martedì 15 novembre 2011

SARAH DUNANT: la nascita di Venere

Alessandra Cecchi non ha ancora compiuto quindici anni quando suo padre, un ricco mercante di stoffe, fa ritorno da un viaggio nel nord dell'Europa portando con sè un giovane pittore incaricato di affrescare la cappella del loro palazzo fiorentino. Figlia del Rinascimento, dotata di mente brillante e di spirito ribelle, Alessandra coltiva una passione segreta per il disegno che poco si addice a una giovane di buona famiglia. L'incontro con il pittore fiammingo accende in lei un desiderio incontenibile di apprendere le tecniche della creazione artistica, cui ben presto si mescola la curiosità nei confronti di quell'uomo tenebroso e schivo che cerca il volto della sofferenza nell'umanità perduta dei vicoli. Fra loro nasce un'attrazione contro cui è difficile combattere, che allontana la ragazza dalla madre dispensatrice di saggezza, dalla sorella Plautilla con le sue modeste aprirazioni, e dalla sua schiava e complice Erila.
Intanto Firenze assiste alla morte di Lorenzo de' Medici e precipita in un baratro di caos e rovina: mentre l'esercito francese minaccia l'invasione, un frate domenicano di nome Gerolamo Savonarola si scaglia contro il dilagare del vizio e profetizza terribili castighi. In un'atmosfera sempre più cupa e apocalittica, Alessandra è costretta a rinunciare ai sogni e ad accettare il matrimonio con un uomo maturo, colto e raffinato, Cristoforo, che le promette una libertà non comune per una donna del suo tempo. Ma durante la prima notte di nozze la novellaa sposa scopre con sgomento che quella promessa ha un prezzo. E il destino le riserva nuove prove, mettendo sulla sua strada un assassino sadico che da tempo terrorizza la popolazione. Con una scrittura evocativa ed elegante, Sarah Dunant dipinge il ritratto il ritratto di un'eroina indimenticabile, combattiva e appassionata come la sua amata Firenze e racconta una storia in cui si intrecciano sensualità, arte, religione e potere, restituendo i colori e le sfumature di un'epoca gloriosa e drammatica.
Che libro suggestivo! E quanto sarebbe difficile cercare di riassumerlo! Troppo complessa è la trama e troppo collegata alle vicende della Firenze rinascimentale. Protagonista assoluta del racconto è Alessandra Cecchi, la figlia minore di un ricco mercante di stoffe fiorentino. E' una giovane dall'intelligenza pronta, forse non accompagnata da una bellezza splendente, almeno secondo i canoni del tempo. Ma i suoi acuti occhi neri osservano tutto ciò che accade a lei, alla propria famiglia e a Firenze con perspicacia e acutezza. La ragazza, poco più che adolescente, assiste alla morte di Lorenzo il Magnifico, alla fine di un'epoca prestigiosa e unica per la sua città, all'ascesa al potere dell'inquietante Gerolamo Savonarola che vuole rigenerare moralmente i fiorentini e che impone con la sua predicazione un clima di terrore.
Su questo sfondo storico ricostruito in maniera suggestiva si colloca la vicenda privata di Alessandra. La ragazza è da sempre stata appassionata di pittura, un'arte che non ha mai potuto direttamente praticare e studiare e vede con interesse l'arrivo di un giovane pittore incaricato di affrescare la Cappella di famiglia.
Fra i due scatta subito una comprensione reciproca, un'affinità elettiva, e la scintilla del desiderio... Ma Alessandra è costretta a sposare Cristoforo, un uomo più maturo scelto per lei dalla sua famiglia e che cela un pesante segreto...
Alessandra è una donna anomala per il suo tempo: è intelligente, colta, tiene testa agli uomini quando si tratta di sostenere un'opinione. Non viene giudicata bellissima, ma è soprattutto la sua intelligenza a far paura alla controparte maschile. Il suo amore per la pittura e l'arte in genere ben si adegua allo straordinario periodo in cui visse, quando nella sua città si erano alternati artisti quali Botticelli, il Ghirlandaio e si affacciava l'astro nascente di Michelangelo Buonarroti. Per cui, come dice l'io narrante a proposito dei suoi miseri tentativi di esprimere la sua vena artistica: anche se i suoi tentativi risultassero goffi "Perchè se si mettesse quel lavoro insieme a tutti gli altri pannelli e cassoni nuziali, ai deschi da parto e agli affreschi, allorché portammo l'uomo a contatto con Dio in un modo che non aveva mai sperimentato... allora lo si vedrebbe per quello che è: una voce sperduta in un coro immenso. E tale era il canto che quel coro levava all'unisono, che il solo averne fatto parte mi bastava."Questo libro è un inno al genio italico, alla grandezza che la nostra arte, la nostra letteratura raggiunse in quell'età sublime chiamata Rinascimento

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