giovedì 26 settembre 2013

DIANA GABALDON: Nevi infuocate

DIANA GABALDON: Nevi infuocate
Nella vita ci sono due certezze: la morte e le tasse, ma nella Carolina del Nord, alla vigilia della Rivoluzione americana, la prima sembra ben più ineluttabile delle seconde. Nel 1772, la situazione è sempre più insostenibile: a Boston si muore per le strade, e nelle campagne della Carolina del Nord si appicca il fuoco alle case isolate. Un'ombra oscura si estende anche su Fraser's Ridge, la tenuta di Jaime e Claire... La colonia è in fermento e il Governatore Josiah Martin si rivolge a Jamie per ottenere aiuto. Jamie ormai è un pilastro della comunità, rispettato da tutti: coloni scozzesi, immigrati tedeschi e tribù indiane che vivono a ridosso della Linea del Trattato. Fra Regolatori impenitenti che non accettano le tasse inglesi e Comitati di Salute pubblica che vogliono imporre l'ordine a modo loro, il Governatore ha bisogno di qualcuno che tenga unito il paese, riesca a placare il risentimento dei coloni e garantisca la sicurezza del Re e della corona. James Fraser, tutti concordano, è l'uomo adatto. L'unico problema è che Claire, sua moglie, è una viaggiatrice nel tempo, così come sua figlia Brianna e il genero Roger. E Brianna, che conosce il futuro, gli ricorda che il 18 aprile di tre anni dopo, nel 1775, la miccia della rivoluzione verrà accesa e dopo una lunga e sanguinosa guerra le colonie otterranno l'indipendenza, mentre quanti resteranno fedeli al re verranno uccisi o esiliati. Due prospettive che non piacciono molto a James né alla sua famiglia...
La sensazione che maggiormente si percepisce in questo libro è quella dell'attesa. Attesa, innanzitutto che i tanti particolari ed episodi presentati in questa prima parte trovino una spiegazione e una conclusione nella seconda parte, per noi nel secondo libro. Ma anche attesa in relazione agli eventi storici che si stanno preparando e che Jamie ha la fortuna di conoscere grazie ai racconti di Claire, Brianna e Roger.
Continuano le avventure di Jamie e della sua famiglia sul suolo americano dove è riuscito a costruire una tenuta con dei fittavoli e ora cerca di affrontare i vari problemi che la gestione di una tenuta, in un territorio così proibitivo comportano. Conosciamo ancora nuovi personaggi che animano questa piccola comunità. In questa parte della storia possiamo individuare alcuni punti essenziali.
Si sono verificati numerosi casi di violenza che hanno visto come vittime le case isolate che sono state bruciate e i loro abitanti uccisi, intere famiglie distrutte. Tutto sembrerebbe far pensare che possano essere stati degli indiani a fare queste razzie, invece si scopre che sono gruppi di ribelli, chiamati Regolatori che rubano e uccidono. Vittima della cattiveria di questi uomini sarà anche Jamie, ma soprattutto Claire che verrà rapita e subirà numerose violenze.
Un altro tema che si dipana vede come protagonista Roger che si inserisce sempre più spesso nella comunità come punto di riferimento morale, anche se spesso questo lo porterà ad allontanarsi dalla famiglia, ma per lui sarà un modo per trovare uno scopo nella nuova vita che lo ha portato nel Settecento. Chiaramente, Claire continua con i suoi esperimenti scientifici, coinvolgendo anche altre persone della comunità. Stavolta proverà a usare l'etere per realizzare interventi sotto anestesia.
Che dire? Ormai ho intenzione di finire questa serie, mi mancano gli ultimi tre mattoni. Per quanto abbia amato La Straniera e continuato ad amare buona parte dei libri successivi, non posso fare a meno di percepire una certa stanchezza nel racconto, o forse è semplicemente la lettrice stanca di affrontare certe imprese così poderose. Però, a onor del vero, sembra come se l'autrice si sia già inventato di tutto e non sappia cos'altro ideare per creare problemi ai suoi personaggi. Certo, ormai c'è la data fatidica del 1776 quando i giornali del tempo riportano la notizia della morte di Jamie e Claire da attendere per capire cosa succederà.
Come sempre c'è da ammirare l'abilità dell'autrice nel ricostruire ambienti e personaggi del tempo, certo mescolando reale e surreale, quando Roger costruisce le macchinine, o Claire fa gli esperimenti di anestesia.
Al prossimo!

SERIE OUTLANDER
  • La Straniera
  • L’amuleto d’ambra
  • Il Ritorno
  • Il cerchio di pietre
  • La collina delle fate
  • Tamburi d’autunno
  • Passione oltre il tempo
  • La croce di fuoco
  • Vessilli di guerra
  • Nevi infuocate


martedì 24 settembre 2013

JOANNE ROCK: La signora del castello

TITOLO: La signora del castello
AUTRICE: Joanne Rock
TITOLO ORIGINALE: In the Laird's Bed
USCITA ITALIANA: GRS 846, ottobre 2012
GIUDIZIO PERSONALE: 2/5
Scozia, 1070
Quando Duncan di Culcanon si presenta al castello di Domhnaill e chiede di ospitalità per la notte, Lady Cristiana è tentata di rifiutare nonostante la terribile tempesta che infuria fuori dalle mura. Non può dimenticare che un tempo lei e quel valoroso cavaliere erano promessi sposi, finché un torto irreparabile ha scavato un solco incolmabile tra le loro due famiglie. Non potendo sottrarsi ai doveri di castellana, Cristiana si ritrova suo malgrado a dover fare i conti con la presenta ingombrante dell'uomo che nonostante tutto non ha mai dimenticato. Ma non ha intenzione di permettere alla passione di offuscare la sua capacità di giudizio... anche se Duncan sfodera tutto il proprio fascino per riconquistarla.
Durante una violenta tempesta, il cavaliere Duncan di Culcanon si presenta alle porte del castello di Domhnaill, confidando di venire ospitato, nonostante il suo arrivo non sia propriamente gradito. Nonostante i tanti dubbi, Lady Cristiana di Domhnaill non può abbandonare degli uomini al gelo e raccoglie il drappello. Nel momento in cui Duncan entra nel castello è come se cinque anni dolorosissimi non fossero mai passati. Al tempo, infatti, i due erano promessi sposi e forte era l'attrazione e la passione tra di loro. Il fratello di lui, però, si era macchiato di un terribile delitto e il fidanzamento era stato sciolto. Ora Duncan vuole tentare il tutto per tutto per riconquistare quella donna e quel castello e Cristiana ha grande difficoltà a resistergli.
Di questo libro NON mi è piaciuto:
  • La trama, in generale, che è abbastanza tradizionale e prevedibile nei romance medievali che qui, per giunta, è affrontata con una superficialità e ingenuità disarmante. Tutto si distrugge e si ricostruisce senza una vera motivazione: i due protagonisti si sono lasciati quando Cristiana aveva giuste motivazioni per odiare la famiglia di lui senza un giusto confronto e ora quell'odio e quel risentimento vengono superati in nome di una profonda passione fisica.
  • Non mi è piaciuto il protagonista, Duncan.
  • Così come non mi è piaciuta la protagonista Cristiana, entrambi per gli stesso motivi: non sono personaggi completi, a tutto tondo; sono abbastanza stereotipati; in loro predominano le azioni istintive. Poco sappiamo della loro costruzione psicologica, soprattutto per quanto riguarda Duncan. La forza e la fierezza di Cristiana consiste solo nella sua capacità affaristica e nell'essere riuscita a gestire da sola un castello. Per il resto non sappiamo altro di lei, se non che si è assunta il compito di crescere una figlia non sua.
Di questo libro mi è piaciuto:
  • Un personaggio secondario, Edwina di cui, al contrario della protagonista, riusciamo a capire qualcosa in più. È stata fino ad ora una donna sfortunata, costretta a rinunciare all'uomo che ama, costretta a fidanzarsi con un uomo brutale che la violenta; costretta ad abbandonare la figlia e ad andare in esilio a corte. Di lei percepiamo il dolore, la delusione subita nella sua vita. Ho trovato lei e l'ex spasimante Cullen di Blackstone molto più interessanti e degni di un libro loro (non so se esiste già).
  • Sarà una motivazione futile, ma di questo libro mi è piaciuta la copertina, con questa bella figura femminile che ben si accorda a come mi sarei immaginata Cristiana.
Assolutamente deludente!


mercoledì 18 settembre 2013

MEGAN HART: Perfette geometrie

TITOLO: Perfette geometrie
AUTRICE: Megan Hart
TITOLO ORIGINALE: Tempted
USCITA ITALIANA: Harmony Passion 11, marzo 2008
GIUDIZIO PERSONALE: 3/5
Una vita è perfetta fino a quando si ha il coraggio di affrontare la realtà.
Avevo tutto ciò che una donna può desiderare: un marito, una casa sul lago, una vita perfetta. Poi Alex ha bussato alla porta. La prima volta che ho visto il migliore amico di James non mi è piaciuto. Non potevo sopportare il modo in cui mio marito cambiava in sua presenza e nemmeno il modo in cui i penetranti occhi di Alex mi seguivano in giro per la casa. Quelle sensazioni non mi impedivano di desiderarlo e James non sembrava preoccuparsene. Non avrei mai pensato, prima di quelle torride settimane d'estate, che avrei potuto giocare con l'amore. Non avrei mai pensato di avere un amante, tanto meno uno che conosce i segreti di mio marito che io non conosco. Dopotutto, avevamo una vita perfetta. Io amavo mio marito e lui amava me...
Una storia che travolgerà qualsiasi idea abbiate sulla perfezione del numero TRE.
Non saprei da dove partire per giudicare questo romanzo. Senza voler fare la parte della moralista trovo piuttosto difficile considerare accettabili alcune situazioni di questo romanzo. In sostanza, Anne Byrne e James Kinney sono sposati da sei anni e il loro sembra un matrimonio perfetto. Ma un giorno tra di loro si inserisce Alex Kennedy, vecchio amico di James, e saltano tutti gli equilibri. La storia ruota attorno a strani legami che si instaurano tra i protagonisti: ci sono degli strani sentimenti tra Anne e Alex, ma anche tra James e Alex, tanto non detto che deve trovare una valvola di sfogo. So che non ho detto quasi nulla, ma più che l'azione sono importanti le dinamiche psicologiche tra i personaggi e non li voglio svelare del tutto.
Di questo libro NON mi è piaciuto:
  • Chiaramente non mi è piaciuta affatto la situazione centrale della trama, ossia il triangolo con tutta l'ambiguità con cui è trattato dove non si capisce la natura, dove non si capisce la natura dei sentimenti dei protagonisti, l'ambiguità dell'amore non è una cosa che mi convince. Non mi piace una protagonista che non sa chi ama o che, addirittura, dice di amare due persone contemporaneamente.
  • Non mi è proprio piaciuto il finale perché non pare essere il trionfo dell'amore, ma l'accettazione del male minore. Mi ha lasciato una sensazione di amaro in bocca. Non rivelo oltre.
Di questo romanzo mi è piaciuto:
  • Mi è piaciuta come la relazione centrale a 3 è intrecciata con le vicende degli altri personaggi. Il rapporto di Anne con la propria famiglia e con la famiglia di James, la presenza dei personaggi secondari contribuisce a rendere più credibile la storia. Soprattutto la vicenda dei genitori di Anne che è presente sullo sfondo contribuisce a chiarire le scelte di Anne.
  • Tra i personaggi dello sfondo menzionerei in maniera speciale Claire, la sorella minore di Anne che è una ragazza indipendente provocatoria, sfacciata che con qualche battuta vivacizza tutte le situazioni. Ti resta in mente perché, nonostante anche lei abbia dei problemi, non si fa smontare mai, ma conserva la sua energia e il suo dinamismo. Le sue battute sono eccezionali.
  • Ancora una volta devo dire che la Hart fa un lavoro di costruzione psicologica dei suoi personaggi davvero encomiabili. Tutto ciò che avviene nella storia ha una spiegazione nel vissuto precedente dei personaggi. Anne è fortemente segnata da una storia famigliare difficile, da un rapporto col padre complicato e da una identificazione tale con la madre da farle fare lo stesso percorso. Ha alle spalle un dolore legato a un aborto avuto da ragazza che continua a torturarla e a impedirle di affrontare la prova della maternità. James appare un po' meno definito, mentre Alex ha un passato altrettanto disastroso nei rapporti famigliari, così come un bisogno d'amore che lo ha avvicinato a James.
Ancora un buon libro della Hart ma che consiglio solo a chi non pensa che il triangolo possa urtare i suoi sentimenti.



venerdì 13 settembre 2013

BRENDA JOYCE: La sposa americana

TITOLO: La sposa americana
AUTRICE: Brenda Joyce
TITOLO ORIGINALE: The Prize
USCITA ITALIANA: GRS Special 90, marzo 2008
GIUDIZIO PERSONALE: 3/5
Inghilterra, 1812
Da quando, ancora bambino, è stato testimone del brutale assassinio del padre, il valoroso capitano della Marina inglese Devlin O'Neill è ossessionato da un solo pensiero: vendicarsi. Così, con feroce determinazione, dedica ogni istante della propria vita a distruggere il colpevole di quell'orribile delitto, il Conte di Eastleigh. Diventa l'amante di sua moglie, lo riduce quasi sul lastrico, si appropria delle sue eleganti residenze, e infine rapisce la giovane nipote del gentiluomo, Virginia Hughes, con il proposito di rovinarle la reputazione. Innamorata di Devlin e convinta di poter spegnere la sete di vendetta che lo anima, Virginia accetta così di prestarsi a un gioco che si rivelerà incredibilmente crudele. Ma O'Neill non ha fatto i conti con la dolcezza di quella coraggiosa fanciulla americana.
Primo libro della lunga serie De Warenne pubblicata in Italia. Si tratta di un romance dalla trama decisamente tradizionale, nulla di nuovo, ma tutto di sicuro successo. La storia inizia con l'antefatto, ossia con l'attacco delle truppe inglesi ad una fattoria irlandese durante il quale viene ucciso il padre del protagonista, Devlin O'Neill che giura di vendicare la morte del padre e di distruggere il suo assassino, cioè il conte di Eastleigh. Parecchi anni dopo, Devlin è diventato capitano di Marina, la madre ha sposato ins econde nozze il Conte di Adare e lui e il fratello hanno avuto una vita relativamente tranquilla. Ma i suoi propositi di vendetta sono sempre stati ben saldi e progressivamente è riuscito a rovinare finanziariamente il suo nemico. Ora gli vuole dare il colpo finale, rapendo la nipote di Eastleigh e chiedendo un riscatto che lo manderà definitivamente in rovina. Per questo Virginia Hughes, che si sta recando dallo zio per chiedergli un aiuto finanziario, si ritrova tra le sue mani spietate e non avrà nessuna possibilità di resistergli.
Di questo libro NON mi è piaciuto:
  • Non mi è piaciuta la prima parte della storia che è un po' lenta. Virginia è ancora in America, parte per salvare la sua tenuta e viene presa prigioniera sulla nave di Devlin. I due iniziano a stuzzicarsi da subito perché è evidente che tra di loro c'è una forte attrazione, ma nessuno dei due vuole ammetterla, nè vuole cedere. Altrettanto statica è quella parte del racconto in cui Virginia è tenuta in Irlanda. A parte un paio di scene d'amore, i due continuano ancora a studiarsi a vicenda senza che accada nulla di sostanziale tra di loro. A mio parere, questa parte attendista è un po' troppo lunga.
  • Non mi è piaciuta la figura di Virginia. È un'eroina romance piuttosto tradizionale, ma che oggi come oggi tende a risultare poco apprezzabile. Si barcamena malamente tra un atteggiamento ribelle e uno sottomesso e non riesce a fa bene nè l'una nè l'altra cosa. Ho trovato insopportabile che qualunque cosa facesse Devlin, lei finiva per subire e piangere senza avere la capacità di porre fine alle sue umiliazioni. In parte il suo atteggiamento si riscatta sul finale.
Di questo libro mi è piaciuto:
  • Per quanto la trama sia piuttosto tradizionale e già vista è sempre una sicurezza di apprezzamento perché presenta tutti quegli aspetti che catturano l'attenzione, per giunta l'autrice è capace di realizzarli con grande bravura. Nella trama ci sono gli aspetti avventuroso (i viaggi per mare), quelli passionali, la buona ricostruzione storica, sia sulla situazione dell'Irlanda che sulle guerre tra Gran Bretagna e USA. C'è l'aspetto del forte contrasto tra gli eroi che su di me ha sempre una forte presa.
  • Mi è piaciuto, tutto sommato, per quanto diabolico, il protagonista maschile perché è quell'eroe tormentato, crudele, il classico eroe alfa fino in fondo. Riesce ad essere adeguatamente spietato nella sua sete di vendetta. È vero che è un po' eccessivo con l'eroina, ma la sua costruzione psicologica è davvero approfondita e c'è spazio per scavare anche nei suoi pensieri. Forse pecca solo nel fatto che la sua redenzione finale sia un po' improvvisa ed estrema, ma è lo stesso credibile.
  • Mi è molto piaciuto lo stile dell'autrice che conosciamo bene come bravissima e lo dimostra ancora una volta. Belle descrizioni, belle sezioni riflessive con un giusto spazio dato ai pensieri dei personaggi, molto ben fatti i dialoghi che ci danno l'immagine di personaggi quasi vivi e reali.

Libro abbastanza consigliato e continueremo a seguire la serie De Warenne.

lunedì 9 settembre 2013

MARY BALOGH: Semplicemente magico

TITOLO: Semplicemente magico
AUTRICE: Mary Balogh
TITOLO ORIGINALE: Simply Magic
USCITA ITALIANA: I Romanzi 822, agosto 2008
GIUDIZIO PERSONALE: 2/5
UN INCONTRO INATTESO, UN AMORE INESTINGUIBILE
I destini di Susanna Osbourne e Peter Edgeworth, visconte di Whitleaf, tornano a incontrarsi nello scenario di una sontuosa tenuta di campagna. Solo lei, però, ricorda che si sono già conosciuti, in un periodo che vorrebbe dimenticare. Così rifugge le attenzioni di Peter, anche se forte è l'attrazione che nasce fra loro. Ma lunga è la strada che dovranno percorrere prima di lasciarsi il passato alle spalle, per abbandonarsi all'amore che brucia nei loro cuori.
Nonostante la mia costante passione per Mary Balogh, devo dire che stavolta ho proprio detestato la lettura di questo romanzo, penultimo della serie Simply. Mi ha dato quasi l'impressione che la Balogh ormai vada programmando solo serie, alcuni libri sono delle creazioni consapevoli, altre servono solo da riempimento per arrivare al numero di libri stabilito. Questo romanzo era proprio il caso di una storia messa insieme in maniera poco ispirata.
Stavolta la nostra protagonista è Susanna Osbourne che, durante le vacanze presso l'amica Frances, lady Edgecombe, rivede una vecchia “conoscenza”, Peter Edgeworth visconte Whitleaf. In realtà, i due si erano incontrati solo una volta da bambina, ma le loro due famiglie sono molto più legate di quanto pensino. Nonostante all'inizio provi ad avere antipatia per lui, ben presto l'allegria e la generosità di Peter la conquistano. Tutto il resto del libro consiste in un più o meno velato corteggiamento, vari incontri e discussioni tra i due, allo scopo di innescare una maturazione e una liberazione da vecchi traumi per entrambi.
Di questo libro NON mi è piaciuto:

  • La trama in generale perché, mi dispiace dirlo, troppo spesso già sfruttata dall'autrice. Se la prima volta ti può anche piacere perché, in qualche modo ti ricorda un po' la Austen, alla lunga risulta troppo ripetitiva. Insomma, quando leggi, ti rendi conto che certe situazioni le hai già lette in precedenza.
  • Questa trama, inoltre, è totalmente priva di azione e questo è molto, ma molto, noioso. Il libro va avanti con una serie di dialoghi tra i due protagonisti e una serie di riflessioni nelle quali, in sostanza, non succede nulla ma non fanno che ripetersi che in precedenza non si sopportavano ma che, con loro sorpresa, si sono ritrovati a trovare l'altro simpatico, generoso, alla mano e profondo. Anche questo a lungo andare risulta insopportabile. Inoltre il lettore continua ad andare avanti chiedendosi quando succederà qualcosa e quando ci si può aspettare che finalmente accada qualcosa, ci sia un colpo di scena, tutto si risolve in maniera troppo affrettata e senza nessuna problematicizzazione.
  • Assolutamente deludente e inadeguato è il personaggio di Peter come eroe maschile. È apprezzabile il fatto che la Balogh abbia voluto creare un eroe 
    • normale, ma non c'è nulla di affascinante in un cucciolo che non riesce a far valere il proprio volere con chi gli sta intorno, che tenta, quasi sperduto, di diventare il visconte che dovrebbe essere. Non è né rude, né dolce, né ironico, né abbastanza libertino. Insomma è scialbo e incolore.
    Di questo libro mi è piaciuto:
    • Una figura un po' migliore, ma poco, è quella di Susanna che, comunque, ha un passato doloroso alle spalle. Ma anche in questo caso, ho trovato che il suo passato non sia stato adeguatamente sviluppato. Come ha fatto Susanna a scoprire che il padre si fosse suicidato perché ricattato da una donna se, quando è accaduto il fatto, lei era una bambina che è fuggita al minimo sospetto di non essere gradita? Tutto sommato, questi eventi fanno capire perché Susanna si voglia chiudere nel rifugio rassicurante della scuola dove lavora e anche perché in un primo momento non gradisce la presenza di Peter.
    • Naturalmente non posso non salvare la scrittura dell'autrice, intesa come costruzione del periodo e scelta del lessico. Come sempre, la Balogh in questo è una maestra. Peccato che abbia messo questa maestria al servizio di un libro poco brillante.
    Poco consigliato!
    SERIE SIMPLY DI MARY BALOGH
    • Risveglio di passioni
    • Semplicemente amore
    • Semplicemente magico
    • Semplicemente perfetto

mercoledì 4 settembre 2013

DENISE CARTIER: Le passioni di Madame de Lenclos

Nella Francia del XVII secolo, brilla a lungo la stella di una donna bellissima e di grande temperamento: Ninon de Lenclos. Proveniente dalla piccola nobiltà, ma smaniosa di vivere a modo suo, “libera come un uomo, scegliendo chi e che cosa mi piace”, conquista Parigi con il suo fascino e la sua spregiudicatezza, e sconvolge naturalmente i benpensanti. Giovanissima, seduce il potente cardinale Richelieu, il primo di una serie di personaggi famosi che cadono ai suoi piedi. Eppure, Ninon non è una vera e propria cortigiana: il suo è un fascino sottile, che fonde sensualità e intelligenza, capace di attrarre nel suo salotto gli spiriti più brillanti dell'epoca. Tra schermaglie amorose, intrighi politici, dispute intellettuali; pettegolezzi e scandali, Ninon si distingue nella società del proprio tempo: nessun altro le somiglia, molte vorrebbero imitarla. E persino alla fine dei suoi anni riesce ancora a stupire: dopo un tormentato percorso interiore sceglie di abbracciare la Fede, lei che aveva sempre creduto solo nella Ragione. Scintillante, avvincente, rigorosamente documentato, un romanzo che ripercorre la straordinaria avventura umana di una figura femminile ancora poco conosciuta, restituendocela nella sua verità, con le sue luci e le sue ombre, i suoi slanci e i suoi dilemmi. Una lettura appassionante, un tuffo nella Francia del “secolo d'oro”, dai giorni dei Tre Moschettieri a quelli degli splendori di Versailles e del Re Sole.
Attraverso la biografia romanzata di una delle cortigiane più famose di Francia, l'autrice ripercorre le tappe più importanti della Storia del XVII secolo, dalla fine del regno di Luigi XIII a tutto il lungo regno del Re Sole.
La protagonista è Ninon de Lenclos, una giovane della piccola nobiltà che, ritrovatasi molto giovane senza famiglia, decide di dedicare la propria vita alla soddisfazione dei propri piaceri. La sua giovinezza è costellata da un numero imprecisato di amanti e dalla frequentazione di uomini politici e intellettuali di rilievo. Dal suo salotto, e dalla sua stanza da letto, sono passati alcuni dei nomi centrali del tempo. Ma Ninon non era solo una cortigiana, era un'intellettuale, una curiosa, un'amica fedele e fidata. Tutta la ricostruzione è concentrata nel sottolineare la modernità di una donna che si è costruita da sola la propria vita senza cercare la protezione di un marito o di un convento e che ha rivelato punte di pensiero che, quanto meno, anticipavano il secolo successivo, quello dei Lumi della Ragione.

Francamente non ho trovato il particolare motivo per cui la vita di questa donna sia stata ricostruita e raccontata. Pare che fosse, al tempo, una donna particolarmente famosa e protagonista della cronaca del tempo. Per quanto l'autrice si sia sforzata di romanzare la figura, non ritengo che la memorabilità del personaggio si intuisca dalle pagine di questo libro.

lunedì 2 settembre 2013

SANDY HINGSTON: Il corteggiatore

TITOLO: Il Corteggiatore
AUTRICE: Sandy Hingston
TITOLO ORIGINALE: The Suitor
USCITA ITALIANA: I Romanzi Passione 87, maggio 2013
GIUDIZIO PERSONALE: 2/5
DOVEVA SPEZZARLE IL CUORE MA PERSE IL PROPRIO
Figlia di un duca, ladt Katherine Devereaux è bella ed estremamente consapevole della propria posizione sociale: arrogante e snob, non le importa di diffamare le compagne per ottenere quello che vuole. Per darle una lezione di umiltà, la direttrice dell'accademia per signorine che frequenta assume Alain Montclair, un affascinante mascalzone francese, affinché la corteggi e le spezzi il cuore. Nessuno si aspetta che Katherine se ne innamori, al punto da mettere da parte il proprio onore pur di seguire l'amanto in Francia. Le circostanze purtroppo lo obbligano a lasciarla, ma quando finalmente riesce a tornare da lei, la trova fidanzata con un altro...
Avevo preso questo libro con grandi aspettative perché sapevo essere il seguito a lungo atteso di Lezioni di cuore che avevo molto amato a suo tempo e tenuto tra i miei DIK. Sapevo che protagonista del secondo volume doveva essere l'antipaticissima Katherine Devereaux che ha sempre trattato con la puzza sotto il naso tutte le sue compagne dell'anomala scuola in cui il padre l'ha mandata. All'ennesima prepotenza da lei fatta alle altre ragazze, la contessa D'Oliveri, una delle proprietarie della scuola, chiede a un suo conoscente, il conte Alain Montclair di corteggiarla e di spezzarle il cuore. Inizia l'opera di corteggiamento, più o meno riuscita da parte del dongiovanni francese che muterà talmente tanto il carattere di Katherine da indurla addirittura a seguirlo alla cieca in Francia.
Di questo libro NON mi è piaciuto:
  • Non mi è piaciuta la resa di Katherine per cui prevedevo un cambiamento caratteriale sensibile. Sicuramente non nelle modalità e con la tempistica usata in questo romanzo. Innanzitutto non capisco per quale motivo un po' di fiori e qualche ardente bigliettino di un misterioso innamorato dovrebbero indurre una persona a trattare con maggiore educazione chi le sta attorno. In secondo luogo, non trovo nient'affatto credibile che una ragazza scappi dal suo ambiente e si adatti a vivere in umiltà da un giorno all'altro. Ecco, sicuramente non c'è stata gradualità nell'evoluzione.
  • Non mi è piaciuto neanche il personaggio di Alain Montclair. Per parecchia parte del romanzo l'ho trovato goffo nelle sue modalità di corteggiamento e poi non gli ho trovato quel gran fascino tanto decantato. Per non parlare, poi, della trovata finale per ripristinare il suo buon nome... In fondo sono due protagonisti perfettamente abbinati in quanto mi sono sembrati entrambi anonimi.
Di questo libro mi è piaciuto:
  • Tutto sommato dobbiamo concedere all'autrice un tentativo di creare una trama piuttosto originale con ambientazioni e situazioni inconsuete. Non è nuovo il tema della seduzione dell'innocente da parte del libertino, certo mai indotto da un soggetto assimilabile al ruolo di tutrice. Molto carina la parte della trama ambientata nella campagna francese, ma non più di tanto.
  • Mi è piaciuta la presenza dell'ironia come elemento centrale dello stile dell'autrice ben ravvisabile soprattutto nei personaggi secondari, quali le compagne di collegio di Katherine.

Io l'ho trovato di gran lunga deludente rispetto al primo libro della serie e non suggerirei mai di leggerlo.