giovedì 24 novembre 2011

LOIS GREIMAN: Passione barbara

TITOLO: Passione barbara
AUTRICE: Lois Greiman
TITOLO ORIGINALE: Taming the Barbarian
USCITA ITALIANA: RM Mystere 31, ottobre 2007
GIUDIZIO PERSONALE: 2Image Hosted by ImageShack.usImage Hosted by ImageShack.us
Sono passati sette anni dalla morte di Thomas, ma lady Fleurette Eddings non intende sostituirne la memoria nel proprio cuore. Fino a un contatto tanto arcano quanto travolgente: quello con la pietra ancestrale della statua di Killian Hiltsglen, il Celta Nero, implacabile mercenario dei secoli passati. E secondo la leggenda, l’incontro con una donna in grado di conquistare il suo cuore può riportarlo in vita…
Questo libro è una gran confusione e una gran quantità di buoni propositi poco mantenuti. In sé e per sé la storia poteva anche risultare ben congegnata se non fosse stata poi sviluppata in maniera poco convincente.
Protagonista è Fleurette, lady Landowne, giovane vedova, presumo inglese visto che le indicazioni spazio – temporali in questo libro sono molto scarse, si imbatte, durante un viaggio in Francia nella statua del Celta Nero, un cavaliere scozzese la cui leggenda vuole che la sua anima sia stata catturata nella roccia a causa di un tradimento. Tornata a casa, in Inghilterra, Fleurette si ritrova la statua del Celta Nero davanti casa e, dopo qualche domanda, accetta come cosa normale che una statua si possa spostare così facilmente…
Dopo la statua compare anche un misterioso e, a suo avviso, rozzo cavaliere Killian Hiltsglen che si comporta in maniera strana e non sembra molto abituato agli usi e costumi del tempo. Ma Fleur interpreta questo comportamento bizzarro come conseguenza del fatto che l’uomo arriva da una regione sperduta, come la Scozia. I due, a questo punto, iniziano a battibeccare su tutto, anche perché le loro strade si incrociano molto spesso.
Fleurette vorrebbe conservare l’indipendenza che si è guadagnata dopo la fine di un matrimonio infelice, e il trovarsi tanto spesso in balia, volutamente incapace di reagire, del cavaliere le crea confusione e rabbia. Killian, invece, prende come una sorta di missione la protezione della fanciulla, da buon cavaliere. Nella trama c’è poco altro, tutto va avanti tramite litigate.
L’aspetto più piacevole è dato proprio da questi battibecchi: spassosa la scena in cui parallelamente all’attrazione di Killian e Fleur si sviluppa la brama del cavallo di lui, Treun, per la giumenta di lei, Fille. Ma, a differenza del padrone, il castrone rimarrà per il momento a bocca asciutta.
L’elemento paranormale, time-travel che doveva caratterizzare il romanzo è quasi irrilevante, relegato a una qualche intuizione nel corso del romanzo e a una frettolosa spiegazione nella parte finale. Non so se dipende dai tagli della traduzione o dalla poca attenzione dell’autrice.

SERIE UOMINI DELLE NEBBIE
-         PASSIONE BARBARA
-         TEMPTING THE WOLF
-         BEWITCHING THE HIGHLANDER

lunedì 21 novembre 2011

LAURA LEE GUHRKE: Ogni suo bacio


TITOLO: Ogni suo bacio
AUTRICE: Laura Lee Guhrke
TITOLO ORIGINALE: His Every Kiss
USCITA ITALIANA: I Romanzi Passione 4, settembre 2007
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Sono passati cinque anni da quando il sogno di Dylan Moore si è infranto: compositore di successo, cadendo da cavallo ha perso la capacità di sentire la musica e di comporre. E cinque anni sono passati anche da quando Grace, violinista di talento, lo ha convinto a non togliersi la vita. Ora che Dylan ha più che mai bisogno di lei, il destino li fa ritrovare. Per scoprire che è dal loro primo incontro che si sono amati. E che continuano a desiderarsi.
Romanzo stupendo, ancora una volta il mio giudizio nei confronti di un libro della Guhrke è ampiamente positivo! Già il primo libro di questa serie mi era piaciuto molto e confermo anche in questo caso un giudizio che, per quanto riguarda questa autrice è sempre stato entusiastico.
Ci troviamo nell’Inghilterra vittoriana, dove Dylan Moore, apprezzato compositore e concertista, in seguito a una caduta da cavallo sente in un orecchio un continuo e fastidioso ronzio che gli impedisce di comporre. Avendo, così, perso la vera ragione della propria esistenza, la musica, decide di suicidarsi, ma gli viene in aiuto una giovane donna che suonandogli al violino una delle sue composizioni lo trattiene. È un incontro sconvolgente per lui e l’immagine che quegli strani occhi verdi della donna gli rimarranno sempre impressi. Passano cinque anni, Dylan non è stato più in grado di comporre nulla di significativo e cerca in ogni donna quegli occhi verdi che, è convinto, potranno riportare la musica nel suo cervello.
Quando la ritrova a una festa la insegue e, anche se la donna cerca di sfuggirgli, riesce ad attirarla a casa sua come governante della figlia Isabel.
Grace Cheval è la donna in questione: proviene dalla Cornovaglia e ha un passato alle spalle molto tormentato. Il suo nome è macchiato dallo scandalo: è, infatti, fuggita con un pittore con cui ha convissuto due anni, prima di sposarlo. Dopo tre anni, però, stanca dei suoi sbalzi d’umore e tradimenti lo ha lasciato. Questi si è lasciato morire, convinto di aver perso la propria musa. Per questo Grace non vuole avere nulla a che fare con Dylan, le sembra assomigliare troppo al marito: come lui è irregolare, lunatico e sembra attribuirle troppa responsabilità come fonte ispiratrice.
La convivenza mette in luce aspetti positivi inaspettati in entrambi, finché il misterioso passato di Grace ritorna…
Ho trovato questo libro completo perché ci ho trovato tutto: la passione, la commozione, la risata e i suoi personaggi sono personaggi straordinariamente realistici.
Mi immagino Dylan come il classico musicista romantico, con i capelli lunghi e sempre spettinato, la vita anticonformista, il carattere tormentato. Dylan ha ben donde di darsi alla perdizione perché i suoi equilibri sono stati sconvoti dall’incidente e l’unico suo vero grande amore, fino all’arrivo di Grace, gli è stato sottratto. Di fronte allo sguardo arrabbiato e deluso della figlia, però, trova la forza di ridere un senso alla propria esistenza.
Grace è rosa dai sensi di colpa perché il suo unico comportamento avventato della sua vita ha rovinato la propria famiglia. A otto anni di distanza si ritrova senza famiglia, senza marito e senza amore. Cerca di sopravvivere ma non ha nessun desiderio di cambiare la propria situazione. Dylan le fa paura perché ha ridestato quel lato passionale e avventuroso che le ha rovinato la vita: ancora una volta si sente in balia dei capricci di un artista, tranne che Dylan gli dimostra di essere anche altro.
Di questo romanzo mi è piaciuto il fatto che la storia d’amore sia intensa ma anche divertente, l’eroe è tormentatissimo ma è anche un mascalzone, capace di fare battute ironiche strepitose. Anche i personaggi secondari sono ben fatti. Certo, Isabel è un po’ troppo saggia e indipendente per avere otto anni; è un misto di comportamenti infantili e adulti a volte poco credibile. Sullo sfondo ci sono anche gli altri protagonisti della serie.
Le descrizioni dell’autrice sono ben fatte, luoghi e persone sono talmente ben delineati da sembrare di averli sotto gli occhi.

SERIE GUILTY
- Un amore proibito
- Ogni suo bacio
- She’s no Princess

sabato 19 novembre 2011

JUDITH IVORY: Amore e istinto

TITOLO: Amore e istinto
AUTRICE: Judith Ivory
TITOLO ORIGINALE: Beast
USCITA ITALIANA: I Romanzi Passione 3, settembre 2007
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Louise Vandermeer, bellissima, brillante e viziata ereditiera americana, acconsente alle nozze con Charles d’Harcourt, nobile francese che non ha mai incontrato né visto. Ma sul transatlantico la porta fra le braccia del promesso sposo, Louise viene corteggiata e sedotta da un misterioso pascià, celato dalle ombre della notte. Il dilemma è ora nel suo cuore: potrà Louise sposare un altro uomo?
Sono un po’ in difficoltà nello scrivere questa recensione perché mi rendo conto che si tratta di un libro originale, scritto bene ma, nonostante ciò, non mi ha entusiasmata.
Sul transatlantico, La Concordia, diretto in Francia si trova il principe Charles Harcourt che ha appena stretto un accordo con la ricca famiglia americana dei Vandermeer: in cambio di puntuali rifornimenti di ambra grigia ha accettato di sposare la loro figlia. Charles ritiene questo matrimonio un semplice accordo d’affari ma non immagina che la sua promessa sposa sia una bellissima ragazza che lui sorprende a civettare con un ufficiale.
A questo punto si mette in testa di conquistarla e sedurla, pur non rivelandole la sua identità.
Louise Vandermeerha accettato il matrimonio organizzato per lei, perché questo le darà una solida posizione sociale e le permetterà di trasferirsi in Europa. Inizia, però, a vedere  con timore questa prospettiva quando il futuro marito gli viene descritto come un uomo menomato, senza un occhio e zoppo. Per questo quando incontra l’uomo misterioso della naveche sa trovare le parole e i gesti giusti per conquistarla, cade facilmente nella sua trappola.
Durante cinque giorni di tempesta in cui i passeggeri de La Concordia restano chiusi in cabina, i due diventano amanti e vivono una strana storia d’amore: un misto di grande intensità, dato dalla brevità del loro incontro, e di mistero, visto che non si vedranno mai in volto. Alla fine del viaggio Louisa sarà irrimediabilmente innamorata del suo sconosciuto amante ma è costretta a sposare il principe d’Harcourt. In un primo momento cerca di tenerlo a distanza ma pian piano lui cercherà di conquistarla e riuscirà nel suo intento, anche perché troppe cose in lui le ricordano il suo amato.
Il romanzo è pieno di argomenti insoliti: dalla particolare fissazione del protagonista per i profumi, che produce, alla sua particolare attenzione per l’apparenza. Charles è uno dei pochi esempi di protagonista che io abbia mai incontrato davvero dandy, tutto preso dall’apparire in perfetta forma, elegante. In lui questo è un meccanismo di difesa per distogliere l’attenzione dalle sue imperfezioni: l’occhio cieco e la zoppia. È un cultore della bellezza e la sua passione per le essenze lo dimostra.
Louisa, dall’altra parte, è da sempre stata abituata a sentirsi dire che è bella. Anche se ha cercato di coltivare la propria parte intellettiva viene sempre giudicata solo per l’apparenza. La sua storia d’amore sulla nave, per la prima volta, l’ha posta di fronte a qualcosa di diverso e per la prima volta si è sentita unita a qualcuno mente e corpo. Amaro sarà per lei intuire l’inganno orchestrato dal marito. Ai due protagonisti non manca sicuramente lo spessore psicologico: l’autrice ne ha fatto due caratteri complessi e sfaccettati che, però, a mio parere, si comportano in modo del tutto incomprensibili. Non ho gradito questa storia d’amore affrettata nata dopo un solo giorno e pochi minuti di conoscenza, anche se capisco come mai nel buio della cabina i due si siano legati in modo indissolubile. Non mi è piaciuto, d’altra parte, il ritmo lento dell’inizio quando per pagine vediamo Charles alle prese con la sua insopportabile amante.
Mi dispiace dirlo, intuisco in questo libro una gran bell’opera, ma non mi ha presa per nulla.

KIMBERLY LOGAN: Un bacio all'alba

TITOLO: Un bacio all’alba
AUTRICE: Kimberly Logan
TITOLO ORIGINALE: A Kiss Before Dawn
USCITA ITALIANA: I Romanzi 787, novembre 2007
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PER AMARLO, DOVRA’ RISCHIARE TUTTO
Un unico, appassionato incontro per le strade di lady Emily Knight, ricca ereditiera, e di Peter Quick, giovane di umili origini, si separano. Passati quattro anni, Emily vive con il fratello e la cognata nella sontuosa tenuta di Knighthaven. Ma ora sulla sua vita incombono oscure minacce e a indagare viene chiamato proprio Peter, noto investigatore. Al loro nuovo incontro i due riscopriranno l’amore che temevano di aver perduto.
Dopo Un bacio nel buio, arriva il sequel con protagonisti due personaggi che avevamo già visto teneramente vicini. Da quei fatti raccontati sono passati parecchi anni e sappiamo che Tristan e Deirdre Knight hanno creato quella casa in cui ospitano bambini sottratti alla povertà della vita da strada. I primi ospiti sono diventati ormai adulti e stanno facendo la loro vita.
Tra loro, Peter Quick, il capo del gruppo dei Pezzenti, è diventato un investigatore di Bow Street che si occupa, quindi, di assicurare i delinquenti alla giustizia. Proprio per questo suo impegno viene contattato da Trustan, perché lo aiuti a individuare il ladro dell’Oxfordshire, colui che ha commesso diversi furti nella contea, furti la cui responsabilità viene sempre più spesso attribuita a uno degli ospiti di Willow Park, rischiando di farlo chiudere. Con grande difficoltà, Peter accetta di tornare a casa, un luogo che ha evitato per anni.
Lì, infatti, abita Emily Knight, quella ragazzina che nel primo libro avevamo visto ospite della banda dei ladri, che ora è diventata una donna che da tempo, ormai, è innamorata di Peter. I due giovani si erano teneramente innamorati da ragazzi, ma la loro passione è diventata sempre più forte. Quando Peter si è accorto che stava per superare i limiti è andato via. Emily si è sentita, quindi, abbandonata e rifiutata dal ragazzo, ma ora che se lo ritrova davanti…
Si tratta di un amore di lunga data e consolidato che però si trova un ostacolo davanti: il senso di inadeguatezza di Peter che non può pensare di ambire alla mano di Emily, lui figlio di una prostituta e di uno sconosciuto, ex ladro. Le sue motivazioni sembrano abbastanza chiare e plausibili, trovo abbastanza sconcertante che Emily non le avesse prese in considerazione. Dall’altra parte, Emily non sente assolutamente le barriere sociali, e questo può anche essere accettabile, visto che è cresciuta con la madre, prima, il fratello e la cognata, poi, filantropi. Direi che la loro unione viene accettata da tutti un po’ troppo facilmente. È positivo, comunque, il messaggio di riscatto da un passato oscuro che Peter rappresenta.
La trama non è particolarmente originale ma è scritta abbastanza bene, in modo scorrevole.
Ho trovato insopportabili i numerosissimi errori di stampa disseminati in questo libro.

SARA BLAYNE: Nel cuore di un marchese

TITOLO: Nel cuore di un marchese
AUTRICE: Sara Blayne
TITOLO ORIGINALE: Marrying the Marquis
USCITA ITALIANA: I Romanzi 786 ottobre 2007
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UN BANDITO LE HA RUBATO UN BACIO E IL CUORE…
Black Rose è un bandito. Misterioso e galante, deruba i membri dell’aristocrazia e in cambio lascia una rosa. Ma l’unica cosa che sceglie di rubare a lady Constance è un bacio infuocato. Da quel momento magico le loro vite si intrecciano: nell’avventuriero mascherato Constance riconosce Gideon Rochelle, marchese di Vere. E decide di diventare sua complice. Perché il desiderio arde ormai nel cuore di entrambi.
Tutte le signore di Londra sembrano essere affascinate dall’ultimo affascinante bandito comparso all’orizzonte: Black Rose, così chiamato perché è solito lasciare una rosa a tutte le sue vittime. Quando il bandito incrocia la nostra protagonista non le ruba nulla, se non un bacio.
Constance Landfordsi sta recando a casa dell’odiato padre quando si imbatte in quell’enigmatico bandito, ma la convivenza con il padre e la matrigna è impossibile, tanto più che la vorrebbero costringere a sposare l’odiato cugino, Albert Sinclair per salvare la famiglia di lui dal tracollo economico con la sua dote.
La ragazza, però, fugge e stavolta è lei a travestirsi da Black Rose per fermare la sua vittima designata: Gideon Rochelle Marchese di Vere.
Stranamente, la ragazza ha riconosciuto subito in Black Rose il marchese di Vere e ora lo blocca per poter unire le loro forze nella vendetta contro quella che riteneva la sua famiglia. Ha scoperto, infatti, che Blaisdale non è il suo vero padre e che lui, insieme al fratello e al cognato, sono coinvolti in affari poco chiari. Lo stesso Vere sta progettando da anni una vendetta perché sa che il viceammiraglio Lanford, con suo fratello, sono responsabili della morte dei suoi genitori.
Insomma, una grande confusione, questo è quello che ho percepito da questo libro. La psicologia dei protagonisti non è neanche abbozzata, troppa e preponderante è l’azione, nulla la costruzione dei caratteri.
Il romanzo è lento, lento, lento e noioso. La prima parte è pienissima di digressioni per spiegare le premesse della vicenda e accennare i contenuti dei precedenti libri della serie che non sono stati pubblicati in italiano. Andando avanti, la cosa non migliora perché si prosegue con questo macchinoso piano di vendetta, intrecciato alla storia d’amore tra i protagonisti che non è per niente significativa, resta molto in superficie e non dà l’idea di veri e grandi sentimenti tra i soggetti.
Un’ultima e non irrilevante questione:  sarà che ero molto annoiata e non leggevo con la dovuta attenzione, ma alla fine della fiera non ho proprio capito perché Vere si travestisse e facesse il bandito.

DIANE PERKINS: Contratto di nozze

TITOLO: Contratto di nozze
AUTRICE: Diane Perkins
TITOLO ORIGINALE: The Marriage Bargain
USCITA ITALIANA: I Romanzi 785, ottobre 2007
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UN MATRIMONIO PER INTERESSE PUO’ DIVENTARE UN AMORE PER SEMPRE?
Emma Chambers accetta di sposare Spencer Keenan. All’apparenza sembra un ottimo affare per entrambi: Emma otterrà completa libertà, Spencer avrà chi si occuperà della sua tenuta. Ma quando il giovane viene gravemente ferito in un duello, Emma è al suo fianco per assisterlo: la timida fanciulla che ha preso in moglie per convenienza è diventata la donna che ha sempre sognato. Riuscirà ora a convincerla del proprio amore e a farsi concedere una seconda possibilità?
Autrice del tutto nuova per me e romanzo abbastanza coinvolgente nel solco del Regency tradizionale.
La storia prende avvio con una scena di duello in cui il nostro eroe sembra essere stato ferito mortalmente. A questo punto i suoi due migliori amici lo portano nella sua proprietà di campagna dove verrà seppellito nella tomba di famiglia. Qui vive un’ignara moglie che accoglie con sgomento la notizia della dipartita del marito, finché non chiede di vedere un’ultima volta il volto del marito e si scopre che questi è in realtà vivo e stava rischiando di essere sepolto vivo.
Il protagonista è Spencer Keenan conte di Kellworth: era un figlio cadetto che ha ereditato il titolo alla morte del fratello dovuta a un incidente causato da lui. Dopo aver sposato Emma, per sottrarla alle attenzioni indesiderate di suo zio, fugge da tutte le responsabilità del matrimonio e della contea, andando sul Continente a combattere contro Napoleone. Per anni Emma ha dovuto amministrare le proprietà con dei fondi che diventano sempre più esigui, senza che il marito facesse nulla per alleviarle il disagio.
Quando Blake e Wolfe, gli amici di Spence, notato le cattive condizioni in cui versa la proprietà dell’amico, iniziano a indagare e informano Spence. Da quello che dice Emma è evidente che qualcuno si è impossessato del denaro che lui e ha sempre mandato alla moglie e cerca di scoprire chi sia. Dopo un iniziale e comprensibile diffidenza Emma inizia a fidarsi del marito e della sua apparente volontà di voler rimediare ai disagi che le ha causato. Ma, nonostante sia mosso da buone intenzioni, la donna sa bene che quando si sarà ripreso dalle ferite, Spence la abbandonerà come ha fatto anni prima. Per questo gli chiede di stipulare un accordo. I due protagonisti sono entrambi molto ben tratteggiati.
Spencer è un uomo che si porta dietro un pesantissimo rimorso: quello di aver causato la morte del fratello. Oltre ciò, ha subito anche il dolore della perdita dei genitori. Per questo motivo fa enorme fatica a concedersi di amare una persona, perché ha sempre il terrore che gli venga sottratta dal destino. Questo è il principio per cui evita assolutamente di affezionarsi troppo anche a Emma e, pur avendola sposata per nobili propositi, l’ha evitata per anni. Ora la ritrova donna, non più timida e fragile fanciulla, e non può evitare di amarla.
Emma, da parte sua, è sempre stata sola, la sua unica parente, la madre, l’ha sempre trascurata. Abituata a vivere in campagna non si è sentita a suo agio a Londra durante la sua prima Stagione, né ha particolarmente gradito le attenzioni di Keenan. Al contrario ha sempre visto Spence come il principe azzurro sul cavallo bianco che, però,  prima l’ha salvata e poi l’ha abbandonata a se stessa. È diventata una donna forte perché da sola ha dovuto gestire e salvare una vasta proprietà. Ora è tornato suo marito ma questo la pone di nuovo di fronte alla sua fragilità perché l’ultima cosa che vorrebbe è sentirsi di nuovo abbandonata. Ci sono molte cose bene in questo romanzo scorrevole e ben scritto.
Tra tutti a colpirmi maggiormente sono stati i due personaggi dei due amici di Spence, Bleke e Wolfe, così ben delineati, anche se non eccessivi nell’economia generale del romanzo, l’uno solare e ottimista, l’altro cupo e cinico, meritano sicuramente un loro romanzo e non so se la Perkins l’abbia scritto, non sono riuscita a recuperare nessuna informazione al riguardo.
Se potessi dare una piccola annotazione negativa, ma lo faccio con ironia, è la particolare sfortuna di Spence che, oltre a rischiare di essere sepolto vivo e oltre ad aver subito vari attentati dal cattivo della situazione, non fa altro che provocare incidenti in calesse e mettere in pericolo la vita dei suoi passeggeri. Ritirategli la patente!

SOPHIA NASH: Un cuore appassionato

TITOLO: Un cuore appassionato
AUTRICE: Sophia Nash
TITOLO ORIGINALE: A Passionate Endeavor
USCITA ITALIANA: I Romanzi Mondadori 784, ottobre 2007
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PER CURARE LE SUE FERITE BASTERA’ IL SUO AMORE?
È un amaro ritorno a casa quello di lord Nicholas Huntington. Ancora sofferente per le ferite riportate in guerra, deve accorrere al capezzale del padre, la cui vita è appesa a un filo nonostante le cure del miglior medico del continente. Sarà Miss Charlotte Kittridge, schiva figlia del dottore, a occuparsi inaspettatamente di lui. Tra Nicholas e Charlotte subito scaturisce irrefrenabile la sua passione, ma un segreto minaccia la loro felicità…
Lord Nicholas Huntington ritorna a casa, dopo aver combattuto nelle campagne napoleoniche, con una brutta ferita a una gamba, ma non può più rimandare il suo rientro, visto che il padre è in fin di vita. Nella casa famigliare trova il dottor Kittridge e la figlia che gli salvano la vita e lo curano. Inizialmente la sua giovane infermiera, Charlotte Kittridge, gli sembra un povero topino trasandato ma pian piano si insinua nella sua vita e, piano piano, la cambia.
Charlotte è figlia di un medico e ha dedicato tutta la sua vita ad aiutare gli altri sin da quando lei, il padre e il fratello sono stati costretti a fuggire dalla Francia, durante il Terrore, dopo l’esecuzione della madre. Proprio per questi antecedenti, Charlotte nella vita non ha fatto altro che nascondersi. Ora, però, tutti i suoi sogni romantici vengono ridestati dalla presenza del bel lord Huntington.
La trama non prevede grandi evoluzioni, è tutta basata sui confronti tra i due protagonisti che cercano, e trovano, l’uno nell’altra conforto e sostegno. Perché entrambi hanno delle ferite e delle insicurezze. Quelle che emergono maggiormente sono quelle di Nicholas. Egli è afflitto da quella che oggi chiameremmo dislessia, nonostante i tantissimi sforzi non ha mai saputo leggere, questo ha indotto tutti a credere che fosse ritardato e l’ha portato a scegliere di rinunciare ai suoi diritti di primogenito, di rinunciare a una propria famiglia. Ma, ora che è tornato a casa si rende conto che il fratellastro non gestisce bene la proprietà, anzi ha ridotto i fittavoli e le terre in possesso in miseria e distruzione. Nicholas, grazie all’incoraggiamento e alla fiducia di Charlotte, decide di riappropriarsi dei suoi diritti e delle sue responsabilità e di smentire chi lo considera poco intelligente.
Non c’è quindi una trama particolarmente complessa né un cattivo diabolico, anche se il lento lavorio fatto dalla matrigna e dal fratellastro di Nicholas per minare la sua sicurezza è degno delle menti più malefiche. Nicholas è sicuramente un eroe a cui siamo poco abituati: dietro un aspetto possente, virile e sicuro, mostra una fragilità profonda alimentata da lunghi anni in cui si è sentito dire che è stupido, nonostante i suoi sforzi di dimostrare il contrario. In questo romanzo dimostra che, al di là della sua capacità di leggere o meno, l’intelligenza non gli manca proprio.
Questo libro è molto interessante: ha degli aspetti molto belli e altri da perfezionare. Sicuramente l’autrice ha descritto molto bene l’anima e la psiche dei personaggi, soprattutto di Nicholas, era facile identificarsi con la sua frustrazione davanti a una pagina in cui le lettere ti ballano davanti agli occhi e non li sai associare a una parola. È stato molto coraggioso, da parte della Nash, affrontare questo argomento, di cui spesso non sappiamo molto.
Ho trovato splendidi i continui riferimenti a Jane Austen e le citazioni che l’autrice pone a inizio capitolo. Charlotte ha scoperto questa scrittrice che lei chiama “la lady” che l’ha trascinata nel suo mondo romantico e che ora la induce a desiderare di poter attirare il cuore di Lord Huntington. Lei, da brava zitella e donna poco avvenente (almeno lei si ritiene così), si identifica in molte delle protagoniste della Austen, da Elizabeth Bennett a Elinor Dashwood. Una buona prova da un’autrice che, spero, venga ripubblicata.

JEANNE SAVERY: L'ultima rosa d'inverno

TITOLO: L’ultima rosa d’inverno
AUTRICE: Jeanne Savery
TITOLO ORIGINALE: The Last of the Winter Roses
USCITA ITALIANA: I Romanzi Mondadori 783, ottobre 2007
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LEI È SICURA DI NON AMARLO, LUI SA CHE CEDERA’
Dopo aver giurato a se stessa che non si sarebbe più lasciata ingannare dal fascino del marchese di Rohampton, lady Ardith, sorpresa da una tempesta di neve, è costretta a rifugiarsi proprio a Rohampton Park. Riuscirà il marchese a dimostrarle che la proposta di matrimonio che lei ha rifiutato anni prima era dettata solamente dalla purezza del suo amore?
Durante una tempesta di neve lady Ardith Winters si deve rifugiare nell’ultimo posto in cui sarebbe voluta andare, Rohampton Park, la casa dell’unico uomo che non vorrebbe mai vedere. In realtà è l’occasione buona per riallacciare i rapporti con St John Worth Marchese di Rohampton, suo storico amico, suo vecchio amore. La loro amicizia si è incrinata quando St John è sembrato essere coinvolto in un crudele scherzo ai suoi danni. Ora, però, sono entrambi maturi e possono riprendere il loro rapporto. Il tutto è complicato dalle intromissioni della famiglia di lei, in particolare il padre alla spasmodica ricerca di un nipotino e le sorelle terrorizzate dalla prospettiva di continue gravidanze.
Ardith Winters è una ragazza che, nonostante le apparenze è molto fragile: è cresciuta sentendosi dire di essere brutta rispetto alle sorelle, inadeguata. Tale insicurezza è stata ulteriormente acuita dalla sua esperienza in società. La delusione l’ha spinta a rinchiudersi nei propri possedimenti di campagna, gestendoli con grande attenzioni e passione. Nonostante le certezze che ha acquisito con il tempo, continua a sentirsi inadeguata e a non credere che St John la possa amare veramente.
St John, nonostante sia il protagonista, è un personaggio pressoché inutile. Di fronte alla delusione avuta con Ardith è scomparso per cinque anni e poi è tornato all’assalto, cercando in ogni modo di ritornare nelle sue grazie e, nello stesso tempo, di arginare le intromissioni della famiglia di lei.
All’inizio questo romanzo mi era sembrato scorrevole e divertente, c’era un certo umorismo, ma man mano che si andava avanti, diventata sempre più noioso e inutilmente ingarbugliato in una trama inesistente. Il personaggio più piacevole credo sia Lord Winters, con la sua ricerca spasmodica del nipotino ed erede e il suo intromettersi in ogni cosa. Certo, è un po’ ottuso, ma è divertente anche quando dice delle cose orribili alla figlia.
La premessa della storia è inconsistente: Ardith si offende e rompe ogni rapporto con St John per uno scherzo quasi del tutto innocente e dove è chiaro che St John non ha nessuna responsabilità, insomma l’autrice ha creato un ostacolo davvero poco credibile.
Inoltre, ad un certo punto sembrava che l’autrice avesse messo troppe cose insieme senza saperle intrecciare adeguatamente, troppi particolari ed episodi che si accumulano ingarbugliandosi.
All’inizio mi era sembrato carino ma man mano che si andava avanti è diventato insopportabile!

ORNELLA ALBANESE: L'alba di un nuovo giorno

TITOLO: L’alba di un nuovo giorno
AUTRICE: Ornella Albanese
USCITA ITALIANA: I Romanzi 781, settembre 2007
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LEI E’ TUTTO QUELLO CHE LUI HA SEMPRE SOGNATO
Bionda, raffinata, seducente, Aurora sembra uscita da un sogno. Pur non sapendo niente di lei, il duca Augusto Artieri se ne innamora perdutamente al primo sguardo. Ma improvvisi impegni li separano e quando Aurora lo raggiunge in Toscana, scopre un’amara verità: Augusto è fidanzato con un’altra donna. Decisa a dimenticarlo, si ritrova coinvolta in un pericoloso complotto proprio contro l’uomo che non riesce a smettere di amare.
Romance italiano e, come al solito, sono un po’ combattuta perché, nonostante sia consapevole della bravura dell’autrice, questo libro non mi ha del tutto convinta.
La storia inizia in Sicilia nel 1832, in un’Italia ancora divisa in vari regni. Il nostro protagonista, il duca Augusto Artieri, si trova in vacanza in Sicilia presso un suo amico e qui, girando per i boschi incontra una fanciulla che lui prende per una ninfa che lo incanta con la sua incomparabile bellezza. Fino alla fine del suo soggiorno Augusto continuerà a rivedere la ragazza professandole eterno amore e giurando di tornare a sposarla, nonostante pensi che si tratti di un’umile ragazza del popolo.
Ritornato nel Granducato di Toscana, Augusto trova una situazione familiare del tutto sconvolto: il padre è immobilizzato a letto per un attacco apoplettico e lui si deve prendere tutte le responsabilità di duca.
Passano cinque mesi e Augusto sembra aver dimenticato Aurora, la fanciulla del fiume, ha ripreso la sua solita vita, si è fidanzato con Enrichetta, la ragazza che la madre ha scelto per lui. Ma Aurora si presenta alla sua porta scatenando violente reazioni. La ragazza, con immenso dolore, apprende di non essere ben accetta presso la famiglia Artieri e, soprattutto, che Augusto è già fidanzato. Sembrerebbe facile, a questo punto, individuare  in lei la responsabile dell’attentato alla vita di Augusto, anche se questi trova difficile ritenerla una pericolosa assassina.
Ci sono degli aspetti positivi in questo romanzo.
Sicuramente mi è piaciuta l’iniziale ambientazione pastorale, molto classica, quasi petrarchesca con questa fanciulla dalle auree chiome al vento, poi evocava bene la sontuosità e la sensualità della natura e dei paesaggi estivi siciliani. Ottima ambientazione per un incontro amoroso. Tra tutti i personaggi, sembrerà strano, mi è piaciuto di più Bortolo, un povero gigante un po’ lento di mente che si erge a scudiero difensore di Aurora, che nella sua ingenuità riesce a cogliere la vera essenza di una persona e a suscitare nobili sentimenti in chi lo circonda.
I protagonisti, invece, mi sono piaciuti poco, li ho trovati quasi meccanici nelle azioni e reazioni, troppo poco sviluppati psicologicamente. La loro storia d’amore non mi è piaciuta perché sorge improvvisamente e sembra destare sentimenti assoluti in maniera troppo immediata, non c’è il piacere di vedere dei sentimenti che si sviluppano. Da cosa è dettata tanta devozione reciproca se a stento si conoscono? Lo stesso difetto ha la vicenda secondaria di Virginia, la sorella di Augusto che, lasciata dal fidanzato, piange per un intero pomeriggio prima di innamorarsi quasi immediatamente di Aleardo, amico di Augusto!
In ultima analisi non mi piaceva neanche la presenza di troppi personaggi, anche se devo dire che alcuni personaggi secondari sono quasi più vivi e verosimili dei personaggi principali.
Chiudendo con una nota positiva devo dire che lo stile, l’uso della lingua da parte di quest’autrice mi piacciono molto, il suo fraseggio, l’uso di metafore e immagini vivide.
Non posso dire di consigliarlo, ma se qualcuno vuole provare a leggere un romanzo italiano…

PHILIPPA GREGORY: Il giullare della regina

TITOLO: Il giullare della regina
AUTRICE: Philippa Gregory
TITOLO ORIGINALE: The Queen’s Fool
USCITA ITALIANA: Sperling & Kupfer 2006
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Anno del Signore 1553. Alla corte d’Inghilterra, splendido e feroce teatro della rivalità tra le figlie di Enrico VIII, Maria Stuarda ed Elisabetta I, giunge un insolito giullare: Hannah Green, giovane ragazza ebrea, sotto abiti maschili,  in fuga dagli artigli dell’Inquisizione insieme al padre stampatore. Il raro dono della chiaroveggenza le varrà fiducia e protezione presso lady Maria, ma anche ostilità e sospetto, per le scomode verità che è chiamata a rivelare. Promessa sposa a Daniel Carpenter e costretta dall’affascinante e traditore Robert Dudley per il quale nutre una bruciante passione, a spiare la cattolicissima erede, scoprirà una donna di fede che intende riportare il popolo alla sua religione. Ma l’astuta e calcolatrice Elisabetta tesse nell’ombra la sua mortale ragnatela… Sullo sfondo tumultuoso della guerra civile, e dietro le fredde grate della Torre di Londra, l’autrice tratteggia una straordinaria figura femminile, divisa tra l’amore e i doveri famigliari; fra l’affermazione della propria libertà e la schiavitù in cui la voleva un’epoca già troppo antica per lei.
Terzo libro che leggo della Gregory, sempre dedicato alle controverse vicende della corte inglese durante la dinastia Tudor. Non è un caso che questo periodo eserciti un così grande fascino e sia spunto per tanti romanzi, visto quanto complesso, contorto sia stato, dalla Guerra delle Due Rose alla morte di Elisabetta. La Gregory ha dedicato una vera e propria saga che io non sto leggendo nell’ordine e che, francamente, non so neanche se leggerò gli altri libri, al momento non li ho comprati.
Questo libro dovrebbe essere il secondo  e va dalla morte del re Edoardo VI, figlio di Enrico VIII, alla fine del regno di Maria la Sanguinaria. L’autrice sceglie di raccontare questo tormentato periodo da un punto di vista un po’ particolare, un punto di vista solitamente poco considerato, quello di una ragazza le cui originie religione ne fanno simbolo di emarginazione. Si tratta di Hannah Green, una giovane ebrea di origine spagnola, fuggita dalla terra d’origine a causa delle persecuzioni, la sua stessa madre ne è stata vittima, con il padre stampatore. In Inghilterra sperano di trovare maggiore tranquillità e sicurezza, pur dovendo vivere un’apparente vita di cristiani e trovandosi in una terra in cui la questione religiosa diverrà sempre più tormentata a causa dei continui passaggi tra un re e l’altro dalla religione anglicana a quella cattolica e viceversa. Hannah ha un ulteriore pericolo incombente su di lei: ha delle visioni che anticipano il futuro ed è questo che la rende interessante agli occhi di Robert Dudley che la prende al suo servizio come giullare di corte per re Edoardo, passandola a Maria per fare di lei la propria spia in queste tormentatissime vicende Hanna vivrà con tutte e tre i sovrani Tudor, attuali e futuri, guadagnandosi la fiducia di tutti,  sapendosi destreggiare  tra mille intrighi, inganni, trappole.
A casa, poi, l’aspetta il fidanzato che la famiglia le ha destinato, il giovane medico Daniel Carpenter, anche lui ebreo in incognito, ma la ragazza sembra subire troppo il fascino di sir Dudley  e provare una naturale avversione per il suo promesso sposo.
Il mio giudizio globale pende di più per un giudizio negativo: questa lettura mi è sembrata noiosa, pesante, corretta dal punto di vista storico ma fino a un certo punto, poco coinvolgente.
Mi è piaciuta la ricostruzione storica perché è abbastanza attendibile e ha reso vivi i personaggi storici facendoceli vedere in quello che doveva essere il loro privato, con le loro gioie e i loro dolori. Mi ha lasciata un po’ perplessa l’amore e la passione che la regina Maria professa per suo marito Filippo di Spagna, dovrei controllare in qualche testo storico se fu veramente passione mentre sapevo benissimo delle sue gravidanze isteriche, anche se a tal proposito mi chiedo come mai i medici di corte non se ne accorgessero e come è possibile che Maria si limiti a dire, tra le lacrime certo, che il bambino non c’è più, quando in realtà non c’è mai stato, non si rendeva conto che aveva una gravidanza un po’ strana? Mah!
Ho trovato anche un po’ strana l’immagina di Elisabetta che civetta con Filippo di Spagna e di questi ammaliato dalla fanciulla, sapendo quanto si siano odiati e combattuti in seguito. Nel complesso, però, la ricostruzione storica è fatta con molta attenzione.
Mi è piaciuto anche che emergesse quella che era la vera essenza di questo periodo: la simulazione (ne parlano anche i grandi storici italiani del Cinquecento). L’inganno, le trame sovversive, ma anche semplicemente comportarsi all’apparenza in un modo e poi nel privato fare il contrario. Questo riguarda innanzitutto i grandi personaggi storici, Elisabetta in primis, i personaggi che cambiano partito e religione a seconda di dove spiri il vento, ma riguarda soprattutto la protagonista, costretta a barcamenarsi tra più protettori.
Ed è proprio questo di lei che non mi è piaciuto, questo lavorare in maniera sotterranea, questo professare amore e fedeltà per Maria e poi sotto sotto tradirla ma sempre con la convinzione di amarla ed esserle amica. Sembra quasi che l’autrice ci voglia convincere che Hannah sia stata l’unica persona amica e coerente con la regina, quando tutto sembra sottolineare il contrario. Non sopportavo questo suo amare tutti, Dudley, Maria, Elisabetta e non prendere posizione con nessuno. Certo, questo è il mondo migliore di sopravvivere, cosa che le premeva di più visto lo shock subito delle persecuzioni spagnole.
Non mi è piaciuto il poco spazio dato alla dimensione del privato per quella che doveva essere la protagonista, ossia Hannah. Abbiamo avuto una interessante apertura alle stanze private della storia, ma l’autrice ha sicuramente dato poco spazio all’interessante figura che aveva inventato.
Il tutto rende la sua storia d’amore personale con Daniel Carpenter poco credibile perché si intuiscono alcune cose tra di loro che non vengono mai pienamente sviluppate: l’avversione che cela una grande passione, lo scontro di due volontà forti, il timore del tradimento, l’accettazione l’uno dell’altro. Erano elementi interessanti che potevano essere maggiormente sfruttati per cui non si capisce quando, all’improvviso Hannah si scopre innamorato di Daniel e non si capisce quando si è sviluppato ed è maturato questo amore, come è perché sono state superate le precedenti difficoltà. Visto che il personaggio principale, protagonista era Hannah mi aspettavo qualcosa di più sul suo versante privato e non vederlo solo come testimone della storia,  anche se, a onor del vero,  l’aspetto più interessante, ossia quello delle difficoltà di convivenza, del popolo ebraico con quello cristiano, è molto ben descritto ed emerge quasi in ogni pagina del libro attraverso le paure, i tic, i sospetti di Hannah.
Si tratta di un romanzo storico che lascia poco spazio alla fantasia, lo raccomando a chi ama particolarmente la storia e il periodo Tudor, in particolare.

LISA KLEYPAS: Ti amerò per sempre

TITOLO: Ti amerò per sempre
AUTRICE: Lisa Kleypas
TITOLO ORIGINALE: Someone To Watch Over Me
USCITA ITALIANA: I Romanzi 804, marzo 2008
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UN’ASPRA RIVALSA, UNA NUOVA PASSIONE
Grant Morgan, celebre investigatore di polizia, riconosce immediatamente la donna che viene ripescata dal Tamigi priva di sensi. È Vivien Rose Duvall, la più nota cortigiana di Londra. La donna che lo ha rifiutato. Un po’ per vendetta e un po’ per scoprire chi voleva ucciderla, Grant decide di portarla a casa sua. Ma al risveglio, Vivien non ricorda nulla del proprio passato. Delicata e vulnerabile, si rivela ben diversa da come Grant la ricordava…
Inizio con questo libro una delle serie della Kleypas più famose e riuscite, quella dei Bow Street Runners. Agenti di Bow Street, il primo corpo di polizia di cui fu dotata la città di Londra che sorvegliava sui molti crimini che iniziavano a diffondersi nella città industrializzata.
I protagonisti della serie della Kleypas saranno un gruppo di agenti scelti agli ordini di sir Ross Cannon, una vera e propria leggenda tra i cittadini inglesi per le sue molte vittoriose operazioni di pulizia del crimine.
Grazie alla sua abilità ed audacia, Grant ha cambiato la sua condizione. Figlio di un libraio oberato dai debiti e chiuso in prigione insieme alla moglie e alla figlia maggiore, ha passato gli anni dell’infanzia in un orfanotrofio da dove è fuggito. Ha fatto diversi lavori finché non è entrato nella polizia. Ora è ricco, ammirato e temuto da tutte le classi sociali. Proprio durante una delle operazioni a lui affidate, Grant recupera dal Tamigi il corpo di una donna vittima di un tentato omicidio. Con sua sorpresa si accorge di conoscere quella creatura perché è Vivien Duvall, la più famosa cortigiana di Londra. La porta con sé, a casa sua, per curarla e per indagare sul misterioso tentativo. Al suo risveglio la ragazza non ricorda nulla del suo passato, né tantomeno di essere una cortigiana odiata e ammirata insieme. Agli occhi di Grant la ragazza, però, risulta molto diversa dalla donna che si ricordava e che lo aveva messo in imbarazzo davanti a tutto il ton. Decide di tenerla con sé e di dirle che lui è il suo protettore, sia per tenerla sotto controllo che per approfittare di lei. Ma la ragazza è così dolce, così pudica, ma anche intelligente e colta e per nulla vanitosa e ostentatrice, come era stata Vivien, che Grant sviluppa un potente sentimento nei suoi confronti e un forte senso di protezione. Con sollievo di tutti si scopre che la ragazza non e Vivien, ma Victoria Devane.
Giudico positivamente questo romanzo perché sono molto più numerosi i suoi aspetti positivi e ho trovato solo un aspetto negativo.
Mi è piaciuto il tema dello scambio di identità tra due persone perfettamente uguali fisicamente ma caratterialmente opposti come lo sono Vivien e Victoria. Anzi, quest’ultima ha sviluppato un carattere diametralmente opposto a quello della sorella proprio per un senso di autodifesa da tutto ciò che vede emergere nell’altra e che non le piace. Per tutta la prima parte del libro questa caratteristica della trama crea una forte antitesi tra essenza e apparenza, tra il profondo sentire alcuni sentimenti da parte della ragazza e il fatto di essere associata a una donna dissoluta.
Tra i due protagonisti ho soprattutto apprezzato Grant: così forte, burbero, tenero. All’inizio può sembrare infido nel modo in cui inganna Victoria ma, in realtà la sincerità in lui emerge subito e prepotente. Fa di tutto per proteggere Victoria, sentendosi irrimediabilmente responsabile per lei e non vuole perderla come ha fatto con tutto il resto della sua famiglia. E poi ho amato in lui il fatto che abbia detto “ti amo” per primo e ben prima di portarsi a letto Victoria.
Mi è piaciuto il fatto che, come in molti romanzi della Kleypas, l’ambientazione riguardi sì la cerchia aristocratica ma punti soprattutto sul cosiddetto demi-monde, cioè quello strato sociale a metà tra la grande aristocrazia e il popolo, animato da personaggi interessanti come le cortigiane d’alto bordo, i giocatori, insomma tutto il cosiddetto sottobosco londinese.
Trovo che la Kleypas abbia sviluppato una trama impeccabile, movimentatissima, mai scontata; la risoluzione del mistero è, quanto meno, sorprendente e il suo stile, sia nelle descrizioni che nei dialoghi che nelle scene di azione sia molto riuscito.
Unica nota negativa, ma che per me conta molto e che, comunque, non ho sentito una forte affinità con i personaggi. Le loro vicende mi hanno coinvolta, mi hanno tenuta con il fiato sospeso, ma non mi hanno mai commossa. Non ho trovato delle scene che mi parlassero in profondità di queste due persone, o anche di Vivien, mi è sembrato che la loro personalità rimanesse molto in superficie. C’è poco spazio per capire il perché agiscono in un determinato modo, perché hanno certe ferite, perché hanno reagito in un determinato modo ai dolori della vita. Sia per quanto riguarda Grant, di cui si sa un po’ di più, ma soprattutto per Victoria c’era bisogno di una maggiore introspezione psicologica. Sempre a mio modesto parere.

SUSANNA TAMARO: Luisito. Una storia d'amore

TITOLO: Luisito. Una storia d’amore
AUTRICE: Susanna Tamaro
EDIZIONE: Rizzoli 2008
GIUDIZIO PERSONALE:La vita ogni tanto è una fiaba che merita un lieto fine. Anselma è una maestra in pensione, vedova, anziana, sola, confinata da anni – prima dal marito, poi dai figli – in un’esistenza grigia che non sembra nemmeno vita. Poi, in un’afosa sera d’estate, scorge accanto a un cassonetto dei rifiuti un magnifico pappagallo abbandonato, e decide d’impulso di portarselo a casa. Da quel momento tutto cambia: se prima l’incantesimo di un mago malvagio pareva aver imprigionato lei e il suo mondo in una morsa di gelo, adesso il ghiaccio che era sceso nel suo cuore si scioglie, e mentre Anselma si occupa dell’ospite inatteso riaffiorano ricordi che credevo perduti. L’affetto per l’amica del cuore dell’adolescenza, le illusioni e il disinganno del matrimonio, gli entusiasmi – e la brusca conclusione – della sua carriera di maestra. Grazie al pappagallo Luisito, Anselma ritrova la voglia di vivere che il mondo aveva cercato di farle dimenticare. Ma dovrà difendersi dai soprusi di chi non sopporta, per indifferenza o per animo malevolo, la sua felicità. Da una notizia di cronaca sepolta da anni nella memoria è germogliata una storia che Susanna Tamaro si è trovata in mente, del tutto formata, una mattina di fine giugno. È un piccolo romanzo sulla forza dei sentimenti e del potere salvifico dell’amore. È una favola moderna che ha colto di sorpresa prima di tutto la stessa autrice, e che commuoverà e divertirà i suoi lettori.
Eviterò di essere diplomatica: non ho assolutamente capito il senso di questo romanzo. So che l’autrice, che francamente non ho mai apprezzato particolarmente, vive in campagna e deduco che ami la natura, ma fare di un pappagallo il protagonista di un romanzo mi pare del tutto esagerato. A parte che non si può parlare neanche di romanzo, ma direi quasi di racconto lungo, la trama è quasi del tutto inconsistente.
La quarta di copertina la spiega già abbastanza bene: una maestra in pensione, vedova, vive sola, i figli la cercano con regolarità ma si interessano di lei solo superficialmente, la sua vita è noiosa e monotona. Fin quando trova in un cassonetto un pappagallo che le ridona la voglia di vivere. Grazie a Luisito le ritornano in mente vari momenti salienti della sua vita, soprattutto quelli legati a un matrimonio deludente.
Così come Luisito segna la sua rinascita, la donna pare persa quando l’animale le viene sottratto.
Concordo sul fatto che l’amore per gli animali sia importantissimo e come la cura di un amico animale possa far rinascere una persona perché è come sentirsi di nuovo importante per qualcuno. L’autrice ha realizzato questo tema in modo molto esile, frammentario e lacunoso; i capitolo sono brevi e inconsistenti, sviluppati piuttosto sommariamente.
Ad essere franca il mio unico pensiero era quello di finirlo il più rapidamente possibile. Ho letto e possiedo questo libro solo perché mi è stato regalato altrimenti non avrei assolutamente comprato un libro di quest’autrice.

TERESA MEDEIROS: Il vampiro che mi amava

TITOLO: Il vampiro che mi amava
AUTRICE: Teresa Medeiros
TITOLO ORIGINALE: The Vampire Who Loved Me
USCITA ITALIANA: I Romanzi Mystere 35, febbraio 2008
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Sono passati sei lunghi anni da quando Julian Kane è stato trasformato in vampiro, e ancora non si dà pace. Per amore di Portia vuole tornare ad essere uomo, ma per riuscirci dovrà prima uccidere il vampiro che possiede la sua anima. Tuttavia sarà proprio l’amore di Julian a mettere in pericolo l’amata, pronta a tutto pur di non rinunciare a lui!
Dopo aver sentito grandi lodi su questo libro mi ero aspettata qualcosa in più e, seppur si siano alcuni aspetti ben descritti e interessanti, tutti mi sembravano abbastanza prevedibili e già visti, per questo non posso dire che abbia catturato completamente la mia attenzione. Ben di meglio aveva fatto il primo libro di questo duetto, Dopo mezzanotte. Rispetto a questo sono passati cinque anni quando avevamo lasciato il vero vampiro, Julian Kane, andare via da Londra alla ricerca della propria anima ma anche per sfuggire all’evidente amore che prova per lui Portia Cabot. La ragazza gli ha salvato la vita nutrendolo con il suo sangue e donandogli la propria innocenza. Ma proprio la brutalità con la quale si è servito di lei lo ha inorridito. Ora che è tornato a Londra, lo precede la sua nefasta reputazione. Inoltre si sono verificate delle morti di donne che ben si riconducono all’operato di un vampiro. Il fratello di Julian, Adrian protagonista di Dopo mezzanotte, da anni ha ingaggiato una lotta contro i vampiri e ora si troverebbe costretto ad affrontare il fratello, se Portia non si mettesse inesorabilmente in mezzo…
Dulia Kane è il classico eroe tormentato, diviso tra l’istinto, che lo porterebbe a prendere per sé l’amore della donna che desidera da cinque anni, e la ragione che gli dice di non essere degno di lei. Nello stesso non ha voluto recuperare la propria anima, scopo del suo viaggio, pur avendo individuato chi lo possiede, perché ritiene di non meritare un riscatto per quello che ha fatto a Portia.
Portia Cabot è una fanciulla che non possiamo fare a meno di giudicare testarda: nonostante i ripetuti episodi di allontanamento da parte di Julian. Continua a seguirlo e a credere nel loro amore. La sua fiducia è incrollabile, anche quelle volte in cui viene messa duramente alla prova.
Ci sono delle belle scene con dichiarazioni molto intense, soprattutto da parte di Julian che per essere un uomo senz’anima sa essere molto romantico, oltre che appassionato. Qui e là emerge la classica ironia della Medeiros ma, devo dire, meno intensamente  che in altri suoi romanzi. Non so se possa dipendere da tagli della traduzione o da altro, ma per così com’è  non ritengo che questo libro meriti i giudizi altamente positivi che gli sono stati dati. Innanzitutto perché, da una parte, la storia non è molto originale, poi perché dall’altra parte ci sono delle scene poco probabili e infarcite delle classiche dicerie sui vampiri.
Secondo me, questo libro non è all’altezza del precedente.

MAEVE BINCHY: Il bosco dei biancospini

TITOLO: Il bosco dei biancospini
AUTRICE: Maeve Binchy
TITOLO ORIGINALE: Whitethorn Woods
EDIZIONE ITALIANA: Sperling&Kupfer 2008
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Tutto sta cambiando a Rossmore: non è più il sonnacchioso paesino della campagna irlandese da cui i giovani fuggivano in cerca di fortuna. Oggi è un villaggio prosperoso, così vivace che il nuovo piano urbanistico prevede la costruzione di un’autostrada. Gli abitanti si dividono tra favorevoli e contrari. Ma Padre Flynn, il giovane curato, è preoccupato soprattutto per la sorte del pozzo dedicato a Sant’Anna, che l’autostrada minaccia di distruggere. Da generazioni la gente accorre in questo luogo incantato in mezzo a un bosco di biancospini, che secondo una leggenda ha proprietà  miracolose, per condividere sogni e paure, per trovare conforto o anche solo per un momento di preghiera. E Padre Flynn si sente responsabile della loro felicità. Il pozzo è il luogo attorno a cui si incrociano le storie dei protagonisti di questo romanzo: storie tragiche, come quella di Lilly Ryan a cui hanno rapito la figlia, e a lieto fine, come quella di Vera, la zitella che si iscrive a una vacanza per single e s’invaghisce di un uomo più giovane di un uomo più giovane. Per salvare le sorti del pozzo ci vorrebbe un miracolo! Invece sarà Neddy Nolan, un tempo considerato lo scemo del villaggio, a sventare la catastrofe: perché a volte anche gli esseri umani sanno compiere miracoli, con la sola forza della speranza e dell’amore.
Romanzo deludente e, a tratti, noioso oltre ogni descrizione. Mi piaceva l’idea del romanzo ambientato in Irlanda che parlasse di una fonte sacra, immaginavo la tipica atmosfera misteriosa, magica dell’isola celtica. Invece non ho trovato nulla di quello che mi aspettavo.
L’ambientazione è quella dell’Irlanda in enorme espansione economica (prima della crisi del 2009!) in cui un piccolissimo centro di Rossmore, un paesino da cui gli abitanti fuggivano per trovare lavoro in Inghilterra, si sta espandendo molto velocemente. A questo sviluppo si aggiunge il progetto di costruire una grande strada che lambisca il paese ma che passi all’interno del Bosco dei biancospini, dove si trova il santuario di Sant’Anna che gli abitanti venerano da sempre e a cui chiedono di esaudire dei desideri. Di fronte alla possibilità che il santuario venga distrutto gli abitanti si dividono tra favorevoli, per le molte opportunità economiche che la strada porterebbe, e contrari, perché desiderosi di mantenere il luogo sacro.
Il giovane curato di Rossmore decide di non prendere posizione, anche perché istintivamente non crede nei poteri miracolosi del santuario. Il libro presenta le varie voci degli abitanti, e non solo, di Rossmore che raccontano come la fonte abbia cambiato la loro vita. Il libro, quindi, è composto da capitoli in cui due personaggi raccontano in prima persona la loro versione di un fatto.
È proprio questa scelta stilistica che non mi è piaciuta perché dava un senso di frammentarietà, oltre a creare un caos tra tutti i personaggi presentati di cui, inevitabilmente, alla fine non ti ricordi la storia. Non ti permette di affezionarti ai personaggi.
I vari capitoli sono tenuti insieme dalla cornice in cui Padre Brian Flynn assiste e interviene nelle vicende dei suoi parrocchiani di Rossmore e, in qualche modo, la sua vita si intreccia a quella di molti dei protagonisti dei piccoli racconti.
Ogni capitolo ha la struttura di una novella con una vicenda, tutto sommato, semplice e dal finale a sorpresa.
Tutto ciò mi ha portato a non entrare totalmente nella storia raccontata.

JULIA QUINN: Tutto in un bacio

TITOLO: Tutto in un bacio
AUTRICE: Julia Quinn
TITOLO ORIGINALE: It’s in His Kiss
USCITA ITALIANA: I Romanzi Mondadori 795, gennaio 2008
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ALLA RICERCA DI RISPOSTE CHE SOLO IL CUORE PUO’ DARE
Gareth St Clair scopre che il suo passato, e forse anche il suo futuro, è nascosto negli eleganti caratteri di un antico diario, scritto però in una lingua che lui non comprende: l’italiano. Per Hyacinth Bridgeron, esperta traduttrice, è una sfida davvero intrigante. Ma quando insieme a Gareth si immerge in quelle pagine scopre che le risposte che entrambi cercano non sono lì. E niente è più semplice, o complicato,  di un bacio.
La serie Bridgerton continua con la storia d’amore dell’ultima delle sorelle, la più piccola, quella che da sempre si è segnalata per la sua lingua lunga e inarrestabile, Hyacinth. Anche lei ha partecipato a più Stagioni e, pur avendo ricevuto delle proposte di matrimonio non ne ha accettata nessuna. In famiglia, soprattutto la mamma, premono perché anche lei si accasi, ma nessuno sembra suscitare il suo interesse finché non inizia a duellare verbalmente con Gareth St Clair.
Gareth è il nipote di quella Miss Davenport, l’anziana nobildonna, che ha sempre messo il becco in tutti i romanzi dei Bridgerton, mettendoci lo zampino nel far trovare loro l’anima gemella. Hyacinth è molto affezionata alla donna, che è in fondo uno spirito molto affine al suo, tanto che ogni martedì la va a trovare e le legge un romanzo. Durante uno di questi pomeriggi, si presenta alla nonna Gareth che ha appena ricevuto il diario della nonna italiana e cerca qualcuno di fidato che glielo possa tradurre. Hyacinth sembra lì apposta…
La lettura del diario di Isabella avvicina molto i due giovani, soprattutto dopo che Hyacinth scopre che la donna ha nascosto da qualche parte a St Clair Hall un tesoro e lei e Gareth iniziano a cercarlo. Gareth sperava di trovare delle risposte nel diario della nonna. Da circa dieci anni sa di non essere figlio del barone St Clair ma non sa chi posa essere il suo vero padre. Per lui è una profonda ferita ancora aperta: da sempre si era reso conto di non avere l’affetto del padre, ma questa rivelazione gli ha tolto tutte le sue radici, i suoi legami, non ha un padre, la madre è morta; il fratello, l’unica persona che gli voleva bene, è scomparso. Gli rimane l’anziana nonna, Lady Davenport, ma gli manca quel senso di famiglia che, invece, trova così forte nei Bridgerton. La vicinanza con Hyacinth lo induce a volerla per sé come sua sposa e farà di tutto per forzarle la mano ed accettarlo, anche se non sarà poi così dura. Hyacinth è una fanciulla solare, allegra, risoluta, testarda. Sicuramente è difficile tenerle testa, infatti la sua famiglia dice bonariamente di volersene liberare e ogni tanto lo stesso Gareth intuisce che con lei la vita sarà meravigliosamente esasperante. Anche lei avrebbe delle ombre: il non aver avuto un padre, ad esempio, nonostante fosse circondata dall’affetto di una famiglia numerosa, l’ha portata ad invidiare chiunque ne avesse uno, anche se, conosciuto quello di Gareth, non ne è più così sicura.
Chiaramente mi è piaciuto il solito stile umoristico, le battute raggelanti della Quinn; quel suo modo di costruire i dialoghi tramite battute fulminanti. Ancora una volta, tra Gareth e Hyacinth è un continuo battibecco. Tutto questo non crea dei personaggi macchietta ma comunque delle persone realistiche con pregi, difetti, cadute.
L’unica cosa che non mi ha convinta è che questo romanzo, a mio avviso, non raggiunge quei picchi di intensità di cui la Quinn è capace e, se lo fa, sono troppo rari. Vi faccio un esempio nella seguente battuta di Gareth che ho trovato meravigliosa (pag 143): “Darei il mondo intero per avere una persona in più per cui dare la vita” in riferimento alla sua vita povera di affetti. È il culmine di una scena molto intensa in cui Hyacinth si accorge di amare Gareth. La Quinn è capace di scrivere cose meravigliose e mi sarebbe piaciuto che questi momenti di intensità emotiva più alti fossero più numerosi.

DANNY SCHEINMANN: Piccoli gesti di amore eroico

1992: Leo Deakin si risveglia in un piccolo ospedale in un luogo imprecisato del Sud America. La sua fidanzata, Eleni, è morta e Leo, in stato confusionale, non ricorda nulla di quanto è successo. Accusa se stesso della tragedia e viene risucchiato in una spirale di disperazione. Eppure Leo è sul punto di trovare qualcosa che cambierà per sempre la sua vita.
1917: Moritz Daniecki è un soldato austro-ungarico fuggito da un campo di prigionia in Siberia. Settemila chilometri di steppa lo separano dal suo villaggio e dall’amore della sua vita il cui ricordo lo ha sostenuto durante tre anni di guerra e di follia. Moritz deve ora affrontare un viaggio drammatico in un paese lacerato dalla guerra civile e non sa che cosa troverà quando, infine, stremato, ma determinato a chiedere la mano della sua amata, riuscirà a tornare a casa. Danny Scheinmann racconta, in questo libro straordinario, la storia di due uomini che sopravvivono e vivono grazie alla memoria di un amore intenso e profondo, una storia che, in modo sorprendente, unirà i loro destini attraverso i confini del tempo e dello spazio.
Questo libro è stato stranamente piacevole da leggere, dico stranamente perché il contenuto, già dalle prime pagine, non è molto allegro.
Il primo dei due protagonisti, Leo Deakin, giovane ricercatore inglese, si trova in Sud America con la fidanzata Eleni, quando questa muore all’improvviso in un incidente stradale. Distrutto da dolore si chiude nel torpore, nell’abulia, privo del desiderio di vivere, cercando di ritrovare nella sua vita tracce di Eleni e perseguitato dal senso di colpa per la scomparsa dell’amata.
Con un salto temporale all’indietro di quasi ottant’anni seguiamo la vicenda del nonno di Leo, Moritz Daniecki, ungherese, innamorato da sempre della giovane Lotte. Arruolato nell’esercito autro-ungarico durante la prima guerra mondiale, fatto prigioniero e recluso in Siberia, con la confusione del 1917, la rivoluzione sovietica, scappa e attraversa a piedi la Siberia e la Russia. Ci impiega tre anni a tornare in patria e a rivedere Lotte, promessa sposa a un altro. A spingerlo in questo viaggio disperato che lo porta ad affrontare svariati pericoli è la speranza di riabbracciare il suo amore, ma anche la speranza nel domani, la fiducia nel futuro. Moritz sposerà Lotte, avrà da lei tre figli, ma la sua salute sarà compromessa dagli anni di prigionia e morirà nel 1938 poco prima dell’inizio della seconda guerra mondiale; la sua famiglia sarà vittima delle persecuzioni razziali, si salverà solo il figlio maggiore, Frank il padre di Leo.
La storia di Moritz sarà per Leo la più grande eredità che gli si potesse trasmettere, l’insegnamento di un uomo che ha lottato strenuamente, appeso a un filo di speranza. Ha dato a Leo un esempio di attaccamento alla vita che gli ha fatto capire che la sua vita può continuare al di là della scomparsa di Eleni.
Non nascondo che questo libro ha dei passaggi un po’ pesanti, soprattutto le descrizioni della guerra, mentre le pagine dedicate a Leo sono più brillanti e veloci. Il bilancio finale, però, è quello di una storia commovente, nella sua semplicità e linearità.

L.KLEYPAS - K.MACGREGOR - J.QUINN: Dov'è il mio eroe?

TITOLO: Dov’è il mio eroe?
AUTRICE: L. Kleypas – K. MacGregor – J. Quinn
TITOLO ORIGINALE: Where’s My Hero?
USCITA ITALIANA: RM 794, dicembre 2007
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Nodi d’amoredi Lisa Kleypas
Lydia Craven ha deciso di sposarsi seguendo la ragione, non il cuore. Ma il bacio che le ruba il dottor Jake Linley risveglia in lei sentimenti che pensava di aver dimenticato. Sposerà davvero un uomo che non ama?
L’estate della passionedi Kinley MacGregor
Simon di Ravenwood inizia un fitto scambio di lettere con lady Kenna facendosi passare per l’amico Stryder, conte di Blackmoor. Ben presto, però, la corrispondenza tra i due tocca corde profonde. Potrà un tenero amore sconfiggere l’equivoco?
Le due sorelledi Julia Quinn
Lord Ned Blydon, visconte di Burswick, si trova davvero in una situazione difficile: a due giorni dal matrimonio, si scopre perdutamente innamorato di Charlotte, sua futura cognata…
I racconti non sono proprio la mia passione perché trovo che non consentano di apprezzare una storia in tutto il suo sviluppo, di conoscere i personaggi con le loro varie sfaccettature, di creare delle evoluzioni della trama non molto credibili. Questa antologia conferma il mio scarso entusiasmo per questo genere. Nonostante siano opera di tre delle autrici americane più brave ed apprezzate che conosca e nonostante prendano spunto o siano in qualche modo collegati a racconti o serie molto famosi, nessuno dei tre ha destato il mio entusiasmo.
Tutti e tre i racconti prendono spunto da un amore impossibile: in qualche modo i nostri tre protagonisti maschili si innamorano di una donna che non è loro destinata.
Il primo racconto è quello di Lisa Kleypas e riguarda Lydia Craven, la prima figlia di Derek e Sarah Craven, indimenticabili protagonisti di Sognando te. I genitori l’hanno fatta fidanzare a un giovane baronetto, in questo modo Derek vorrebbe superare le origini plebee della propria ricchezza. Invece Lydia si innamora di Jake Linley, giovane e scapestrato medico.
Nel secondo racconto di Kinley MacGregor uno dei cavalieri della Fratellanza della Spada, famosa saga dell’autrice, Simon di Ravenwood si innamora di lady Kenna, principessa scozzese che crede di essere promessa sposa al famoso cavaliere Stryder conte di Blackmoor. Nonostante i suoi scarsi mezzi, con la sua dolcezza riuscirà a conquistare la ragazza.
Ultimo racconto, della Quinn, vede come protagonista Jake Blydon che, a due giorni dal matrimonio, si ritrova infatuato di Charlotte, sorella della sua promessa sposa.
Le trame risultano tutte e tre molto improbabili con degli innamoramenti improvvisi e, chiaramente, una risoluzione molto veloce. È, quindi, una lettura che ti lascia molto fredda. Se dovessi salvare uno dei tre racconti, e nessuno di loro mi ha entusiasmato, opterei per quello della Quinn che, almeno, rispecchia, con il suo umorismo, una delle caratteristiche essenziali dell’autrice.
Probabilmente a deprimere ulteriormente la lettura saranno stati i tagli effettuati. A questo punto penso che se devono proprio tradurre le antologie che almeno lo facciano in versione integrale.

SOPHIE KINSELLA: Ti ricordi di me?

Quando Lexi si sveglia in un letto d’ospedale non ricorda proprio cosa le sia successo. È convinta di avere venticinque anni, di essere povera in canna, con una vita sentimentale disastrosa, i denti storti e le unghia mangiate. E invece eccola lì,  fresca di parrucchiere, con una bocca perfetta, mani curatissime, un lavoro da super manager e… un sacco di soldi! Sì, perché oltretutto è sposata a un bellissimo miliardario. Ma com’è possibile? Il fatto è che Lexi in realtà ora ha ventotto anni, ma non ricorda nulla del suo passato recente, marito compreso, e quando torna a casa – la sua meravigliosa, incredibile nuova casa – non riesce a credere ai suoi occhi. Lei abita davvero lì? Ma come fa ad avere una fortuna tanto sfacciata? Certo, deve ricominciare tutto da capo, a partire dal rapporto con suo marito, al momento un perfetto sconosciuto, ma lui è così collaborativo! Le prepara persino un “manuale matrimoniale” per aiutarla a ricordare la loro vita di coppia… Con un po’ di buona volontà andrà tutto a posto, e poi ora ha la vita perfetta, e questo sembra davvero un buon inizio… o no? Con Ti ricordi di me? Sophie Kinsella fa centro ancora una volta, regalando ai suoi milioni di lettori una commedia romantica dallo stile assolutamente inconfondibile.
Questo libro è un nuovo lavoro della Kinsella che si sgancia dalla serie I Love Shopping. Come al solito, la sua trama ha qualcosa di surreale.
Tutto prende il via quando Lexi Smart si sveglia nel lettino di un ospedale. Il suo ultimo ricordo risale al 2004, una serata con le sue amiche e colleghe quando tutto sembrava andarle male: poche gratificazioni sul lavoro, e un ragazzo che le dava buca. Enorme il suo stupore quando, risvegliandosi, si trova inaspettatamente cambiata: più magra, capelli lucidi e fluenti, dentoni scomparsi. Inoltre, tutti i suoi oggetti lasciano presumere che viva nell’agiatezza. A tutto ciò si aggiunge un marito che sembra appena uscito da una sfilata di Armani.
Lo shock per Lexi è grande, soprattutto quando si rende conto che, in seguito a un incidente automobilistico, ha perso i ricordi degli ultimi tre anni. Che sono stati per lei fondamentali. Non solo ha mutato il suo aspetto fisico, è passata da semplice impiegata a caporeparto, ha sposato un ricco immobiliarista come Eric e tutto sembrava andare splendidamente. Lexi deve cercare di riappropriarsi della sua vita, anche se i ricordi non sembrano ritornare, il problema è che lei si è fermata alla sua personalità di tre anni prima, non ha ricordo dei suoi cambiamenti per cui non riesce a capire la reazione delle persone intorno a lei, soprattutto le sue migliori amiche, che sembrano evitarla. Apprende, quindi, che è diventata un capo spietato, odiata e temuta da tutti, ha perso tutte le vecchie amicizie. Ha sposato un uomo che è, a dir poco, rigido, metodico, quasi programmato, come la sua “vita stile loft” che tanto declama. Lexi ha una profonda crisi di identità perché, a quanto le viene raccontato, si è trasformata in una persona che non le piace proprio. Ad aggravare il tutto, Jon, l’architetto del marito, le dice di essere il suo amante da otto mesi e che lei stava meditando di lasciare il marito.
In tutto questo caos Lexi deve ritrovare la propria identità e dare una direzione alla sua vita, cercando di scegliere quello che lei vuole veramente.
Come al solito, non manca in questo libro l’ironia della Kinsella, anche se è un po’ più moderata e meno forzata, rispetto ad altri romanzi. Ci sono, invece, momenti molto delicati e intensi. Lexi non è una protagonista comica e combina guai come Becky, anche se a volte anche lei combina dei disastri, ma ha sempre quel pizzico di umorismo che, in alcuni momenti, la aiuta ad affrontare situazioni penose. I personaggi maschili vanno citati entrambi: il marito Eric è un caso disperato, sembra dolce, disponibile ma più si va avanti e più si capisce che è un ottuso, dalla prospettiva molto limitata, rigido nelle sue prese di posizione che a volte sembra proprio tonto. Non si riesce però a provare odio per lui perché, a volte, è disarmante nel suo non voler capire.
Jon, dall’altra parte, è la vera presenza maschile centrale. È, come tutti i protagonisti maschili della Kinsella, colui che con calma e compostezza rimedia ai pasticci della protagonista. Intenerisce il suo sguardo ferito rivolto alla donna che non si ricorda più di lui e del loro grande amore. Stordisce quel suo modo di curare i girasoli, ricordo dei bei momenti passati con Lexi.
Come mi capita sempre con i libri della Kinsella, l’inizio è un po’ lento, ma la trama diventa più piacevole man mano che si va avanti, soprattutto le scene tra Lexi e Jon sono da lettura iper veloce.
Consigliato!

REXANNE BECNEL: Amore zingaro

TITOLO: Amore zingaro
AUTRICE: Rexanne Becnel
TITOLO ORIGINALE: Dangerous To Love
USCITA ITALIANA: RM ORO 58 dicembre 2007
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Ivan Thornton, conte di Westcott, ha avuto un’infanzia oscura: allontanato dalla madre gitana è stato educato in collegio. Una volta preso il posto che gli spetta in società, è determinato a non cedere ai sentimenti. Ma l’incontro con Lucy sconvolge il suo cuore. Oltre a desiderarla, il conte gitano si accorgerà di amarla. Davvero nella sua vita non c’è posto per l’amore?
Assolutamente fantastico, un libro da non perdere, se ve lo siete lasciato scappare a suo tempo. Una lettura altamente emozionante per la profondità dei sentimenti descritti e fatti vivere. La trama potrebbe risultare abbastanza tradizionale, non del tutto nuova, ma l’assicurazione è che viene resa ed è espressa in modo magistrale che sarà difficile da dimenticare.
Ivan Thornton è il conte di Westcott ma ha alle spalle un passato non molto semplice. Egli è il figlio illegittimo, nato dalla relazione del precedente conte con una zingara. Strappato alla madre da bambino e chiuso in un collegio, insieme ad altri figli illegittimi, viene totalmente abbandonato dalla propria famiglia finché non raggiunge l’età per lasciare il collegio. A quel punto decide di chiudere del tutto con la famiglia d’origine finché non capisce che è meglio per lui accettare il titolo e tutti i vantaggi che esso comporta. Fa una missione nella sua vita di contraddire la nonna, quella donna che l’ha prelevato dal suo mondo per poi abbandonarlo in mani estranee. Ora che lei è decisa a procurargli una moglie, lui si diverte e prendere in giro tutte le giovani debuttanti della Stagione. Ma la Contessa di Westcott  è una donna straordinariamente astuta e intuisce, quando la incontra, la donna che potrà conquistare il suo cuore e con uno stratagemma gliela pone sotto gli occhi.
Lucy Drysdale è una giovane che vive in campagna con la famiglia, occupandosi dell’educazione dei nipoti. Questa vita l’ha annoiata abbastanza per cui accetta al volo la proposta della Contessa di Westcott di diventare dama di compagnia della giovane cugina, lady Valerie Stanwick con l’incarico preciso di tenerla lontana da suo nipote… Lucy prende molto sul serio tale incarico. Ivan non è per nulla interessato a Valerie ma è decisamente attratto da Mrs Drysdale e la loro attrazione reciproca è esplosiva.
Ivan è un personaggio complicatissimo, tormentato da un profondo trauma infantile, ha un rifiuto deciso nei confronti dell’amore, soprattutto quando questo sentimenti è collegato  alle donne. Da loro non ha ricevuto altro che dolori: dalla madre e dalla nonna, e ora non può credere che ci possa essere una donna che lo ami e che non lo abbandoni. Per questo motivo mette molto a dura prova la povera Lucy che dovrà, ripetutamente, combattere per farlo ragionare e per affermare i propri sentimenti.
Lucy è una donna piena di spirito, nulla la può scoraggiare o fermare e non si scoraggia neanche davanti alla chiusura, quasi ermetica, che le oppone Ivan. A volte può sembrare apatica ma poi, con un guizzo, si riprende sempre e si impone all’altro.
Ci sono tantissime cose che mi sono piaciute in questo libro:
  • Chiaramente i protagonisti principali, il loro amore appassionato, la chimica che c’è tra di loro che emerge viva dalle pagine, anche attraverso spassosi battibecchi che magari finiscono con qualche bacio appassionato.
  • I personaggi secondari sono altrettanto interessanti: a partire dalla nonna, lady Antonia, donna astuta, sorniona, spietata, è difficile immaginarla quando ha allontanato, sdegnata, il nipote, visto che ora è una vecchietta fragile e desiderosa della considerazione, se non dell’affetto, del nipote. Ho trovato molto interessanti i compagni di collegio di Ivan, altri figli illegittimi, Elliott Pierce, Giles Dameron e Alexander Blackburn, altrettanto affascinanti, spregiudicati e libertini che meriterebbero un loro libro. Chissà se la Becnel l’ha scritto, ma nella sua bibliografia non compare.
ho ritrovato in questo libro la bellezza e le atmosfere dei primi romance che ho letto, la stessa voglia di finire il libro il prima possibile e il dispiacere di dover abbandonare questa storia e questi personaggi