martedì 15 novembre 2011

EMILIE RICHARDS: Lungo il fiume

Sentendosi ormai vicina alla morte, Aurore Le Danois, appartenente a una importante famiglia del sud, decide di svelare una verità che ha tenuto nascosta per troppo tempo. Chiede l’aiuto di un famoso giornalista di colore, Philip Benedict, che accetta di buon grado di ascoltare l’anziana signora, ignaro del fatto che il suo racconto gli sconvolgerà la vita.
Infatti, dopo un’infanzia solitaria, Aurore aveva trovato l’amore e si era sposata con un uomo diverso dagli altri Etienne Terrebonne, audace, intelligente e ambizioso sopravvissuto al terribile uragano in cui avevano perso la vita la madre e la sorella, aveva giurato di vendicarsi di colui che gli aveva indirettamente causato quel lutto. Ma questo era stato prima di conoscere Aurore. A complicare tutto ci aveva pensato l’amore, che insieme alla paura alimenta segreti e bugie.
Ho trovato questo libro meraviglioso, toccante, profondo. Pur raccontando una storia ambientata a New Orleans all’inizio del Novecento, ho trovato la storia attuale in maniera struggente. Tutto il racconto è pensato come un grande flashback di ricordi dell’anziana Aurore Gerritsen che, nell’America ancora profondamente razzista degli anni Sessanta, confessa  al giornalista Philip Benedict il suo amaro passato. A partire da un’infanzia difficile tra un padre incurante e una madre piegata dal proprio dolore, Aurore passa le sue giornate a giocare tra i bayou del Mississippi. Ma un giorno di fine secolo (ma purtroppo molto simile a momenti più recenti) arriva sul Mississippi un uragano che lo fa tracimare e distrugge case e vite. Tra le varie e numerose vittime di questa tragedia ci furono Marceline e Angelle, madre e sorella di Raphael Cantrelle, condannate a morte dall’egoismo di Lucien Le Danois, padre di Aurore. Raphael, unico sopravvissuto della famiglia, promette di vendicarsi. E sembra essere solo frutto dei suoi piani di vendetta la storia d’amore con Aurore. Quando la donna lo viene a sapere rinuncia a lui e alla loro bambina, mossa anche dai pregiudizi razziali, visto che Raphael è un meticcio. Ma l’amore tra i due resta intatto nonostante le grandi difficoltà della vita. Ed è proprio per questo che Aurore, alla fine dei suoi giorni, decide di rivelare tutto a Philip, suo nipote.
Soprattutto perché egli conosca e ami il suo passato e le sue radici, che non si vergogni mai del suo sangue e sappia accettare di appartenere a qualcosa e a qualcuno, mettendo radici e creando una propria famiglia. Il romanzo è ambientato nella sua ultima parte negli anni Sessanta quando è ancora lunga a venire la totale integrazione, se essa ci sia mai stata, ma si sottolinea e si esalta la dignità e il coraggio di un  popolo che ha saputo, tra grandi difficoltà, tirare il meglio di sé e contribuire attivamente alla ricchezza e alle potenzialità del proprio paese (3 CUORI)

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