venerdì 18 novembre 2011

EMILY BASCOM: Il bacio del bandito

Inghilterra, 1741
Mandata dalla madre a Londra per debuttare in società, Lady Roisin Melville in realtà non desidera affatto conoscere le frivolezze del bel mondo, è così decide di fuggire dalla dimora degli zii per tornare a casa, in Irlanda. Durante il viaggio la sua carrozza viene assalita da un affascinante bandito mascherato, che la lascia libera solo dopo averle rubato un bacio. Tornata a Londra, Roisin conosce Kit Westhaven, un misterioso gentiluomo che ha un’aria familiare, e quando lui le rivela di avere un disperato bisogno della sua dote per salvare la residenza di famiglia accetta di sposarlo. Malgrado le premesse, la loro unione pare diventare di giorno in giorno più salda, finché alcuni indizi non portano Roisin a scoprire sul conto del marito una verità sconvolgente.
Il Settecento, e non so perché, non è fra le mie ambientazioni preferite. Neanche in questo caso mi ha fatto particolarmente impazzire. C’è da dire che si tratta di un romanzo di debutto dell’autrice che, magari, deve ancora perfezionare il suo stile. Infatti ci sono alcuni elementi della trama che non mi hanno molto convinta. Altri sono abbastanza interessanti e fanno intuire che ci sia qualcosa di promettente in questa autrice.
La vicenda prende avvio con la protagonista Roisin Melville che è stata mandata a Londra dalla madre per debuttare e trovare un marito, ma che vuole assolutamente tornare in Irlanda. Durante una fuga accidentata, Roisin si imbatte in un bandito che intende derubarla. Le cose non vanno lisce per il povero bandito che si ritrova un foro in una spalla. Prima di lasciarla al suo destino, avendole rubato i gioielli che le servirebbero a pagarsi il viaggio di ritorno le ruba un famelico e appassionato bacio. Roisin viene scoperta e ricondotta a Londra dove tutti sanno che è stata vittima del famigerato bandito che di lì a poco viene catturato e sottoposto a processo. Roisin apprende con dolore che l’uomo è stato condannato a morte, con dolore perché, nonostante le abbia rovinato i piani, le ha lasciato un dolce ricordo.
Contemporaneamente, però, conosce a teatro lord Christopher Westhaven e con lui assiste all’esecuzione del bandito. Poso dopo, lui le chiede freddamente di sposarlo perché ha bisogno della sua dote per salvare la sua tenuta e lei, inspiegabilmente, accetta. Non c’è amore  in tutto ciò, forse una qualche parvenza di attrazione fisica.
Ci sono alcune cose che non mi sono piaciute per nulla e sono:
  • l’esecuzione di Ewen il bandito, che sarebbe il fratello di Kit che, insieme a lui, alternandosi, impersonava il bandito. È veramente triste e blocca il piacere al lettore un dolore così forte per il protagonista e questo fantasma che incombe sulla serenità dei protagonisti.
  • Non viene dato adeguato spazio alla storia d’amore tra i personaggi, nel senso che secondo me non viene dato adeguato peso nel descrivere lo sbocciare dell’amore tra i due. A stento si parla ogni tanto di una vaga attrazione fisica. Per il resto i due non fanno altro che litigare.
  • In alcuni punti la trama è del tutto surreale, incomprensibile: perché James Westhaven non viene salvato dal cappio? Come non può far valere i suoi nobili natali per evitarlo? Perché Kit non riesce a corrompere nessuno e quando lui stesso si ritrova in prigione, la moglie lo libera abbastanza facilmente?
I personaggi sono, secondo me, sviluppati in modo superficiale. Se Roisin doveva essere la tipica protagonista capricciosa e testarda, non lo è abbastanza, alla fine si rassegna abbastanza facilmente a un inspiegabile destino che lei stessa si è cercato.
Kit è abbastanza tormentato e, in qualche scena, questo emerge abbastanza bene. Certo non è né uno di quei protagonisti che ti resta impresso per il fascino, per la tenerezza o la passione che ispira. Insomma nessuno dei due è un personaggio memorabile.
C’è qualche scena che merita, ad esempio quello in cui, Kit si commuove davanti alla moglie ricordando il fratello morto (anche qui un fratello morto all’improvviso, senza nessuna spiegazione?). Questo ci fa intuire che magari con maggiore esperienza questa autrice sarà in grado di fare meglio

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