venerdì 18 novembre 2011

SUE-ELLEN WELFONDER: La sposa del cavaliere

Scozia, 1332. Sconfitto in battaglia, Magnus MacKinnon torna a casa e scopre di avere una moglie: durante la sua lunga assenza, infatti, il padre ha celebrato il matrimonio per procura. Amicia MacLeon, da sempre innamorata di Magnus, è di certo la moglie adatta a lui, tuttavia il giovane, ferito nell’orgoglio, non riesce a gioire per la nuova situazione. Ma quando l’antica maledizione che minaccia il suo clan mette in pericolo la vita di Amicia, egli dovrà dare ascolto al suo cuore…
Questo romanzo ruota attorno a un matrimonio che non si sa se celebrare o meno. Magnus MacKinnon torna sconsolato al suo castello presso le isole Ebridi, dopo aver perso nella sua ultima battaglia, il denaro accumulato fino a quel momento nonché il suo cavallo. Era partito tempo prima con l’intento di accumulare ricchezze che gli consentissero di restaurare l’antico splendore della sua casata. E invece torna a casa ancora più disperato di prima.
Ad attenderlo, trova il padre e i due fratelli in un castello ancora più diroccato di quando lo aveva lasciato e, sorpresa delle sorprese, una sposa. Il padre, durante la sua assenza, ha, infatti, provveduto a stipulare un matrimonio per procura con Amicia MacLeon. I clan dei MacKinnon e dei MacLeon sono per secoli stati divisi da una faida e, periodicamente, ogni volta che si è tentato di rappacificare le due famiglie è avvenuta una tragedia. Ora sembrerebbe la volta buona per superare le antiche discordie, soprattutto dal momento che Amicia porta con sé anche una ricca dote che permetterà di migliorare le condizioni di vita all’interno del castello. Ma, inspiegabilmente, Magnus si rifiuta di sposarsi.
Fino a qui potrebbe sembrare tutto abbastanza già letto, in altri medievali scozzesi, in realtà l’autrice è abbastanza originale nel delineare la motivazione del rifiuto. I due protagonisti non provano affatto antipatia reciproca, anzi si sono sempre piaciuti, anche da tempo insospettabile, ma non se lo sono mai confessato. Magnus non vuole costringere Amicia a vivere presso un clan sfortunato come il loro, sotto il pericolo di strani attentati che qualcuno attribuisce a una maledizione e, inoltre, vuole essere lui in persona a ripristinare la ricchezza del clan, non vuole sfruttare la dote della fidanzata.
Da parte sua, Amicia è dispostissima a sacrificarsi per il futuro marito, ma teme di essere poco desiderabile per lui (non sapendo che la sua bellezza, fin troppo spesso definita giunonica, ammalia il fidanzato).
Il tutto è condito da un velato pericolo che minaccia la coppia, che forse alla fine si rivela meno pericoloso del previsto e da un leggero intervento dell’elemento magico.
Ho apprezzato la passionalità dei personaggi, il buon bilanciamento tra storia d’amore, tono ironico e divertito, e moderato intervento dell’elemento paranormale/magico.
Avrei preferito: che il cattivo della situazione fosse tolto di mezzo in modo più spettacolare, invece si autoelimina, per così dire.
Fa parte di una serie di cui, probabilmente, non leggeremo altri, un vero peccato visto che l’autrice mi sembra meritevole. 

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