mercoledì 16 novembre 2011

REBECCA BRANDEWYNE: Le nove chiavi

1669-1848
È soltanto un sogno ricorrente o il ricordo di un’altra vita quello che tormenta sin da bambina Ariana Lèvesque? Il castello tenebroso e il giovane dai capelli scuri che si trasforma in un mostruoso serpente marino sono forse un presagio di ciò che le riserva il futuro? Dal giorno in cui un’indovina le predice un destino pieno insidie, Ariana si trova coinvolta in un intrigo che ha avuto inizio duecento anni prima della sua nascita e di cui possiede inconsapevolmente la chiave. La stessa chiave che Malcolm Blackfriars sta cercando per mari e per monti, deciso a svelare l’enigma che avvolge il passato della sua famiglia e a squarciare il velo di mistero che la circonda come un sudario. In una disperata partita tra Fato e Libero Arbitrio, la loro ricerca li porterà a scoprire il segreto del Cuore di Kheperi, ma anche quello, molto più prezioso, dei loro cuori.
Libro impegnativo e non sempre soddisfacente, trama complicata, a volte contorta, storia d’amore quasi inesistente.
In poche parole ecco gli elementi essenziali di questo libro la cui trama proverò, non senza qualche difficoltà, a riassumere.
La vicenda parte nel lontano Seicento quando un gruppo di esploratori inglesi va a visitare una piramide e vi trova una mummia di un sacerdote egizio con sul petto uno splendido smeraldo. Dopo averlo preso, la spedizione viene coinvolta in un incidente da cui sopravvive il capo del gruppo, appartenente alla famiglia dei Ramsay.
Cento anni dopo un altro esponente di questa famiglia perde tutti i suoi averi al gioco e viene ucciso in un duello dal suo avversario, un italiano di nome Foscarelli. Quest’altro Ramsey si lascia alle spalle il mistero di una sorta di società segreta custode dello smeraldo egizio.
Arriviamo al 1835 quando altri due esponenti della famiglia Ramsay vengono uccisi da un misterioso uomo mascherato.
Nel 1848 l’ultimo superstite di questa famiglia Malcolm Blackfriars (o Ramsay) subisce delle strane minacce e attentati che neanche lui si spiega. Finalmente gli viene rivelato che la sua famiglia è legata a questa maledizione e che è necessario trovare le nove chiavi, che sono nove croci che portano incisi dei riferimenti a dei versi biblici, che condurranno alla individuazione del luogo in cui è sepolto lo smeraldo. Solo così si spezzerà la maledizione.
In un caotico susseguirsi di fatti strani, violenti, inspiegabili Malcolm ritrova i due cugini, suoi amici di infanzia, nonché ultimi rappresentanti del ramo francese dei de Ramezay: Nicolas Ravener e Ariana Lévesque. Tutti desiderano risolvere l’enigma per togliere di mezzo i Foscarelli, che continuano a minacciarli perché vogliono entrare in possesso dello smeraldo per acquisire l’immortalità, e per recuperare le loro ricchezze.
Alla fine di questo grande garbuglio, in effetti, lo smeraldo viene ritrovato e resituito all’Egitto e Malcolm e Ariana, che nel frattempo si sono innamorati, si sposano.
Trovo che l’autrice abbia un po’ esagerato nel mettere carne al fuoco sul tema dei misteri: sembra una puntata di Voyager con domande che si accavallano l’un l’altra. Sembra un misto tra la maledizione delle piramidi, alla ricerca della pietra verde, il mostro di Loch Ness, un po’ troppo per chiunque anche per chi ama in certo qual modo il romanzo gotico. La storia si basa tutta su un’eterna lotta tra Fato e Libero Arbitrio: quanto di ciò che succede ai protagonisti è già stato scritto dal destino e quanto loro possono fare per mutarlo? A me è sembrata una scusa, efficace per giustificare le improbabili coincidenze che consentono all’autrice di portare avanti e risolvere la storia.
Non dirò molto sui protagonisti visto che, anche se sono presenti, in realtà non hanno valore per loro stessi ma per come portano avanti la trama. Non c’è una loro costruzione psicologica, servono solo a condurre l’azione. Trovo comunque ridicolo far chiamare, nel privato, due uomini di 29 e 25 anni Collie e Nicky. Già solo per questo perdono assolutamente di virilità.
Cosa salvo di questo libro? La parte avventurosa, se vi piace, è condotta molto bene: ci sono agguati, duelli, misteri…
L’autrice è molto didascalica: spiega molto la Londra vittoriana del tempo con le sue strade, i suoi edifici, i suoi negozi. Spesso eccede nelle spiegazioni ma per chi gradisce la ricostruzione storica, sarà piacevole.
Solo per questi ultimi meriti do una sufficienza stentata.(2 CUORI)

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