giovedì 17 novembre 2011

LYNSAY SANDS: La chiave

Un barbaro. Lady Iliana non ha dubbi: lo scozzese che deve sposare non solo non ha un minimo di buone maniere, ma emana anche un odore decisamente poco gradevole. Anzi, per amore di precisione, puzza! È chiaro che – diritti coniugali o meno – di condividere il letto non se ne parla neppure. Finché il suo splendido marito non si farà un bel bagno, Iliana non ha intenzione di concedergli le sue grazie e, per ribadire il concetto, si affida a uno strumento drastico ed efficace: una cintura di castità. Duncan, affascinante signore di Dunbar, è quantomeno perplesso. Gli uomini lo seguono, le donne gli cadono ai piedi, il suo fisico è pressoché perfetto e il suo potere di persuasione irresistibile. Eppure, la sua schizzinosa mogliettina pare proprio non volerne sapere di lui, al punto di mettersi addosso un arnese diabolico e inviolabile… Con una sposa tanto cocciuta, la forza non servirà, è evidente. Per domarne lo spirito è conquistarne le grazie, Duncan dovrà far ricorso a tutto il suo fascino e sfoderare ogni arma di seduzione, senza ritegno, fino a farsi consegnare da lei la chiave della sua cintura… e del suo cuore.
Che dire quando un libro ti lascia interdetta e senza parole? Meglio tacere, no, forse, è preferibile cercare di spiegare in qualche modo.
La chiave del titolo si riferisce a quella che la nostra protagonista, Iliana, usa per serrare una cintura di castità che le serve a tenere lontane le indesiderate attenzioni del marito, Duncan.
I due si sono sposati piuttosto precipitosamente per volontà del re Riccardo II che voleva in questo modo proteggere la ragazza dai ricatti del patrigno. Duncan, giovane nobile scozzese, acconsente al matrimonio per ragioni meramente economiche: infatti esso gli darà il denaro sufficiente a ristrutturare parte del suo castello. Matrimonio d’interesse, dunque, ma giacché la sposa è anche una ragazza di piacevole aspetto, egli si accingerà con piacere a consumare il matrimonio…
Quando Iliana arriva alla Rocca di Dunbar trova un castello in pessime condizioni: è sporco, mal gestito, la cucina è approssimativa e gli occupanti si comportano come selvaggi. Lo sposo potrebbe anche essere di bell’aspetto se si riuscissero a indovinare le sue fattezze sotto il sudiciume che lo copre. Insomma, è un vero selvaggio! Per questo la sposina indossa la cintura di castità di castità decisa a mantenerla fin quando il marito non si sarà fatto il bagno. Obiettivo non da poco, visto che Duncan è abituato a lavarsi due volte l’anno, in gennaio e luglio, e non ha intenzione di cambiare le proprie abitudini per far felice la moglie.
Insomma il tema centrale di questo libro è l’igiene e la puzza. In ogni situazione, la protagonista non può evitare di notare l’afrore irradiato dalla sua dolce metà…
Duncan è un simpatico selvaggio, lercio, puzzolente e persino tirchio… Insomma l’uomo che tutte sognano di sposare. La mala sorte lo perseguita: non riesce a consumare questo matrimonio e, per giunta, deve subire i rimbrotti del padre che lo rimprovera di far stancare troppo la moglie con la sua insaziabile lascivia.
Iliana è proprio antipatica: una snob. Certo, posso capire il fastidio del puzzo, ma potrebbe evitare di ricordarcelo ogni dieci righe!
La prima parte del libro, incentrata sulle discussioni e scontri tra marito e moglie è molto divertente. La seconda parte, invece, più avventurosa, con attentati e l’assedio del castello è un po’ più monotona, vi manca la verve che aveva salvato questo libro, altrimenti insulso.
Gli faccio superare la sufficienza solo perché alcune scene sono veramente spassose (2 CUORI)

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