lunedì 11 febbraio 2013

CATHERINE MARCH: Il campione del re


TITOLO: Il campione del re
AUTRICE: Catherine March
TITOLO ORIGINALE: The King's Champion
USCITA ITALIANA: GRS 619, gennaio 2008
GIUDIZIO PERSONALE: 4/5
Inghilterra, 1295
Nel cuore di Eleanor Raven di Ashton, fin dall'infanzia, c'è posto solo per un uomo: Troye de Valois, cavaliere del re. Ma il valoroso campione di EdoardoI per molti anni non si accorge neppure della fanciulla, finché non ne compromette involontariamente l'onore salvandola da una vile aggressione. Per impedire che l'onta distrugga la reputazione della giovane dama, il re ordina a Troye di farne la sua legittima sposa. E così quello che Ellie credeva il sogno della sua vita si trasforma in un incubo, perchè lui, ancora perdutamente innamorato dell'adorata prima moglie, la tratta con rude freddezza. Tutto sembra perduto, e quando Troye parte per andare a combattere in Scozia, Eleanor decide di fuggire da quel tetro castello in cui non c'è posto per lei. Poi però gli eventi precipitano...
Un medievale che, pur prendendo le mosse da una trama piuttosto tradizionale, riesce a svilupparla in maniera originale. È il primo romanzo che leggo di quest'autrice, ma l'ho trovata davvero piuttosto brava.
La vicenda per una certa parte del romanzo è piuttosto complessa e proverò a riassumerla. La protagonista assoluta di questo romanzo, Eleanor Raven di Ashton, incontra per la prima volta Troye de Valois, nobile guerriero, in un torneo e immediatamente si innamora di lui per il suo aspetto, il suo coraggio e la sua gentilezza. Peccato che in quella stessa occasione Troye chieda il permesso di sposare un'altra donna. Passano quattro anni e Eleanor non pensa minimamente al matrimonio. Nonostante ciò, il padre ritiene opportuno riportarla a corte per cercare, invece, l'opportunità di un'unione vantaggiosa. A corte Eleanor incontra nuovamente Troye che, però, trova profondamente mutato: ora è un uomo ferito, chiuso nel suo dolore per la mogli morta. Continua, però, a essere un cavaliere nobile e coraggioso tanto da difendere Eleanor in una situazione incresciosa che, però, li costringerà al matrimonio. Troye deve sposarla suo malgrado, ma non riuscirà ad amarla e a condividere realmente con lei la sua esistenza. Eleanor cercherà di affrontare questo grande dolore e cercherà di attirare suo marito alla vita, cosciente di lottare contro un fantasma troppo ingombrante: quello della moglie defunta.
Di questo romanzo mi è piaciuto:
  • Mi è piaciuta, in generale, la trama perché l'ho trovata condotta in maniera piuttosto originale. Non è la prima volta che leggo un romance in cui uno dei due protagonisti piange ancora un amore perduto, ma in questo caso la chiusura di Troye è assoluta, il suo cuore impenetrabile. La povera Eleanor è costretta a soffrire per buona parte del libro, forse anche un po' troppo. Al di là di questo tema, la trama è molto articolata e complessa, con la presenza di molti personaggi secondari ben delineati e anche con precisi riferimenti al contesto storico.
  • Mi è piaciuto il motivo dell'amore fortissimo e imperituro di Eleanor. Il suo amore per Troye nasce a prima vista e potrebbe sembrare il capriccio di una ragazzina invece resiste nel tempo e alla lontananza. E resiste anche alla freddezza del marito. Ogni tanto mi chiedevo come facesse a sopportare i suoi continui maltrattamenti, quell'ignorarla che era anche più duro che sopportare dell'astio. Per fortuna, ogni tanto, Eleanor faceva scattare un po' di carattere, altrimenti sarebbe sembrata una protagonista ai limiti del masochismo.
  • Mi è piaciuto molto come l'autrice ha saputo rendere la psicologia dei personaggi. Attraverso varie sequenze riflessive si è in grado di capire cosa passi nella mente dell'uno e dell'altro e come mai agiscano in un determinato modo. Chiaramente, tra i due la psicologia più complessa è quella di Troye perchè appartiene a un animo ferito che non accetta la vita. Peccato che a lui siano dedicate meno pagine rispetto a Eleanor, avrei voluto vedere meglio delineato e sviluppato il suo percorso interiore.
  • Mi è piaciuto lo stile dell'autrice, molto equilibrato, niente affatto pesante. Riesce a gestire bene tanto le descrizioni, quanto le ricostruzioni storiche, quanto lo sviluppo psicologico dei suoi personaggi e le vivaci scene dialogate. Insomma non è per nulla statico, né noioso.
Non mi è piaciuto:
  • Avrei preferito un po' più attenzione per Troye perché secondo me poteva farlo diventare un personaggio ancora più interessante. Ad esempio, descrivendo meglio le sue paure, i suoi rimorsi e facendoci capire meglio come arriva a innamorarsi della protagonista. Invece questo non si capisce bene e solo nell'epilogo pronuncia parole d'amore per la moglie.
Libro davvero bello, consigliato!

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