martedì 15 novembre 2011

JO BEVERLEY: Fuoco d'inverno

LA FELICITA’ E’ NEL CUORE DI UN LIBERTINO
Inghilterra, 1763. Genova, dama di compagnia delle sorelle Calliope e Thalia Trayce, si sta recando al ballo organizzato da Rothgar, nipote delle anziane signore. Durante il viaggio incontra il marchese di Ashart, che decide di recarsi anch’egli ai festeggiamenti. Genova e il libertino Ashart scoprono una forte attrazione, ma i fatti del passato tormentano il marchese che, solo cedendo all’amore, potrà trovare la felicità.
Per il periodo natalizio, una bella storia di Natale alla Balogh d’altri tempi! In occasione delle festività natalizie la Beverley aveva scritto questo racconto (che in America è stato ripubblicato proprio in questo periodo) che aveva anche lo scopo di aggiungere qualche elemento in più al mondo dei Malloren. Nel corso di questa serie sono stati abbattuti molti contrasti ma restava ancora intatto quello più grave da cui era partito il nocciolo della saga: la pazzia della prima marchesa di Rothgar che aveva ucciso la figlioletta sotto gli occhi terrorizzati del piccolo Beowulf, attuale marchese di Rothgar. Questo evento aveva segnato la vita di Bey tanto da indurlo a non sposarsi mai perché terrorizzato dalla possibilità di trasmettere ai propri eredi la tara di famiglia. Questo finché non aveva incontrato Diana nel precedente libro.
Con quest’ultimo veniamo a scoprire come la famiglia di Augusta ha vissuto l’evento. I Trayce hanno interrotto del tutto i rapporti con i Malloren convinti che la propria congiunta si fosse suicidata a causa della crudeltà del marito. L’attuale erede del casato, il marchese di Ashart, è cresciuto nell’odio per il cugino. Per questo ritiene che gli ultimi guai che gli sono capitati siano da attribuire alle sue macchinazioni. Di cosa si tratta? Di un figlio che gli viene attribuito e di cui sa con certezza di non essere il padre.
Il guaio nasce quando questo bambino giunge nelle mani di Genova Smith, dama di compagnia delle anziane zie Calliope e Thalia. A questo punto Ash decide di seguirle nella casa di Rothgar dove sono state invitate per le festività, allo scopo di scoprire la vera responsabilità del marchese. Ma durante il viaggio lui e Genova vengono scoperti in una situazione compromettente e costretti a fingere un fidanzamento.
La storia si svolge nell’arco di quattro giorni fino a Santo Stefano. Nel corso di questi quattro giorni in cui i due cugini sono costretti a confrontarsi si riesce in parte a risolvere il mistero della morte di Augusta nel senso che Ash comprende che la giovanissima zia aveva sicuramente un equilibrio psichico instabile e la doppia maternità deve aver scosso qualcosa dentro di lei e l’ha portata ad uccidere la figlia e poi a suicidarsi.
Accanto a questi chiarimenti familiari, ai festeggiamenti accuratamente descritti, si svolge anche un affrettato ma efficace romance tra Ash e Genova. Lo definisco affrettato perché in realtà si è trattato di un gran colpo di fulmine se dopo due giorni Genova poteva asserire con sicurezza di essere innamorata. Devo dire che tutto si svolge in maniera abbastanza veloce (non so se a causa dei tagli della traduzione) e nel bilancio generale la storia d’amore pesa poco rispetto ai confronti e le discussioni tra i vari personaggi. Alla fine della lettura, non si ha l’impressione di aver letto di una travolgente storia d’amore quanto piuttosto di una straordinaria storia familiare affiancata da una modesta storia d’amore.
Il mio giudizio è comunque positivo soprattutto per l’abilità dell’autrice che sa scrivere e descrivere in maniera encomiabile e che ha fatto rivivere sulle pagine il Natale così come era vissuto agli inizi dell’Ottocento. Straordinaria anche la sua conoscenza delle leggende nordiche e meravigliosa la scena in cui tutti vanno a cercare e tagliare il ceppo da far ardere nel camino la notte di Natale. La Beverley ha fatto anche un omaggio alla tradizione italiana perché Genova (così chiamata perché nata a Genova durante i viaggi del padre marinaio) fa il presepe.
C’è da dire che i due protagonisti hanno un compito ingrato: quello di cercare di togliere la scena a Bey e devo dire che mentre Genova è una protagonista completa e sfaccettata, Ash non può reggere il confronto con l’ironico, sarcastico e straordinariamente dolce cugino. Non si può non amare il marchese di Rothgar!
Una lettura dolcissima e rasserenante (3 cuori)

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