mercoledì 16 novembre 2011

GAIL RANSTROM: L'arte di sedurre

Londra, 1820
Accusata di aver assassinato una celebre cortigiana che le assomigliava come una goccia d’acqua, Dianthe Lovejoy è costretta a chiedere protezione al suo nemico giurato, Lord Geoffrey Morgan, che accetta di nasconderla in casa propria solo per saldare un debito che ha contratto al gioco con un cugino di lei. Quando il gentiluomo scopre che l’intraprendente fanciulla intende travestirsi da cortigiana e  frequentare le bische più malfamate per smascherare il vero assassino, decide di fingersi suo amante per proteggerla, e con l’intenzione di spaventarla e indurla a rinunciare al suo folle piano assume un’insegnante che la istruisca nell’arte della seduzione. Il progetto, tuttavia, gli si ritorce contro quando la sempre più affascinante Dianthe decide di sperimentare l’efficacia delle sue nuove conoscenze proprio su di lui.
Manuale per una perfetta cortigiana! Questo è quello che vorrebbe avere per le mani la povera Dianthe Lovejoy per potersi aggirare indisturbata per gli ambienti poco raccomandabili del demimonde e poter interrogare chi può sapere qualcosa dell’omicidio di Nell Brookes.
Tutto ha inizio una sera in cui Dianthe, aggirandosi tranquillamente per i giardini di Vauxhall si imbatte in una ragazza che le assimiglia in maniera sorprendente, che è stata colpita a morte da un assassino. Con le ultime forze rimaste, Nell la avverte di essere lei stessa in pericolo. Quando gli altri ospiti presenti notano le due ragazze, trovano Dianthe coperta del sangue della fanciulla morta e con in mano un pugnale. Subito i primi indizi portano a lei come presunta colpevole dell’omicidio.
Per proteggersi la ragazza, incapace di difendersi, temendo di essere destinato al carcere di Newgate ma anche desiderosa di scoprire la verità, deve nascondersi dalla polizia che la cerca. Tra tutti quanti l’unica persona in grado di darle vera assistenza è l’ultima che si era immaginata: il tanto odiato Lord Geoffrey Morgan. Lei lo aveva pesantemente criticato (probabilmente in uno dei precedenti libri della serie La Compagnia del Mercoledì che non ho ancora letto) di essere un giocatore d’azzardo, un frequentatore di ambienti poco raccomandabili e un assassino. E ora invece gli deve la salvezza…
Lord Geoffrey è molto meno peggio di come lo si dipinge negli ambienti del ton. Egli, in realtà, sta lavorando per la corona per debellare un traffico di schiave bianche prese tra le amanti di lusso di Londra e portate nel Nord Africa. Il suo nemico mortale che insegue da ben cinque anni è El Diabul e pare che la morte di Nell sia collegata a lui.
Lord Morgan deve quindi continuare le sue indagini e, nello stesso tempo, tenere sotto sorveglianza Dianthe che ha la cattiva abitudine di cacciarsi nei guai, soprattutto quando si inventa una seconda identità, Lizette Deauville, che diventa la sua nuova amante ufficiale.
Man mano, però, questa finzione diventa sempre più realistica…
Dianthe Lovejoy è divertente perché stare tranquilla, come gli viene raccomandato, va al di là della sua capacità. Viene naturalmente attirata dal pericolo. Come cortigiana all’inizio è poco credibile ma assorbe con curiosità e dedizione quanto gli viene consigliato dalle sue “colleghe” fino a diventare anche troppo preparata…
Lord Geoffrey Morgan è un uomo che sa infondere un certo senso di protezione. È forte, determinato, sa maneggiare molto bene le armi: è una sorta di James Bond del periodo Regency. È un  grande esperto di donne, visto che ha avuto molte amanti. Nessuno sa, però, quanto queste gli facciano in fin dei conti paura, visto che le donne che più ha amato nella vita gli sono state sottratte tragicamente. Per questo non riesce ad arrendersi ai sentimenti che prova per Dianthe, anzi preferisce continuare a litigare con lei e a mantenere le distanze piuttosto che dar corso alla potente attrazione che è sorta tra di loro.
Ma, naturalmente, mai tenere il fuoco troppo vicino alla paglia, si rischia di creare un incendio difficile da spegnere…
La scena più bella, quella che l’autrice è stata bravissima a farci visualizzare è quella che io ho chiamato della “scherma-streape”. Per consentire a Dianthe di difendersi le viene insegnato a tirare di scherma, ma una serata insonne i due protagonisti si ritrovano nel salone delle armi a combattere. Geoffrey toglie con la sua spada prima il laccio dei capelli di Dianthe, poi fa saltare i bottoni della sua camicia, poi… Una sensualità discreta ma molto conturbante.
L’autrice è stata bravissima nel costruire un mistero intricato nella Londra Regency. Esso coinvolge in modo diverso i due protagonisti ma anche i vari componenti de La compagnia del Mercoledì. Ha saputo costruire anche delle scene d’azione molto movimentate e mozzafiato. È vero che la scoperta dei veri colpevoli dell’omicidio è abbastanza prevedibile, sono riusciti a individuarli perfino io!, ma la trama è orchestrata molto bene. (3 CUORI)

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