lunedì 14 novembre 2011

GIORGIO MONTEFOSCHI: La sposa

La Sposa narra la storia della famiglia Giusti nell'arco di due generazioni. Dopo trent'anni di matrimonio, Giulio lascia Silvia, se ne va. In un futuro non lontano, anche suo figlio Gino verrà assalito da un'inquietudine alla quale non riesce a resistere. Perchè, quando hanno smarrito, entrambi, le ragioni di un legame coniugale che credevano profondo? Qual è il segreto impulso che muove Giulio e Gino? Le vicende della famiglia si snodano negli anni - sullo sfondo di una Roma splendida e struggente - finchè all'improvviso, Francesca: la moglie di Gino, cambia ogni prospettiva e, con un atto d'orgoglio, scompare. Il tempo non è innocente, scrive Montefoschi all'inizio della terza parte de LA SPOSA. Il tempo è il frande tema dei suoi romanzi. Solo dopo un lungo silenzio, dopo il vuoro scavato dalla perdita, solo "dopo il tempo" può emergere la verità. è quello che capiterà a Gino, quando riuscirà a liberarsi di una relazione ambigua che gli ha impedito di vedere e, anche grazie a un evento del tutto imprevisto capirà. Le pagine di questo romanzo ci dicono- con un ritmo avvolgente, che scandisce attimi, respiri, movimenti - che la felicità può esistere. A patto di far chiarezza in noi stessi: di restituirci a quella luce interiore senza la quale è impossibile accogliere l'altro, e donarci. Da sempre abile creatore di personaggi emblematici, Motefoschi tratteggia ne LA SPOSA  figure femminili di grande fascino. Il lettore difficilmente dimenticherà Silvia, la donna delusa; la figlia Carla, caparbia custode della famiglia e della casa; Francesca, donna coraggiosa e coerente; ma soprattutto Gianna, l'amante di Gino, la donna che per amore sfida se stessa e la propria oscurità. è il mondo femminile. La sposa: la metà femminile, fragile e forte, non può prescindere.
Ammetto che questa lettura mi ha lasciata un po' perplessa. Leggendo il retro di copertina mi si sono chiarite, ma non del tutto, alcune questioni. Questo romanzo parla della famiglia Giusti e, in particolare degli uomini della famiglia, Giulio e Gino, entrambi traditori delle rispettive consorti. C'è come un senso di ereditarietà della colpa che accomuna i due maschi della famiglia e che viene interrotto dalla coraggiosa scelta di Francesca, la moglie di Gino di non accettare passivamente il tradimento ma di opporvisi abbandonando il marito. Il libro mi lascia comunque perplessa, perchè lascia molto implicito, senza darvi una spiegazione, perchè i dialoghi, che sono numerosi e lunghi, conservano qualcosa di taciuto, perchè gli stessi rapporti con i personaggi sono come monchi. Ad esempio, l'amante di Gino, Gianna, appare, lo9 destabilizza, lo ossessiona, gli rovina la vita familiare e poi, all'improvviso, scompare, senza nessuna spiegazione.
Il rapporto tra Gino e Giulio è molto critico proprio perchè in fondo, i due uomini si assomigliano e si rispecchiano. C'è tra di loro una incomunicabilità di fondo. Non è un caso, secondo me, che Gino e Francesca non abbiano avuto figli fino a quando, dopo una lunga separazione ricostruiscono il loro matrimonio su basi più solide. Solo a quel punto, quando lui prende un impegno veramente serio con la moglie può dare vita a un figlio senza temere che la stessa colpa possa ricadere su di lui

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