giovedì 17 novembre 2011

ANNE HERRIES: Intrigo a Venezia

Da dieci anni Kathryn Rowlands attende il ritorno del suo amato Richard, rapito da un gruppo di pirati avventuratisi fino alle coste della Cornovaglia quando entrambi erano poco più che ragazzini. Dentro di sé non ha mai smesso di credere che fosse vivo, e in quei lunghi anni ha continuato a cercarlo, contro ogni logica. Una speranza arriva improvvisamente dall’Italia dove un nobile e ardimentoso mercante veneziano, Lorenzo Santorini, si offre di aiutarla nelle ricerche. Sullo sfondo di una Venezia da favola, tra i due nasce un’irresistibile attrazione. Ma su di loro incombe la minaccia del malvagio Rachid, nemico mortale dei Santorini. E quando la giovane viene rapita dal crudele pirata, per salvarla Lorenzo affronta rischiose avventure nel Mediterraneo, scoprendo non solo l’amore, ma anche un’incredibile e insospettabile verità sul proprio conto.
Per la prima volta nella mia vita ho anche rimandato a scrivere una recensione perché mi scocciavo proprio a cimentarmi con un giudizio su questo libro.
In poche parole: è un libro che ti lascia proprio fredda, che non ti cattura in nessun modo, non ti fa provare né simpatia né antipatia per i suoi protagonisti ma soltanto indifferenza, il che è abbastanza negativo!
La trama poteva anche essere abbastanza interessante, se non fosse stato per la sua lentezza e per alcuni elementi poco plausibili.
Si apre in Inghilterra dove un ragazzo viene rapito da dei pirati che lo venderanno al mercato degli schiavi. Per circa dieci anni di lui non si sa nulla, suo padre e la sua migliore amica si disperano ma confidano nel fatto che un giorno lo rivedranno. Proprio per continuare le ricerche Lord Midnight decide di trasferirsi in Italia, a Venezia, e porta con sé Kathryn che da sempre attende il ritorno di Dickon. Qui incontrano un ricco mercante veneziano, il giovane Lorenzo Santorini che dovrebbe aiutarli nella ricerca.
Per una serie di fatti, tutti non ben spiegati, Kathryn e Lorenzo saranno costretti a sposarsi, lui parte per la battaglia di Lepanto, poi viene catturato dal suo nemico Rachid e liberato, quando tutti pensano che sia morto.
Fin da subito è chiaro anche ad una lettrice poco perspicace come me che Lorenzo è quel Dickon che tutti cercano, che ha perso la memoria e che è stato adottato dal mercante veneziano. Tutti, però, non capiscono o non intuiscono: lo stesso Lorenzo preferisce non capire quello che è abbastanza evidente. Quindi trama poco plausibile, oltre che per nulla intrigante.
Il rapporto tra i due protagonisti è, a dir poco freddo, quando di professano amore eterno non si capisce da dove scaturisca, visto che fino a poco prima non hanno fatto altro che carinamente ignorarsi.
Lo stile è poco avvincente: non è né abbastanza avventuroso per poter catturare l’attenzione della lettrice, né sufficientemente introspettivo per farci capire la psicologia dei personaggi. Lorenzo, ad esempio, poteva essere un tipo interessante da analizzare se l’autrice avesse fatto emergere la profondità delle sue paure, i traumi subiti, le incertezze. Kathryn, da parte sua, è del tutto anonima e invisibile nel racconto.
Un romanzo decisamente mediocre.

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