giovedì 17 novembre 2011

ISABEL ALLENDE: Ines dell'anima mia

Ines Suarez nasce all’inizio del Cinquecento in Spagna, figlia di un modesto artigiano di Plasencia, piccolo paese dell’Estremadura. Dotata di un forte temperamento che male si addice alla condizione femminile sottomessa all’autorità del clero e del maschio, Ines sposa, contro la volontà della famiglia, Juan de Malaga, che presto la abbandona per cercare fortuna nel Nuovo Mondo. La giovane non si dà per vinta e, con i soldi guadagnati ricamando e cucinando, si imbarca anche lei per quelle terre lontane. Nonostante le durissime condizioni di viaggio giunge in Perù, dove non trova il marito, morto in battaglia, ma un nuovo amore: Pedro de Valdivia, seducente hidalgo fuggito dalle frustrazioni di un matrimonio deludente e venuto a combattere per la Corona spagnola. Con Ines affrontano i rischi e le incertezze della Conquista, attraversano il deserto di Atacama, combattono indigeni incattiviti e giungono infine nella valle paradisiaca dove fondano la città di Santiago.
INES DELL’ANIMA MIA è un romanzo epico che narra le avventurose vicende, realmente accadute ma poco note, dell’eroina della Conquista spagnola. Attraverso gli occhi stanchi e saggi di una Ines ormai alla fine della propria esistenza, Isabel Allende ripercorre la vita della giovane e indomabile protagonista che, sull’onda dei sentimenti, affronta incredibili viaggi, eroiche battaglie, amori travolgenti, lotte per il potere, trasgressioni, onori e disonori con coraggio e una passione indimenticabile.
Complicatissimo romanzo storico in cui realtà, fantasia e magia si intrecciano per creare un quadro duro, spietato di un periodo complesso della storia dell’America Latina.
Il Cinquecento è il secolo in cui, all’indomani delle grandi scoperte geografiche, le potenze europee, Spagna in primis, vanno a conquistarsi un pezzettino di Paradiso.
Lo stesso ha pensato la protagonista e voce narrante del romanzo, Ines Suarez sposata a Juan de Malaga, abbandonata dal marito che inseguiva sogni di ricchezza nel Nuovo Mondo, decide di seguirlo. Si ritrova in un ambiente ostile e ancor più pericoloso per una donna sola. Non ritrova il marito, morto durante uno scontro con gli indios ma trova un nuovo amore in Pedro de Valdivia, conquistatore e governatore del Cile. Con lui affronta il viaggio e la conquista della Nuova Terra, tra continui e sanguinosi scontri con gli indigeni, fondano Santiago, la futura capitale e danno vita al nuovo regno spagnolo dell’America Latina. Le difficoltà da superare saranno enormi, un viaggio proibitivo, la fame, la carestia, morti cruente, spietate esecuzioni ma Ines saprà resistere a tutto e saprà affrontare ogni prova con coraggio, anche quella più atroce: l’abbandono dell’amante… Anche se questo la porterà tra le braccia del suo ultimo grande amore.
La Allende parte da personaggi realmente esistiti per cui le fonti sono numerose o, a volte lacunose. Ines Suarez è un personaggio che una storia spesso incentrata solo sugli uomini non ha saputo adeguatamente illuminare ma che rivive qui con grande vividezza e prorompenza. L’intero racconto è svolto in prima persona che una Ines in punto di morte che ripercorre i momenti salienti della sua esistenza, per questo i piani temporali spesso saltano da un mesto e rassegnato presente a un più baldanzoso e irruento passato giovanile.
La cronaca storica, quasi asettica, spesso viene ravvivata dall’irruzione delle magiche atmosfere tipiche della letteratura sudamericana con i fantasmi che si posano accanto al letto e ti osservano o rituali magici dalle straordinarie conseguenze. Forse, a mio avviso, c’è troppa narrazione e poco dialogo, alla fine più che un romanzo con personaggi vivi ti sembra di aver letto un saggio storico.
Non è, secondo me, la Allende dei bei tempi che furono, quella di due dei miei capisaldi quali La casa degli spiriti e D’amore e ombra.

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