mercoledì 16 novembre 2011

MERIEL FULLER: Il conquistatore normanno

Da quando il padre è stato ucciso dai Normanni durante la battaglia di Hastings, Lady Eadita di Thunorsledge cova nell’animo un profondo odio per i conquistatori francesi. Al punto che un giorno, travestita da ragazzo, aggredisce il condottiero di un drappello nemico cercando di ucciderlo. Il cavaliere si difende e, scambiandola per un rissoso monello, decide di darle una lezione non appena giungerà al castello di Thunorsledge. Eadita riesce però a fuggire e, quando i due si incontrano di nuovo, lei indossa abiti femminili. Pur non riconoscendola, il cavaliere normanno, Lord Varin de Montaigu, si rende subito conto dell’ostilità della fanciulla e decide di tenerla d’occhio. L’impresa si rivela tuttavia più pericolosa di quanto avesse immaginato, forse perché questa volta oltre che la vita Varin rischia di perdere il cuore!
Della serie: ennesima variazione sul tema. Quanti romanzi ho già letto basati sulla rivalità tra sassoni e normanni e con la figura del guerriero che va a prendere possesso e a controllare un castello nemico difeso da un’indomita fanciulla? Decine, già a partire da Il lupo e la colomba della Woodiwiss (indimenticabile!). Eppure, nonostante ciò, ancora una volta ho trovato la vicenda piacevole, ben scritta, senza troppe invenzioni fantasiose o particolari poco credibili. Una storia, forse, non originale né senza grandi pretese, ma allo stesso tempo avvincente.
Come sempre, siamo nella seconda metà dell’XI secolo, all’indomani della battaglia fi Hastings e la giovane Eadita cerca di aiutare come può il drappello di ribelli guidato dal fratello Thorstan. Si traveste lei stessa da ragazzo e li aiuta negli agguati e si trova a far questo quando si scontra con il Barone Varin de Montaigu che sta conducendo un gruppo di Normanni a difendere il “suo” castello. Grande è la rabbia di Eadita nel vedere lo zio stringere accordi con gli assassini del padre e ancora maggiore è il suo disappunto quando si accorge di subire stranamente il fascino del nemico.
Varin de Montaigu è un nobile cavaliere che ha dedicato la sua vita a servire re Guglielmo a cui deve la sua posizione. Gli è totalmente fedele ma, nello stesso tempo, ora si trova a proteggere e difendere quella ragazzina dalla faccia di elfo da cui si sente attratto. Vorrebbe relegare tutto a un semplice bisogno lussurioso perché non ha nessuna intenzione di consentire a una donna di catturarle il cuore: porta ancora addosso le ferite del crudele comportamento della madre, Felice, che ha abbandonato il marito e tre figli.
Varin è un vero santo, in alcuni momenti. Lei gliene combina di tutti i colori, sfuggendogli continuamente come un’anguilla ma, nonostante ciò, lui continua a cercarla e a difenderla. Ci sono troppi malintesi tra di loro e quella invincibile reticenza a confessare i loro sentimenti ma per fortuna tutto va a posto. Il finale è molto asciutto, senza grandi scene madri di professione d’amore eterno, i gesti hanno già parlato per loro e sono stati molto efficaci.
Ripeto, la storia non sarà particolarmente innovativa ma è scritta bene e in maniera avvincente. Il ritmo è serrato e ti induce a voler andare avanti per scoprire lo scioglimento della vicenda(3 CUORI)

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