lunedì 14 novembre 2011

ANDREA DE CARLO: Giro di vento

Due uomini e due donne, professionisti di successo e amici di vecchia data, partono da Milano un venerdì pomeriggio insieme a un agente immobiliare, per visitare in Italia centrale alcune case di campagna che vogliono comprare e ristrutturare. Ma quando sono quasi arrivati a destinazione si perdono in una zona isolata di colline boscose, e la macchina su cui viaggiano finisce in un fosso. A peggiorare le cose, i loro telefoni cellulari non hanno copertura, sta calando la notte e comincia a piovere. Dopo avere vagato al buio con crescente angoscia, i cinque scorgono le luci di una casa abitata. Qui vengono accolti e rifocillati, ma i loro ospiti sono i superstiti di una comunità autosufficiente che ha tagliato ogni legame con il mondo. Poi gli amici fanno una seconda scoperta sconcertante: la casa in cui si trovano fa parte del nucleo rustico che volevano comprare, e che è stato occupato abusivamente dagli attuali abitanti. Il conflitto che nasce inevitabilmente tra i due gruppi si accentua il giorno dopo, quando una serie di incidenti impedisce ai cittadini di andarsene. La breve convivenza forzata di persone tanto diverse ha l'effetto di incrinare legami, demolire sicurezze, mettere in discussione ogni scelta e convinzione personale, in un crescendo di tensione a cui nessuno riesce più a sottrarsi. di capitolo in capitolo il punto di vista si sposta quasi impercettibilmente da uno all'altro dei cinque protagonisti, in un'alternanza di registri ironici e drammatici che seguono il filo di una trama tesa. GIRO DI VENTO parla in modo estremamente diretto, a tratti spietato e a tratti commosso, di come siamo noi oggi: delle nostre aspirazioni e contraddizioni, dei nostri rapporti d'amicizia e d'amore, delle nostre manie, delle nostre paure, dei nostri sogni.
Ho incontrato un nuovo autore e questo mi è piaciuto particolarmente. andrea De Carlo era un nome che era passato spesso davanti ai miei occhi in libreria ma, puntualmente i suoi libri erano stati posati nuovamente sugli scaffali e accantonati dalla mai memoria. Poi un giorno ne compro uno, l'ultimo appena uscito, anche senza una precisa motivazione, certo il sunto pubblicato mi aveva incuriosita, ma non più di tanto. E oggi a più di un anno da quell'acquisto, questo libro ha fatto un lungo viaggio con me ed è tornato di nuovo davanti ai miei occhi. Stavolta non ho potuto fare a meno di prenderlo tra le mani, sfogliarlo, leggere il quarto di copertina e iniziare questa avventura!
L'avventura non è solo la mia, ma anche di cinque poveri malcapitati (quattro amici e un agente immobiliare) partiti alla scoperta di un casolare in campagna che intendono acquistare. I cinque sono i migliori (o peggiori) rappresentanti del consumismo moderno e della dipendenza da alcuni beni ormai considerati di prima necessità. Durante il viaggio, la macchina cade "accidentalmente" in una buca e la comitiva si ritrova a chiedere ospitalità a una piccola comunità che si è ritirata dal mondo e vive a contatto con la natura, rinunciando a tutte le comodità assicurate dal progresso. L'incontro/scontro tra i due gruppi è fortissimo perchè entrambi sono attaccati alle proprie convinzioni e idee e non accettano in nessun modo di arrivare a una mediazione con la visione che ha l'altro. Ma a poco a poco emergono le incrinature dei due gruppi: matrimoni creduti solidi ma, in realtà, retti dall'inganno e dalla routine; sicurezze così sfoggiate ma poco consistenti; carriere appaganti ma che poi non assicurano la vera realizzazione personale. E anche fra i ritirati ci sono coloro che rimpiangono le speranze dei primi tempi andate disilluse e c'è anche chi sogna di evadere e di conoscere la città con tutte le sue possibilità.
Alla fine quando sembra che i due gruppi tornino all'ordine precedente e alla loro solita vita, si capisce che non tutto è tornato esattamente al suo posto e ci sono segnali di novità. Da una parte c'è chi ha imparato a dare maggiore valore agli affetti e a non pensare solo alla carriera e al benessere, chi ha preso maggiore consapevolezza del proprio valore e si sgancia da una situazione indesiderata. Nel sottofondo c'è un velato messaggio ecologista e una esaltazione della bellezza e della bontà della natura e quasi un invito a tornare a uno stato di natura

Nessun commento:

Posta un commento