martedì 15 novembre 2011

LYNNE KAUFMAN: Il piacere sulle mani

Paghiamo profumatamente il parrucchiere, paghiamo per farci pulire la casa e per far aggiustare l’auto. Perché non pagare per qualche desiderio più essenziale? Il piacere, l’amore, il benessere del corpo e della mente, l’appagamento dei sensi. Questo è il motivo per cui due sorelle danno vita a un progetto un po’ bizzarro: aprire un luogo dove ricevere speciali attenzioni e cure maschili, dove appagare i propri desideri più segreti e sfrontati, dove per una volta le regole e la conduzione del gioco siano tutte al femminile, in un’atmosfera di lusso, calma e voluttà. Una casa di piacere e di allegria che sappia convogliare l’infelicità in un salutare rito del massaggio (e non solo), tra affascinanti, sensibili e capaci praticanti zen, ligi alla prima regola del posto: le mani di un uomo devono essere lente, molto lente.
Un romanzo spregiudicato e sensuale che racconta con umorismo e schiettezza le sfumature del desiderio e del sesso in chiave tutta femminile. Un libro scritto per le donne, che ogni donna vorrebbe far leggere al proprio uomo.
Quando si dice continuare a leggere per inerzia. Questo è il caso mio con questo libro che alla fine mi son voluta togliere di mezzo senza mai godere appieno di quello che stavo leggendo. La storia è di un’assurdità portata agli estremi.
La protagonista e voce narrante è Sara, psicologa alle prese con un gruppo di donne profondamente ferite dalla vita. Allo sconforto professionale per il fatto di non riuscire ad aiutare le sue pazienti si aggiunge il dolore per la morte della madre che lascia lei e la sorelle Coralee eredi di una discreta somma che premetterà loro di aprire una loro attività.
Dopo una non lunga riflessione cosa decidono di aprire? Non un ristorante, né un negozio di scarpe, né un negozio di abbigliamento in franchising, ma niente di meno che un centro benessere dove dei giovani monaci zen con tanto di attestato aiuteranno le donne a praticare la meditazione, massaggi shiatsu completi di carezze, baci e altro…
Quel è la sostanza di questo racconto? Ce n’è voluto per potervi ricavare un significato perché il tutto è abbastanza affrettato e confuso, comunque, la nostra protagonista Sara, stanca e annoiata da un matrimonio ormai privo di stimoli, smette di dare tutto per scontato e riscopre le possibilità e le attrattive del marito; Coralee, da sempre instabile sentimentalmente scopre in Simon (il direttore di Slow Hands) la sua anima gemella e la voglia di sicurezze e di costruire qualcosa di duraturo. Quelle donne disperate e deluse, oltre a un piacevolissimo interludio passionale, ne hanno acquistato in autostima e consapevolezza di sé.
Non consiglierei proprio di leggerlo (1 CUORE)

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