martedì 15 novembre 2011

DIANA GABALDON: Passione oltre il tempo

Jamie e Claire, naufragati sulle coste delle colonie americane, avevano deciso di lasciarsi alle spalle la Scozia e la sua triste realtà di carestia e miseria per tentare di ricostruirsi una vita nel nuovo mondo, dove sperano di trovare finalmente la pace. Certo, la rivoluzione americana è imminente, ma forse quel remoto rifugio di montagna sfuggirà ai clamori della guerra. Pur sentendo acutamente la mancanza di sua figlia Brianna, Claire si rincuora sapendola in un’epoca molto più sicura per la sua esistenza di donna emancipata: il futuro. Tuttavia, ecco che Brianna fa la sua comparsa nel passato, decisa a intraprendere il periglioso viaggio tra le pietre del tempo alla ricerca dei suoi genitori. Ha una missione importantissima: aiutarli a schivare un’insidia mortale di cui lei, grazie appunto all’osservatorio privilegiato del futuro, è venuta a sapere. Così, giunta nella Inverness del 1769, cercherà a Lallybroch dove troverà ad accoglierla la numerosa famiglia di Jamie e la notizia che lui si trova insieme a sua moglie al di là dell’oceano. Non le resta che imbarcarsi a sua volta, affrontando innumerevoli peripezie prima del tanto agognato incontro con i genitori. E ancora non sa che Roger, il suo innamorato scozzese, ha deciso di seguirla nel suo viaggio straordinario, determinato a proteggerla dai pericoli del passato… Come negli altri libri della saga di Jamie e Claire, in Passione oltre il tempo Diana Gabaldon mescola avventura ed erotismo, storia e fantasia, popolando il libro di una varietà di personaggi vividi e sfaccettati, già noti ai lettori o completamente nuovi, sullo sfondo dei panorami mozzafiato e della natura incontaminata e selvaggia di un continente ancora vergine: l’America di fine Settecento.
In un continuo rincorrersi di diversi piani temporali, fra eroi divisi tra passato e futuro si conclude quella che dovrebbe essere il quarto libro della serie dedicata a Jamie e Claire Fraser (e che per l’Italia è invece il settimo titolo).
Come mi è capitato altre volte con questa autrice, l’inizio (che coincide con il primo volume del dittico) è un po’ lento e ingarbugliato e poco affascinante, mentre nella seconda parte la risoluzione della storia è incalzante, mozzafiato e commovente.
In questo libro al centro della storia è Brianna Fraser, che dopo aver letto un annuncio funebre in ricordo dei suoi genitori datato 1776 decide di raggiungerli nel passato. Viene, a sua volta, seguita da Roger McKenzie che la ama ed è disposto a tutto pur di proteggerla. Nelle colonie americane, però, le insidie sono tante e Brianna ha un bel caratterino degno di cotanti genitori.
Dopo una serie di peripezie, e dopo essersi riabbracciata e separata da Roger in seguito a un violento litigio, Brianna raggiunge i suoi in North Carolina. L’incontro con il padre è molto bello e intenso: è lo scontro tra due titani, perfettamente somiglianti nel corpo e nel carattere. Per la prima volta, Claire deve fare un passo indietro di fronte a un’altra presenza femminile caparbia quanto e più di lei.
Brianna si ritrova incinta ma non è sicuro chi sia il padre se Roger o quel Stephen Bonnet che i suoi genitori avevano disgraziatamente salvato dall’impiccagione. Ma per uno spiacevole malinteso, Jamie crede che Roger abbia violentato sua figlia, quindi lo pesta e lo consegna agli irochesi. Quando capisce l’errore commesso e l’amore che la figlia prova per quell’uomo parte per salvarlo.
Il povero Roger, che nel Settecento in cui si è catapultato per amore di Brianna, ne ha viste di ogni tipo, sarebbe seriamente tentato di abbandonare tutto e ritornarsene ai suoi tranquilli studi di storia, ma l’amore per la sua donna vince ogni cosa e decide di rimanere. Decide, inoltre, di accettare un figlio che non è sicuro che sia suo.
Questa seconda parte della storia è incentrata più sui sentimenti e sui rapporti interpersonali. C’è il primo incontro tra Brianna e Jamie e si segue la loro necessità di conoscersi e di abituarsi l’uno all’altra. Di fronte a queste due figure gigantesche, sia letteralmente che metaforicamente, Claire sembra farsi un po’ da parte, non avere quella dirompenza che le era propria!
Trovo che la forza di questa autrice sia nella ricostruzione del passato sia nei fatti storici che negli elementi di vita quotidiana. Trovo altresì che le storie dei suoi grandi protagonisti non avrebbero bisogno di essere costellate in maniera quasi affannosa da continue avventure e circondate da troppi personaggi secondari.
La bellezza delle sue storie risiede, invece, nei profondi e toccanti sentimenti che spesso animano i suoi personaggi: il grande affetto tra familiari, le grandi passioni che vanno oltre i limiti di spazio e tempo. E, infine, queste donne forti e caparbie che affermano loro stesse e non retrocedono davanti al dispotismo di certi uomini.
Tra gli uomini, Jamie, nonostante l’età, è sempre il personaggio più interessante: è irascibile, impulsivo, determinato, forte. Le sue debolezze, ora, lo rendono più simpatico. Ma soprattutto intenerisce l’amore e l’attaccamento per questa figlia che non ha potuto conoscere prima.
Roger Wakefield McKenzie è un bel professore di storia (di quelli che, ahimè, in realtà non esistono). Anche lui è coraggioso, forte, capace di profonde passioni, ceppo appartiene allo stesso ceppo del nostro Jamie che dovrebbe essere un suo lontano antenato.
Una particolare menzione per Lord John Grey che in questo libro inizia a diventare veramente simpatico con la sua ironia ma anche il coraggio di affrontare la propria particolare situazione… Il suo modo di amare incondizionato e generoso gli garantisce la simpatia e il sostegno del lettore

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