venerdì 18 novembre 2011

TORI PHILLIPS: Un cuore alato

TITOLO: Un cuore alato
AUTRICE: Tori Phillips
TITOLO ORIGINALE: Silent Knight
EDIZIONE ITALIANA: GRS Special Ottobre 1998; Harlequin Grandi Saghe 23 aprile 2007
GIUDIZIO PERSONALE:Image Hosted by ImageShack.usImage Hosted by ImageShack.usImage Hosted by ImageShack.us
Inghilterra, 1528-1529
Celeste de Montcalm arriva dalla Francia per sposare Lord Ormond, un uomo spietato e crudele cui il padre l’ha promessa fin da piccola. A scortarla nel suo viaggio avventuroso è Guy Cavendish, un cavaliere ritiratosi in convento perché disgustato dalla dilagante corruzione della corte di Enrico VIII. Il bellissimo frate novizio fa subito breccia nel cuore della giovinetta, che però decide di nascondere i propri sentimenti e onorare l’impegno preso dal padre. Guy, da parte sua, l’ama disperatamente, ma condizionato da un esasperato senso dell’onore la porta a destinazione e assiste impotente ai preparativi per le nozze. Durante il torneo che precede il matrimonio finalmente Guy abbandona ogni finzione, e torna a indossare l’armatura di cavaliere per combattere in un duello mortale e conquistare la dama del suo cuore.
Ancora una volta i Cavendish producono una piacevolissima avventura che fa passare spensieratamente alcune ore. Siamo arrivati alla seconda generazione e vediamo in azione i figli di Thomas e Alicia Cavendish, in questo caso il minore Guy Cavendish. Questi era un cavaliere che ha vissuto in prima persona il clima corrotto e immorale della corte di Enrico VIII. Dopo un po’ tutto ciò l’ha disgustato e, tra la meraviglia di tutti, ha deciso di prendere i voti. All’inizio del racconto egli si trova in un monastero, ancora novizio, dove arriva la giovane Celeste de Montcalm con il suo sgangherato seguito.
Celeste è una nobildonna francese, promessa in sposa fin da bambina a Sir Walter Ormond. Ora lei sta cercando di raggiungerlo, ma il viaggio dalla Francia si è rivelato insidioso e costellato di continui incidenti che hanno progressivamente ridotto il suo seguito. Non ultimo un incidente che ha costretto la zia Marguerite a fermarsi in convento.
Per accompagnare la fanciulla a destinazione viene incaricato frate Guy a cui viene anche imposta la penitenza del silenzio.
Celeste è sbalordita alla vista del frate, bello come un angelo, scostante e sempre pronto a scontare i castighi per fantomatici peccati, il suo silenzio la mette particolarmente in imbarazzo e non riesce a fare a meno di stuzzicarlo in continuazione. Ma la sua bellezza e la sua bontà la commuovono pure e non può fare a meno di affezionarsi a lui e quasi di rivedere in lui un cavaliere che tanto l’aveva entusiasmata e fatto sognare da bambina.
Guy, sotto la barriera del suo silenzio imposto, è affascinato incredibilmente da Celeste e vive tutto ciò come un’ulteriore prova del suo animo corrotto e degno di essere punito. Sono tante le punizioni che s’infligge, ma nessuna di queste può cancellare quel sentimento che sta nascendo in lui.
I due, insieme, superano ancora tante prove in quel tratto di viaggio che resta loro. All’arrivo presso il castello di Lord Ormond, Celeste si trova costretta ad accettare il matrimonio con un uomo che non è esattamente quello dei suoi sogni… o frate Guy. Ma prima di dover disperare, arriverà anche per lei il cavaliere senza macchia e senza peccato a salvarla.
Il racconto è giocato soprattutto sui toni umoristici e sul tema avventuroso, non c’è tanto spazio per l’amore e la passione (anche per la natura un po’ ritrosa del protagonista) ma si intuisce una crescente tenerezza tra i due protagonisti.
È un po’ strano avere un protagonista che non pronuncia quasi nessuna battuta, anche se i suoi pensieri sono molto presenti, e anche se la protagonista parla benissimo per due.
È, inoltre, molto strano riconoscere in questo austero frate il Guy spensierato e anche un po’ sconsiderato incontrato in Lo scudiero, ma la sua maturazione è perfettamente credibile con le esperienze vissute.
Mi è piaciuto abbastanza, anche se, secondo me, manca un po’ di emozione e coinvolgimento che una storia d’amore più esplicita avrebbe dato. È comunque un buon libro, sicuramente originale. Consigliato.

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