lunedì 14 novembre 2011

DACIA MARAINI: La lunga vita di Marianna Ucria

Sicilia, prima metà del Settecento. Marianna Ucria, una bambina che appartiene a una nobile famiglia, è destinata come le sorelle e le cugine al matrimonio o alla clausura. Ma Marianna è sordomuta e per comunicare con il mondo deve imparare a esprimersi scrivendo. A tredici anni sposa un vecchio zio e mette al mondo dei figli, ma la sua vita si arricchisce con la lettura: impara così a conoscere il mondo al di là dei ristretti confini quotidiani. Una storia che ci racconta di una donna straordinaria (antenata di Dacia Maraini) che sa affrontare la vita con coraggio e passione; una storia che ci inserisce in un universo insieme gretto e fastoso.
Una storia d'altri tempi, una storia ancora attuale. Un tuffo nella lntana Sicilia del Settecento alla conoscenza di una donna particolarmente moderna. Si tratta di Marianna Ucria (e tutta una serie di altri cognomi difficili da ricordare degni del suo alto lignaggio), una giovane sordomuta appartenente a una nobile famiglia palermitana. Il mondo ovattato e privo di suoni nel quale Marianna vive è riempito dalle letture. La conoscenza, la cultura formano questa donna e la fanno diventare qualcosa di diverso da quello che la società del tempo avrebbe voluto. La sua vita è stata decisa da altri, quasi sempre uomini: è stata costretta a sposare uno zio molto più anziano di lei e a dargli i figli di cui la famiglia aveva bisogno. I suoi affetti veri le vengono strappati dal destino: il padre, un figlio morto ancora bambino. Quando sembra aver trovato il vero amor videve rinunciare per questioni di convenienza sociale. Ma in tutto ciò, Marianna non si lascia mai scoraggiare e continua a tenere ben gelosamente per sè una parte essenziale della sua vita: gestisce con risolutezza le terre della famiglia e continua a coltivare i propri interessi culturali, soprattutto dopo aver conosciuto i testi fondamentali dell'illuminismo francese.
Trovo Marianna un personaggio straordinariamente moderno. è una donna che ha subito vari soprusi nella sua vita: anche il suo handicap o "mutilazione", come viene definita nel libro, ha una dolorosa spiegazione (che non rivelo); un matrimonio indesiderato. Nonostante ciò lei continua a resistere e a pretendere di gestire con autonomia e con autodeterminazione la propria vita. è emblematico il fatto che lei si stupisca e si senta agli antipodi della sorella Agata e della figlia Manina. Mentre queste due donne identificano la propria esistenza con il matrimonio e con i figli e, con uno spirito autolesionista, continuano ad avere figli che le distruggono anche fisicamente; Marianna, e in ciò sta la sua modernità, non riesce a sentirsi appagata dalla sola maternità. Sente di aver bisogno anche di altro e questo altro gli viene spalancato davanti ai suoi occhi dalla parola scritta nei libri che divora.
Un ulteriore indicazione sulle splendide descrizioni di una Sicilia così lontana ma sempre così uguale a se stessa. molte le indicazioni dolorosamente familiari, molte anche le annotazioni che anticipano anche i drammatici esiti della storia siciliana: le terribili condizioni di vita dei contadini, i mezzadri che li sfruttano e derubano, i nobili padroni sempre più interessati a balli e divertimenti che ai loro possedimenti, i campieri che vengono mandati a vendicare i torti subiti dai nemici (dolorosa anticipazione delle future bande di briganti e della mafia).

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