaggio ma l'ho visto come qualcosa di solo abbozzato che non riesce ad essere né carne né pesce. Motivo per cui alla fine non si nota in lui una particolare evoluzione. Sì, in fondo alla fine del romanzo, decide di cambiare vita, ma in fondo questo proposito era presente in lui già dall'inizio, non voleva certo fare il ladro per tutta la vita. Non l'ho trovato abbastanza libertino: non c'è nel libro particolari riferimenti ad amanti o altro e con la stessa Jessamine è fin troppo rispettoso. Quale fascino perverso dovrebbe esercitare questo personaggio?
  • Jessamine, può essere interessante come donna forte, che sostiene da sola sulle sue spalle il peso della famiglia; che ha questo potere intrigante di leggere il futuro nelle carte. Ma tutto ciò che di buono poteva esserci in lei si va a scontrare con una stupidità testarda nell'inseguire e nel proteggere Alistair anche laddove lui continua a trattarla freddamente o ad esporla a pericoli. Mi sembra che abbia un atteggiamento troppo remissivo e per nulla orgoglioso che non mi è affatto piaciuto.
Di questo libro mi è piaciuto:
  • La trama in generale è sempre molto accattivante perché contiene in sé sia il mistero che il pericolo che l'azione. Il motivo delle identità nascoste è sempre intrigante. Ho trovato che la trama sia decollata non dall'inizio, che ho trovato un po' lento, ma dalla partenza dei protagonisti per la festa in campagna, dove la forzata convivenza costringe a incontri e scontri continui e quando il Gatto mette sempre più spesso Jessamine in pericolo.
  • Ho trovato piacevole costruire due storie in parallelo: mentre Jess si innamora del ladro, sua sorella Fleur si innamora del giovane poliziotto di umili origini: Robert Brennan. E anche se Jess vorrebbe proteggere sempre sua sorella, in realtà Fleur dimostra di saper prendere le proprie decisioni da sola. Entrambe le sorelle, però, sono più masochiste nella scelta degli uomini e si costringono a soffrire un bel po' per colpa dei loro compagni. La trama secondaria, però, rischia di offuscare un po' quella principale.
  • Mi è piaciuto molto il tono ironico esercitato dall'autrice, soprattutto sul personaggio di Alistair e, anzi, avrei calcato un po' più la mano su questo punto di vista perché é proprio in quei momenti che il personaggio prende un po' più di vita.
Nella media, nulla di eccezionale.



mercoledì 2 ottobre 2013

ELOISA JAMES: Amare un duca

TITOLO: Amare un duca
AUTRICE: Eloisa James
TITOLO ORIGINALE: The Taming of the Duke
USCITA ITALIANA: I Romanzi 835, novembre 2008
GIUDIZIO PERSONALE: 5/5
LA PROSA DI ELOISA JAMES E' SQUISITA” Teresa Medeiros
E' passato un intero anno dalla morte del marito, ma Imogen Essex non ha alcuna intenzione di risposarsi. Per contro, è bene intenzionata a scegliersi un amante. Gabe Spenser, fratellastro di Rafe Jourdain, il tutore di Imogen e delle sue sorelle, sembra il candidato ideale. Rafe, però, vuole impedirle di compiere sciocchezze. Ma quando Imogen accetta di accompagnare Gabe a un ballo in maschera, di chi sono gli occhi che, in un gioco di inganni e sotterfugi, la osservano pieni di desiderio? Quelli di Rafe o di Gabe?
Bellissimo terzo romanzo della serie Sorelle Essex, mi sembra l'apice che quasi quasi avrei preferito come ultimo. Stavolta protagonisti sono Raphael Jourdain duca di Holbroock e Lady Imogen Maitland. Tra di loro conosciamo bene gli antefatti perché i libri di questa serie sono profondamente intrecciati. Sappiamo che uno sbigottito Rafe, all'inizio della serie si è dovuto sobbarcare la tutela delle quattro sorelle, la cui unica dote è un cavallo ciascuno. Imogen è stata fino a questo punto una antipaticissima e viziatissima fanciulla che era riuscita con l'inganno a sposare Draven Maitland per restare vedova dopo circa 10 giorni di matrimonio. Rafe è un alcolizzato che ha perso ogni ragione di vivere dopo la morte del fratello Peter di cui ha ereditato il titolo. L'arrivo delle quattro sorelle Essex ha decisamente scosso la sua vita. Ora si presenta al suo cospetto una nuova, e altrettanto sconvolgente, new entry, vale a dire un fratellastro che non sospettava minimamente di avere. Gabriel Spenser gli chiede il favore di mettere in scena una commedia in modo da far esibire un'attrice da cui ha avuto una figlia. Gabriel suscita decisamente l'attenzione di Imogen. Vi assicuro che il libro è molto più chiaro di quanto sono riuscita ad essere io.
Di questo libro mi è piaciuto:
  • La trama, di cui non voglio anticipare troppo, è davvero molto intrigante. È ben equilibrata tra tutti i personaggi presenti e con riferimenti anche ai protagonisti del prossimo. Mi è piaciuta quell'atmosfera di seduzione e mistero che si è creata tra Imogene Rafe e il fatto che l'attrazione tra di loro sia stata resa così reale da sembrare palpabile. Mi è piaciuta anche la storia secondaria tra Gabe e Gillian Phytian-Adams.
  • Mi è piaciuta Imogen e non me lo sarei mai aspettata, visto quanto era antipatica nei precedenti libri. Ancora una volta esordisce con l'intento di trovarsi un amante, così come era stato nel precedente libro Baciami, Annabel. Stavolta, però, capiamo perché si è comportata così. È una donna che ha cercato di trovare certezze nell'apprezzamento maschile, invece i suoi tentativi sono tutti miseramente falliti: il marito l'ha sposata quasi per accontentare le sue richieste, senza sentimento, e i tentativi successivi sono andati incontro a rifiuti. Ora da Gabe gli arrivano messaggi contraddittori: da una parte sembra rispondere alle sue sollecitazioni, dall'altra le pare di avere con lui incontri notturni sensazionali. Alla fine appare molto più saggia di quanto ci saremmo aspettati da lei.
  • Mi è piaciuto Rafe perchè è un personaggio unico! All'inizio è un rottame umano: ubriacone, dal fisico appesantito e dalla totale mancanza di interessi. Affronta un percorso, anche doloroso, di disintossicazione e riacquista la propria dignità, oltre a diventare un pericoloso seduttore! Anche la sua personalità è ben sviluppata: è un uomo dalle molte insicurezze e non ha voglia di ammetterlo. A partire dal padre che lo ha sempre ignorato la sua sicurezza è stata distrutta. A questo si è aggiunto il dolore per la morte del fratello di cui ha preso il posto. L'alcol è stato un modo per soffocare e scusare le sue paure. L'opera di conquista nei confronti di Imogen gli dà quegli stimoli e quegli obiettivi che lo porteranno a superare le sue difficoltà.
  • Mi sono molto piaciuti i personaggi secondari. Naturalmente le altre sorelle Essex in primis, soprattutto Josie che è colei ad essere maggiormente presente, la sempre divertente Griselda. Ma anche il posato professore Gabe che, nonostante il suo contegno ha avuto una figlia illegittima che adora; lui con grande umorismo briga per far avvicinare Rafe a Imogen. Poi c'è Gillian che riscatta la posizione di reietta, in quanto fidanzata abbandonata da Maitland, per conquistare Gabe, a dispetto di ciò che l'alta società può pensare di questo matrimonio.
  • Mi è piaciuto lo stile dell'autrice: una scrittura lineare, ma profonda; un'abile commistione di serio e comico-ironico, passione e riflessione. Sapiente è lo sviluppo di tutti i personaggi, persino i servi di Rafe sono ben caratterizzati. Stavolta la James ha fatto centro.

Assolutamente un DIK!