mercoledì 16 novembre 2011

KAVITA DASWANI: Propositi matrimoniali

Nata e cresciuta a Bombay da una famiglia della buona borghesia, Anju capisce presto che l'unico scopo nella vita di una donna è quello di trovare marito. Di più: da questo dipendono la felicità e l'onore dei suoi genitori. Ma ahimè, Anju a ventun anni non è ancora sposata. E ciò è motivo di grande imbarazzo per tutti. A nulla valgono gli innumerevoli tentativi di dare in moglie la loro troppo amata figlia: la madre la accompagna da astrologi, santoni, intermediari e guaritori, ma Anju non trova l'anima gemella. Decide perciò di lasciare Bombay, città ormai vagamente americanizzata e tuttavia ancora immersa nei suoi costumi più antichi, alla volta di New York, per lavorare come pierre nel vivace, scintillante e amabilmente fasullo mondo della moda. Gli anni passano, ma Anju non riesce a liberarsi dal senso di incompletezza per la sua incapacità di trovare un marito. Se la mite ragazza indiana che è in lei la spingerebbe ad accettare un matrimonio combinato secondo le antiche tradizioni, Anju la ribelle vive un inconfessabile desiderio di rottura e non può rassegnarsi a un matrimonio che non nasca dall'amore con la A maiuscola. Anju non può quindi sfuggire a ciò che è: un'anima e un cuore divisi tra due culture diverse. Queste contraddizioni le costeranno non pochi turbamenti e lacrime, ma finalmente il futuro le porterà ben più di quello che i suoi genitori e tutto il suo ambiente hanno cercato per lei: un lieto fine meritatissimo. Narrato in prima persona, spiritoso, toccante e "vero", questo romanzo ci regala l'incanto di una voce autentica e fresca. Kavita Daswani descrive con rapide e inciive pennellate le inquietudini e le contraddizioni dell'India di oggi, sospesa tra l'attaccamento alle tradizioni di una civiltà millenaria e la contaminazione del mondo occidentale.Qualche anno fa avevo visto il film "Sognando Beckham" e mi ricordo che vi si faceva menzione di quanto il matrimonio fosse importante, un evento centrale nell'esistenza di qualsiasi giovane indiana. E di come esso diventa problematico in chi vive diviso tra le proprie tradizioni e il contatto diretto con il mondo occidentale:
Il tema matrimonio diventa ossessivo in questo libro, e come potrebbe essere altrimenti dato il titolo.
Anju, giovane indiana appartenente a una ricca famiglia di commercianti di gioielli è stata preparata sin dall'adolescenza al fastoso matrimonio che dovrà fare con un uomo porbabilmente scelto per lei dalla famiglia. L'anomalia, e la disperazione per sua madre, è che non riesce ad accettare e a farsi piacere nessuno degli uomini che le vengono presentati. Man mano che i tentativi della madre di accasarla diventano sempre più ossessivi e disperati, lei vive sempre con maggior difficoltà e rimorso l'esigenza di doverli rifiutare. Ad un certo punto, come estremo segno di ribellione, decide di andare a studiare negli Stati Uniti e lì iniziare una carriera di addetto stampa nel campo della moda. Tutto ciò la porta a distaccarsi sempre più dai canoni della normale esistenza di una ragazza indiana. Ma questa sua sorta di emancipazione viene vissuta come una colpa perchè provoca un'ulteriore delusione ai suoi genitori. Per questo continua a cercare questo tanto agognato marito, per poter almeno in qualcosa farsi accettare dalla famiglia e dalla sua comunità.
E' la tipica storia di disagio di chi condivide i valori di due culture profondamente diverse e lontane, l'angoscia di chi si sente diviso tra due civiltà e sente di tradire le proprie tradizioni familiari in nome del fascino di uno stile di vita più allettante, ma anche molto più superficiale, come quello occidentale: sintesi di questo pensiero potrebbe essere Anju che indossa il suo sari con sandali dai tacchi a spillo di Manolo Blanhik.
Per quanto il concetto dell'incontro di culture sia interessante e particolarmente importante al giorno d'oggi, ho trovato decisamente esasperante questo libro per il motivo del matrimonio declinato ad ogni pagina. Questa ricerca ossessiva, totalizzante del consorte, questi ripetuti e variegati tentativi di trovare una soluzione alla "tragedia" di avere una figlia che ha superato i 20 e poi i 30 anni senza aver trovato l'anima gemella ad un certo punto diventano decisamente noiosi.
Un'altra cosa che mi ha un po' contrariata è la descrizione dei lunghi e dispendiosissimi cerimoniali matrimoniali indiani con giorni di ricevimenti e la ricerca di vestiti e gioielli sempre più costosi per sfoggiare la ricchezza e il prestigio della famiglia. Probabilmente c'è qualcosa di vero in tutto ciò e trovo penoso che in India ci sia un elite (o casta) che possa sfoggiare mise e gioielli da capogiro quando c'è la massa della popolazione che vive in condizioni penose e in uno stato di estrema povertà, Ma queste sono le contraddizioni su cui si basa il nostro mondo e di cui spesso preferiamo ignorare l'esistenza.
In definitiva, nulla di particolarmente eccezionale e non capisco, francamente, il gran parlare che si fece di questo libro due anni fa quando venne pubblicato 

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