giovedì 17 novembre 2011

TORI PHILLIPS: Lo scudiero

Francia, 1520
Raffinatissimo esteta, Sir Andrew Ford non ha difficoltà a individuare un’autentica bellezza e un’innata eleganza nella fanciulla cenciosa che viene messa all’asta come prostituta al Campo del Drappo d’Oro, teatro di uno storico incontro fra i reali d’Inghilterra e di Francia, Enrico VIII e Francesco I. Decide quindi di trasformarla entro un tempo brevissimo in una vera aristocratica. E da quell’allieva eccezionale che è, Rosie acquista la consapevolezza che il suo amore per quel gentiluomo così affascinante, anche se eccentrico e non più giovanissimo, non potrà mai avere un futuro. A meno che, ancora una volta, l’intuito di Andrew non si dimostri infallibile.
Secondo episodio della saga dei Cavendish. Abbandoniamo momentaneamente gli esponenti della famiglia, vecchi e nuovi, per ritrovare un personaggio già presente in La figlia dell’orafo: Andrew Ford, lo scudiero di Thomas Cavendish, che nel precedente libro stuzzicava e aiutava il proprio signore. I due erano totalmente diversi, tanto Thomas era timido, riservato e austero, tanto Andrew è solare, brillante ed estroso.
Sono passati circa venti anni ed Andrew ora è un uomo maturo che si è occupato dell’educazione dei figli del suo padrone, Brandon e Guy. Nonostante ciò è rimasto lo stesso scanzonato, edonista e dandy (se si potesse dire senza risultare anacronistici). Durante lo storico incontro in Francia fra i giovani sovrani Enrico VIII e Francesco I, tutta la nobiltà dei rispettivi paesi ha seguito i propri sovrani. La famiglia Cavendish inclusa. Andrew Ford si trova lì. E in una serata scanzonata, Andrew e i due giovani Cavendish si ritrovano ad un’asta insolita: messa in palio c’è una ragazza in condizioni pietose, sporca, malvestita, terrorizzata. Mosso a pietà, ma non solo, anche per una scommessa con i due giovani, decide di pagare per una notte con la ragazza promettendo di trasformarla in una signora nell’arco di dieci giorni.
Inizia così la sua missione impossibile: nonostante la diffidenza, lo scetticismo e i modi un po’ rozzi di Rosie, sotto uno strato di sudiciume emerge una ragazza bellissima che pian piano impara, grazie al grande maestro, a comportarsi adeguatamente per essere presentata ad Enrico VIII.
Ben presto la tenerezza che Rosie suscita nel maturo Andrew diventa passione e poi amore. Allo stesso modo la riconoscenza della ragazza sboccia in un altrettanto intenso sentimento.
A eliminare qualsiasi senso di inadeguatezza che la ragazza potrebbe provare viene in soccorso il solito riconoscimento di una nascita illegittima e nobile. Lady Alicia Cavendish riconosce in lei la figlia illegittima dell’amica defunta, Lady Stafford. A mio avviso, questa scena di riconoscimento è un po’ frettolosa perché si basa solo su una somiglianza fisica e vaghe notizie fornite da Rosie e poi, forse, arriva un po’ troppo presto, limitando la sorpresa ai lettori.
La trama è certamente briosa, le scene tra Sir Andrew e Rosie sono esilaranti e i modi molto genuini della ragazza contrapposti alla eccentrica eleganza di Andrew creano delle interazioni esilaranti.
Ancora una volta lo stile è scorrevolissimo, ben bilanciato tra la trama romantica e il rispetto per la verità storica.

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